Giovedì 20 luglio 1944
MUSSOLINI IN GERMANIA IL GIORNO DELL’ATTENTATO A HITLER
Il
treno speciale di Mussolini doveva arrivare a Rastenburg nel primo
pomeriggio. Invece, mentre il treno si avvicina alla stazione di
Goerlitz, viene bruscamente fermato su un binario morto e trattenuto per
oltre un’ora. Quando, finalmente, il treno viene fatto entrare in
stazione lo stesso Hitler accoglie Mussolini. Visibilmente agitato gli
comunica di essere stato oggetto di un attentato alle 12,40. Gli dice
testualmente:
“Duce, proprio adesso mi è stato scagliato un infernale ordigno…”.
La congiura contro Hitler è stata ordita da militari capeggiati dal
colonnello Klaus von Stauffenberg. Durante la odierna riunione nei
locali del quartier generale germanico lo stesso colonnello, alle 12,30,
che siede a un paio di metri da Hitler, depone sotto il tavolo una borsa
contenente una bomba e, con una scusa esce. La borsa con la bomba viene
spostata, per puro caso, più lontano e questo salva Hitler. L’esplosione
è notevole, ma pochi attimi dopo Hitler esce miracolosamente sano e
salvo dalla baracca dove è avvenuto l’attentato. Ha riportato solo delle
leggerissime ferite. Fallisce così il tentativo di rovesciare il
nazismo.
Il quartier generale del Fuhrer dirama subito il seguente comunicato:
“Contro il Fuhrer è stato compiuto un attentato con materiale esplosivo.
Del suo seguito sono rimasti gravemente feriti il generale di divisione
Schmund, il colonnello Brand, il tenente colonnello Borgman, il
collaboratore Berger. Ferite meno gravi hanno riportato il generale
d’armata Jodl, i generali Korten, Buhle, Bodenschatz, Heusinger e Scherf
e gli ammiragli Voss e von Puttkamer. Il Fuhrer stesso, tranne lievi
scottature e ammaccature, non ha subito ferite. Egli ha ripreso subito
il suo lavoro (vedi foto). Nel comunicato non si parla di morti ma
invece ce ne sono stati quattro.
Gli italiani si chiedono, con estrema inquietudine, se la
congiura, che ha determinato l’attentato, non contemplasse nei suoi
piani, in caso di successo, anche l’arresto di Mussolini e la sua
consegna agli alleati. Comunque Hitler vuole che il programma sia
rispettato e che l’incontro italo – tedesco abbia il suo svolgimento. Ha
così luogo la riunione, ma dopo che Hitler ha fatto visitare all’amico
italiano la baracca nella quale è avvenuta l’esplosione.
Quando Mussolini ha la parola dice che l’emozione causata
dall’avvenimento non gli consente di dilungarsi. Dopo avere esposta la
precaria situazione nella Repubblica Sociale, il duce dichiara che
tuttavia questa può essere tenuta sotto controllo e modificata
positivamente purché si verifichino tre condizioni fondamentali. La
prima è che l’avanzata alleata venga inflessibilmente bloccata sulla
linea degli Appennini; se ciò non accadrà lo sfascio sarà inevitabile.
La seconda condizione è l’entrata in azione delle quattro divisioni
italiane addestrate in Germania: il loro ritorno in Italia e il loro
schieramento sul fronte darà una dimostrazione definitiva della volontà
di combattimento e provocherà un rafforzamento del morale dei cittadini
della RSI. La terza condizione necessaria è la soluzione del problema
degli internati militari. Dieci milioni di italiani, familiari degli
interessati, sono profondamente turbati dall’internamento in Germania
dei loro cari.
L’effetto
propagandistico della soluzione del loro problema avrebbe effetti
benefici anche nell’Italia già invasa dagli alleati, dato che molti
degli internati provengono dal centro e dal meridione. Mussolini porge a
Hitler, come gli ha suggerito Rahn, un promemoria dicendo che potrà
leggerlo con comodo. Il Fuhrer, invece, lo legge subito e lo fa con
molta attenzione., poi dice:
“Io concordo pienamente con le proposte qui contenute. Penso che da
oggi si possa incominciare a trasformare gli internati militari in
liberi lavoratori, anche perché questo potrà avere un contraccolpo
favorevole in Italia”.
Durante il colloquio finale Mussolini chiede ed ottiene la grazia per
quattro ufficiali della Marina italiana condannati a morte dal Tribunale
Marittimo tedesco a Parigi.
Mentre si svolge l’incontro fra i due dittatori, nella baracca
attigua Graziani e Keitel concordano il programma della partenza delle
quattro divisioni italiane, presente anche Alfred Jodl, capo
dell’ufficio operativo del comando supremo. L’inizio della riunione è
stato però burrascoso perché Keitel ha tentato di convincere Graziani
che le divisioni ancora completamente presenti in Germania, la Monterosa
che ha proprio oggi ha iniziato il trasferimento per l’Italia (1) mentre
la San Marco sta preparandosi, potrebbero rimanervi per essere inviate
sul fronte orientale ed essere utilizzate per la difesa antiaerea. La
negativa e infuriata reazione di Graziani fa fare marcia indietro a
Keitel.
Alla stazione ferroviaria di Rastenburg i due dittatori si salutano
cordialmente (2).
………..
(1) La divisione conta 19.000 uomini, compresi 650 ufficiali. La
comanda il generale Mario Carloni. Napoletano, 50 anni, già comandante
del VI Reggimento bersaglieri in Russia, Carloni era stato sorpreso
dalle vicende dell’8 settembre mentre, a Verona, sovraintendeva al
Centro Costituzione Battaglioni Cacciatori Carri. Il 13 settembre era
stato catturato dai tedeschi e deportato in Germania, prima al campo
transito di Berlino, poi verso l’Off. Lager di Przemysl. La prigionia
era durata solo 10 giorni. Il 23 settembre era stato liberato “in quanto
decorato della croce tedesca in oro”. Tornato a Berlino, il 1° ottobre
aveva assunto l’incarico di capo reparto esercito della Missione
militare della RSI in Germania. Il 28 novembre era stato destinato a
comandare la Divisione bersaglieri “Italia” che si stava costituendo nel
campo di Heuberg. Il 15 giugno 1944 veniva promosso generale di brigata
e il 16 luglio, quattro giorni prima del rimpatrio, Graziani lo ha
destinato a sostituire il generale Goffredo Ricci nel comando della “Monterosa”.
Con lui è passato alla divisione alpina anche il capo di stato maggiore
dell’”Italia”, il tenente colonnello Teodoro Anela.
(2) Non sanno che questo è il loro addio definitivo.
DALLA RSI: PER FIRENZE CITTA’ APERTA
Firenze – L’attentato a Hitler distrugge la speranza che
Kesselring dia l’autorizzazione, come richiesto dal cardinale Elia Della
Costa, di avvicinare gli Alleati per la questione della “città aperta”.
DALLA RSI: DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Continuano le vicissitudini per i carabinieri del Litorale Adriatico.
In data imprecisata, fra l’8 e il 15, i carabinieri di Pola, Pisino e
Capodistria, imprigionati a Trieste sono stati condotti alla stazione
ferroviaria, fatti salire su carri piombati e portati a Tarvisio e, di
qui, in Germania. Dopo Pola è la volta di Fiume, tutto sembra sia
accaduto fra il 15 ed oggi, il seguente rapporto della GNR non precisa
la data:
“Il comando della Ordnungspolizei, dietro ordini superiori, disponeva
lo scioglimento del Gruppo carabinieri di Fiume e si riprometteva con
ciò di rafforzare numericamente i reparti della Milizia.
Da una selezione avvenuta alla presenza del comandante della polizia
germanica, si è avuto poco più di un centinaio di aderenti, mentre buona
parte preferiva l’internamento e altri si rendevano irreperibili.
Provveduto alla sostituzione degli alamari con fiamme nere, si è formata
una compagnia di P.S., con la quale si debbono ora disimpegnare tutti i
servizi di istituto e di ordine pubblico.
Poiché alcuni nuclei di carabinieri si trovavano dislocati nelle
stazioni della provincia e anche nei capisaldi tenuti dalla Milizia, si
è dovuto mobilitare temporaneamente un’aliquota di fascisti affinché il
servizio non subisse interruzioni”.
DELLE BRIGATE NERE
Con la militarizzazione del partito
Pavolini ha vinto in modo totale su Graziani, strenuo sostenitore di un
esercito apolitico. Lo si capisce ancora di più oggi pomeriggio quando,
a poche ore dall’attentato illustrando la situazione italiana Mussolini
dice a Hitler:
“Ora ci si può fidare solo del partito fascista repubblicano e delle
sue organizzazioni” e aggiunge “gli uomini di queste nuove
formazioni lotteranno sino all’ultimo perché combattono non solo per la
propria vita, ma per quella delle loro famiglie e per le loro proprietà
e perché sanno cosa li attende se saranno i partigiani a vincere”.
DELLA BRIGATA NERA BRUNO PONZECCHI (VERCELLI)
A proposito della VII Brigata Nera “Bruno Ponzecchi”, comandante
Gaspare Bertozzi, la GNR scrive oggi:
“Nonostante le nuove disposizioni per cui il PFR si trasforma in
milizia armata la locale federazione fascista non è ancora riuscita a
galvanizzare gli iscritti e a creare quell'unità di spiriti
indispensabile per opporre un fronte unico contro gli avversari”.
STRATEGIE MILITARI TEDESCHE PER LA CAMPAGNA D’ITALIA
Hitler invia il generale Toussant in Cecoslovacchia e designa il
generale Wolff, già comandante supremo delle SS in Italia, quale nuovo
plenipotenziario militare per il retrofronte italiano. Così Wolff assume
una seconda importantissima carica in Italia. L’amministrazione
dell’esercito tedesco in Italia, già affidata al dottor Lanfried, passa
al generale Wachter.
L’ordine di armata per la lotta alle bande emanato da Kesselring
il 28 giugno, viene oggi sancito anche dal comando del 1° Corpo d’Armata
Paracadutisti con “l’ordine per la lotta alle bande”. I generali
tedeschi approvano pienamente il giudizio di Kesselring sulla situazione
in Italia: anche dal loro punto di vista “la situazione partigiana”
costituisce “una seria minaccia per le truppe combattenti e per il loro
approvvigionamento”.
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
A Cuzzago (in Val d’Ossola) è oggi teatro di un importante azione
partigiana dove una formazione partigiana riesce a catturare 18 militi
della GNR Ferrovia (1).
…………
(1) Sedici dei quali verranno fucilati fra pochi giorni all'ingresso
della Val Grande. A Cuzzago prenderà sede, durante il rastrellamento
della Val Grande, un presidio delle Truppe di Boemia - Moravia
appartenenti alla 2 compagnia, 2a sezione.
RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Con un vero attacco in grande stile di migliaia di uomini i
Tedeschi stroncano la resistenza nel Territorio Libero del Taro
operando giganteschi rastrellamenti.
Inizia un rastrellamento nella zona di Costagliole e Santo Stefano
Belbo, a cavallo dell’Astigiano e del Cuneese.
San Miniato (PI) - I tedeschi informano il vescovo che resteranno
in città per due giorni. Delle minacciate distruzioni di alcuni edifici
del centro per ritardare l'avanzata alleata sembra che, per il momento,
abbiano soprasseduto.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Modena – 20 partigiani vengono fucilati dai tedeschi
in piazza Grande a Modena.
Provincia di Reggio Emilia – A Castellarano reparti misti
di tedeschi e fascisti incendiano 70 case e uccidono un civile.
Storia postale del 20 luglio
Una lettera raccomandata regolarmente affrancata 1,75 con la presenza di
cinque diversi valori e una cartolina VINCEREMO da 0,30 censurata dalla
Commissione Provinciale di Alessandria 30R.
Lettera raccomandata (etichetta assicurata) inviata a Genova e ivi
censuratadalla Commissione Provinciale di Genova con fascetta e bolli
della Commissione 47R, bollo del censore e bolli Prelevata e Restituita.
Venerdì 21 luglio 1944
DELLA BRIGATA NERA ATTILIO PRATO (ALESSANDRIA)
La GNR provinciale di Alessandria segnala oggi:
“Risulta che il commissario federale di Alessandria svolge, in seno
alla Brigata Nera, attiva propaganda contro la GNR. Il 18 corrente,
infatti, nel rifugio di quella Prefettura, durante l’allarme aereo, un
capitano della Guardia doveva richiamare all’ordine il predetto, perché
denigrava in pubblico l’operato della GNR.
Si verificano molti casi di militi che chiedono insistentemente il
passaggio alle squadre (della Brigata Nera), unicamente attratti dal
miraggio del miglior trattamento economico.
Il comandante provinciale della GNR di Alessandria rappresenta
l’opportunità che sia spiegato un adeguato intervento affinché quel
commissario federale si renda conto della gravità della sua azione,
disgregatrice e tanto deleteria per la compagine delle forze
repubblicane e per il trionfo della causa”.
MUSSOLINI RIENTRA IN ITALIA
Il treno speciale di Mussolini e Graziani rientra in Italia.
GERMANIA – Alle 0,30 Hitler parla alla radio:
“Una ristretta cricca di ufficiali ambiziosi, irresponsabili, e nello
stesso tempo molto sciocchi, ha organizzato un complotto per sopprimere
me e l’Alto Comando della Werhmacht. Quanto a me non ho riportato che
scalfitture ed escoriazioni di poco conto. Considero ciò una conferma
della missione affidatami dalla Provvidenza”.
I TEDESCHI IN ITALIA
In seguito a una recente direttiva di Kesselring secondo la quale
“tutti i saccheggiatori colti sul fatto” sarebbero stati immediatamente
“fucilati senza essere giudicati dal tribunale di guerra né dalla corte
marziale”, vengono giustiziati “sul posto” un sottufficiale e due
soldati tedeschi “accusati di saccheggio” (1).
………..
(1) Alcuni giorni dopo Keitel, in accordo con Goering, avanzerà delle
riserve sul severo provvedimento di Kesselring pregandolo di non fare
attuare le direttive nella forma da lui concepita. In risposta, il
feldmaresciallo abolisce immediatamente il proprio provvedimento e così
il succitato episodio resterà un fatto isolato.
DELLE BRIGATE NERE
Milano – Alla casa del fascio, Pavolini tiene a rapporto i
comandanti delle Brigate Nere della Lombardia e del Piemonte.
RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Continua il rastrellamento nella zona di Costagliole e Santo
Stefano Belbo, a cavallo dell’Astigiano e del Cuneese.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Forlì – Senza un rapporto diretto con uno scontro
tra partigiani e tedeschi, quest’ultimi, affiancati dalla milizia
fascista, effettuano oggi a Montegiusto Tavolicci, nel comune di
Verghereto, un brutale eccidio: dopo avere circondato l’abitato,
rastrellano donne, bambini e vecchi che si trovano a letto, portandoli
in una casa, poi, dopo averli colpiti con raffiche di mitraglia,
appiccano fuoco alla casa. Delle 51 persone che vi sono rinchiuse, 42
trovano la morte. Le rimanenti 9 riescono ad uscire dall’edificio in
fiamme, gravemente ferite. Altre 10 persone (tutti maschi) vengono
legate e condotte in una località del comune di Sant’Agata Feltria,
denominata Campo del Fabbro, e ivi fucilate.
Provincia di Lucca - A Vellano i tedeschi fucilano due
uomini, incendiano l’edificio scolastico e fanno saltare numerose case
provocando la morte di anziane donne.
Provincia di Torino – A San Maurizio Canavese per
rappresaglia all'uccisione di un loro commilitone, i tedeschi attaccano
il paese con bombe a mano. Muoiono tre civili, tra cui una bambina di
tre anni.
Provincia di Udine – A Bordano sul Tagliamento i tedeschi
incendiano il paese.
Storia Postale del 21 luglio
A sinistra una raccomandata espressa nel distretto di Casina (RE)
regolarmente affrancata 2,75 (0,25 lettera nel distretto + 1,25 di
raccomandazione + 1,25 di diritto espresso) con ben otto diversi valori
fra cui quattro in emergenza (segnatasse e pacchi) e un 0,30 GNR. La
presunzione che si tratti di affrancatura filatelica è più che fondata,
ma…
A fianco una semplice cartolina illustrata regolarmente affrancata 0,30
per fuori distretto.
Una lettera semplice con tassa a carico del destinatario regolarmente
tassata 0,25 per tariffa ridotta fra enti pubblici e una lettera
semplice regolarmente affrancata 0,50 con una gradevole combinazione di
valori in corso.
Sabato 22 luglio 1944
NOTIZIE
DALL’INTERNO
I quotidiani italiani commentano l’attentato a Hitler.
A Firenze le due principali centrali telefoniche vengono sabotate in
modo scientifico dai tedeschi in ritirata.
DELLA POLIZIA AUSILIARIA
A proposito della polizia ausiliaria, il comando della GNR di Piacenza
scrive oggi:
“In genere gli agenti di questura deviano da quello che è il loro
preciso dovere, si limitano a dare la caccia a piccoli ladruncoli
lasciando impuniti i reati commessi dai facoltosi e da quanti vantano
aderenze protezionistiche. Molti di essi fanno il doppio giuoco. Anche
questo ambiente necessiterebbe di una buona epurazione o quanto meno di
una serie di avvicendamenti che possano evitare il dannoso, affiatarsi
con la popolazione. Nella città si nota l’assurdo che l’odio di cui è
circondata la Guardia Repubblicana non si riversa sulla polizia
repubblicana in quanto questa è estranea al lavoro di ricostruzione”.
DELLA BRIGATA NERA ATTILIO PRATI (ALESSANDRIA)
Il bollettino odierno delle GNR parla della costituzione della II^
Brigata Nera “Attilio Prato” di Alessandria (Comandante Carlo Valsassina):
“Una recente adunata di fascisti, che era stata indetta allo scopo di
procedere alla costituzione delle squadre per la Brigata Nera, si è
risolta invece in una turbolenta concione, nella quale i vecchi fascisti
hanno rumorosamente protestato contro il commissario federale, tenente
colonnello Valsassina, perché ritenuto privo di energia nel dirigere le
cose del partito e perché attorniato da persone già molto discusse o di
fiacco e quasi nullo rendimento. Pare che la cosa abbia avuto un seguito
presso la direzione del PFR, ma non si conoscono le decisioni”.
DELLA BRIGATA NERA LUIGI VIALE (ASTI)
La neonata brigata ha contribuito al rastrellamento nella zona di
Costagliole e Santo Stefano Belbo con soli 28 uomini.
RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Si conclude il rastrellamento nella zona di Costagliole e
Santo Stefano Belbo, a cavallo dell’Astigiano e del Cuneese.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Apuania (Massa e Carrara) - Nel Pontremolese muore
Dante Castellucci “Facio” comandante dalla formazione “Picelli”.
Provincia di Cuneo - Una pattuglia di SS alla ricerca di
partigiani, cattura a Ceresole Alba tre contadini e poi un gruppo
di sei giovani, tra i 19 e i 24 anni, che dormivano sotto un gelso nella
zona boscosa. I giovani vengono percossi. All'alba arriva un'altra
pattuglia di SS, che ha fatto prigioniero un giovane che stava andando a
messa. Poco dopo uccide il contadino Cristoforo Busso di Sommariva
Bosco che si trovava al lavoro nei campi. I prigionieri vengono
portati in città: sei di loro vengono impiccati a due balconi
dell'albergo Campana e tre al balcone della casa Croce. A uno di questi
ultimi si strappa la corda. I tedeschi lo impiccano nuovamente. Poi il
comandante tedesco fa incendiare gli alberghi. Tre dei cadaveri piombano
a terra tra braci e rottami: verranno nuovamente appesi. Portato a
termine l'eccidio, i tedeschi portano con sé, insieme ad altri giovani e
sfollati, un partigiano e un civile di Torino, che impiccano poi sulla
piazza di Sommariva Bosco.
Provincia di Lucca – A Querceta, in località
Ranocchiaio, tre SS, due tedesche e una italiana, sterminano la
famiglia Boscherini: cinque persone, tra cui un bambino di due anni.
Provincia di Pisa - San Miniato - Al mattino, alle 5,50, i
tedeschi ordinano che entro le 8 il maggior numero possibile di civili
si raduni in piazza dell'Imperatore per essere condotti fuori città. Poi
cambiano l'ordine: i civili devono radunarsi nel Duomo e in San Domenico
e poi, armi alla mano, si mettono a vigilare perché ciò avvenga. Alle
11, all'esterno esplode una granata senza fare vittime. Un'altra granata
lanciata da un mortaio situato sulla riva destra dell'Arno colpisce il
tetto della sagrestia, lo sfonda e uccide alcune persone. Chi tenta di
fuggire viene ricacciato dentro dai tedeschi. Poi esplode una terza
granata all'interno della chiesa: morti, feriti gente che tenta di
fuggire e uccide altri calpestandoli. Arriva intanto in piazza
Buonaparte un camion tedesco della Croce rossa carico di cassette di
dinamite, che alcuni soldati si apprestano a porre nei punti strategici
di San Miniato (1).
………..
(1) Una prima inchiesta sull'eccidio parla di una granata tedesca -
la prima - che provoca la maggior parte dei morti e feriti, mentre la
seconda sarebbe americana. L'indagine condotta a caldo e suffragata
dalle dichiarazioni del sacerdote don Galli, presente sul posto, indica
la causa dei morti non nelle cannonate, ma una bomba a orologeria messa
tra la balaustra e il bancone dei sacerdoti. I tedeschi che erano a
guardia del corridoio della sagrestia controllavano, infatti, sempre
l'orologio. Cinquantaquattro i morti deceduti nell'interno della chiesa,
novanta i feriti ricoverati negli ospedali di Palaia, Volterra, Livorno,
San Miniato e Siena.
Provincia di Torino – Nel capoluogo, nel primo pomeriggio,
al primo albero di corso Vinzaglio, i tedeschi impiccano Ignazio Vian,
comandante della "banda di Boves", insieme con altri tre partigiani
detenuti alle carceri "Nuove". Mettono a tutti il cappio intorno al
collo, poi li fanno salire su un automezzo con le sponde aperte sotto il
capestro e li spingono nel vuoto. I corpi penzoleranno fino a notte
inoltrata.
Provincia di Udine - Le SS tedesche e italiane, insieme a una
falsa banda di partigiani, circondano Paluzza e rastrellano casa
per casa. Andandosene via uccidono un civile a Rivo, tre a
Sutrio, nove a Acquaviva, tre lungo la strada presso il ponte
di Noviaria e uno presso il rio Matis, non lontano da Piano.
Provincia di Udine - In varie località del Friuli, strage
di partigiani e civili, 75 i morti.
Storia Postale del 22 luglio
Lettera raccomandata aperta regolarmente affrancata 1,10 (0,50 lettera
semplice + 0,60 di raccomandazione aperta) da Bagnolo Mella (BS) a
Manerbio (BR) in affrancatura di emergenza realzzata con un valore 1,00
Miti e un 0,10 Recapito Autorizzato fascetto. A fianco una raccomandata
inviata da Firenze a Milano dove non giunse perché RESPINTA DALLA
CENSURA AL MITTENTE. L’avvicinarsi della linea del fuoco a Firenze sta
già coinvolgendo il servizio postale.
Domenica 23 luglio 1944
DELLA GUARDIA NAZIONALE REPUBBLICANA
Milano – Il generale Ricci consegna i labari alla Guardia
Nazionale Repubblicana (nelle foto).
DELLA BRIGATA NERA ATHER CAPELLI (TORINO)
Il bollettino odierno delle GNR parla della costituzione della I^
Brigata Nera “Ather Capelli” di Torino (Comandante Giuseppe Solaro),
facendo un accenno molto freddo e cauto:
“Il partito prosegue nella mobilitazione dei suoi uomini e ha
costituito una “Brigata Nera”, alla quale il commissario federale dedica
le sue particolari attenzioni”. I mobilitati litigano per i gradi “che
sono stati assegnati in ordine gerarchico dal Partito senza tenere conto
dei precedenti gradi militari di ciascuno”.
I TEDESCHI A FIRENZE
Firenze – Il comando tedesco affida la città ai paracadutisti del
colonnello Fuchs per l’azione di retroguardia. Un generale del
genio mostra al console tedesco Wolf le carte topografiche della città
ove sono segnate le zone da demolire, fra cui tutti i ponti. Wolf sta
adoperandosi al massimo per cercare di risparmiare la città dalle
distruzioni.
LA PERSECUZIONE DEGLI EBREI IN ITALIA
Almeno 1800 (o 1815) ebrei provenienti dalle isole di Rodi e di
Coo vengono deportati nei lager di Auschwitz.
RESISTENZA:AZIONI DEI PARTIGIANI
Montecchio (VI) – Due battaglioni partigiani attaccano il
presidio del sottosegretario dell’aviazione della RSI. Disarmano 224
uomini, si appropriano di un ingente bottino e di 17 milioni che vengono
consegnati al Comando dei Volontari della Libertà a Milano.
I partigiani friulani, danno inizio, in Carnia, a
una vasta operazione volta alla sistematica eliminazione dei presidi
nemici della zona. La “Natisone” attacca il presidio di Nimis forte di
700 uomini.
RESISTENZA: RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Apuania (Massa e Carrara) - Cinquantadue partigiani
sorprendono nella notte le brigate nere nella caserma di Santa Chiara a
Massa. Dopo averle immobilizzate, asportano un congruo bottino di
armi, munizioni e attrezzature da campo.
Provincia di Arezzo – Pratovecchio - In località Ama,
i tedeschi che stanno rastrellando la zona entrano nella casa del colono
Angelo Ceccarelli e tentano di violentarne la figlia. Il padre cerca di
colpire a pugni uno degli assalitori, il più ubriaco. I tedeschi lo
rinchiudono in una stanza, incendiano la casa e lo fanno morire bruciato
vivo.
Provincia di Bologna - A Molinella di Veggio, sette civili
vengono passati per le armi in località Monte Stanco. A
Malfolle, a un colpo di mano dei partigiani, i tedeschi rispondono
con un eccidio: uccidono dieci civili in località Fasolo. A
Malfolle e Pian di Venola, i tedeschi catturano e deportano come
ostaggi a Bologna, donne e bambini. Ad Acquafresca di Brigola,
frazione di Marzabotto, vengono giustiziati 4 uomini.
Provincia di Firenze – Nel capoluogo i gappisti arrestati
l’11, il 13 e il 17 luglio, dopo essere stati barbaramente torturati,
vengono tutti fucilati alle Cascine. Con loro anche il sacerdote Elio
Monari (dopo essere stato crudelmente flagellato al palo della camera
degli interrogatori, il famoso “oratorio” della banda Carità), il
capitano Enzo Feliciani, quattro giovani romani rastrellati alla
stazione di Firenze e un calzolaio, certo Luigi Parentini. In tutto
diciassette persone.
Provincia di Firenze – A Pratale (Badia a Passignano) i
tedeschi trucidano 12 uomini nella spianata adiacente ad una casa
colonica. Altri tre in uomini vengono uccisi in località Fornace di
Fabbrica (sempre in Val di Pesa). Brunetto Bartalesi,
Giuseppe Vermigli, Carlo Viviani e Bruno Viviani, stretti faccia a muro,
le mani dietro la nuca, vengono barbaramente fucilati. Carlo Viviani,
colpito alle mani e di striscio alla testa, viene protetto dall’anello
matrimoniale che svia il proiettile; caduto insieme ai cadaveri dei tre
compagni, si finge morto e riesce a sopravvivere.
Provincia di Forlì – A Ranchio di Sarsina i tedeschi
impiccano il partigiano Gino Marsigli Fantini nella piazza del paese. A
Castelnuovo, a nord di Castelfiorentino, un gruppo di partigiani
attacca alcuni avamposti tedeschi. Dal rapporto giornaliero della XIV
Armata si legge che “i banditi sono stati sopraffatti e che, per
rappresaglia, sono stati fucilati 26 abitanti del luogo.
Provincia di Pisa – A Piavola di Buti unità delle SS, su
indicazione dei fascisti, passano per le armi diciannove persone perché
sospette di essere partigiani o loro collaboratori. A San Piero in
Grado vengono uccise altre tre persone.
Storia Postale del 23 luglio
Modulo
prestampato per prigionieri e/o internati italiani in Germania scritto
in data odierna e inviato a Reggio Emilia dove fu censurato con il bollo
lineare VERIFICATO PER CENSURA, il bollo della Commissione Provinciale
di Reggio Emilia 21R e il bollo 25 del censore.
Lunedì 24 luglio 1944
DELLA BANDA CARITA’
Firenze – Nella imminenza dell’arrivo delle truppe alleate le
autorità della RSI cominciano a lasciare la città per trasferirsi al
nord. Oggi partono il prefetto Manganiello e il colonnello delle SS
italiane Bernasconi. Bernasconi ha da poco sostituito Carità nella sua
atroce opera di torturatore e, prima di andarsene, fa compiere un
massacro in piazza Torquato Tasso dove donne e bambini vengono trucidati
senza ragione dalle mitragliatrici di due carri armati.
I TEDESCHI A FIRENZE
La guerra sta per investire la città. Oggi, al Comando tedesco di
Piazza San Marco, si installa il colonnello Fuchs, messo alla testa di
una formazione di circa mille uomini, tra paracadutisti e guastatori,
che insieme alle forze della gendarmeria tedesca hanno il compito di
servire da retroguardia e da copertura alle truppe tedesche che vanno ad
attestarsi sui monti.
DELLA POLIZIA AUSILIARIA
La GNR di Genova, nel suo rapporto odierno, evidenzia la tendenza
al doppio gioco e la gran voglia di andarsene che gli uomini della
polizia ausiliaria (della questura) hanno:
“I casi di allontanamento arbitrario da parte dei componenti le forze
di polizia sono in aumento. Più grave ancora il fenomeno di coloro che,
nell’ambiente politico – ritenendosi compromessi e, quindi, destinati ad
essere oggetto di rappresaglie – hanno cercato di allacciare contatti
con gli avversari diventando veri e propri traditori: costoro tendono ad
allontanarsi, temporaneamente o definitivamente, dai ranghi col pretesto
di deficienze fisiche in fase di riacutizzazione estiva”.
E da Milano:
“Si hanno segnalazioni da varie parti sul comportamento e sullo stato
d’animo del personale di Pubblica Sicurezza. Elementi del pubblico che
hanno contatti con la questura e con i commissariati notano come
funzionari anziani sono animati, più che dal senso del dovere, dalla
preoccupazione di non crearsi delle antipatie per l’avvenire, mentre i
giovani agenti prendono il servizio alla leggera e cercano di
spassarsela come meglio possono”.
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
A Nimis, in Carnia, continuano i combattimenti fra gli uomini
della “Natisone” e le forze nazifasciste del presidio mentre altre
formazioni attaccano i tedeschi delle altre località della zona.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Aosta – A Fontainemore, dopo uno scontro con i
partigiani, i tedeschi occupano il paese, catturano un ferito (Libero
Neyvoz), lo trascinano nei pressi di una roggia e lo immergono
nell'acqua finché non muore per affogamento.
Provincia di Firenze – Lungo la strada di Campoli (Val di Pesa) i
tedeschi fucilano Gino Bini.
Eccidio a Empoli: 29 morti (rilevato da il quotidiano La Nazione di
Firenze di giovedì 25 aprile 2002 su un elenco di sole località e numero
dei morti senza descrizione di come sono avvenuti gli eccedi e chi hanno
coinvolto).
Provincia di Pisa – A Pisa vengono uccise due persone.
Provincia di Pistoia – A Montecatini Terme i tedeschi impiccano
ai pali dei lampioni di fronte alla chiesa di piazza del Popolo due
giovani contadini catturati nella zona del padule di Fucecchio (PI),
sospettati di essere dei partigiani.
Storia Postale del 24 luglio
Ancora
una lettera dove tre segnatasse sostituiscono altrettanti valori
ordinari in emergenza degli stessi. Si tratta di una racccomandata
inviata da Capodistria (Pola) a Trieste. Affrancatura infrequente anche
per una provenienza abbastanza rara.
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