lunedì 2 ottobre 1944
LA BANDA KOCH
Piero Pisenti, ministro della Giustizia, in merito al problema
della “banda Koch”, interviene direttamente e scrive una nota
“riservata” al Procuratore Generale di Milano, Laviani.
RESISTENZA: ATTIVITA’ POLITICO – MILITARE
Territorio libero della repubblica dell’Ossola – Secondo i calcoli
del Comando unico nel territorio ci sono ora 4000 partigiani così
divisi: garibaldini della II divisione dai 1.100 ai 1.300 (secondo
Pajetta 900); formazioni autonome, divisione “Valtoce” 1.100 uomini,
divisione “Piave” 500, divisione “Valdossola” 900, divisione “Beltrame”
500; brigata “Matteotti”, in via di costituzione, di cui si sa poco. Di
tutti questi meno di 3000 armati.
RESISTENZA AZIONI DEI PARTIGIANI
Gli uomini della brigata Garibaldi “Venezia” attaccano una moto con
sidecar uccidendo un tedesco e ferendo l’altro, nei pressi di
Blessaglia.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Bologna - Le unità tedesche che dal 29 settembre stanno
attaccando la brigata partigiana “Stella Rossa” nella zona di Marzabotto
– Vergato, continuano nella loro azione e sono ancora in atto le
azioni di rappresaglia dell’unità speciale di Reder nella zona di
Marzabotto. Nel nota odierna sulla situazione inviata al comando
supremo dell’Esercito, il maresciallo Kesselring comunica quanto segue:
“Nel corso di due giorni di aspri combattimenti annientata nella zona
a nordest di Vergato la brigata di bande “Stella Rossa”.
Oggi giungono a Kesselring anche i dati più precisi sullo “scontro”,
forniti dalla 14^ armata. Vi sono stati 718 morti in campo nemico,
suddivisi fra 497 “banditi” e 221 “sostenitori”, sebbene non sia stato
possibile contare tutti i caduti. Le truppe di Reder hanno distrutto, ad
oggi, sette località, ossia incendiato 174 abitazioni, catturato 456
“civili di sesso maschile per la deportazione nei campi di lavoro”. Fra
i tedeschi vi sono stati in tutto 7 morti e 29 feriti. La proporzione
fra perdite tedesche e perdite italiane, fa emergere che sono da
escludere, almeno da parte dei tedeschi, gli “aspri” combattimenti
comunicati nelle note ufficiali. Nella prima fase dell’operazione la
Wehrmacht e le SS hanno praticato piuttosto la distruzione a distanza,
perciò avevano bisogno delle armi pesanti. Successivamente, quando i
partigiani sono stati effettivamente sconfitti o si sono allontanati,
hanno avuto luogo e sono ancora in atto i massacri ai danni dei
residenti, di regola civili inermi.
Provincia di Pola - A Pola vengono massacrati ventuno
civili con l’aiuto di italiani.
Storia Postale del 2 ottobre
Piego come manoscritti semplici a tariffa intera malgrado trattisi di
corrispondenza fra comuni. Da Cogoleto (GE)a Santa Margherita Ligure
(GE). Bollo ovale comunale con il fascio repubblicano.
martedì 3 ottobre 1944
I TEDESCHI IN ITALIA
Nella provincia di Fiume (Litorale Adriatico) vengono chiamati al lavoro
obbligatorio gli uomini dai 14 ai 60 anni e le donne dai 16 ai 45.
Dovranno servire alla organizzazione tedesca TODT per essere avviati
alla costruzione di fortificazioni.
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
La brigata partigiana operante sulla Tramezzina, nella zona del lago di
Como, attacca le forze di polizia a Lenno, progettando di prendere in
ostaggio le famiglie dei gerarchi della zona. L’attacco viene respinto
con l’aiuto della polizia di Cadenabbia.
Dal diario odierno della brigata Garibaldi “Venezia”: “Ad Annone Veneto
disarmati e spogliati 4 repubblicani. A Blessaglia disarmati e spogliati
3 repubblicani”.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Aosta: i partigiani attaccano i tedeschi che sparano con
armi automatiche verso i villaggi di Vachery e Bogou, nella zona di
Etavel. Diversi edifici vengono incendiati. Il giovane Vittorio
Munier viene ucciso a raffiche di mitra, mentre il civile Celeste Dalmar
viene ammazzato e gettato tra le fiamme. A Valsavarenche, vestiti
in borghese e accompagnati da militi fascisti, pure in borghese, i
tedeschi penetrano nella valle, ma vengono bloccati con una enorme frana
provocata rompendo il canale di carico della centrale. Lì uccidono il
capoposto e quattro elementi del reparto italiano giunti dalla Francia
nei giorni precedenti. A Walter Rebecchi viene schiacciata la testa con
un grande masso, un’altra persona viene sgozzata con il pugnale e gli
altri vengono selvaggiamente deturpati. Il villaggio viene incendiato.
L’ottantenne Piero Carlin viene ucciso sulla soglia di casa.
Provincia di Bologna - L’unità speciale Recce Unit del 16°
battaglione della 16^ divisione SS-Reichsfuhrer comandata dal maggiore
Walter Reder, nell’ambito dell’azione contro la brigata partigiana
“Stella Rossa” hanno ucciso (fra il 29 settembre e oggi), durante feroci
rastrellamenti, 966 civili a Marzabotto, 252 a Guizzana,
204 a Monzuno e 226 partigiani (secondo altri testi le vittime
sono 1836. Non è chiara anche la data di quando sono cessati i massacri,
secondo alcuni testi si sono protratti fino al 5 ottobre).
Nell’eccidio detto “di Monte Sole”, sono state uccise 770 persone
nelle seguenti località (in ordine alfabetico):
A Albergana e a Boschetti,
A Botte di Pioppe, una località nei pressi di Salvaro, nel
comune di Grizzana, dove i tedeschi hanno catturato tutti gli
abitanti maschi per deportarli nei campi di lavoro del Reich. Dopo tre
giorni, che i prigionieri hanno trascorso rinchiusi nella chiesa e senza
cibo, ha avuto luogo una selezione: 52 uomini ritenuti non più idonei
alla deportazione, fra cui un sacerdote, sono stati fucilati.
A Ca’ Beguzzi dove sono state uccise 14 donne e 9 uomini anziani.
A Ca’ Benassi; Ca’ di Bavellino; Ca’ di Piede.
A Cadotto dove le truppe tedesche hanno dato agli abitanti una
sola alternativa: morire bruciati nelle loro case o, se tentavano di
fuggire, cadere sotto il fuoco dei fucili. Nella zona, fra Cadotto,
Prunaro e Steccola, 147 persone, compresi 40 bambini, muoiono così di
morte violenta.
A Ca’ la Fame; Campolungo; Canovella; Canovetta.
A Caprara di Sopra alcuni bambini sono stati gettati tra le
fiamme appiccate alle case della frazione. Creature indifese e
terrorizzate sono state stipate nella cucina della locanda del paese per
poi essere massacrate con bombe a mano e lanciafiamme. Le SS non hanno
risparmiato alcuno, strappando persino i neonati dal seno delle madri e
decapitandoli con le baionette. Sono morte non meno di 62 persone (ma si
parla addirittura di 184). Fra le vittime ancora una volta almeno 24
bambini. Tre ragazze sono state impalate. Sempre nella zona, fra Caprara
e Villa d’Ignano, alcuni abitanti terrorizzati hanno poi scoperto i
cadaveri di due donne incinte con il ventre squarciato.
A Carpiano i tedeschi hanno rinchiuso 24 donne, 19 bambini e tre
vecchi in uno stanzone e li hanno uccisi a colpi di mitraglietta. Prima
di questo eccidio, all’asilo di Carpiano, un giovane SS ha gettato via
il mitra e si è dato alla fuga, ma i camerati lo hanno ucciso. Le SS
hanno poi cercato, meticolosamente, gli scampati di casolare in
casolare: massacrando altre 103 vittime, tra queste ancora un prete e
due suore.
Casa Abelle, con Colulla di Sopra e Colulla di Sotto
subiscono la fucilazione di 33 dei loro abitanti.
A Casaglia (chiesa e cimitero), gli uomini di Reder,
entrati nella chiesa della frazione dove si stava celebrando la messa,
hanno ucciso il sacerdote che ha tentato di sbarrare loro il passo, e
tre uomini anziani che hanno tardato ad eseguire l’ordine di uscire e
raggiungere gli altri avviati al cimitero per essere mitragliati: 28
famiglie sterminate con 50 bambini (116 persone, ma si parla addirittura
di 195).
A Casino; Casone; Casone di Riomoneta; Cassola; Castagnara; Ca’
Termine; Cattini; Ca’ Veggetti; Ca’ Veneziani; Ca’ Volte; Ca’ Zermino.
A Creda i massacrati sono 80 e più; ancora due sacerdoti, gettati
nel fiume vicino. Anche a Creda un giovane tedesco di 18 anni che doveva
sparare ai bambini in prima fila, non lo ha fatto, ma della sua sorte
non se ne avranno più notizie.
A Crocetta; Fontana; Fornace; Il Poggio; La Pozza; Lastra; Maccagnano;
Malfolle; Molino di Sibano; Monte Radicchio; Monte Sole; Pernizzo.
A Poggio dove è stato ucciso un ragazzo.
A Pollesca; Prunaro di Sopra; Prunaro di Sotto; Quercia; Roncadelli.
A Rochidoso (Gaggio Montano) dopo uno scontro a fuoco con i
partigiani, i tedeschi hanno ucciso per rappresaglia settantuno civili e
appiccato fuoco con paglia e fieno alle loro salme (che rimarranno
insepolte fino alla liberazione definitiva della zona che avverrà dopo
un mese). Prima di lasciare la località hanno incendiato tutte le case
della frazione.
A Rovina.
A San Giovanni di Sotto dove, nel loro nascondiglio nei pressi
della frazione, sono stati assassinati 47 membri di una comunità, fra
cui due suore e 12 bambini.
A San Martino, una frazione di Marzabotto, fra uomini, donne e
bambini avrebbero perso la vita quasi 290 esseri umani.
A Savignano; Scope; Strada statale n°64; Steccola; Vado.
A Vallego di Sopra è stata sterminata una famiglia di 10 persone.
Alla fine si contano 1830 morti (cui se ne aggiungeranno altri 6
il 18 ottobre) di cui ben 213 bambini.
L’operazione dei battaglioni di Reder è sì riuscita a sgominare la
brigata partigiana “Stella Rossa” che ha agito nella zona del monte
Sole, ma facendo pagare a degli innocenti un prezzo del tutto
sproporzionato rispetto agli obiettivi militari conseguiti. Che l’azione
è stata rivolta essenzialmente contro la popolazione lo prova l’esiguità
delle perdite tedesche (7 morti e 29 feriti) a conferma
dell’insussistenza degli scontri armati. Eppure Kesselring si
complimenterà con Reder per il “successo” ottenuto.
Storia Postale del 3 ottobre
Lettera
probabilmente doppio porto o filatelica affrancata 2,00 con la presenza
di valori gemelli da 0,25, Monumenti Distrutti e Provvisoria.
mercoledì 4 ottobre 1944
DELLA POLIZIA
Il generale Renzo Montagna, ex luogotenente generale della MVSN, viene
nominato capo della polizia, carica nella quale si sono succeduti Tullio
Tamburini e Eugenio Cerutti (altri testi indicano il 6 ottobre).
RESISTENZA ALL’ESTERO
Inizia l'azione della XIX divisione partigiana di Tito per l'occupazione
di Zara che anche oggi viene bombardata.
RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Inizia oggi un nuovo grande rastrellamento in Valsassina. Nella giornata
non vi sono combattimenti, alcuni reparti nazifascisti appiccano il
fuoco ad alcune baite che potevano costituire base di appoggio per i
partigiani.
Scontri fra partigiani e tedeschi in località Foce a Fobi (zona Bagni di
Lucca).
Territorio libero della repubblica dell’Ossola – I garibaldini della II
divisione attaccano le caserme fasciste di Pallanza. Ci sono scontri di
pattuglie sul Montorfano, la “Valtoce” cannoneggia la stazione di
Gravellona, il nemico risponde colpendo Ornavasso.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Trieste - A Trieste viene fucilato Santo Zettin della
brigata Timavo.
Storia Postale del 4 ottobre
Due pieghi comunali a Arquà Polesine (RO) a Villadose e uno raccomandato
da Piove di Sacco (PD) a Casalserugo (PD) affrancato con ben sette 0,30
Provvisoria tiratura di Verona con sovrastampa in rosso arancio.
Due affrancature di emergenza. Una cartolina illustrata affrancata con
due 0,10 Monumenti distrutti e un 0,10 del Recapito autorizzato con
fascetto dichiarati da tassare (ma non tassati in arrivo) con 0,50 non
ben comprensibili A fianco una raccomandata per la Germania regolarmente
affrancata 2,50 (1,00 di lettera per la Germania + 1,50 di
raccomandazione per estero) con un 2,00 Pacchi e una coppia di 0,25
della Provvisoria. Censurata in partenza dalla Commissione Provinciale
di Brescia (61R) e, in arrivo, dalla censura tedesca. Documento
piuttosto raro per l’uso di un pacchi per l’estero.
giovedì 5 ottobre 1944
L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD: DELLE DIVISIONI “SAN MARCO” E “MONTE
ROSA”
Dall’odierno ordine del giorno n.40 della divisione “Monte Rosa”: “Il
tribunale di guerra divisionale condanna quattro disertori a pene fra i
20 e i 15 anni di carcere”.
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Ravenna – La situazione militare della XXVIII brigata di
Arrigo Boldrini (Bulow) e una sintesi delle azioni belliche condotte
fino ad oggi si compendia in 220 azioni di sabotaggio, 129 scontri con
il nemico, 488 nemici posti fuori combattimento. I risultati sarebbero
stati certamente più cospicui se l’armamento fosse stato più abbondante.
RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Due compagnie di brigatisti neri, 200 uomini, di Gravedona e
Menaggio danno inizio a un rastrellamento nella zona di Dongo.
Storia Postale del 5 ottobre
Lettera
nel distretto di Verona affrancata 2,00 con la presenza di due 0,25
gemelli, un Monumenti Distrutti prima serie e un Provvisorio.
venerdì 6 ottobre 1944
MUSSOLINI ASSICURA GOERING
Mussolini scrive a Goering, che ha chiesto altri italiani da adibire
alla contraerea in Germania, dicendogli che: “Da parte mia mi sforzerò
con ogni energia per ottenere i sei o diecimila uomini che ancora
mancano”.
DAL DIARIO DEL CONTE MAZZOLINI
“E’ cominciato il freddo: ne siamo lieti per le ripercussioni che la
stagione può avere sulla tragica vicenda della guerra. L’angoscia che ci
attanaglia il cuore è tale da preferire la morte alla vita. Il panorama
che presenta questa Patria adorata che vedemmo grande e possente oggi
preda dello straniero di tutte le razze è desolante. Neanche l’alleato
crede in noi. Il tradimento di Badoglio ci ha fatto proprio cadere
nell’abisso.
Le due divisioni venute dalla Germania così piene di ardore si disfano
nell’inerzia; le due che sono ancora in addestramento corrono il rischio
di essere disciolte per la solita incomprensione dei militari tedeschi
ed intanto per il crinale dell’Appennino e sulla riviera adriatica
avanzano soldati di tutti i colori e di tutte le razze!”
L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD
Il sottosegretario agli Esteri, Mazzolini, scrive nel suo diario tutta
la sua angoscia per il fatto che gli alleati tedeschi non credono più
negli italiani e che, mentre le due divisioni italiane in Liguria si
stanno disfacendo per l’inerzia, le altre due ancora in Germania corrono
il rischio di essere sciolte per l’incomprensione dei tedeschi.
Mussolini “consumato dalla tragedia della Patria”, secondo Mazzolini, è
amareggiato per il destino riservato al popolo italiano, e sfogandosi
con lui, dice: “Tutto questo perché l’alleato non ha nessuna fiducia: Il
tradimento di Badoglio ci ha fatto cadere proprio nell’abisso…”.
RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
L’Alta Carnia viene investita da notevoli forze tedesche anti
partigiane.
I brigatisti neri di Gravedona e Menaggio continuano il rastrellamento
nella zona di Dongo.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Ravenna: per rappresaglia all’uccisione di un loro soldato
in località Pideura da parte dei partigiani, militari tedeschi insieme a
militi della brigata nera di Faenza, uccidono quattro contadini. Poi
danno alle fiamme numerose case coloniche. In una di queste muore Maria
Alpi.
Storia Postale del 6 ottobre
Due lettere semplici fuori distretto regolarmente affrancate 1,00. La
prima a sinistra presenta una coppia di 0,50 gemelli.
sabato 7 ottobre 1944
DELLA BANDA KOCH
Il ministro degli Interni, Buffarini Guidi, passa l’ordine di
fermo per Koch e Finizio. La sede del “reparto speciale” viene
immediatamente occupata e gli occupanti tradotti a San Vittore.
DELLA BRIGATA NERA GERVASINI (VARESE)
Una formazione della Brigata Nera Gervasini occupa il locale della
federazione fascista per protesta contro la nomina a commissario
federale del fascista Bianchi.
RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
I brigatisti neri di Gravedona e Menaggio continuano, e terminano oggi,
il rastrellamento nella zona di Dongo.
Iniziano scontri tra pattuglie partigiane e forze tedesche nella zona di
Gallicano (LU), vicino a Barga. Dureranno due giorni.
RESISTENZA AZIONI DEI PARTIGIANI
Gli uomini della brigata Garibaldi “Venezia” annotano oggi sul loro
diario: “Una squadra di patrioti bloccava la strada di Concordia
e circondava le caserme della GNR intimando la resa. Veniva disarmato e
spogliato il presidio (12 uomini) e data loro un’amorevole lezione!
Bottino di armi, munizioni, divise militari e cinque fiamme di
combattimento del fascio locale”.
Storia Postale del 7 ottobre
Lettera dalla provincia di Bolzano alla Svizzera regolarmente affrancata
1,25. A fianco una cartolina postale Imperiale da 0,15 (rare le
cartoline senza Vinceremo) affrancata 0,30 anzichè 0,50.
domenica 8 ottobre 1944
DELLA BANDA KOCH
A seguito del fermo della “banda Koch” e dell’occupazione di “Villa
Triste” si manifestano energici interventi da parte delle autorità
tedesche in quanto, dice il capitano Saeveke, non si è data preventiva
comunicazione del provvedimento contro un reparto che lavorava in
collaborazione con la polizia di sicurezza tedesca. L’intervento più
deciso è quello del comandante la Feld Gendarmerie locale che giunge a
così palesi manifestazioni di solidarietà con la “banda” da provocare il
rientro a Villa Triste di quegli agenti già internati nel carcere di San
Vittore.
DAL DIARIO DEL CONTE MAZZOLINI
“Trovo il Duce molto depresso. Kesselring non vuole che le nostre truppe
si battano, in Germania minacciano di sciogliere le due divisioni che
sono lassù in attesa di impiego. Le interferenze nell’interno
continuano, la pressione nemica si accentua. Il Duce pronunzia frasi
accorate ed amare sul destino riservato al popolo italiano. La tragedia
della Patria consuma quest’Uomo che tutto se stesso aveva dedicato a
fare grande l’Italia”.
RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Al mattino presto, un plotone di alpini tedeschi scende da Pian del
Lago, sui monti di Serravezza, verso un piccolo presidio
partigiano, avamposto dello schieramento alleato, situato nei locali
dell’asilo del paese di Ruosina, sul fiume omonimo. Vi sono
acquartierati sedici o diciassette uomini, tre suore e due donne
inservienti della scuola materna. I tedeschi, circa quaranta uomini,
dopo avere ucciso un quarantenne in via San Paolo, investono
furiosamente l’asilo con tiro dei fucili e delle armi automatiche. I
partigiani riescono respingere l’attacco e i tedeschi, circa due ore e
mezzo dopo, raccolgono quattro caduti e sette feriti e si ritirano.
Un vasto rastrellamento nello spezzino interessa anche la zona
Montereggio – Parana (nel Pontremolese) dove viene duramente
impegnata la colonna Giustizia e Libertà nella quale Daniele Bucchioni “Dany”,
uno dei protagonisti della resistenza lunigianese e spezzina, opera in
qualità di comandante della Brigata Val di Vara.
Scontri tra partigiani e tedeschi a Fornacette di Barga (LU).
Friuli – Acquisita una relativa sicurezza sul fronte della “linea
Gotica” a causa del progressivo esaurimento, verso i primi di ottobre,
dell’offensiva alleata, i tedeschi sono meno impegnati e quindi in grado
di eliminare le varie spine nel fianco costituite dalle “zone libere”
Dopo avere devastato il Cividalese e il Tarcentino.
Inizia l’offensiva nazifascista per la conquista della
Repubblica della Carnia (la zona a nord del Tagliamento).
L’operazione, denominata dai tedeschi “Corsa campestre” (Waldlaufer),
investe, oltre la Carnia, l’alto Spilimberghese e la Val Cellina.
All’offensiva partecipano un complesso di 35000 uomini (tedeschi,
fascisti, francesi di Vichy e russi appartenenti a reparti cosacchi,
superstiti della guerra civile, inquadrati nell’esercito tedesco).Hanno
con loro venti carri armati, due batterie di cannoni semoventi, due
treni blindati e centinaia di automezzi (i partigiani della Carnia
resisteranno fino a metà dicembre prima di arrendersi).L’azione comincia
al mattino di oggi, domenica, partendo dalla zona fra Amaro e
Tolmezzo.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Udine - Friuli – Iniziano subito le
rappresaglie e le carneficine nella Repubblica della Carnia le
prime vittime sono quattordici civili uccisi.
Cosacchi e caucasici che danno man forte saccheggiano quattro paesi (Cadunea,
Cesarchia, Illegioe Imponzo) e portano via tutto sulle loro carrette.
Alle 10,30 il vicario di Imponzo, don Giuseppe Treppo, viene ucciso
davanti alle donne e alle ragazze che voleva difendere dalle pesanti
galanterie delle truppe tedesche. Altri undici paesi vengono pure
saccheggiati, ma in modo meno grave: Caneva, Casanova e parte di Terzo
in comune di Tolmezzo; Formeaso, Cabia, Piedin e Valle in comune di Arta;
Trelli, Salino e Chiaulis in comune di Paularo; Esemon di Sopra in
comune di Raveo. Depredazioni un po’ dappertutto, ma in particolare a
Zuglio, Fielis, Arta, Paularo, Paluzzo, Chielis, Treppo Carnico,
Villasantina, Verzegnis, Comeglians, Entrampo, Calgaretto, Mielis,
Tualis, Vuezzis e Ravascletto. A Chiampamano un reduce di guerra che si
trova a letto viene ucciso e bruciato con la casa. La salma di una donna
cui si stanno apprestando le esequie viene perquisita. Dodici chiese
vengono profanate, con furti di paramenti e oggetti sacri. Una
cinquantina di case o casolari vengono incendiati o gravemente
danneggiati e saccheggiati. Duemila persone rimangono senza più nulla,
perdendo oltre duemila capi di bestiame bovino e ovino. Vanno perduti
anche tutti gli animali da cortile. Oltre un centinaio sono i tentativi
di violenza carnale. Oltre cinquecento uomini e donne vengono arrestati
per essere deportati in Germania.
Provincia di Lucca – A Viareggio muore durante il
cannoneggiamento tedesco il ventiquattrenne Mario Barsottelli.
All’ospedale della stessa città muoiono, sempre in seguito a ferite
causate da una granata germanica, due anziani civili. A Canal del
Prato (monte Altissimo), muore, per mitragliamento tedesco, il
viareggino Mario Rossi. A causa di uno scontro a fuoco fra 40 Alpenjager
tedeschi e sedici partigiani asserragliati nell’asilo infantile di
Ruosina, resta ucciso il vigile urbano Gino Pacciardi, che era
uscito a vedere cosa stava succedendo.
RESISTENZA: ATTIVITA’ POLITICO – MILITARE
Territorio libero della repubblica dell’Ossola – Solo oggi si
concludono le trattative per la formazione del comando militare unico. I
garibaldini, dopo avere tenuto in sospeso la designazione del loro
commissario politico, giustificandola con un ritardo da parte del loro
comando militare, lo indicano nella persona di Livio. Riccardo sarà il
commissario per la “Valtoce”. Il comando unico non ha potuto funzionare,
le formazioni hanno obbedito finché gli comodava ai tentativi di
coordinamento e di comando (provvisorio) fatti fino ad oggi da Federici,
ma poi ognuno ha operato di sua iniziativa. Federici annota nel suo
diario: “Il comando unico è una barca che fa acqua da tutte le parti”.
Storia Postale dell’8 ottobre
Piego
a tariffa ridotta dal Comune di Novara a quello di Alessandria.
Piacevole affrancatura mista.
lunedì 9 ottobre 1944
LA BANDA KOCH
Il Procuratore Generale di Milano, Laviani, risponde alla lettera di
Pisenti in merito al problema della “banda Koch”, dicendogli che ha già
avuto notizia della lettera inviatagli dall’Ordine degli Avvocati
(tramite l’avvocato Maino) e aggiunge: “che egli non ha dubitato un solo
istante che l’azione risanatrice e riparatrice del ministro non si
sarebbe fatta attendere”. La lettera conclude facendo presente al
ministro Pisenti che dal colloquio avuto con il questore di Milano,
Bettini, il Laviani ha tratto la sensazione di propositi retti e decisi,
ma anche di affannose preoccupazioni per gravi ostacoli insorti e
potenti interferenze deviatrici, tali da fargli temere per la sua
permanenza nella carica e per la sua stessa incolumità personale,
malgrado l’ordine diretto e perentorio di Mussolini.
L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD
L'Ambasciatore Rahn, di rientro dalla Germania, porta la notizia che
Hitler ha dato ordine a Kesselring di tenere la Valle Padana promettendo
rinforzi. Le Divisioni italiane in Germania non saranno sciolte ne tanto
meno inviate sul fronte Russo come è stato ventilato.
DEL MINISTERO DEGLI ESTERI
Saputo che le divisioni italiane non saranno inviate sul fronte russo,
il Segretario Generale per gli Affari Esteri, Serafino Mazzolini,
prepara una lettera al Maresciallo Goering per compiacersi della buona
notizia e per raccomandare nuovamente di evitare inutili crudeltà e
dannose inframettenze dei Comandi militari tedeschi in Italia. Lettera
che Mussolini approva e firma.
RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Attacco nazifascista anche alla repubblica dell’Ossola. Sono impegnati
20.000 uomini (impiegheranno 13 giorni per occupare la zona, la
battaglia partigiana si concluderà con lo sconfinamento in Svizzera).
RESISTENZA AZIONI DEI PARTIGIANI
Dal diario della brigata Garibaldi “Venezia”: “Ad Annone sequestro in un
magazzino di indumenti militari, prelevato il materiale utile per
vestire due compagnie di patrioti”.
RAPPRESAGLIE DEI NAZIFASCISTI
Provincia di Brescia – A Valsaviore un partigiano viene fucilato dopo un
rastrellamento.
Storia Postale del 9 ottobre
A sinistra lettera probabile doppio porto (affrancata per 2,00) da
Traona (SO) a Sondrio con presenza di 0,10 Recapito Autorizzato. A
destra una raccomandata affrancata 2,75 (probabilmente indirizzata per
l’estero)
con cinque valori 0.50 Propaganda di Guerra serie provvisoria e un 0,25
Monumenti con sovrastampa del Comitato di Liberazione di Castiglion d’Intelvi
(CO). La presenza di tutti e quattro i diversi valori del 0,50 e del
0,25 con sovrastampa “privata” fanno sorgere molti dubbi anche la
missiva, essendo raccomandata, dovrebbe essere passata allo sportello
postale.
Una lettera semplice affrancata con un 0,30 della Provvisoria tiratura
di Verona e sette 0,10 del Recapito Autorizzato con fascetto e una
raccomandata affrancata regolarmente 2,50con soli valori della Miti e
Simboli aerea, da Arianino (FE) a Minerbio (BO).
Una lettera semplice (1,00) con affrancatura mista Imperiale + Monumenti
distrutti + Provvisoria tiratura di Verona). A fianco una raccomandata
inviata dal Municipio di Albignasego al Comando Provinciale della GNR di
Forlì dove non giunse a causa degli eventi bellici in atto nella zona.
Il grande bollo in cartella, anche se poco leggibile, recita “AL
MITTENTE PER EVENTI BELLICI”. Scritto a mano: pervenuta al mittente il
21 dicembre 1944. Oltre due mesi dopo.
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