Sabato 8 luglio 1944
DELL’ARMA DEI CARABINIERI
A proposito dei carabinieri del litorale Adriatico imprigionati il 6 a
Trieste, oggi, il comandante della Legione GNR di Trieste scrive:
Mi sono interessato in loro favore ed ho avuto assicurazioni che
sarebbero stati trattati come soldati; sono invece venuto a conoscenza
che sono considerati detenuti politici. Secondo quanto è stato finora
possibile sapere, i carabinieri dell’Istria sono tutti a disposizione
della Sicherheitspolizei; una decisione a loro riguardo sarà presa dal
comandante della polizia del Litorale Adriatico ad inchiesta ultimata”.
DELLA X MAS
Il comandante del battaglione Barbarigo, ora comandante del I reggimento
della divisione Decima , Umberto Bardelli, salito ad Ozegna, cade
con nove dei suoi uomini in uno scontro con i partigiani.
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Il comandante del battaglione “Gramsci”, Terzilio Cardinali, viene
colpito a morte durante un combattimento nella zona di Bulcizes.
A Carrara le donne danno inizio, nel mercato di Piazza delle
Erbe, ad una certa animazione. Incomincia così un lavoro capillare
quartiere per quartiere, con collegamenti stabiliti dai vari gruppi di
difesa della donna, con la distribuzione di volantini e con parole
d’ordine che reclamano la revoca del bando di evacuazione della città.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Perugia – A Pian dei Bruschi un plotone misto
di tedeschi e fascisti passa per le armi sette partigiani.
Provincia di Ravenna - In località Vigne di Casole di Valsenio,
elementi delle SS guidati da militi della Guardia Nazionale Repubblicana
uccidono senza motivo, durante un rastrellamento, il colono Giacomo
Morara. In località Monte Mauro, dopo un assalto dei partigiani,
i tedeschi uccidono per rappresaglia tre civili sospettati di
favoreggiamento.
Provincia di Vicenza – A San Pietro Bussolino i tedeschi,
durante una serie di rastrellamenti, uccidono dieci civili fra cui due
donne.
STORIA POSTALE dell’8 luglio
A sinistra una lettera del Comune di Clusone (BG) inviata all’Ufficio
Collocamento di Bergamo. Non affrancata per “Zona sprovvista di
francobolli” fu dichiarata, in partenza, da tassare a Tassa Semplice (T.S.)
e lo fu in arrivo con un segnatasse Imperiale.
A destra una raccomandata da Arsiero (VI) per la Croce Rossa
Internazionale di Ginevra (Svizzera) regolarmente affrancata 3,75 (1,25
di lettera + 2,50 di raccomandazione). Nell’inserire questa busta mi
sono reso conto che il Monumenti Distrutti da 0,75 viaggiato è il primo
che espongo. Mi è sorto un dubbio che solo una ricerca potrebbe
togliermelo: potrebbe essere che quel valore non sia stato emesso il 5
giugno insieme agli altri tre? Riguardando le scansioni di documenti
postali fin qui insriti si riceve la sensazione (es. 13 giugno) che
anche quando il mittente voleva creare una composizione filatelica con
quella serie, il 0,75 non fosse disponibile. Il 13 giugno sembrerebbe
sostituito da un 0,75 della provvisoria. In altre due buste, il 0,75
Miti aereo, ne occupa il posto. E’ solo una mera supposizione che
stimola la attenta mente del ricercatore a caccia di “vecchie novità”.
Domenica 9 Luglio 1944
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Firenze - Tre gappisti penetrano nel carcere femminile di Santa
Verdiana e liberano 17 donne detenute per ragioni politiche.
Per recuperare un lancio sul monte Lavane, con il quale armare la
nuova brigata ORI di Ravenna, circa 50 uomini dei GAP di Faenza,
Brisighella e Castel Bolognese lasciano le loro città e si dirigono
verso i monti. Prendendo l’iniziativa, il comandante Vittorio Bollenghi
e il suo vice, Bruno Neri, che sono degli sportivi, si incamminano verso
la cittadina di Gamogna, precedendo il gruppo principale, per
controllare una strada maestra su cui avevano lavorato i tedeschi, tra
Marradi e San Benedetto in Alpe. In un punto cieco, vicino al cimitero,
dove la strada sterrata curva bruscamente, i due capi partigiani si
imbattono in 15 SS armati fino ai denti, evidentemente dirette verso la
montagna in cerca di “banditen”. Vittorio e Bruno suonano i loro Sten,
obbligando le truppe di sicurezza, colte di sorpresa, a ritirarsi. Ma
appena al coperto, i tedeschi aprono il fuoco e crivellano di colpi i
due partigiani. Un contadino, testimone della scena, vede, con
raccapriccio i tedeschi castrare con un coltello i due uomini feriti ma
ancora vivi.
A Carrara continua il movimento delle donne contro il bando
tedesco di evacuazione della città. Molte dicono apertamente che i
tedeschi e i fascisti devono fare i conti con loro, mogli di cavatori e
di marmisti, e che Carrara non sarà sfollata. Passa così il termine
(stabilito per oggi alle 20) fissato dai tedeschi e un gruppo di donne
si dà appuntamento per le 9 di domani precisando la parola d’ordine:
tutte in Piazza Alberica e alla Levatella, concentramento in Piazza
delle Erbe, per poi manifestare lungo le strade cittadine.
RESISTENZA: RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Arezzo – A Bucine i tedeschi accerchiano il
castello di San Leolino, in località Poggio del Fattore, radunano
la popolazione nella piazzetta, fucilano nove ostaggi e ne feriscono
sei.
RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
I tedeschi effettuano un rastrellamento nell’abitato di Bolano
(nel Pontremolese) e catturano 350 uomini che inquadrano e trasportano
nella zona a ridosso di Montignoso e di Massa dove vengono impiegati a
scavare trincee, tracciare strade di accesso, costruire rifugi per
uomini e materiali, postazioni di artiglieria e mortai medi.
STORIA POSTALE del 9 luglio
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Lettera semplice
intestata AGIP inviata da Bolzano a Verona e affrancata con una
coppia di segnatasse da 0,25 in sostituzone dei valori ordinari.
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Lunedì 10 luglio 1944
DELLA X FLOTTIGLIA MAS
Omegna
(NO) – Valerio Borghese, comandante della X MAS, presenzia ai
funerali del comandante Bardelli.
Nella foto i funerali di Bardelli, con Borghese (a destra) la signora
Bardelli e, a sinistra, il colonnello Carallo, vice comandante della
Divisione Decima.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Arezzo - Nel bosco di Selvagrossa, per ritorsione
all'uccisione di due loro compagni sorpresi dai partigiani a molestare
delle donne in località San Donato, presso Badia Agnano, i
tedeschi uccidono dieci uomini.
Provincia di Arezzo - In una località imprecisata. in
seguito all'uccisione di un soldato tedesco, vengono fucilate, per
rappresaglia, 13 persone. Di dodici si conoscono i nomi, il
tredicesimo (uno sfollato) è rimasto sconosciuto. Quella che segue
potrebbe essere un’altra versione dello stesso fatto come un
altro episodio. A Badicroce i tedeschi compiono una strage nella
quale perdono la vita 13 persone, tra le quali vi sono anche
donne violentate e un uomo di settantasei anni. Anche l’episodio che
segue potrebbe essere una terza versione dello stesso fatto. Nei
pressi di Castiglion Fibocchi, un soldato tedesco ha perso una
gamba a seguito all’esplosione di una mina. Per rappresaglia la sua
truppa prende in ostaggio 12 uomini dalle fattorie vicine,
impiccandone due e massacrandone dieci con le mitragliatrici. Vengono
“fucilati” anche una donna di ottantaquattro anni e un ragazzo di
quattordici che appartengono alla famiglia di uno dei giustiziati ed
erano accorsi gridando. Ma si trova in altro testo, come avvenuto
domani, 11 luglio, con questa descrizione: “Un automezzo tedesco in
ritirata salta su una mina a Castiglion Fibocchi. Sette innocenti
che si trovavano nelle immediate vicinanze vengono catturati e
fucilati”.
Provincia di Firenze - Eccidio a Padulino - Vicchio: 15
morti (rilevato da il quotidiano La Nazione di Firenze di giovedì 25
aprile 2002 su un elenco di sole località e numero dei morti senza
descrizione di come sono avvenuti gli eccedi e chi hanno coinvolto).
Provincia di Lucca – A Lucignana i tedeschi fucilano il
giovane Bruno Stefani, catturato durante una missione di aiuto ai
partigiani.
Provincia di Pisa – A Cevoli I tedeschi catturano il
milite della Repubblica di Salò Gino Barsottini. Lo fanno camminare fino
a Perignano con al collo un cartello con la scritta: "Quest'uomo non è
degno di vivere", poi gli fanno scavare la fossa vicino alla villa
Samminiatelli e quindi lo fucilano.
Provincia di Vercelli – Ad Alagna Valsesia un reparto
tedesco fucila sedici partigiani che, poco pratici della zona, invece di
dirigersi verso il Biellese, si sono portati sopra al Turlo, con
l'intenzione di scendere in valle Anzasca. Quattordici di essi sono
carabinieri che si sono rifiutati di aderire alla Repubblica di Salò.
Provincia di Verona – A San Giovanni Ilarione i tedeschi
passano per le armi don Luigi Bevilacqua, parroco di San Pietro
Mussolino (VI). E' colpevole di avere collaborato con i partigiani
operanti in valle Chiampo.
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
A Carrara continua per tutto il giorno e anche nella notte,
l’organizzazione per la manifestazione di piazza contro il bando tedesco
di evacuazione della città. Domani si terrà la manifestazione
conclusiva.
La controffensiva tedesca alle forze partigiane di Moscatelli e Ciro,
iniziata il 2 luglio, si conclude oggi con la “riconquista” di
Varallo e Borgosesia. I patrioti devono abbandonare il fondo valle e
riprendere la guerriglia in montagna.
STORIA POSTALE del 10 luglio
Molto interessante la seguente Circolare emessa in data odierna dalla
Direzione Provinciale delle Poste e Telegrafi di Novara.
In rosso la trascrizione per una migliore lettura.
CORRISPONDENZA PER IL LAZIO, UMBRIA, TOSCANA E
MARCHE
URGENTE
Si dispone che tutte le corrispondenze dirette nel Lazio, Umbria,
Toscana e Marche siano respinte agli uffici di origine e, da questi
restituite ai mittenti, conformemente a quanto ordinato con la circolare
n.56 per le corrispondenze dirette a Roma (1).
STEMMI EX CASA REGNANTE E DICITURA “REGIE”
Ancora una volta si rammentano le precedenti disposizioni per cui è
fatto assoluto divieto sulle corrispondenze d’ufficio o su ogni altro
stampato o busta o documenti o sull’impressioni su ceralacca di usare lo
stemma dell’ex Casa Regnante o le diciture “Regie”. Gli uffici che non
l’abbiano ancora fatto, trasmettano d’urgenza all’Economato, in
assicurazione, suggelli o bolli aventi stemma o dicitura sopradetti per
la scalpellatura. Si previene che gli inadempienti incorreranno in
gravissime responsabilità (2).
CORRISPONDENZA SENZA FRANCOBOLLI
Richiamando le recenti disposizioni impartite con la circolare n.53 del
31 maggio e n.61 del 22 giugno scorsi, s’invitano gli uffici a non
omettere l’apposizione del bollo “T.S.” seguito dalla cifra-importo
dell’affrancatura che gli uffici destinatari dovranno riscuotere dalle
persone cui sono dirette le corrispondenze impostate senza francobollo
in località momenteneamente sprovviste di carte valori postali,
avvertendo che l’uso del bollo “P.Pagato” deve aver luogo sugli oggetti
privi di affrancatura presentati da utenti che hanno fatto richiesta di
apposito conto di credito.
CORRISPONDENZA CON FRANCOBOLLI ASPORTATI
E’ stato con frequenza rilevato che pervengono agli uffici
corrispondenze dall’estero e dalla provincia di Lubiana aventi
francobolli asportati con conseguenti proteste e controversie coi
destinatari. Si invitano gli uffici a contestare il grave abuso con
verbale 13 a carico dell’ufficio che ha formato il dispaccio nel quale
si sono rinvenute le corrispondenze come sopra e di far proseguire il
verbale alla Direzione con particolare richiamo. Gli uffici di transito
di Novara Ferrovia, Vercelli e Biella dispongano particolare vigilanza.
(1) –
Dopo aver sfondato la linea Gustav (Cassino) e, dopo pochi giorni, avere
raggiunto Roma, il 4 giugno, l’avanzata delle due armate (V^ USA e VIII^
Britannica) si era trasformata in una contnua battaglia fra retroguardie
tedesche in ritirata e avanguardie Alleate in continuo movimento. Gli
Alleati si attestarono sulla sponda sinistra dell’Arno in Firenze il 4
agosto. Esattamente dopo due mesi. Questo significa che i circa 300 Km
percorsi sulle strade che dividono le due città erano stati percorsi in
60 giorni a una media di 5 chilometri al giorno e che alla data odierna
ne erano già stati percorsi più della metà. E’ pertanto logica la
decisione impartita in questo primo paragrafo dalle Poste della RSI:
inutile inoltrare la posta verso quella porzione di Centro-Italia perché
questa non saebbe mai giunta a “destino”
(2) - UN PO’ DI SFRAGISTICA,
SCIENZA CHE STUDIA I SIGILLI
A proposito della scalpellatura degli stemmi della ex casa regnante e
della dicitura REGIE, con la circolare odierna N° 65 al N° 19766/193 la
Direzione Provinciale di Novara (e si presuppone anche tutte le altre
Direzioni Provinciali dato che, secondo quanto si può rilevare dai
documenti postali di varie provenienze, il fenomeno è abbastanza
diffuso) si vede costretta a minacciare il proprio personale ricordando
che “gli inadempienti incorreranno in gravissime responsabilità”.
La rimozione dello stemma fascista dai timbri comunali a seguito
del tracollo fascista del 25 luglio, tramite scalpellatura, si presume
avvenuta ma probabilmente non in tutti i comuni inviarono i timbri da
scalpellare (con assicurata) alle Direzioni Provinciali. Perché
l’operazione è facilmente presumibile fosse articolata come nella su
esposta circolare che però si riferiva alle impronte della Casa Reale.
Forse molti sindaci (allora podestà), un po’ nostalgici, avevano deciso
di rimandare il “sacrificio” in attesa del consolidarsi degli eventi già
dal post-fascismo del 25 luglio 1943. In fondo togliere uno stemma da un
timbro metallico o addirittura sostituirlo con uno nuovo, non era
fattibile in tempi brevi, vista anche la nostra atavica burocrazia.
Avrebbe l’Economato, ove i suggelli o bolli da scalpellare dovevano
essere inviati, provveduto velocemente?
Il tempo sembra aver dato ragione a quei sindaci forse nostalgici di cui
sopra. Il periodo di “vacazione” del fascismo si sarebbe risolto infatti
in questo breve periodo di 45 giorni. La “resurrezione” creerà
situazioni particolari specialmente a proposito di quei timbri ai quali
era stato asportato lo stemma fascista.
Se, a questo punto, facciamo una analisi su questo argomento si può
rilevare che dal 26 luglio 1943 fino ai primi anni cinquanta è possibile
scoprire un panorama di timbri con le più varie soluzioni di
asportazione o cancellazione dell’uno o dell’altro stemma.
Inserisco una serie di documenti postali “comunali” per poter
analizzare questo fenomeno che coinvolse, naturalmente, tutta Italia che
da Regno con dittatura Fascista prima tornò ad essere solo Regno, poi,
per buona parte del territorio, divenne Repubblica di un nuovo fascismo.
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immagine 1 - 2
Nel
modulo di cui alla prima immagine, si può vedere il timbro comunale con
lo stemma Fascista scalpellato anche se usato in RSI. Era evidentemente
impossibile ricostruirlo e pertanto veniva usato quello dei 45 giorni
“badogliani” malgrado l’avversione per il re e Badoglio.
Il modulo di cui alla
seconda
immagine, anche in questo caso usato in RSI
anche se da pochi giorni (il timbro postale è del 26.9.43), lo stemma
Sabaudo è stato scalpellato.
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immagine 3 - 4
Ancora
due esempi di timbri comunali scalpellati. Siamo in entrambi i casi in
RSI, 27 maggio e 28 febbraio 1944. In quello di cui alla terza immagine
è stato “cassato” lo stemma fascista, probabilmente scalpellato durante
i 45 giorni di Badoglio e lasciato quello reale che però appare diverso
dallo stemma sabaudo .
In quello della
immagine 4, dal quale era stato scalpellato lo stemma
fascista, è stato scalpellato anche lo stemma reale. Evidentemente, in
questo caso, l’Economato era intervenuto in entrambi i periodi e questo
dovrebbe essere il timbro regolare in RSI fino all’approvvigionamento di
timbri ad hoc come quello della successiva immagine 10.
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immagine 5 - 6
Con i documenti postali delle immagini 5 e 6, siamo ancora in RSI e
troviamo due timbri comunali ex - Regno che non hanno subito amputazioni
sia nei 45 giorni che nel loro periodo d’uso. La missiva della immagine
5, del
30 novembre 1943, ha viaggiato tra le provincie di Varese e
Padova, un nord più convinto antimonarchico, mentre quella della
immagine 6 è partita da Montegallo (AP) il 25 febbraio 1944 per Ostra
Vetere (AN), zone meno contrarie alla ex - casa regnante e quindi più
disponibili alla tolleranza.
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immagine 7 - 8
Nelle
immagini 7 e 8. ecco invece due timbri intonsi usati al Centro -
Sud dove era giusta la presenza dello stemma reale ma doveva essere
scalpellato quello fascista.
Una inconsueta tolleranza. Il piego da Enna
è del gennaio1944, quello dal comune di Castelliri (FR) dell’aprile 45.
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immagini 9 – 10
Ancora una soluzione di annullamento dei simboli del regno con timbro
a
barre usato in RSI inoltrata (immagine 9) e un timbro RSI definitivo già in
uso a Grugliasco (TO) nel maggio 1944 (immagine 10)
con il solo fascio repubblicano.
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immagine 11 – 12
Con le
immagini 11 e 12 siamo al Nord nell’immediato dopoguerra, a Roncoferrato (MN) il 18 maggio 1945 (immagine 11)
gli impiegati del Comune hanno rispolverato un vecchio timbro del regno
e hanno cassato a mano lo stemma fascista.
Invece, nel Comune di Borgosesia (VC) (immagine 12), e ben quattro mesi dopo
(siamo al 7 settembre 1945), si usa ancora il timbro della ex - RSI
(nostalgici o distratti?).
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immagini 13 – 14
Con i documenti di cui alle
immagini 13 e 14, siamo nel Centro - Sud;
il piego del Comune di Penne (PE) (immagine 13), in data 5 marzo
1946 (in Luogotenenza), mostra il timbro comunale con entrambi gli
stemmi;
quello del Comune di Pratovecchio (AR) (immagine 14), in data 8
giugno 1946 (in regno di Umberto II°) ha lo stemma fascista ma con il
fascio centrale scalpellato.
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Il 14 luglio 1944 a Serbenno (CO) veniva usato un timbro ausiliario con
il fascio repubblicano di dimensione tale da garantire una adeguata
copertura al sottostante stemma sabaudo.
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I PROPAGANDA DI GUERRA CON VIGNETTA ASPORTATA
Già nei giorni precedenti la comunicazione dell’armistizio gli italiani
hanno ormai la certezza che la guerra sia persa. I due interi postali
del 28 luglio 1943 e del 18 agosto 1943 sono stati affrancati con valori
della serie Propaganda di Guerra con la sezione propagandistica
accuratamente ritagliata e non sembra per necessità di spazio.
Martedì 11 luglio 1944
LA LOTTA AL RIBELLISMO
Gli ufficiali della GNR di Cuneo, che il 5 scorso hanno
sollecitato un intervento del governo per sollecitare l’invio di forze
sufficienti a fronteggiare la situazione, permanendo la situazione
prospettata, si riuniscono di nuovo oggi per sollecitare il comando
provinciale a richiedere d’urgenza gli aiuti invocati e dichiarano
formalmente di rassegnare le dimissioni ove non venissero adottati i
provvedimenti richiesti.
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Firenze – Davanti al chiosco di giornali in piazza S. M. Novella
viene giustiziato il milite Valerio Volpini mentre i nazifascisti
catturano il gappista Sergio Posi.
A Carrara, la popolazione risponde in pieno alla parola d’ordine
lanciata dai gruppi di difesa della donna e dal movimento partigiano. I
gappisti e altre formazioni partigiane sono pronti a sostenere l’azione
tenendosi pronti ad intervenire in caso di necessità. Alle 9,30 in
Piazza Alberica si radunano diverse centinaia di donne che poi si
muovono in corteo. Da ogni strada arrivano altre donne, alcune
giovanissime. Si dirigono tutte verso via Garibaldi dove ha sede il
Palazzetto del Comando Nazista. Tedeschi e nazisti, in pieno assetto di
guerra, puntano le armi. Ma la folla continua lentamente ad avanzare, a
gridare, a rivendicare. Prima di mezzogiorno arriva un contingente
fascista dei “Mai Morti” che, assieme ai soldati tedeschi, piazzano due
mitragliatrici: una all’angolo fra Via Verdi e Via Garibaldi, l’altra
nei grottini che fiancheggiano la scaletta che porta in Piazza
Risorgimento (oggi Gramsci). Due folti gruppi di donne si staccano dal
corteo e si avvicinano fino a pochi metri dalle mitragliatrici e facendo
così cedere il Comando tedesco che revoca il bando di sfollamento.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Arezzo - A Staggiano - Villa Sacchetti
una pattuglia di tedeschi si presenta nella casa colonica Carboni e
pretende pane e formaggio. Avamposti partigiani sparano. Alla fine dello
scontro i tedeschi incendiano la casa e un'altra adiacente, uccidono
alcuni buoi e catturano degli uomini. Sei giovani vengono calati in una
buca con esplosivo nelle tasche, poi i tedeschi sparano loro addosso con
cartucce a pallini. A Quota di Poppi i tedeschi fucilano cinque
paesani. A Carda, Ortignano Raggiolo e Toppole i tedeschi
uccidono altre quattro persone. A Matole (Cavriglia), verso le
17, arrivano alcuni tedeschi e si mettono a cercare gli uomini. Ne
trovano undici nascosti in un rifugio e li finiscono a raffiche di mitra
alla presenza dei familiari terrorizzati. A Pogi (Bucine) SS
italiane e tedesche catturano padre e figlio: Antonio Gambino, di 40
anni, e Silvano, di 16. Il padre, quando capisce che stanno per essere
uccisi, chiede che di essere fucilato al posto del figlio, il figlio fa
altrettanto. Le SS assistono quasi con gusto alla scena pietosa, poi con
una raffica di mitra li uccidono entrambi. A Capannole "La Villa"
(Bucine) i tedeschi, senza nessuna ragione, uccidono a raffiche di
mitra tre uomini.
Provincia di Parma – A Santa Maria del Taro i tedeschi
fucilano un civile.
Provincia di Pisa – A Ripafratta, alcuni tedeschi
catturano due civili e li accusano di avere sabotato alcune linee
telefoniche. Interviene in loro difesa il console svizzero Alberto Noef,
ma invano. I tedeschi legano i due ai platani presso la stazione
ferroviaria e li fucilano. Poi incendiano la loro casa.
Provincia di Vicenza – A Covolo il comandante della piazza
rende noto che per un militare della Wehrmacht ferito saranno fucilati
50 maschi del paese in cui si sia verificato l’attentato, mentre il
numero salirebbe a 100 per ogni tedesco ucciso. Se invece, addirittura,
in seguito a un attentato, dovessero rimanere uccisi o feriti diversi
civili o militari tedeschi, “tutti i maschi della zona sarebbero subito
passati per le armi, le case bruciate, le donne internate e il bestiame
confiscato”.
Provincia di Vicenza - Nella zona di Altissimo, i tedeschi
uccidono otto civili, tra i quali una donna. Nella zona di Chiampo.
passano per le armi altri otto civili, tra cui due donne.
STORIA POSTALE dell’11 luglio
Una cartolina privata raccomandata espressa da Bologna a Imola che
presenta un’affrancatura abbastanza inconsueta: 2,15 (0,30 di cartolina
fuori distretto + 0.60 di raccomandazione aperta + 1,25 diritto per
espresso).
A destra un piego dell’Ospedale Civile di Padova a Legnago (PD)
affrancato come manoscritti raccomandati aperti con una bella quartina
di 0,30 Imperiale sovrastampati GNR tiratura di Brescia.
Mercoledì 12 luglio 1944
RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Inizia un’altra grande operazione di rastrellamento denominata “Wallestein
II”, eseguita da unità della 2^ flotta aerea (Luftflotte 2) per la
guerra terrestre e dalla 135^ brigata di fortezza, sempre nella zona
circoscritta da Pontremoli – Parma – Reggio Emilia – Fivizzano –
Pontremoli (l’operazione durerà fino ad agosto. Il rapporto conclusivo
menzionerà “45 persone cadute o fucilate secondo la legge marziale”,
nonché 127 prigionieri “di cui 30 poi uccisi perché riconosciuti come
banditi”).
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Ancona – A Offagna, circa 17 chilometri a sud
di Ancona, un reparto germanico in ritirata trucida, nella loro casa
colonica, Giovanni Lucantoni e i suoi familiari: Mario, Rosa, Umberto, e
Marino, accusandoli di avere fatto segnalazioni al "nemico".
Provincia di Arezzo - A Capannole "La Villa" (Bucine) - I
tedeschi fucilano un anziano di settanta anni.
Provincia di Firenze - La partigiana bolognese di origine ebrea,
Anna Maria Enriques, muore mitragliata insieme con altri partigiani sul
greto del Mugnone a Firenze.
Provincia di Modena – A Fossoli per rappresaglia
all'uccisione a Genova di sette loro commilitoni, SS tedeschi, prelevano
all'alba sessantasei (secondo altri testi sono 68) prigionieri politici
dal campo d'internamento. Li portano al poligono di tiro della frazione
Cibeno, dove otto prigionieri ebrei hanno dovuto scavare una fossa
comune. I prigionieri vengono fatti inginocchiare ai bordi della fossa,
dentro cui cadono quando vengono colpiti. Il secondo scaglione si
ribella e due condannati, il partigiano Mario Fasoli e l'avvocato
Eugenio Jemina, riescono a fuggire. Il terzo gruppo viene portato al
massacro ammanettato, e non può quindi reagire. L'ultimo fucilato è
Giovanni Bertone, di Alessandria, che era una spia dei tedeschi
infiltrato nel campo.
Provincia di Pistoia - A Montale i tedeschi iniziano
azioni di rastrellamento che porteranno avanti fino al 15. Dieci ostaggi
vengono eliminati a Santa Lucia.
Provincia di Torino – A Airasca i tedeschi fucilano il
medico partigiano Paolo Vasario.
Provincia di Udine – A Barcis di Pordenone il
paese, composto da 185 case, 100 stalle e numerosi stavoli, viene
parzialmente incendiato dai tedeschi (Lo sarà ancora dal 7 al 12
settembre e nell'ottobre).
STORIA POSTALE del 12 luglio
A sinistra, una curiosa affrancatura. Il mittente ha usato un valore
regolare della serie provvisoria ed ha rispettato la tariffa di 0,75 per
l’estero considerando il valore prestampato da 0,30 come fuori corso. In
realtà la cartolina postale era ancora valida. Non si capisce perché il
signor Guido, evidentemente non informato, si sia preoccupato di
comporre una affrancatura valida e abbia lasciato scoperta l’effigie
“intonsa” dell’odiato re!
La cartolina a destra rappresenta invece una missiva con destinazione
abbastanza inconsueta: la Danimarca. Inviata da Milano, dove fu
censurata dalla Commissione Provinciale di quella Provincia (81R) e
passò il controllo della censura tedesca di Monaco (Ad). Regolarmente
affrancata 2,25 (0,75 cartolina per estero + 1,50 raccomandazione per
estero) presenta tre valori della Provvisoria, lo 0,75 ha la sovrastampa
della tiratura di Milano, gli altri due quella di Roma.
Giovedì 13 luglio 1944
I
TEDESCHI IN ITALIA
Firenze – Un’ordinanza tedesca vieta l’uso delle biciclette che sono il
mezzo preferito dai Gruppi di Azione Patriottica (GAP) per fare degli
attentati.
ATTIVITA’ CLANDESTINA DEI PARTITI ANTIFASCISTI NEL NORD
Esce il primo ed unico numero de "La Nuova Italia" giornale del
Territorio Libero del Taro. E’ stampato a Borgotaro dalla tipografia
Cavanna.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Arezzo –Il villaggio di Montebornioli viene
dato alle fiamme per rappresaglia in seguito a un combattimento con i
partigiani. Bruciate anche trentuno case nelle frazioni di Ortignano,
dove una donna viene uccisa a pugnalate, e Raggiolo.
Provincia di Firenze – Nel capoluogo, fascisti, guidati da un delatore,
si presentano a casa di Elio Chianesi per catturarlo. Il Chianesi,
operaio meccanico cinquantenne organizzatore e partecipe dei GAP
fiorentini, nel tentativo di sottrarsi all’arresto, riesce a giungere
fino in strada dove si imbatte in due militi e li affronta pistola in
pugno. Nello scontro rimane gravemente ferito; morirà in ospedale senza
parlare anche sotto gli inutili interrogatori dei fascisti che tentano
di strappargli qualche nome. Vengono arrestati oggi anche il nipote
diciassettenne del Chianesi, Giuliano Molendini, e altri gappisti:
Giuliano Gattai, Giuseppe Milani, Giuseppe Rosseto e Emilio Donati,
dirigente del PCI (Saranno tutti fucilati il 23 luglio alle Cascine)
Provincia di Pisa - A Ponte a Piglio di Titignano di Cascina, le SS
trucidano il giovane Sirio Romoli e il pastore Quinto Vaselli. Da Sirio
vogliono la bicicletta, ma lui si difende e uccide un tenente. Finite le
munizioni, esce con le mani in alto dal fienile da cui sparava. Viene
ucciso a colpi di mitra e impiccato alla finestra della camera da letto.
Il pastore che si trovava nei pressi viene fucilato.
A Castellonchio di Cigoli (PI), i tedeschi fucilano tre soldati italiani
meridionali sbandati.
Provincia di Ravenna - In località Valsenio, a seguito di una delazione,
i tedeschi uccidono in un'imboscata i partigiani Antonio Angioli e
Giulio Scalini. I parenti riusciranno a recuperare le salme e a
seppellirle soltanto la notte.
Provincia di Udine – A Valeriano di Pordenone due ragazzi, Gianni Missena, quindicenne, e Primo Zanetti, sedicenne, vengono catturati dai
tedeschi e condannati a morte perchè ritenuti confidenti dei partigiani.
Gianni Missena viene impiccato a un lampione del paese e il vecchio
nonno, incurante degli assassini armati, prende una scala e va a
staccare il nipote morto. L'altro ragazzo viene impiccato alla torre
occidentale di Spilimbergo (UD).
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Dopo avere combattuto ininterrottamente per sette giorni, stanchi e
affamati, i partigiani della brigata garibaldina “Pesaro”, riescono a
raggiungere le avanguardie alleate. Qui però li attende una dura
delusione: gli inglesi, invece di accoglierli nelle linee come
combattenti, impongono alla formazione l’immediato scioglimento o
l’altrettanto immediato ritorno a settanta chilometri a nord. Alcuni
abbandonano la lotta, altri riattraversano le linee intenzionati a
riprendere la lotta.
STORIA POSTALE del 13 luglio
Nessun documento postale reperito.
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