il tramonto di un regno









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il tramonto di un regno


di Giancarlo MAGNONI

11° Periodo: dal 15 agosto al 15 ottobre 1944.
Territorio a nord della linea del fuoco: Repubblica Sociale Italiana (secondo mese 16 settembre – 15 ottobre)

Ottava parte (dal 2 al 9 ottobre 1944)
 

lunedì 2 ottobre 1944

LA BANDA KOCH
Piero Pisenti, ministro della Giustizia, in merito al problema della “banda Koch”, interviene direttamente e scrive una nota “riservata” al Procuratore Generale di Milano, Laviani.

RESISTENZA: ATTIVITA’ POLITICO – MILITARE
Territorio libero della repubblica dell’Ossola
– Secondo i calcoli del Comando unico nel territorio ci sono ora 4000 partigiani così divisi: garibaldini della II divisione dai 1.100 ai 1.300 (secondo Pajetta 900); formazioni autonome, divisione “Valtoce” 1.100 uomini, divisione “Piave” 500, divisione “Valdossola” 900, divisione “Beltrame” 500; brigata “Matteotti”, in via di costituzione, di cui si sa poco. Di tutti questi meno di 3000 armati.

RESISTENZA AZIONI DEI PARTIGIANI
Gli uomini della brigata Garibaldi “Venezia” attaccano una moto con sidecar uccidendo un tedesco e ferendo l’altro, nei pressi di Blessaglia.

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Bologna - Le unità tedesche che dal 29 settembre stanno attaccando la brigata partigiana “Stella Rossa” nella zona di Marzabotto – Vergato, continuano nella loro azione e sono ancora in atto le azioni di rappresaglia dell’unità speciale di Reder nella zona di Marzabotto. Nel nota odierna sulla situazione inviata al comando supremo dell’Esercito, il maresciallo Kesselring comunica quanto segue:
Nel corso di due giorni di aspri combattimenti annientata nella zona a nordest di Vergato la brigata di bande “Stella Rossa”.
Oggi giungono a Kesselring anche i dati più precisi sullo “scontro”, forniti dalla 14^ armata. Vi sono stati 718 morti in campo nemico, suddivisi fra 497 “banditi” e 221 “sostenitori”, sebbene non sia stato possibile contare tutti i caduti. Le truppe di Reder hanno distrutto, ad oggi, sette località, ossia incendiato 174 abitazioni, catturato 456 “civili di sesso maschile per la deportazione nei campi di lavoro”. Fra i tedeschi vi sono stati in tutto 7 morti e 29 feriti. La proporzione fra perdite tedesche e perdite italiane, fa emergere che sono da escludere, almeno da parte dei tedeschi, gli “aspri” combattimenti comunicati nelle note ufficiali. Nella prima fase dell’operazione la Wehrmacht e le SS hanno praticato piuttosto la distruzione a distanza, perciò avevano bisogno delle armi pesanti. Successivamente, quando i partigiani sono stati effettivamente sconfitti o si sono allontanati, hanno avuto luogo e sono ancora in atto i massacri ai danni dei residenti, di regola civili inermi.

Provincia di Pola - A Pola vengono massacrati ventuno civili con l’aiuto di italiani.



Storia Postale del 2 ottobre

 


Piego come manoscritti semplici a tariffa intera malgrado trattisi di corrispondenza fra comuni. Da Cogoleto (GE)a Santa Margherita Ligure (GE). Bollo ovale comunale con il fascio repubblicano.
 

 

 




martedì 3 ottobre 1944

I TEDESCHI IN ITALIA
Nella provincia di Fiume (Litorale Adriatico) vengono chiamati al lavoro obbligatorio gli uomini dai 14 ai 60 anni e le donne dai 16 ai 45. Dovranno servire alla organizzazione tedesca TODT per essere avviati alla costruzione di fortificazioni.

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
La brigata partigiana operante sulla Tramezzina, nella zona del lago di Como, attacca le forze di polizia a Lenno, progettando di prendere in ostaggio le famiglie dei gerarchi della zona. L’attacco viene respinto con l’aiuto della polizia di Cadenabbia.

Dal diario odierno della brigata Garibaldi “Venezia”: “Ad Annone Veneto disarmati e spogliati 4 repubblicani. A Blessaglia disarmati e spogliati 3 repubblicani”.

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Aosta: i partigiani attaccano i tedeschi che sparano con armi automatiche verso i villaggi di Vachery e Bogou, nella zona di Etavel. Diversi edifici vengono incendiati. Il giovane Vittorio Munier viene ucciso a raffiche di mitra, mentre il civile Celeste Dalmar viene ammazzato e gettato tra le fiamme. A Valsavarenche, vestiti in borghese e accompagnati da militi fascisti, pure in borghese, i tedeschi penetrano nella valle, ma vengono bloccati con una enorme frana provocata rompendo il canale di carico della centrale. Lì uccidono il capoposto e quattro elementi del reparto italiano giunti dalla Francia nei giorni precedenti. A Walter Rebecchi viene schiacciata la testa con un grande masso, un’altra persona viene sgozzata con il pugnale e gli altri vengono selvaggiamente deturpati. Il villaggio viene incendiato. L’ottantenne Piero Carlin viene ucciso sulla soglia di casa.

Provincia di Bologna - L’unità speciale Recce Unit del 16° battaglione della 16^ divisione SS-Reichsfuhrer comandata dal maggiore Walter Reder, nell’ambito dell’azione contro la brigata partigiana “Stella Rossa” hanno ucciso (fra il 29 settembre e oggi), durante feroci rastrellamenti, 966 civili a Marzabotto, 252 a Guizzana, 204 a Monzuno e 226 partigiani (secondo altri testi le vittime sono 1836. Non è chiara anche la data di quando sono cessati i massacri, secondo alcuni testi si sono protratti fino al 5 ottobre).
Nell’eccidio detto “di Monte Sole”, sono state uccise 770 persone nelle seguenti località (in ordine alfabetico):
A Albergana e a Boschetti,
A Botte di Pioppe, una località nei pressi di Salvaro, nel comune di Grizzana, dove i tedeschi hanno catturato tutti gli abitanti maschi per deportarli nei campi di lavoro del Reich. Dopo tre giorni, che i prigionieri hanno trascorso rinchiusi nella chiesa e senza cibo, ha avuto luogo una selezione: 52 uomini ritenuti non più idonei alla deportazione, fra cui un sacerdote, sono stati fucilati.
A Ca’ Beguzzi dove sono state uccise 14 donne e 9 uomini anziani.
A Ca’ Benassi; Ca’ di Bavellino; Ca’ di Piede.
A Cadotto dove le truppe tedesche hanno dato agli abitanti una sola alternativa: morire bruciati nelle loro case o, se tentavano di fuggire, cadere sotto il fuoco dei fucili. Nella zona, fra Cadotto, Prunaro e Steccola, 147 persone, compresi 40 bambini, muoiono così di morte violenta.
A Ca’ la Fame; Campolungo; Canovella; Canovetta.
A Caprara di Sopra alcuni bambini sono stati gettati tra le fiamme appiccate alle case della frazione. Creature indifese e terrorizzate sono state stipate nella cucina della locanda del paese per poi essere massacrate con bombe a mano e lanciafiamme. Le SS non hanno risparmiato alcuno, strappando persino i neonati dal seno delle madri e decapitandoli con le baionette. Sono morte non meno di 62 persone (ma si parla addirittura di 184). Fra le vittime ancora una volta almeno 24 bambini. Tre ragazze sono state impalate. Sempre nella zona, fra Caprara e Villa d’Ignano, alcuni abitanti terrorizzati hanno poi scoperto i cadaveri di due donne incinte con il ventre squarciato.
A Carpiano i tedeschi hanno rinchiuso 24 donne, 19 bambini e tre vecchi in uno stanzone e li hanno uccisi a colpi di mitraglietta. Prima di questo eccidio, all’asilo di Carpiano, un giovane SS ha gettato via il mitra e si è dato alla fuga, ma i camerati lo hanno ucciso. Le SS hanno poi cercato, meticolosamente, gli scampati di casolare in casolare: massacrando altre 103 vittime, tra queste ancora un prete e due suore.
Casa Abelle, con Colulla di Sopra e Colulla di Sotto subiscono la fucilazione di 33 dei loro abitanti.
A Casaglia (chiesa e cimitero), gli uomini di Reder, entrati nella chiesa della frazione dove si stava celebrando la messa, hanno ucciso il sacerdote che ha tentato di sbarrare loro il passo, e tre uomini anziani che hanno tardato ad eseguire l’ordine di uscire e raggiungere gli altri avviati al cimitero per essere mitragliati: 28 famiglie sterminate con 50 bambini (116 persone, ma si parla addirittura di 195).
A Casino; Casone; Casone di Riomoneta; Cassola; Castagnara; Ca’ Termine; Cattini; Ca’ Veggetti; Ca’ Veneziani; Ca’ Volte; Ca’ Zermino.
A Creda i massacrati sono 80 e più; ancora due sacerdoti, gettati nel fiume vicino. Anche a Creda un giovane tedesco di 18 anni che doveva sparare ai bambini in prima fila, non lo ha fatto, ma della sua sorte non se ne avranno più notizie.
A Crocetta; Fontana; Fornace; Il Poggio; La Pozza; Lastra; Maccagnano; Malfolle; Molino di Sibano; Monte Radicchio; Monte Sole; Pernizzo.
A Poggio dove è stato ucciso un ragazzo.
A Pollesca; Prunaro di Sopra; Prunaro di Sotto; Quercia; Roncadelli.
A Rochidoso (Gaggio Montano) dopo uno scontro a fuoco con i partigiani, i tedeschi hanno ucciso per rappresaglia settantuno civili e appiccato fuoco con paglia e fieno alle loro salme (che rimarranno insepolte fino alla liberazione definitiva della zona che avverrà dopo un mese). Prima di lasciare la località hanno incendiato tutte le case della frazione.
A Rovina.
A San Giovanni di Sotto dove, nel loro nascondiglio nei pressi della frazione, sono stati assassinati 47 membri di una comunità, fra cui due suore e 12 bambini.
A San Martino, una frazione di Marzabotto, fra uomini, donne e bambini avrebbero perso la vita quasi 290 esseri umani.
A Savignano; Scope; Strada statale n°64; Steccola; Vado.
A Vallego di Sopra è stata sterminata una famiglia di 10 persone.

Alla fine si contano 1830 morti (cui se ne aggiungeranno altri 6 il 18 ottobre) di cui ben 213 bambini.
L’operazione dei battaglioni di Reder è sì riuscita a sgominare la brigata partigiana “Stella Rossa” che ha agito nella zona del monte Sole, ma facendo pagare a degli innocenti un prezzo del tutto sproporzionato rispetto agli obiettivi militari conseguiti. Che l’azione è stata rivolta essenzialmente contro la popolazione lo prova l’esiguità delle perdite tedesche (7 morti e 29 feriti) a conferma dell’insussistenza degli scontri armati. Eppure Kesselring si complimenterà con Reder per il “successo” ottenuto.

 

Storia Postale del 3 ottobre


 

Lettera probabilmente doppio porto o filatelica affrancata 2,00 con la presenza di valori gemelli da 0,25, Monumenti Distrutti e Provvisoria.




 






mercoledì 4 ottobre 1944

DELLA POLIZIA
Il generale Renzo Montagna, ex luogotenente generale della MVSN, viene nominato capo della polizia, carica nella quale si sono succeduti Tullio Tamburini e Eugenio Cerutti (altri testi indicano il 6 ottobre).

RESISTENZA ALL’ESTERO
Inizia l'azione della XIX divisione partigiana di Tito per l'occupazione di Zara che anche oggi viene bombardata.

RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Inizia oggi un nuovo grande rastrellamento in Valsassina. Nella giornata non vi sono combattimenti, alcuni reparti nazifascisti appiccano il fuoco ad alcune baite che potevano costituire base di appoggio per i partigiani.
Scontri fra partigiani e tedeschi in località Foce a Fobi (zona Bagni di Lucca).

Territorio libero della repubblica dell’Ossola – I garibaldini della II divisione attaccano le caserme fasciste di Pallanza. Ci sono scontri di pattuglie sul Montorfano, la “Valtoce” cannoneggia la stazione di Gravellona, il nemico risponde colpendo Ornavasso.

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Trieste - A Trieste viene fucilato Santo Zettin della brigata Timavo.



Storia Postale del 4 ottobre

Due pieghi comunali a Arquà Polesine (RO) a Villadose e uno raccomandato da Piove di Sacco (PD) a Casalserugo (PD) affrancato con ben sette 0,30 Provvisoria tiratura di Verona con sovrastampa in rosso arancio.

Due affrancature di emergenza. Una cartolina illustrata affrancata con due 0,10 Monumenti distrutti e un 0,10 del Recapito autorizzato con fascetto dichiarati da tassare (ma non tassati in arrivo) con 0,50 non ben comprensibili A fianco una raccomandata per la Germania regolarmente affrancata 2,50 (1,00 di lettera per la Germania + 1,50 di raccomandazione per estero) con un 2,00 Pacchi e una coppia di 0,25 della Provvisoria. Censurata in partenza dalla Commissione Provinciale di Brescia (61R) e, in arrivo, dalla censura tedesca. Documento piuttosto raro per l’uso di un pacchi per l’estero.


 

giovedì 5 ottobre 1944

L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD: DELLE DIVISIONI “SAN MARCO” E “MONTE ROSA”
Dall’odierno ordine del giorno n.40 della divisione “Monte Rosa”: “Il tribunale di guerra divisionale condanna quattro disertori a pene fra i 20 e i 15 anni di carcere”.

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Ravenna – La situazione militare della XXVIII brigata di Arrigo Boldrini (Bulow) e una sintesi delle azioni belliche condotte fino ad oggi si compendia in 220 azioni di sabotaggio, 129 scontri con il nemico, 488 nemici posti fuori combattimento. I risultati sarebbero stati certamente più cospicui se l’armamento fosse stato più abbondante.

RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Due compagnie di brigatisti neri, 200 uomini, di Gravedona e Menaggio danno inizio a un rastrellamento nella zona di Dongo.
 


Storia Postale del 5 ottobre

 


Lettera nel distretto di Verona affrancata 2,00 con la presenza di due 0,25 gemelli, un Monumenti Distrutti prima serie e un Provvisorio.











venerdì 6 ottobre 1944

MUSSOLINI ASSICURA GOERING
Mussolini scrive a Goering, che ha chiesto altri italiani da adibire alla contraerea in Germania, dicendogli che: “Da parte mia mi sforzerò con ogni energia per ottenere i sei o diecimila uomini che ancora mancano”.

DAL DIARIO DEL CONTE MAZZOLINI
“E’ cominciato il freddo: ne siamo lieti per le ripercussioni che la stagione può avere sulla tragica vicenda della guerra. L’angoscia che ci attanaglia il cuore è tale da preferire la morte alla vita. Il panorama che presenta questa Patria adorata che vedemmo grande e possente oggi preda dello straniero di tutte le razze è desolante. Neanche l’alleato crede in noi. Il tradimento di Badoglio ci ha fatto proprio cadere nell’abisso.
Le due divisioni venute dalla Germania così piene di ardore si disfano nell’inerzia; le due che sono ancora in addestramento corrono il rischio di essere disciolte per la solita incomprensione dei militari tedeschi ed intanto per il crinale dell’Appennino e sulla riviera adriatica avanzano soldati di tutti i colori e di tutte le razze!”

L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD
Il sottosegretario agli Esteri, Mazzolini, scrive nel suo diario tutta la sua angoscia per il fatto che gli alleati tedeschi non credono più negli italiani e che, mentre le due divisioni italiane in Liguria si stanno disfacendo per l’inerzia, le altre due ancora in Germania corrono il rischio di essere sciolte per l’incomprensione dei tedeschi. Mussolini “consumato dalla tragedia della Patria”, secondo Mazzolini, è amareggiato per il destino riservato al popolo italiano, e sfogandosi con lui, dice: “Tutto questo perché l’alleato non ha nessuna fiducia: Il tradimento di Badoglio ci ha fatto cadere proprio nell’abisso…”.

RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
L’Alta Carnia viene investita da notevoli forze tedesche anti partigiane.

I brigatisti neri di Gravedona e Menaggio continuano il rastrellamento nella zona di Dongo.

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Ravenna: per rappresaglia all’uccisione di un loro soldato in località Pideura da parte dei partigiani, militari tedeschi insieme a militi della brigata nera di Faenza, uccidono quattro contadini. Poi danno alle fiamme numerose case coloniche. In una di queste muore Maria Alpi.



Storia Postale del 6 ottobre

Due lettere semplici fuori distretto regolarmente affrancate 1,00. La prima a sinistra presenta una coppia di 0,50 gemelli.




sabato 7 ottobre 1944

DELLA BANDA KOCH
Il ministro degli Interni, Buffarini Guidi, passa l’ordine di fermo per Koch e Finizio. La sede del “reparto speciale” viene immediatamente occupata e gli occupanti tradotti a San Vittore.

DELLA BRIGATA NERA GERVASINI (VARESE)
Una formazione della Brigata Nera Gervasini occupa il locale della federazione fascista per protesta contro la nomina a commissario federale del fascista Bianchi.

RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
I brigatisti neri di Gravedona e Menaggio continuano, e terminano oggi, il rastrellamento nella zona di Dongo.

Iniziano scontri tra pattuglie partigiane e forze tedesche nella zona di Gallicano (LU), vicino a Barga. Dureranno due giorni.

RESISTENZA AZIONI DEI PARTIGIANI
Gli uomini della brigata Garibaldi “Venezia” annotano oggi sul loro diario: “Una squadra di patrioti bloccava la strada di Concordia e circondava le caserme della GNR intimando la resa. Veniva disarmato e spogliato il presidio (12 uomini) e data loro un’amorevole lezione! Bottino di armi, munizioni, divise militari e cinque fiamme di combattimento del fascio locale”.



Storia Postale del 7 ottobre

Lettera dalla provincia di Bolzano alla Svizzera regolarmente affrancata 1,25. A fianco una cartolina postale Imperiale da 0,15 (rare le cartoline senza Vinceremo) affrancata 0,30 anzichè 0,50.





domenica 8 ottobre 1944

DELLA BANDA KOCH
A seguito del fermo della “banda Koch” e dell’occupazione di “Villa Triste” si manifestano energici interventi da parte delle autorità tedesche in quanto, dice il capitano Saeveke, non si è data preventiva comunicazione del provvedimento contro un reparto che lavorava in collaborazione con la polizia di sicurezza tedesca. L’intervento più deciso è quello del comandante la Feld Gendarmerie locale che giunge a così palesi manifestazioni di solidarietà con la “banda” da provocare il rientro a Villa Triste di quegli agenti già internati nel carcere di San Vittore.

DAL DIARIO DEL CONTE MAZZOLINI
“Trovo il Duce molto depresso. Kesselring non vuole che le nostre truppe si battano, in Germania minacciano di sciogliere le due divisioni che sono lassù in attesa di impiego. Le interferenze nell’interno continuano, la pressione nemica si accentua. Il Duce pronunzia frasi accorate ed amare sul destino riservato al popolo italiano. La tragedia della Patria consuma quest’Uomo che tutto se stesso aveva dedicato a fare grande l’Italia”.

RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Al mattino presto, un plotone di alpini tedeschi scende da Pian del Lago, sui monti di Serravezza, verso un piccolo presidio partigiano, avamposto dello schieramento alleato, situato nei locali dell’asilo del paese di Ruosina, sul fiume omonimo. Vi sono acquartierati sedici o diciassette uomini, tre suore e due donne inservienti della scuola materna. I tedeschi, circa quaranta uomini, dopo avere ucciso un quarantenne in via San Paolo, investono furiosamente l’asilo con tiro dei fucili e delle armi automatiche. I partigiani riescono respingere l’attacco e i tedeschi, circa due ore e mezzo dopo, raccolgono quattro caduti e sette feriti e si ritirano.

Un vasto rastrellamento nello spezzino interessa anche la zona MontereggioParana (nel Pontremolese) dove viene duramente impegnata la colonna Giustizia e Libertà nella quale Daniele Bucchioni “Dany”, uno dei protagonisti della resistenza lunigianese e spezzina, opera in qualità di comandante della Brigata Val di Vara.
Scontri tra partigiani e tedeschi a Fornacette di Barga (LU).

Friuli – Acquisita una relativa sicurezza sul fronte della “linea Gotica” a causa del progressivo esaurimento, verso i primi di ottobre, dell’offensiva alleata, i tedeschi sono meno impegnati e quindi in grado di eliminare le varie spine nel fianco costituite dalle “zone libere” Dopo avere devastato il Cividalese e il Tarcentino.

Inizia l’offensiva nazifascista per la conquista della Repubblica della Carnia (la zona a nord del Tagliamento). L’operazione, denominata dai tedeschi “Corsa campestre” (Waldlaufer), investe, oltre la Carnia, l’alto Spilimberghese e la Val Cellina. All’offensiva partecipano un complesso di 35000 uomini (tedeschi, fascisti, francesi di Vichy e russi appartenenti a reparti cosacchi, superstiti della guerra civile, inquadrati nell’esercito tedesco).Hanno con loro venti carri armati, due batterie di cannoni semoventi, due treni blindati e centinaia di automezzi (i partigiani della Carnia resisteranno fino a metà dicembre prima di arrendersi).L’azione comincia al mattino di oggi, domenica, partendo dalla zona fra Amaro e Tolmezzo.

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Udine - Friuli – Iniziano subito le rappresaglie e le carneficine nella Repubblica della Carnia le prime vittime sono quattordici civili uccisi.
Cosacchi e caucasici che danno man forte saccheggiano quattro paesi (Cadunea, Cesarchia, Illegioe Imponzo) e portano via tutto sulle loro carrette. Alle 10,30 il vicario di Imponzo, don Giuseppe Treppo, viene ucciso davanti alle donne e alle ragazze che voleva difendere dalle pesanti galanterie delle truppe tedesche. Altri undici paesi vengono pure saccheggiati, ma in modo meno grave: Caneva, Casanova e parte di Terzo in comune di Tolmezzo; Formeaso, Cabia, Piedin e Valle in comune di Arta; Trelli, Salino e Chiaulis in comune di Paularo; Esemon di Sopra in comune di Raveo. Depredazioni un po’ dappertutto, ma in particolare a Zuglio, Fielis, Arta, Paularo, Paluzzo, Chielis, Treppo Carnico, Villasantina, Verzegnis, Comeglians, Entrampo, Calgaretto, Mielis, Tualis, Vuezzis e Ravascletto. A Chiampamano un reduce di guerra che si trova a letto viene ucciso e bruciato con la casa. La salma di una donna cui si stanno apprestando le esequie viene perquisita. Dodici chiese vengono profanate, con furti di paramenti e oggetti sacri. Una cinquantina di case o casolari vengono incendiati o gravemente danneggiati e saccheggiati. Duemila persone rimangono senza più nulla, perdendo oltre duemila capi di bestiame bovino e ovino. Vanno perduti anche tutti gli animali da cortile. Oltre un centinaio sono i tentativi di violenza carnale. Oltre cinquecento uomini e donne vengono arrestati per essere deportati in Germania.

Provincia di Lucca – A Viareggio muore durante il cannoneggiamento tedesco il ventiquattrenne Mario Barsottelli. All’ospedale della stessa città muoiono, sempre in seguito a ferite causate da una granata germanica, due anziani civili. A Canal del Prato (monte Altissimo), muore, per mitragliamento tedesco, il viareggino Mario Rossi. A causa di uno scontro a fuoco fra 40 Alpenjager tedeschi e sedici partigiani asserragliati nell’asilo infantile di Ruosina, resta ucciso il vigile urbano Gino Pacciardi, che era uscito a vedere cosa stava succedendo.

RESISTENZA: ATTIVITA’ POLITICO – MILITARE
Territorio libero della repubblica dell’Ossola – Solo oggi si concludono le trattative per la formazione del comando militare unico. I garibaldini, dopo avere tenuto in sospeso la designazione del loro commissario politico, giustificandola con un ritardo da parte del loro comando militare, lo indicano nella persona di Livio. Riccardo sarà il commissario per la “Valtoce”. Il comando unico non ha potuto funzionare, le formazioni hanno obbedito finché gli comodava ai tentativi di coordinamento e di comando (provvisorio) fatti fino ad oggi da Federici, ma poi ognuno ha operato di sua iniziativa. Federici annota nel suo diario: “Il comando unico è una barca che fa acqua da tutte le parti”.
 


Storia Postale dell’8 ottobre

 

Piego a tariffa ridotta dal Comune di Novara a quello di Alessandria. Piacevole affrancatura mista.




 

 




lunedì 9 ottobre 1944

LA BANDA KOCH
Il Procuratore Generale di Milano, Laviani, risponde alla lettera di Pisenti in merito al problema della “banda Koch”, dicendogli che ha già avuto notizia della lettera inviatagli dall’Ordine degli Avvocati (tramite l’avvocato Maino) e aggiunge: “che egli non ha dubitato un solo istante che l’azione risanatrice e riparatrice del ministro non si sarebbe fatta attendere”. La lettera conclude facendo presente al ministro Pisenti che dal colloquio avuto con il questore di Milano, Bettini, il Laviani ha tratto la sensazione di propositi retti e decisi, ma anche di affannose preoccupazioni per gravi ostacoli insorti e potenti interferenze deviatrici, tali da fargli temere per la sua permanenza nella carica e per la sua stessa incolumità personale, malgrado l’ordine diretto e perentorio di Mussolini.

L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD
L'Ambasciatore Rahn, di rientro dalla Germania, porta la notizia che Hitler ha dato ordine a Kesselring di tenere la Valle Padana promettendo rinforzi. Le Divisioni italiane in Germania non saranno sciolte ne tanto meno inviate sul fronte Russo come è stato ventilato.

DEL MINISTERO DEGLI ESTERI
Saputo che le divisioni italiane non saranno inviate sul fronte russo, il Segretario Generale per gli Affari Esteri, Serafino Mazzolini, prepara una lettera al Maresciallo Goering per compiacersi della buona notizia e per raccomandare nuovamente di evitare inutili crudeltà e dannose inframettenze dei Comandi militari tedeschi in Italia. Lettera che Mussolini approva e firma.

RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Attacco nazifascista anche alla repubblica dell’Ossola. Sono impegnati 20.000 uomini (impiegheranno 13 giorni per occupare la zona, la battaglia partigiana si concluderà con lo sconfinamento in Svizzera).

RESISTENZA AZIONI DEI PARTIGIANI
Dal diario della brigata Garibaldi “Venezia”: “Ad Annone sequestro in un magazzino di indumenti militari, prelevato il materiale utile per vestire due compagnie di patrioti”.

RAPPRESAGLIE DEI NAZIFASCISTI
Provincia di Brescia – A Valsaviore un partigiano viene fucilato dopo un rastrellamento.



Storia Postale del 9 ottobre

A sinistra lettera probabile doppio porto (affrancata per 2,00) da Traona (SO) a Sondrio con presenza di 0,10 Recapito Autorizzato. A destra una raccomandata affrancata 2,75 (probabilmente indirizzata per l’estero)
con cinque valori 0.50 Propaganda di Guerra serie provvisoria e un 0,25 Monumenti con sovrastampa del Comitato di Liberazione di Castiglion d’Intelvi (CO). La presenza di tutti e quattro i diversi valori del 0,50 e del 0,25 con sovrastampa “privata” fanno sorgere molti dubbi anche la missiva, essendo raccomandata, dovrebbe essere passata allo sportello postale.

Una lettera semplice affrancata con un 0,30 della Provvisoria tiratura di Verona e sette 0,10 del Recapito Autorizzato con fascetto e una raccomandata affrancata regolarmente 2,50con soli valori della Miti e Simboli aerea, da Arianino (FE) a Minerbio (BO).

Una lettera semplice (1,00) con affrancatura mista Imperiale + Monumenti distrutti + Provvisoria tiratura di Verona). A fianco una raccomandata inviata dal Municipio di Albignasego al Comando Provinciale della GNR di Forlì dove non giunse a causa degli eventi bellici in atto nella zona. Il grande bollo in cartella, anche se poco leggibile, recita “AL MITTENTE PER EVENTI BELLICI”. Scritto a mano: pervenuta al mittente il 21 dicembre 1944. Oltre due mesi dopo.


 

 

 

 

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