Domenica 18 giugno 1944
POLITICA INTERNA DALLA RSI
Pavolini, che da i primi del mese sta visitando le provincie
toscane minacciate dall’avanzata alleata, scrive oggi al duce tracciando
un quadro nero: se la sono squagliata tutti, carabinieri, Milizia,
esercito, “chi ha retto le situazioni sono stati i fascisti, e solo i
fascisti”. Pavolini in realtà è poco obiettivo in quanto fiorentino.
Ha 41 anni, figlio di illustre glottologo, giovanissimo squadrista,
scrittore di poesie e di commedie e autore di un romanzo sul Giro
d’Italia, segretario della Federazione di Firenze del PNF, ministro
della Cultura Popolare dall’ottobre 1939 al febbraio 1943, licenziato
con il suo protettore Ciano e confinato alla direzione del Messaggero, è
stato uno dei primi a rimettersi la camicia nera dopo il tradimento di
settembre. Anche i fasci toscani sono organismi che hanno gli stessi
problemi degli altri e si trovano al limite del collasso.
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Civitella della Chiana (AR) - I partigiani cercano di disarmare
quattro tedeschi intenti a bere nei locali del dopolavoro. I tedeschi
resistono; due muoiono, due fuggono.
Motociclisti del CIL entrano ad Ascoli Piceno preceduti da
squadre dei GAP.
La banda comandata da Armando Ammazzalorso fa il suo pittoresco ingresso
in Teramo liberata.
A Morra del Villar San Costanzo (Cuneo), vengono barbaramente
assassinati il parroco don Francesco Zali e la domestica. La
propaganda fascista sostiene che i GAP eliminano molti preti per
spargere nel clero il terrore e convincerli che è pericoloso rifiutarsi
alla pretesa che le parrocchie diventino centri di rifornimento e di
rifugio dei partigiani.
RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Continua il grande rastrellamento nazifascista sul Verbano – Cuneo –
Ossola.
Fra il 16-17 giugno 1944 l'abitato di Falmenta ha ricoperto un
importante posizione nell'organizzazione del rastrellamento della Val
Grande condotto da formazioni tedesche e RSI. Oggi vengono fucilati
quattro partigiani precedentemente catturati nella prossimità del paese.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Ancona – I tedeschi fucilano un contadino nei pressi
di Albacina.
Provincia di Ascoli Piceno - I tedeschi fucilano un partigiano in
località Ponzano.
Provincia di Novara - A Pogallo diciotto partigiani della
divisione autonoma Valdossola vengono fucilati da un plotone di sei
tedeschi. Un altro prigioniero viene inviato in campo di concentramento
in Germania, da cui non tornerà più.
STORIA POSTALE del 18 giugno
Due documenti postali
affrancati con valori pacchi per mancanza di valori ordinari. A sinistra
un piego comunale affrancato con un pacchi da 0,25 a tariffa ridotta fra
Comuni. A destra una lettera commerciale probabilmente doppio porto
perché affrancata 1,00 con presenza coppia di 0,10 pacchi, un 0,30
Provvisoria titaura di Roma, uno 0,25 Provvisoria tiratura di Verona e
uno 0,25 gemello della Monumenti Distrutti.
Lunedì 19 giugno 1944
L’ESERCITO ITALIANO AL NORD
La GNR di Milano scrive oggi nel suo rapporto:
“A Milano, il bando di chiamata delle classi 1920 – 1921 e primo
semestre del 1926, nonché l’annuncio che parte di detti contingenti
debbono recarsi in Germania, ha prodotto la più sfavorevole impressione
in tutti gli strati della popolazione. Si prevede che grande sarà il
numero di coloro che non risponderanno alla chiamata e che si porteranno
ad ingrossare le schiere dei banditi od espatrieranno nella vicina
Svizzere”.
RESISTENZA: ORGANIZZAZIONE POLITICO – MILITARE
Si costituisce oggi il Comando Militare per l’Alta Italia del Corpo
Volontari della Libertà (CVL) per dirigere e coordinare la lotta
armata contro i nazifascisti. Tutte le formazioni partigiane sono da
oggi riunite sotto la denominazione CVL. Del comando fanno parte: Luigi
Longo (PCI), Ferruccio Parri (GL), Enrico Mattei (DC), G.B. Stucchi (PSIUP),
M. Argenton (Formazioni Autonome) e il generale Bellocchio come
consulente militare. Il comando sarà affidato al generale Raffaele
Cadorna, dopo una lunga contesa.
RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Continua il grande rastrellamento nazifascista sul Verbano – Cuneo –
Ossola.
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
A Genova, dopo un precedente tentativo andato a vuoto, viene
ucciso in un agguato davanti alla propria abitazione, il commissario
prefettizio al comune di Genova generale delle GNR Silvano Parodi.
Civitella della Chiana (AR) – Dopo l’azione dei partigiani di
ieri, gli abitanti del paese pensano realisticamente che quest’episodio
scatenerà delle rappresaglie da parte dei tedeschi e fuggono. I
tedeschi, informati dell’esodo, quando fanno ritorno a Civitella per
recuperare i loro morti simulano un comportamento relativamente civile.
STORIA
POSTALE del 19 giugno
A sinistra una raccomandata
da Colle Umberto (TV) a Trieste regolarmente affrancata 1,75 con quattro
valori da 0,25 della Monumenti Distrutti e un 0.75 della Miti e Simboli.
A sinistra un piego di ospedale come manoscritti raccomandati aperti
regolarmente affrancato 1,20 (0,60 manoscritti + 0,60 di raccomandazione
aperta) con una quartina del 0,25 e un 0,20 della Monumenti Distrutti.
Martedì 20 giugno 1944
DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Parte da Verona il terzo scaglione di carabinieri per la
Germania: cinque ufficiali e 528 fra sottufficiali e carabinieri.
LA LOTTA AL RIBELLISMO
Il rapporto odierno della GNR torinese segnala che nel Cavalese “continua
l’affluenza nelle bande di molti elementi delle classi richiamate (1920
– 1921 e 1926)” e lo stesso accade nella vicina valle di Lanzo”. A
Piacenza, la presentazione al distretto è “pressoché nulla”, ad oggi,
soltanto venti giovani si sono fatti vivi.
I tedeschi si stanno lamentando della facilità con cui la GNR e altri
reparti armati di Salò si fanno battere dai ribelli. Oggi, con
pignoleria di ufficiale teutonico mista al disprezzo per i soldati di
Mussolini, il maggiore Wagner così scrive al prefetto di Padova per
incarico del comandante militare tedesco della città che ha raccolto
anche le lamentele di Kesselring:
“Un’ondata di ribellione attraversa attualmente l’Italia. Si
moltiplicano gli attentati a persone isolate, a fabbricati, a municipi e
recentemente anche a caserme. Dappertutto, dove si tratta di forze di
polizia oppure di appartenenti alle forze armate, i rapporti dicono
sempre che i relativi uomini armati sono stati disarmati senza
contrapporre alcuna resistenza. Pare sia ovunque andato perduto il
pensiero naturale che un uomo che porta delle armi faccia uso della
propria arma e che muoia piuttosto di lasciarsi disarmare.
Il comandante militare (di Padova) ha l’impressione che non si tenti del
tutto di fare uso dell’arma per uccidere l’avversario. Se in caso viene
attaccata una caserma, la quale è occupata da 15 uomini di guardia, e se
il rapporto dice, quasi come se ciò fosse pacifico, che i partigiani,
“dopo aver disarmato la guardia”, hanno fatto “questa e quella cosa”, mi
sembra in questa occasione che il senso dell’onore del soldato sia
andato perso completamente.
Il comandante militare esprime la sua meraviglia circa tali fatti. (…)
Il comandante militare prega di portare quanto sopra in modo perentorio
a conoscenza di tutti gli uffici competenti e di fare in modo che
finalmente cessino le segnalazioni di disarmi avvenuti a delle persone
autorizzate a portare armi. Egli aspetta piuttosto di ricevere
finalmente rapporti dicenti che gli attacchi sono stati respinti e che i
ribelli sono stati uccisi. In tutti i casi simili è assolutamente
necessaria la più decisa severità.
Ciò che avviene attualmente da parte dei ribelli, è terrore. Deve essere
chiaro a tutti che il terrore può essere represso solamente per mezzo di
terrore e che un successo è raggiungibile soltanto impiegando duramente
tutti i mezzi disponibili.
Il comandante militare non lascia dubbio alcuno che la situazione sia
grave e che egli aspetta che il movimento delle bande venga represso con
tutti i mezzi”.
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
I Gap colpiscono anche oggi gli uomini della GNR, vengono uccisi: a
Baveno (Novara) il maggiore Scotti e a Busto Arsizio il
milite Guglielmo Bonetti.
Gubbio (Perugia) – Due ufficiali tedeschi, l’assistente medico
Kurt Staudacher e il sottotenente Herman Pfeil, appartenenti al III
battaglione del 721° reggimento di fanteria della 114^ divisione
cacciatori, che si trovano nel bar Nafissi di Corso Garibaldi, noto
anche come “Bar della Caterina”, vengono aggrediti da partigiani che gli
sparano dei colpi a bruciapelo. L’assistente medico muore all’istante
mentre il sottotenente, gravemente ferito, riesce a raggiungere gli
alloggiamenti e ad avvisare dell’accaduto. I tiratori si sono subito
dileguati, per cui il II battaglione del 721° reggimento riceve subito
l’ordine di compiere una rappresaglia contro gli abitanti del paese.
RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Continua il grande rastrellamento nazifascista sul Verbano – Cuneo –
Ossola.
Oggi, presso il cimitero di Finero, i tedeschi fucilano 15
partigiani, precedentemente detenuti a Malesco e catturati durante il
rastrellamento.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Ancona – A Jesi un reparto tedesco cattura
quaranta persone in un rastrellamento, ne sceglie sette considerandole
partigiani, le porta in periferia in località Colonia Guerri e le
fucila.
Provincia di Arezzo - Civitella della Chiana – I tedeschi
continuano a tenere un comportamento civile che, per un perfido calcolo,
intende a incoraggiare la popolazione a rientrare in paese dopo l’esodo
del 18 scorso. Montemignaio, una frazione del comune di Pratomagno
- I tedeschi arrivano in paese in cerca di uomini da portare via come
ostaggi o da impiegare nei lavori di fortificazione. Sfondano le porte
delle case tra le grida delle donne dei bambini. Trovano quattordici
uomini nascosti, li radunano nella piazza del Castello e li passano per
le armi sotto gli occhi dei familiari. Due riescono a fuggire inseguiti
da raffiche di mitra, un terzo, ferito, finge di essere morto, viene
colpito ancora, ma a un braccio, e si salva. Le ragioni della
carneficina sono dovute anche al fatto che poco prima di arrivare in
paese, i tedeschi si erano scontrati con un gruppo di partigiani e un
riportando la perdita di ufficiale e due soldati e il ferimento di altri
due.
Provincia di Macerata – Quattro civili vengono uccisi per
rappresaglia nel capoluogo.
Provincia di Novara - Intra – Quarantuno partigiani delle
formazioni Mario Flaim, Cesare Battisti e Giovane Italia, catturati
alcuni giorni prima, vengono condotti nelle cantine dell’asilo infantile
di Malesco e sottoposti a sevizie.
Provincia di Pisa – Ad Agnano Pisano i tedeschi fucilano
un invalido del lavoro.
STORIA POSTALE del 20 giugno
Riprodotta
una lettera espressa affrancata con un valore Imperiale fuori corso e
due Monumenti Distrutti nel primo mese di uso. La tassazione non è stata
applicata e la missiva ha viaggiato per posta normale, come se fosse
affrancata per lettera semplice fuori distretto (0,50). Censurata dalla
Commissione Provinciale di Savona 26R
Una raccomandata inviata da Querce (FI) a Massarella (FI) regolarmente
affrancata 1,75 che presenta una quartina del 0,15 Imperiale con una
quartina gemella dello stesso valore sovrastampato GNR. Anche se di
probabile costruzione a scopi filatelici, rimane sempre un pezzo
viaggiato davvero raro. Il piego dell’Ospedale di Novara, affrancato
1,10 come lettera raccomandata aperta (0,50 di lettera fuori distretto +
0,60 di raccomandazione aperta), mostra in affrancatura composta da un
0,75 e un 0,25 della Provvisoria, tiratura di Roma, con un 0,10 Recapito
Autorizzato in emergenza.
Mercoledì 21 giugno 1944
L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD
Mussolini firma l’ordine che militarizza il partito e sancisce una
vittoria di Pavolini. L’ordine dice:
“Data la situazione che è dominata da un solo decisivo supremo fattore,
quello delle armi e del combattimento, davanti al quale tutti gli altri
sono di assai minore importanza, decido che a datare dal 1° luglio si
passi dall’attuale struttura politica del partito ad un organismo di
tipo esclusivamente militare.
Dal 1° luglio tutti gli iscritti regolarmente al partito fascista
repubblicano, di età fra i 18 e i 60 anni, e non appartenenti alla Forze
Armate della Repubblica, costituiscono il Corpo Ausiliario delle Camicie
Nere composto dalle Squadre d’Azione.
Le altre attività svolte fin qui direttamente dal partito vengono
affidate agli enti competenti e cioè: l’assistenza ai fasci femminili,
ai comuni e alle altre organizzazioni; la propaganda all’Istituto
Nazionale di Cultura Fascista.
Il segretario del partito attua la trasformazione dell’attuale direzione
del partito in ufficio di Stato Maggiore del Corpo Ausiliario delle
Squadre d’Azione delle Camicie Nere.
Data la natura dell’organismo ed i suoi scopi, il comando sarà affidato
ai capi politici locali. Non ci saranno gradi, ma soltanto funzioni di
comando.
Il Corpo sarà sottoposto a disciplina militare e al codice militare del
tempo di guerra. Il Corpo sarà impiegato agli ordini dei capi delle
province, i quali sono responsabili dell’ordine pubblico e della
sicurezza dei cittadini contro i sicari e i gruppi di complici del
nemico. Mussolini”.
Viene abrogata la chiamata alle armi delle classi 1920 – 1921 e 1926
nelle province di Lucca, Pistoia, Apuania e Forlì e “nei territori a sud
delle medesime”, tutte zone a ridosso del fronte dove gli uffici di Salò
sono da tempo in paralisi quasi completa.
LA LOTTA AL RIBELLISMO
In Piemonte, il comandante regionale, Montagna, segnala:
“La voce del popolo ironizza dicendo che i richiami sono stati fatti per
fornire i battaglioni complementi ai ribelli, ed è così, come dimostrano
le prime segnalazioni dei distretti. In taluni comuni del Canavese,
manifesti rurali ringraziano il ministero delle FF.AA. del nuovo
contingente di uomini forniti alle bande”.
DELLA STAMPA DELLA RSI
Gargnano, Villa delle Orsoline – Mentre Pavolini sta discutendo con
Mussolini per il testo del decreto istitutivo delle Brigate Nere,
intervengono Mezzasoma, Buffarini e il direttore del “corriere della
Sera” Amicucci e tutti insieme si mettono a discutere sull’editoriale
dal titolo “Se ci sei batti un colpo” pubblicato oggi dal
direttore de “La Stampa” di Torino, Concetto Pettinato. E’ un
vero attacco al governo (e più direttamente allo stesso Mussolini) per
la sua azione giudicata troppo debole. Nell’articolo viene messa persino
in dubbio la capacità dei tedeschi a resistere sulla linea Gotica e
termina con queste frasi:
“Il Piemonte è diventato, signori, un vivaio di delinquenza, di
diserzione e di disordine. Abbiamo chiesto giorni or sono che si
trasferissero a Torino, nella sua qualità di ex capitale d’Italia,
almeno alcuni fra gli organi centrali del Governo. Rinnoviamo oggi la
domanda. E se questa domanda contro la quale abbiamo registrata non
senza stupore e scandalo. La protesta di sapore campanilistico di un
ebdomadario milanese, non può essere accolta, si permetta se non altro
ai piemontesi migliori di formare tra loro, a fianco e a sostegno
dell’autorità vacillante, un comitato di salute pubblica il quale prenda
in mano la situazione (…).
PER FIRENZE CITTA’ APERTA
Monsummano (PT) – Kesselring convoca una riunione alla quale
partecipano il console di Firenze Wolf, il colonnello delle SS Dollmann,
il dottor Seiforth ed un ufficiale della amministrazione militare.
Vengono concordate le direttive di Kesselring affinché il centro di
Firenze sia sgombro di tutte le forze armate e che siano adottate le più
severe misure per impedire casi di indisciplina.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Ancona – A San Silvestro i tedeschi passano
per le armi un partigiano.
Provincia di Arezzo - Civitella della Chiana – I tedeschi
continuano a tenere un comportamento civile che, per un perfido calcolo,
intende a incoraggiare la popolazione a rientrare in paese dopo l’esodo
del 18 scorso. Aspettano pazientemente il momento giusto per scatenare
la loro rappresaglia.
Provincia di Firenze - In località Novoli (Mercatale Val di
Pesa) i tedeschi uccidono Armando Aglietti. Eccidio a Marradi:
11 morti (rilevato da il quotidiano La Nazione di Firenze di giovedì 25
aprile 2002 su un elenco di sole località e numero dei morti senza
descrizione di come sono avvenuti gli eccedi e chi hanno coinvolto).
Provincia di L’Aquila - A Castiglione di Tornimparte il
geniere Angelo Gitante della formazione La Duchessa (raggruppamento Gran
Sasso) dopo atroci torture viene costretto a scavarsi la fossa e
fucilato.
Provincia di Perugia – A Gubbio per rappresaglia
all’attentato di ieri da parte dei partigiani ai due ufficiali tedeschi,
gli uomini del II battaglione del 721° reggimento di fanteria della 114^
divisione cacciatori, dopo un breve cannoneggiamento e dopo avere raso
al suolo il bar dove è avvenuta l’aggressione, al comando del capitano
Erich Kurt Walter Buckmakowsky, rastrellano la cittadina e prendono in
ostaggio da 200 a 300 persone. Contemporaneamente i tedeschi si stanno
preparando a distruggere Gubbio. Verso sera, il terzo ufficiale
d’ordinanza della divisione, tenente Albrecht – Axel von Heyden, sceglie
40 persone da fucilare di età compresa fra i diciassette e sessant’anni,
fra cui due donne.
Provincia di Pisa – A Cascina i tedeschi uccidono un
bracciante seduto fuori di casa sugli scalini in località San Lorenzo
a Pagnatico.
Provincia
di Novara - Intra – I quarantuno partigiani seviziati ieri
nelle cantine dell’asilo infantile di Malesco vengono spostati a villa
Caramora, a Intra, sede di un comando SS. Per tutta la mattinata vengono
presi a nerbate o pestati coi calci dei fucili. Alle 15 vengono fatti
uscire. A questo punto sono quarantatré, perché le SS vi hanno aggiunto
una donna e un operaio. In colonna, costretti a portare un cartello con
la scritta: “Sono questi i liberatori d’Italia oppure sono i banditi?” (nella
foto), percorrono a piedi la strada da Intra sino alla frazione di
Fondotoce, dove si trova una vasta piana affossata. Le SS, che si sono
tolte le tute mimetiche per sentirsi più a loro agio, passano per le
armi i prigionieri, tre alla volta. Un inglese viene fatto spogliare
delle divisa militare e costretto a indossare un abito borghese prima di
essere fucilato. Dal mucchio di cadaveri, sebbene ferito, viene fuori il
partigiano Carlo Suzzi, che tornerà nella formazione Valdossola con il
nome di “Quarantatré”. Baveno – Per rappresaglia all’uccisione di
due ufficiali, uno delle SS e uno dell’esercito di Salò, i tedeschi
falciano a raffiche di mitra, quattro alla volta, diciassette partigiani
della divisione Valdossola. La stampa annuncia oggi la fucilazione di
110 “renitenti e disertori” in provincia di Novara.
RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Continua il grande rastrellamento nazifascista sul Verbano – Cuneo –
Ossola.
STORIA POSTALE del 21 giugno
Articolo pubblicato da “Il Resto del Carlino” in data odierna:
|
Lettera espressa doppio porto che presenta un 1,25 della Provvisoria
della tiratura di Verona III Tavola. |
Giovedì 22 giugno 1944
RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Continua il grande rastrellamento nazifascista sul Verbano – Cuneo –
Ossola.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Ancona - I tedeschi passano per le armi i quattro membri
maschi della famiglia Baldini nella stalla attigua alla loro casa
colonica nella zona fra Collegiglioni e Nebbiano; a Fabriano passano per
le armi, assieme ad altri due civili, Aldo Balelli, proprietario della
tenuta in cui abitava la famiglia Arcangeli (uccisa pure dai tedeschi);
a Vallelunga di Collegiglioni mitragliano due civili e, ancora, a
Collegiglioni uccidono due civili che alla loro vista si erano dati alla
fuga.
Provincia di Arezzo - Civitella della Chiana – I tedeschi continuano
ancora a tenere un comportamento civile che, per un perfido calcolo,
intende incoraggiare la popolazione a rientrare in paese dopo l’esodo
del 18 scorso. Aspettano pazientemente il momento giusto per scatenare
la loro rappresaglia. Eccidio a Chiusi: 22 morti (rilevato da il
quotidiano La Nazione di Firenze di giovedì 25 aprile 2002 su un elenco
di sole località e numero dei morti senza descrizione di come sono
avvenuti gli eccedi e chi hanno coinvolto).
Provincia di Macerata – A Camerino vengono passati per le armi 13 civili
che, i tedeschi dicono essere partigiani o loro sostenitori.
Provincia di Modena – A Fossoli due SS prelevano di notte, nella sua
baracca del campo d’internamento, Poldo Gasparotto, che ha fatto parte a
Milano delle formazioni Giustizia e Libertà e lo abbattono a raffiche di
mitra. Altri 68 o 70 prigionieri vengono massacrati.
Provincia di Perugia – A Gubbio, alle 6,45 del mattino, un plotone
d’esecuzione inizia a giustiziare i 40 ostaggi prescelti. Le persone
destinate alla morte, che hanno mani e piedi legati, vengono trucidate a
raffiche di mitra dentro una fossa scavata in precedenza da altri
prigionieri vicino a una delle porte della città.
Provincia di Trieste – Nella Risiera di San Sabba le SS fucilano
Francesca Bastiani Tognolli, della brigata partigiana Timavo, arrestata
cinque prima. A Capodistria i tedeschi fucilano Giuseppina Cataruzza.
Provincia di Vicenza - I tedeschi fucilano quattro civili (Bruno
Dal Dosso, Ferraro Valentini, Luigi Tibaldi e Gino Zerbat) sulle rive
del torrente Righello, in località Crespadoro; in località
Bordellini finiscono a colpi di calcio di fucile, dopo averla
ferita, la civile Ines Dalla Costa e a Marano Vicentino passano
per le armi un altro civile, Gerolamo Bause (o Bauce).
STORIA POSTALE del 22 giugno
A sinistra una lettera espressa da Trieste a Gorizia regolarmente
affrancata 1,75 e, a destra, una cartolina raccomandata dell’Ospedale di
Verona inviata al Municipio di Cologna Veneta (VR) regolarmente
affrancata 0,90 (0,30 di cartolina fuori distretto + 0,60 di
raccomandazione aperta).
Lettera semplice del Comando Distretto Militare di Milano inviata con
tassa a carico del destinatario a San Colombano Lambro (MI). Tassata a
tassa seemplice con un segnatasse 0,50 della serie Provvisoria. La
cartolina illustrata a destra fu timbrata di favore a Firenze in data
odierna, ma non viaggiò. La composizione filatelica è poco importante ai
fini storico postali ma rimane meritevole di considerazione dal punto di
vista filatelico in quanto presenta un valore da 1,25 Provvisoria
tiratura di Firenze nel rarissimo colore rosso bruno.
Venerdì 23 giugno 1944
DALLA RSI: SULLA STAMPA
Gargnano – Mussolini convoca Ermanno Amicucci, direttore
del “Corriere della Sera”, e gli consegna i primi fogli dattiloscritti
del suo nuovo libro “Storia di un anno” perché ne inizi la
pubblicazione a puntate sul quotidiano.
RAPPRESAGLIE DEI NAZIFASCISTI
Provincia di Arezzo - Civitella della Chiana – I tedeschi
continuano ancora a tenere un comportamento civile che, per un perfido
calcolo, intende incoraggiare la popolazione a rientrare in paese dopo
l’esodo del 18 scorso. Aspettano pazientemente il momento giusto per
scatenare la loro rappresaglia. A Chiassa Superiore le SS
italiane, provenienti da Arezzo, fucilano sei civili, tra cui una
ragazza.
Provincia di Novara - A Baveno vengono fucilati 21
patrioti. A Pogallo quindici partigiani catturati in una baita
sopra al paese, presi a calci e pugni e caricati di cassette di
munizioni, vengono portati sul piazzale antistante il cimitero di Finero.
I tedeschi non li uccidono subito, sparano loro alle gambe e alla testa.
Poi chi è trovato ancora vivo viene finito con un colpo di rivoltella.
Due dei morti sono rimasti ignoti. Ma uno dei fucilati, benché ferito,
resta vivo. Un sacerdote e una donna lo tirano fuori dal mucchio e lo
curano. I tedeschi lo ricatturano e lo inviano al lager di Innsbruck.
(Da dove riuscirà ancora a fuggire e tornare in Italia nella sua
formazione, la Valdossola. Il suo nome è Giuseppe Zappa).
Provincia di Pisa - L’intera tenenza di pubblica sicurezza dell’Ardenza
(LI) decide di unirsi ai partigiani della 3^ brigata Garibaldi
Sante, stanziata tra il Livornese e il territorio meridionale del
Pisano. Partono due autocarri. Uno riesce a raggiungere i partigiani,
con dieci uomini. L’altro viene bloccato dalle SS, che eliminano subito
sul posto due dei fuggiaschi. Altri otto (un sottotenente, un brigadiere
e sei guardie), dopo torture, vengono fucilati presso Selvatelle
sulla via Sarzanese.
Provincia di Reggio Emilia – A Bettola nel comune di
Vezzano sul Crostolo, frazioncina di sole tre case vicina al
Passo del Cerreto, nella notte sul 24, una squadra partigiana tenta
di sabotare il ponte in muratura nei pressi del paese, ma l’operazione
non riesce: la struttura subisce danni, però non crolla. Arriva un
automezzo germanico, nello scontro tre dei sabotatori muoiono. La stessa
notte cinquanta uomini della Feldgendarmerie di presidio a Casina
giungono sul posto, penetrano in una casa e uccidono prima due vecchi
settantenni e poi la figlia. Quindi incendiano l’edificio. Una bambina
undicenne si getta da una finestra. Viene catturata e buttata in una
stalla in fiamme, ma riesce ancora a fuggire e a salvarsi. I tedeschi
vanno all’albergo Bettola, fanno uscire tutti e li radunano parte in
un’autorimessa, parte dietro l’edificio. Quelli dell’autorimessa vengono
mitragliati, cosparsi di benzina e bruciati. Quelli dietro l’albergo
vengono uccisi a bastonate e a colpi di rivoltella. Poi i cadaveri
vengono trascinati vicino agli altri e bruciati. Trentasei gli uccisi,
tra cui quattro bambini (di 18 mesi, cinque, undici e tredici anni).
RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Continua il grande rastrellamento nazifascista sul Verbano – Cuneo –
Ossola.
STORIA
POSTALE del 23 giugno
Una cartolina del Comune di Casalmoro (NO) per Parma affrancata con un
Monumenenti Distrutti e un Imperiale e una cartolina illustrata
espressa, regolarmente affrancata 1,55, da Isola della Scala (VR) a
Verona, ancora con Monumenti e Imperiale.
A sinistra un piego dell’Ospedale di Padova per Mestrino come
manoscritti raccomandati aperti 1,20 (0,60 manoscritti + 0,60 di
raccomandazione aperta) e, a destra, altro manoscritti dal comune di
Firenzuola (FI) a Firenze; anche questa raccomandata 1,20 con uso di una
coppia di recapito autorizzato 0,10 in emergenza.
Sabato 24 giugno 1944
DELLA STAMPA DALLA RSI
Inizia sul “Corriere della Sera” la pubblicazione delle puntate
che articolano il nuovo libro di Mussolini: “Storia di un anno”.
L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD
La risposta alla chiamata alle armi è stata pressoché nulla,
RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Continua il grande rastrellamento nazifascista sul Verbano – Cuneo –
Ossola.
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
A Farini d’Olmo (Piacenza), vengono uccisi i militi della GNR
Giovanni Mocchi e Vasco Rapetti.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Arezzo – A Palazzo del Pero, tra il paese e
Mulin Nuovo, un reparto tedesco cattura dieci uomini che stanno
mietendo il grano in un campo. I disgraziati gridano che sono innocenti,
ma il comandante li fa allineare lungo la strada e finire a scariche di
mitra. A Civitella della Chiana i tedeschi continuano ancora a
tenere un comportamento civile che, per un perfido calcolo, intende
incoraggiare la popolazione a rientrare in paese dopo l’esodo del 18
scorso. Da oggi la loro attesa comincia ad essere premiata: gli abitanti
stanno rientrando nelle loro abitazioni.
Provincia di Pisa – Eccidio a Le Marie - Riparbella: 11
morti (rilevato da il quotidiano La Nazione di Firenze di giovedì 25
aprile 2002 su un elenco di sole località e numero dei morti senza
descrizione di come sono avvenuti gli eccedi e chi hanno coinvolto).
Provincia di Macerata – A Camerino il battaglione Gian
Mario Fazzini attacca nei pressi dell'abitato un contingente tedesco.
Muoiono trentacinque partigiani e cinque vengono fucilati. La ferocia
tedesca si accanisce in modo particolare contro il giovanissimo
Alessandro Sabatini (già ferito alle gambe, con la punta della baionetta
un soldato gli cava gli occhi) e contro il sedicenne Marino Marchi, pure
colpito alle gambe: il suo corpo viene orrendamente straziato. Secondo
altro testo si parla di 85 “civili” uccisi oggi, partigiani o loro
sostenitori a quanto asseriscono i tedeschi.
STORIA POSTALE del 24 giugno
Piego
del Comune di Novara per Solesino (PD). Affrancato come lettera a
tariffa ridotta 0,25 con un singolo della Monumenti Distrutti. Da notare
ancora, malgrado i ripetuti richiami delle varie Direzioni Provinciali
delle Poste, come alcuni Comuni, e in questo caso il Comune di una città
capoluogo come Novara, non avessero ancora provveduto alla sostituzione
dei bolli comunali che ancora presentavano integri sia il Regie che lo
stemma sabaudo.
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