sabato 16 settembre 1944
L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD: DELLE DIVISIONI “SAN MARCO” E “MONTE
ROSA”
Ad oggi, la diserzione dalle due divisioni è: 2415 soldati hanno gettato
la divisa e sono fuggiti, spesso raggiungendo i partigiani, in una
cinquantina di giorni. 1400 della “San Marco” e 1015 della “Monte Rosa”.
Fra ieri ed oggi, Ott, generale tedesco di fanteria ispettore dei
gruppi di addestramento tedeschi presso le divisioni fasciste, ha
visitato le due divisioni. Il suo rapporto è furente: Ott consiglia,
suggerisce, comanda e da un quadro efficace dei disperati e inutili
tentativi dei generali Carloni e Farina, comandanti delle due divisioni,
per tamponare le fughe e contenere il progressivo disfacimento delle
unità:
“Diserzione. Il numero dei disertori della divisione “Monte Rosa”
è di 1015 (5,5%); quello della divisione “San Marco” di 1400 (10%).
Presso le truppe regolari e i reparti di truppa ben guidati, la
percentuale dei disertori è in parte solamente del 2%, invece presso le
truppe di rifornimento ed i piccoli reparti mal guidati fino al 20%. I
disertori sono per lo più studenti richiamati.
Nessun impiego di comandi di scaricamento o di altri comandi di lavoro
(va fatto) senza la sorveglianza dei tedeschi.
Misure prese dalla Divisione: tutti i casi di diserzione sono stati
giudicati dai tribunali di guerra.
Bisogna sorvegliare strettamente la popolazione. Fucilare senza riguardo
gli istigatori! Prendere ostaggi! Finora la divisione “San Marco” ha
mandato 1.700 civili nei campi di concentramento. Località intere sono
state bruciate. Tutti gli apparecchi radio e tutti i telefoni, inclusi
quelli della truppa italiana e del partito, sono stati sequestrati.
Anche i telefoni dei medici e degli ospedali.
Importantissimo è il controllo e l’eliminazione degli elementi cattivi
della truppa, soprattutto fra gli ufficiali. Lasciare i cattivi elementi
in Germania quali lavoratori.
E’ soprattutto necessario controllare gli ufficiali arrivati dai campi
nel mese di febbraio e le ultime reclute (in parte ex partigiani!).
La divisione “Monte Rosa” ha nominato uomini di fiducia fino nelle
compagnie, che sorvegliano le relazioni con la popolazione. Ancora più
importante è la sorveglianza degli ufficiali che deve essere effettuate
da uomini di fiducia della Sezione 1c. Finora in questa divisione si
sono verificati quattro casi di reati da parte di ufficiali. E’
beninteso che la sorveglianza totale deve essere eseguita dal comando di
collegamento tedesco.
Di più la divisione ha preso contatto col partito fascista locale per
organizzare la sorveglianza del traffico.
La divisione deve farsi rispettare mediante un contegno deciso di fronte
alla popolazione. Il traffico della popolazione attraverso i territori
sbarrati, deve essere ristretto.
Sarebbe soprattutto propizio impiegare le divisioni subito nei
combattimenti contro i ribelli, di modo da poter segnalare successi. Con
ciò si ottiene un incoraggiamento. In ogni caso la truppa deve subito
avere modo di occuparsi, per esempio costruzione di postazioni in
profondità, ecc.
Gli ufficiali debbono sempre curarsi dei propri soldati. Tenere
strettamente unita la compagnia. Il comandante deve sempre stare in
mezzo alla truppa. Punizioni severissime!
La gendarmeria da campo (ex carabinieri) deve essere attentamente
sorvegliata. (…)
Ufficiali. I giudizi sugli ufficiali differiscono ancora di
molto. Essi hanno bisogno di una continua sorveglianza. Punire
severamente ogni mancanza! Gli ufficiali non si danno affanno per
niente; non fanno mai istruzioni interne né revisioni. (…)”
DELLA SOCIALIZZAZIONE DELLE IMPRESE
A Gargnano si svolge una cerimonia, molto pubblicizzata, per
fornire all’opinione pubblica palese dimostrazione che le idee
propugnate con la socializzazione non sono state dimenticate e che la
Repubblica è già passata alla realizzazione di queste idee.
Mussolini riceve in udienza il nuovo podestà di Milano, Giuseppe
Spinelli.
DAL DIARIO DEL CONTE MAZZOLINI
“Giornata faticosissima: due volte da Rahn, una dal Duce, presiedo la
Commissione interministeriale per gli internati, vedo Hidaka,
l’Incaricato svizzero ed un mondo di gente. Le notizie dai vari fronti
sono presso a poco eguali. Nessuna tranquillante.
Il Duce mi preannunzia movimenti nel Governo. Mi dice che “di me non si
fa questione” ma mi chiede se sono stanco. Rispondo che non si può
essere stanchi di servire il proprio Paese come ho la coscienza di
servirlo, ma che dovunque mi sia dato od ordinato di lavorare, lavorerò
privo come sono di ambizioni e compenetrato della terribile ora che
l’Italia traversa”.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Apuania (Massa e Carrara) - Massa – I tedeschi
evacuano il carcere di Malaspina e caricano 146 carcerati, compresi i
barellati e i bisognosi di stampelle, su camion. Data la vicinanza del
fronte, i detenuti sono tutti contenti, sperano di essere trasportati in
alta Italia. Gli automezzi prendono la via Aurelia, ma quando arrivano
al ponte sul Frigido si dirigono verso il margine destro del fiume dove
la caduta di alcune bombe hanno prodotto tre ampi crateri. Dopo averli
fatti scendere dai camion, i detenuti vengono tutti fucilati e ricoperti
con poca terra. La strage verrà ricordata come “l’eccidio delle fosse
del Frigido”.
Nel
Carrarese, Bergiola Foscalina (o Bergiola Maggiore), un paesino a
monte della città, si trova ad avere l’improvvisa visita di truppe
germaniche unitamente alle milizie fasciste della brigata nera della
zona, una ventina di uomini del 16° reparto esplorante corazzato al
comando del tenente Fischer (che dipende dal maggiore Walter Reder).
Durante il mattino il paese viene prima cannoneggiato e poi incendiato,
mentre ha inizio un rastrellamento esteso a tutta la fascia montana del
Carrarese. Vengono prelevate settantadue persone, delle quali
quarantatré donne, quattordici bambini inferiori ai dieci anni e
quindici ragazzi di poco più di quattordici anni (da altra fonte, che
sembra più attendibile le donne e i bambini sarebbero state 15 in
totale; secondo l’altra versione non vi sarebbe stato addirittura alcun
uomo). Tutti vengono falciati a colpi di mitraglia sulla strada e
all’interno della scuola elementare; i più piccoli lanciati in aria e
bersagliati con raffiche di mitra. Alla scuola viene poi appiccato il
fuoco con i lanciafiamme (un comandante dei partigiani riferirà che a
una ragazza di sua conoscenza un soldato delle SS ha tagliato via una
mammella, sempre mentre era viva). Tutta questa “rappresaglia” perché in
località Foce di Carrara era stato ucciso un militare tedesco.
Nelle due foto: fila di uomini massacrati a Bergiola Foscalina e quel
che resta della chiesa parrocchiale dopo che all’interno sono state date
alle fiamme cinquantadue persone.
Ad Antona (Massa), i tedeschi sparano con l’artiglieria e provocano la
morte di nove sfollati che stavano consumando il pasto in una grotta in
località Cappel da Preta, presso Camporeccia.
Un gruppo di civili evacuati da Massa si è stabilito a Rocca, una
piccola borgata addossata allo sperone montuoso; arrivano i tedeschi,
sparano all’impazzata e uccidono quattro persone. Moltissimi i feriti.
Provincia di Brescia – Le SS fucilano sei partigiani nel maneggio della
caserma Ottaviani, a Brescia.
Provincia di Lucca - I tedeschi passano per le armi una donna di 34
anni, Wanda Antongiovanni, a Tonfano (Marina di Pietrasanta), cinque
anziane persone (tre uomini e due donne) a Monte Rose di Camaiore.
Ritirandosi da Viareggio uccidono tre civili: due uomini e una donna di
62 anni, mentre, sempre a Viareggio a Cala Pedonase, restano uccise
dall’artiglieria tedesca la quarantacinquenne Stella Matteucci e la
bambina di 7 anni Pasquina Ivana Tigli. A Pietrasanta, in località Osterietta, vengono fucilati dai tedeschi don Giuseppe Simi, l’anziano
canonico della collegiata di Pietrasanta, e altre dieci persone fra le
quali otto donne.
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Nella zona libera della Carnia viene sancito il ripristino delle giurie
popolari.
Storia Postale del 16 settembre
Una gradevole lettera espressa
da Soprabolzano (BZ) a Milano.
domenica 17 settembre 1944
DEL
RIDOTTO NELLA VALTELLINA
Mussolini ordina la costituzione del Comitato interministeriale e
vi mette a capo Pavolini con la seguente disposizione:
“Vi affido con la presente l’incarico formale di presiedere a
dirigere i lavori che si chiamerà Ridotto Alpino Repubblicano (RAR),
intendendo con tale denominazione la zona prescelta per organizzarvi la
più lunga resistenza possibile all’invasore. Tale resistenza deve essere
organicamente preparata, tempestivamente e in ogni campo. Mi terrete
regolarmente informato dello sviluppo dei vostri lavori”.
DALLA RSI: NOTIZIE DALL’INTERNO
A Milano si celebra il 1° annuale del Partito Fascista
Repubblicano (vedi foto).
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Cade in combattimento la triestina di origine cecoslovacca Rita Rosani
sul monte Comune (VR).
RESISTENZA: ATTIVITA’ POLITICO – MILITARE
Territorio libero della repubblica dell’Ossola – In uno dei primi
resoconti della Giunta si legge: “Dobbiamo essere il banco di prova
delle capacità italiane di governo, delle capacità ricostruttrici del
popolo italiano”. La volontà di vedere in grande e di rinnovare è
presente anche nei partiti politici che si vanno ricostituendo: oggi si
riuniscono i socialisti e subito si parla di socialismo nuovo.
RAPPRESAGLIE NAZI-FASCISTE
Provincia di Forlì - A Forlì trucidano 7 ebree straniere.
Provincia di Lucca - I tedeschi uccidono un uomo a Corsanico
mentre a Camaiore Pace Francesco, di Viareggio, resta ucciso
dalle artiglierie tedesche appostate sul monte Matanna e sul monte Prana.
Storia Postale del 17 settembre
Una lettera espressa da Reggio Emilia a Brescia regolarmente affrancata
1,75 con quattro diversi valori della serie Monumenti Distrutti di cui
il 1,00 e il 0,25 fanno parte della seconda serie emessa in data non
conosciuta dello stesso mese di settembre.
lunedì 18 settembre 1944
DALLA RSI: DEL RIDOTTO NELLA VALTELLINA
Durante la odierna riunione del Consiglio dei Ministri Mussolini, dopo
aver fatto una dettagliata relazione militare e politica, comunica la
costituzione della commissione Interministeriale per predisporre l’esodo
del Governo nel caso di invasione della valle Padana.
DAL DIARIO DEL CONTE MAZZOLINI
“Importante riunione del Consiglio dei Ministri. Il Duce fa una
dettagliata relazione sulla situazione militare, politica ed interna.
Documenta come egli si sia opposto e si opponga alle stolte rappresaglie
volute dai militari germanici. Io sono buon testimonio di quanto il Duce
asserisce. Proprio ieri ho consegnato a Rahn una documentata e forte
lettera del Duce in materia. Il Duce ha veduto ieri Moelhausen che lo ha
persuaso sulla inopportunità di movimenti nel Governo. Il Duce nomina
una Commissione Interministeriale per predisporre l’esodo del Governo in
caso di invasione della Valle del Po. Ne faccio parte. A conclusione
della sua esposizione il Duce riafferma la sua fede nella Vittoria. Nel
pomeriggio prima riunione del Comitato Interministeriale presso Pavolini”.
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Sull’autostrada Torino – Milano viene ucciso il capo della provincia
Raffaele Manganiello.
Dal diario del battaglione veneto GAP “Felisatti”:
“Tre pattuglie di 6 uomini ciascuna si portano nella località di Roncade
e prendono posizione per l’attacco della pattuglia del presidio. Alle
ore 23 una nostra pattuglia intima l’alt ad una pattuglia nemica che
apre il fuoco – si risponde: un fascista morto – alle ore 24 un’altra
pattuglia nostra apre il fuoco contro un’altra: 2 nemici morti. Terza
pattuglia incontra anch’essa, attacca: un morto e un prigioniero. Le tre
pattuglie si congiungono e decidono l’attacco alla caserma – non riesce
per la forte reazione nemica. Alle 3 del 19 si desiste dall’attacco e si
giustizia il prigioniero”.
RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
In Garfagnana, i tedeschi estendono nuovamente il coprifuoco fra
le 19 e le 6.
A Ravenna, devastata dai bombardamenti, sono rimasti pochi
abitanti ed è interrotto il normale circuito economico. Oggi i tedeschi
fanno saltare gli impianti idrici nella zona delle sorgenti a Torre
Pedrera e così alla mancanza della luce si aggiunge la scarsezza
dell’acqua. La città è fortemente presidiata dai tedeschi e dai
duecentocinquanta uomini circa della XXIX brigata nera “Ettore Muti” che
ha sede in una scuola.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Cuneo - A Saluzzo viene fucilato dai tedeschi
il partigiano Sergio Canavero (Loris) catturato da elementi della
Feldgendarmerie.
RESISTENZA: ATTIVITA’ POLITICO – MILITARE
Territorio libero della repubblica dell’Ossola – La Giunta di
governo dedica l’intera riunione odierna al problema dell’epurazione e
decide: l’arresto degli iscritti al fascio repubblicano, l’istituzione
di un campo per prigionieri a Druogno in Val Vigezzo, la destituzione
del podestà, le sospensione dei sussidi alle famiglie dei richiamati
alle armi nell’esercito fascista.
Oggi, mentre si discute ancora su come costituire il comando unico, i
comandanti delle formazioni si riuniscono a Domodossola e formano un
consiglio di guerra. Di Dio vi rappresenta la “Valtoce”, Ciro i
garibaldini, Superti la “Valdossola”, Carletto Sala la “Piave”.
Giovanbattista Scotti (“Federici”) viene indicato dal CLNAI come
comandante unico e assume, per il momento, il compito di coordinatore.
Storia Postale del 18 settembre
Lettera
semplice da Pigna (IM) a Samarate (VA) non affrancata e tassata in
arrivo il 29 settembre con un valore ordinario da 0,50 della
Provvisoria. Stranamente il valore di tassazione fu applicato dove
doveva trovarsi l’affrancatura mancante.
Censurata dalla Commissione Provinciale di Varese 14R.
martedì 19 settembre 1944
DELLE BRIGATE NERE
Barga diventa capoluogo provvisorio della provincia (ex Lucca) e
si insedia in città la 36^ Brigata Nera Mussolini.
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
La brigata partigiana “Zampiero” attacca la caserma della Finanza di
Novate Mezzola.
Dal diario del battaglione veneto GAP “Felisatti”: “Oggi cambiamo zona,
ci avviciniamo a Mestre”.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Modena - I tedeschi fucilano due civili a
Saliceto Buzzalino e altri due a Palaveggio.
Storia Postale del 19 settembre
Una cartolina raccomandata regolarmente affrancata 0,90 con una rara
affrancatura di emergenza realizzata con 0,60 pacchi e una tripletta del
0,10 recapito autorizzato sovrastampato fascetto, da Sesto San Giovanni
(MI) a Milano. A fianco un piego come lettera raccomandata aperta 1,10
(0,50
lettera fuori distretto + 0,60 di raccomandazione aperta) da Este (PD) a
Bastia di Rovolone (PD). La coppia di 0,30 Provvisoria è della tiratura
rosso arancio.
mercoledì 20 settembre 1944
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
La formazione partigiana “Matteotti” compie un’azione contro la caserma
delle Brigate Nere di Buglio. E’ un duro combattimento ma il
recupero di armi e munizioni è ingente. Nel contempo, la formazione
“Rosselli” assale la caserma della GNR di Colico. Sempre oggi, un
nucleo di partigiani, che poi formerà la brigata “Artom”, attacca la
caserma fascista di Nesso.
RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Contro duemila partigiani del Monte Grappa combattono diecimila (secondo
altre fonti ventimila) nazifascisti. L’azione di rastrellamento (che
durerà fino al 28) sconvolge le file partigiane, i superstiti saranno
pochi e molti i civili uccisi e deportati.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Lucca - Restano uccisi da granate sparate dalle
artiglierie tedesche una donna a Solaio, un’altra a Viareggio
e sei civili a Camaiore.
Storia Postale del 20 settembre
La tariffa della posta estera è sempre di 1,25 che in questa lettera da
Salò (BS) a Ginevra fu esatta con un valore da 1,25 Provvisoria della
tiratura di Roma. A sinistra un’altra cartolina raccomandata con
affrancatura d’emergenza che presenta quattro 0,10 del recapito
autorizzato più due valori gemelli del 0,25, un Provvisorio e un
Monumenti distrutti (prima serie). Da Sesto San Giovanni (MI) a
Vimercate (MI).
Un avviso di ricevimento da Rovato (BS) a Sarnico (BG) affrancato con
una coppia di 0,25 Monumenti Distrutti seconda serie nel primo mese
d’uso. A fianco un piego come manoscritti raccomandati da Padova a
Cittadella (PD) affrancato con una quartina del 0,30 Verona.
giovedì 21 settembre 1944
DELLE BRIGATE NERE
Da Novara ci si lamenta che il contegno dei reparti di partito è “per
nulla cameratesco nei riguardi della GNR”. Anche a Seregno, nel
Milanese, gli screzi fra la Brigata Nera locale e nuclei della Guardia
sono continui. Altrove si giunge all’arruolamento coatto nelle
formazioni nere di reparti della GNR. Lo denuncia il nuovo capo della
GNR di Ravenna, il colonnello Ivan Scalchi, che appena insediato si è
accorto di “una certa attività sabotatrice” nei confronti della Guardia
soprattutto da parte della Brigata Nera (la XXIX, “Ettore Muti”).
Scalchi ha preso accordi con il commissario federale, alla presenza del
prefetto, ma non è servito a niente. Il “sabotaggio” continua: “In
questi giorni” ha scritto il colonnello “i presidi della GNR di Marzeno
e Sant’Alberto sono stati incorporati in blocco nelle Brigate Nere
dietro ordine arbitrario dei comandi dei distaccamenti delle Brigate
stesse. Inoltre, da parte delle Brigate Nere, è sempre in atto ogni
forma di allettamento nei riguardi dei militi a base di denaro e di
azioni arbitrarie”. Di qui una decisione estrema. Il colonnello Scalchi,
la stabilisce con la odierna circolare, intitolata “Integrità presidi”:
“Si è cercato da parte di questa organizzazione (Brigate Nere),
almeno in provincia di Ravenna, di distogliere i nostri uomini dal
prezioso, silenzioso e fattivo servizio dei presidi, per far numero
nelle nuove schiere squadriste. (…) L’esodo arbitrario di militi della
Guardia che passano e sono indotti a passare nelle nuove formazioni
politico – militari, dimenticando disciplina e dovere e valori della
legge, ha da finire in modo assoluto, perché il male lamentato non
dilaghi. (…)
Per non acutizzare la situazione già difficile riscontrata al mio arrivo
in Provincia, ho pertanto stabilito di ritenere sanati gli arbitrari
passaggi di nostri legionari alle Brigate Nere, considerando superato
tale stato di cose, insostenibili dal primo settembre, giorno della mia
assunzione al comando provinciale di Ravenna.
Pertanto avverto tutti i comandi dipendenti che da quella data,
considero e riterrò disertori, e come tali perseguibili dalle leggi
militari di guerra, i legionari che si assenteranno arbitrariamente dai
presidi e reparti per arruolarsi in qualsiasi altra formazione politico
– militare. E come disertori li perseguirò e li trarrò in arresto,
ovunque si trovino, a mezzo dei miei reparti armati”.
ATTIVITA’ CLANDESTINA DEI PARTITI ANTIFASCISTI AL NORD
In molte città iniziano scioperi che dureranno fino al 28.
Storia Postale del 21 settembre
Piego come manoscritti raccomandati aperti regolarmente affrancato 1,20
con una piacevole affrancatura di quattro diversi valori ordinari in
corso. A destra una lettera espressa da Albairate (MI) a Milano
affrancata con regolare 1,25 espresso della serie Monumenti Distrutti e
un segnatasse da 0,50 in sostituzione del valore ordinario.
venerdì 22 settembre 1944
L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD: DELLE DIVISIONI “SAN MARCO” E “MONTE
ROSA”
Dall’odierno ordine del giorno n.38 della divisione “Monte Rosa”:
“Sei disertori condannati a pene varianti fra i 24 e i 15 anni di
carcere. Si annuncia che il 18 agosto è stato fucilato per diserzione un
militare della “Littorio”. Condannati a morte cinque militari di altri
corpi: sentenza sospesa in attesa dell’esito della domanda di grazia”.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Lucca – A Quercieta, in località
Ranocchiaia, gli uomini della famiglia Bascherini se ne stanno
nascosti all’interno di un ricovero scavato in un campo. Sono la quattro
del pomeriggio quando tre tedeschi appaiono nei pressi. Stanno per
passare oltre senza badare alle donne quando uno degli uomini, ignaro,
esce all’aperto. Allora, rabbiosamente, i tedeschi costringono tutti ad
entrare nel rifugio e sparano. Muoiono il Bascherini (72 anni), sua
sorella (68), suo figlio (29), sua figlia (31) e la di lei figlioletta
di due anni. Si salva, pur ferita gravemente, la figlia più giovane,
Ada, che viene consegnata a una pattuglia di soldati americani nella
pioppeta in località Tacco.
Provincia di Pistoia – A Calamecca, a una dozzina di
chilometri a nord di Montecatini Terme, 10 donne e 5 uomini vengono
giustiziati senza un chiaro motivo. A questi si aggiungono altre quattro
persone fucilate nelle vicine località di Prunetta e Popiglio.
Provincia di Torino – Al poligono del Martinetto viene fucilato
Oreste Armano, organizzatore, nella zona di Cabella Ligure, di
gruppi partigiani della divisione Cichero della quale era divenuto
commissario.
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Castelnuovo Garfagnana (LU) – Nella tarda serata alcuni uomini
della 1^ Brigata Garfagnina compiono un attentato nel convento dei
Cappuccini, dove si è stabilita una parte degli uomini della 36^ Brigata
Nera Mussolini. Almeno sette fascisti, compresa una donna, rimangono
feriti più o meno gravemente.
Elementi della formazione “Matteotti” attuano un colpo di mano sulla
casa del Comandante della fortezza di Colico.
Attacco partigiano a una guarnigione tedesca in località Le Pozze
presso Abetone (PT).
RESISTENZA: ORGANIZZAZIONE POLITICO – MILITARE
Territorio libero della repubblica dell’Ossola – A seguito del
provvedimento preso dalla Giunta il 18: arresto degli iscritti al fascio
repubblicano, trecento persone affollano ora le carceri di Domodossola.
In questi primi giorni della repubblica operano nell’Ossola almeno sette
polizie, una per ciascuna delle formazioni partigiane, più quelle
istituite dalla Giunta. Le interferenze e le confusioni sono all’ordine
del giorno. Il rischio delle giustizie sommarie sembra ormai limitato ai
giorni immediatamente successivi ai combattimenti: sono stati fucilati
due fascisti a Cannobio; una spia catturata dagli uomini di Superti; un
paio di altre spie che avevano guidati i rastrellamenti e due partigiani
per aver rubato in una casa di contadini.
Mentre i tedeschi, stanchi e sfiduciati, sono disponibili a una tregua
con il comando del territorio libero, i fascisti e in particolare
Enrico Vezzalini, non vogliono tregue. Cercano la rivincita.
Vezzalini ha fatto sospendere ogni rifornimento alimentare alla Valle
dell’Ossola e emana oggi il seguente ordine:
“Ai podestà e commissari prefettizi, accertata la normale connivenza
dei familiari con i congiunti renitenti, disertori e banditi; visto che
l’attività dei fuorilegge viene esercitata con bestiale, inumana e
idiota violenza contro gli inermi e contro le cose, con particolare
sadico furore contro i beni patrimoniali dello Stato, in evidente
ossequio e con volgare servilismo agli ordini del nemico della Patria,
ordino: che tutti i congiunti maschi dell’età dai 15 ai 65 anni, di
renitenti, disertori, banditi, siano tratti in arresto ed assegnati al
campo di concentramento di Novara; che tutti i loro beni mobili e
immobili siano sequestrati indi confiscati in favore dello Stato per
reintegrare i danni patiti per azione dei fuorilegge. Tutte le forze di
polizia, tutte le forze armate e tutti i podestà dovranno presentare gli
elenchi per i visti di approvazione e dovranno procedere con assoluta
urgenza all’applicazione di quanto sopra disposto”.
A Prato (FI), vengono oggi sciolte, con cerimonia ufficiale, le
formazioni partigiane.
Storia Postale del 22 settembre
Lettera
raccomandata affrancata con valori della Monumenti Distrutti da Brescia
a Montichiari.
sabato 23 settembre 1944
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Lucca – A Castenuovo Garfagnana, al mattino
presto, giunge in paese proveniente da Barga e Gallicano, un manipolo
della 36^ Brigata Nera Mussolini. Sono venuti per vendicare l’attacco
subito da parte dei partigiani agli uomini che si trovavano nel Convento
dei Cappuccini. Vengono così uccisi, a poca distanza dal convento, due
giovani sui 30 anni. Poco dopo , nello stesso luogo, viene passato per
le armi l’unico partigiano fra le vittime di questa giornata di
rappresaglie. Infatti, nel pomeriggio, saranno uccisi altri quattro
uomini innocenti che stanno costruendo un rifugio antiaereo per le loro
famiglie sfollate.
Provincia di Vicenza: un ufficiale tedesco finisce con un colpo
di rivoltelle il tenente partigiano Gentile Mondin che aveva tentato di
forzare un posto di blocco presso la polveriera di di valle Santa
Felicita ed era stato ferito da un milite della brigata nera.
Alle 8 del mattino i tedeschi impiccano davanti alla sua abitazione a
Onè Fontane (o Onè di Fonte) il partigiano Gino Ceccato, ex
sottotenente dell’esercito. Il padre e la madre sono costretti ad
assistere. I tedeschi impiccano poi nella piazza principale di
Crespano il tenente dei carabinieri e partigiano Luigi Guarnieri di
Napoli, insieme a un ignoto partigiano croato.
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
La formazione partigiana Valanga, lungo la mulattiera che da
Fornovolasco sale a Vergemoli (Garfagnana – LU) in mezzo a
selve ideali per l’agguato, riesce ad annientare un intero reparto
tedesco che lascia sul terreno otto uomini e 55 prigionieri con alcuni
muli nelle mani dei partigiani.
Storia Postale del 23 settembre
Un piego come lettera raccomandata aperta regolarmente affrancata 1,10
con un 0,50 Monumenti Distrutti e una coppia di 0,30 della Provvisoria
tiratura di Verona. A fianco un’assicurata per 200 lire affrancata 3,75
con un 2,00 Miti e Simboli, un 1,25 della Provvisoria tiratura di Roma a
un 0,50 della Monumenti distrutti da Milano a Rovigo.
domenica 24 settembre 1944
DELLA BANDA KOCH
Un drappello della Legione Muti arresta Koch che si è trasferito a
Milano prima della caduta di Roma. A Milano si era messo agli ordini di
Buffarini – Guidi. Sarà presto liberato per intervento di Farinacci.
I TEDESCHI IN ITALIA
Rahn manda a von Ribbentrop un telegramma urgentissimo,
avvertendolo che si sta preparando una zona di fuga e difesa per il
governo e per le formazioni italiane nella parte a nord e a est di
Udine, che però è occupata dai "banditi" e deve essere ripulita "e
attrezzata con mezzi di trasporto e di rifornimento". "Il
feldmaresciallo Kesselring" dice "ha proposto di spostare al più presto
possibile in questa zona una parte delle divisioni italiane del settore
ligure, ma il Gauleiter Reiner non ha ancora comunicato se è d'accordo".
Viene avvisato il Fuhrer, il quale si dichiara d'accordo avvisando che
il corpo diplomatico venga frattanto spostato da Venezia a Bellagio: la
risposta arriva come un lampo, alle 14,20, con un telegramma a
Kesselring firmato dal Freiherr von Buttler.
TEDESCHI: LOTTA AL RIBELLISMO
Il generale Keitel, comandante in capo del comando supremo
Wehrmacht, facendo seguito all’ordine del Fuhrer del 30 luglio da lui
diramato il 18 agosto, rispondendo alle seguenti richieste dei relativi
comandi, risponde oggi (dopo oltre un mese) chiarendo che la
disposizione contenuta nell’ordine del Fuhrer – in base alla quale non
si doveva avere “alcun riguardo” verso i “civili non tedeschi” che
“colpiscono alle spalle il popolo tedesco in questa fase decisiva della
sua lotta per l’esistenza”- costituisce il “criterio di massima per
l’interpretazione e l’applicazione dell’ordine del Fuhrer” e delle
relative norme esecutive del 18 agosto. In casi di emergenza, ossia
quando la situazione bellica o circostanze di altra natura impediscono
di consegnare gli individui sospetti al Sicherheitsdienst (servizio di
sicurezza delle SS, non esistono “naturalmente scrupoli” nei confronti
di “misure drastiche” prese autonomamente, compresi “l’ordine e
l’esecuzione di condanne a morte sancite dalla corte marziale”.
Anche Kesselring, chiamato direttamente in causa dalla terza protesta
inoltrata il 15 da Mussolini tramite Rahn, si vede oggi costretto ad
emanare un altro ordine riferito expressis verbis alla “fucilazione di
donne, vecchi e bambini”, in cui esprime da un lato indignazione per gli
episodi accaduti, dall’altro continua a giudicare comprensibile il fatto
che “i subdoli e vili attacchi” dei partigiani possano scatenare
“comportamenti violenti anche contro persone innocenti”. Kesselring
afferma anche che si rifiuta di “continuare a tollerare” tutto questo e
si ripromette in futuro di far riunire apposite corti marziali e di far
svolgere indagini sui “casi più efferati” avvenuti in passato (quanto
annunciato da Kesselring deve servire a tranquillizzare il regime
fascista, e perciò nessuno si meraviglierà nell’apprendere l’esito
negativo di quelle indagini).
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Un duro combattimento si verifica al Torrione di Carrara, dove i
partigiani riescono a catturare un ingente quantitativo di armi e
munizioni. Nello scontro muoiono sei tedeschi mentre altri trentacinque
vengono fatti prigionieri.
Scontro fra partigiani e tedeschi in località Girelli (Cutigliano –
PT).
Con il contributo di un reparto cecoslovacco che ha disertato
dall’esercito tedesco, i garibaldini liberano Varzi, eletta a
capitale della zona libera dell’Oltrepò Pavese.
RESISTENZA: ATTIVITA’ POLITICO – MILITARE
Territorio libero della repubblica dell’Ossola – Viene
ripristinata la democrazia di piazza: si tiene oggi il primo comizio. Lo
ha annunciato il giornale della Giunta: “Esso sarà un nuovo respiro di
reciproca comprensione. Le libertà fanno i popoli forti”.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Bologna – A Casalfiumanese, in località
Sassoleone, venticinque civili che non vogliono abbandonare le loro
case, anche se sottoposte al bombardamento delle artiglierie tedesche e
alleate, vengono radunati e uccisi dai tedeschi.
Provincia di Brescia – A Braone un contadino viene
fucilato dai tedeschi in un rastrellamento.
Provincia di Forlì – A Sarsina, a titolo di monito alla
cittadinanza che hanno accolto con entusiasmo i partigiani, i quali
entrati nella cittadina due giorni fa, e che, di fronte a una
controffensiva germanica hanno dovuto ripiegare, i tedeschi fucilano
undici civili fra i quali un ragazzo di 14 anni.
Provincia di Reggio Emilia – A Carpineti, in località
Pantano, i tedeschi uccidono un uomo.
Provincia di Vicenza – Nella zona del Grappa quattordici
civili vengono rastrellati e fucilati.
Sembra che appena saputo della sua morte di Caruso davanti al plotone di
esecuzione, ventuno persone siano state fucilate a Reggio Emilia,
Torino e Bologna. Altri trenta sventurati siano stati condannati a
trent’anni di reclusione da un tribunale della RSI di Bologna. Viene
anche detto, erroneamente, che tra le vittime delle rappresaglie vi sono
il fratello di Togliatti e il figlio di Badoglio.
Storia Postale del 24 settembre
Cartolina
illustrata da Monza a Milano affrancata con un 0,30 della Provvisoria
tiratura di Verona nel raro color rosso-bruno.
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