giovedì 8 marzo 1945
TRATTATIVE IN SVIZZERA PER LA RESA TEDESCA
Alle
7,30 giungono oggi alla frontiera svizzera due automobili con il
generale Wolff, e i suoi accompagnatori: Dolmann, Wenner (nella foto
Wenner con l’ambasciatore tedesco Rahn), Zimmer, il barone Parrilli
e i due capi partigiani Parri e Usmiani.
Una volta varcato il confine, il viaggio per Zurigo prosegue in due
gruppi separati: il primo, guidato da Husmann, comprende i tedeschi e il
barone Parrilli, il secondo è composto dai due capi partigiani e dal
loro accompagnatore Franco Livio, un fidato collaboratore ticinese, che
deve portare i due, che sono in stato di completo sbigottimento, a
Zurigo alla clinica Hirslander (1).
I primi contatti verbali sull’argomento della resa, avvengono,
direttamente nello stesso treno, tramite un colloquio a due fra Husmann
e Wolff.Dollmann, Parrilli, Zimmer e Wenner si sono allontanati dallo
scompartimento proprio per permettere questo colloquio a quattrocchi.
Husmann, come già aveva fatto con Dollmann, propone di condurre la
discussione con la massima franchezza, tralasciando tutti i titoli
quando ci si rivolge la parola. Questo primo incontro fra un profondo
conoscitore della psiche umana com'è il dottor Husmann e Wolff dura ben
cinque ore durante le quali Husmann fa azione di convincimento verso
Wolff su quanti errori stia compiendo il nazismo. Esprime anche un
giudizio sulla personalità di Wolff dicendogli: "Lei vuole vedere dentro
di me, io voglio scoprire la vera natura di lei. Ognuno osserva l’altro,
ma nessuno di noi vede se stesso. Lei non è quello che sembra, non è
solo la persona dura e volitiva. Chi la vedesse mentre lei mi guarda a
bocca chiusa potrebbe credere che lei non abbia sentimenti. Ma è vero il
contrario: lei è un uomo dalla volontà di ferro, senz’altro, ma allo
stesso tempo dominato dall’impulso del sentimento e da sensazioni di
dolcezza; in fondo lei è una persona sensibile”. Wolff vuole sapere da
cosa lo deducesse, e Husmann risponde: “Quando lei sorride,
l’espressione del suo viso conferma ciò che dico, bastano la sua bocca e
il gioco alterno delle sue labbra a indicare il contrasto che c’è nelle
sue inclinazioni e la sua vera natura portata al sentimento”. Wolff
rimane impressionato da queste osservazioni, e dice: “Ho promesso
d'essere franco con lei, e riconosco che mi ha descritto in modo
giusto”. Alla conclusione del colloquio Wolff, visibilmente scosso,
prega Husmann di lasciarlo solo per un po’.
Quando il treno, a Goschenen, viene bloccato da una valanga e tutti i
passeggeri sono costretti a scendere, Husmann vede sulla banchina l’ex
ministro italiano Koch, e riesce a far si che gli ufficiali tedeschi
risalgano immediatamente sul convoglio, fortunatamente Koch non li ha
visti.
Proseguendo il viaggio da Goschenen a Zurigo, Husmann ha la possibilità
di continuare il suo dibattito con Wolff: In Wolff si è verificato un
già un cambiamento interiore, ora inizia a realizzare che nel corso
delle trattative progettate non sarà possibile prendere decisioni
sull’intero Reich.Husmann gli spiega chiaramente che un’azione si potrà
impostare solo a livello militare, perché non appena il problema dovesse
coinvolgere il settore politico dovrebbero intervenire insieme Stalin,
Churchill Roosvelt, e la questione cambierebbe profondamente. Invece una
capitolazione senza condizioni e relativa ad un settore avrà la
possibilità di essere accettata dagli Alleati nella persona di un alto
comandante militare. Wolff conferma che Himmler e Hitler non sanno
niente del suo viaggio in Svizzera, dice di avere deciso, spinto dai
colloqui avuti con Parrilli e Dollmann, di farsi egli stesso un’idea
personale, sotto la sua responsabilità.
Husmann, alla fine di tutti i colloqui con Wolff, è sempre più convinto
che il generale comincia a familiarizzare con il pensiero che sta per
adempiere ad una missione storica che il suo stesso popolo non avrebbe
più dimenticato. Ora, insomma, Wolff è sufficientemente preparato per
essere messo in contatto con Dulles.
Giunti a Zurigo, la comitiva raggiunge inosservata due auto che la
portano all’appartamento di Husmann. Il pranzo serve a rendere ancora
più disteso l’ambiente; la delegazione tedesca rimane molto
impressionata dell’accoglienza cordiale e premurosa.
Tra le 16 e le 17 il dottor Husmann si reca da Allena Dulles, sulla
Genferstrasse per convincerlo ad incontrare Wolff. E’ presente anche Von
Gaevernitz, che come Dulles, dimostra diffidenza nei confronti di Wolff.
Dulles decide che prima di decidere se incontrare Wolff o meno, vuole
recarsi alla clinica Hirslander per vedere i due italiani liberati:
Parri e Usmiani. Però i tre non sono ancora arrivati.
Di ritorno dalla clinica quando Husmann gli chiede se ora è disponibile
a recarsi a casa sua per incontrare Wolff, Dulles si mostra ancora molto
indeciso e chiede di essere riaccompagnato sulla Genferstrasse. Teme che
Wolff sia stato inviato in Svizzera da Himmler. Husmann deve impiegare
tutta la sua opera di convincimento per dargli assicurazione che Wolff è
venuto in Svizzera all’insaputa e senza incarico di Himmler o di Hitler.
Finalmente Dulles accetta di incontrarlo. Così Husmann torna a prendere
Wolff e immediatamente gli chiede: “Generale, mi può assicurare di
nuovo che lei è venuto in Svizzera senza il mandato di Himmler o di
Hitler e che entrambi non sanno nulla di questa sua visita?” Wolff
conferma nuovamente di aver intrapreso il viaggio di sua volontà e
all’insaputa dei suoi capi e Husmann lo conduce da Dulles.
All’incontro è presente anche Von Gaevernitz. I tre si stringono la mano
e Dulles cede subito la parola a Husmann che crea l’atmosfera per un
franco scambio di vedute. Poi, con una serie di domande precise Husmann
fa ammettere a Wolff che la guerra è perduta per la Germania, che
nessuna potenza al mondo potrà separare gli Anglosassoni dai Russi, che
in Svizzera si potrà giungere solo alla risoluzione dei problemi
attinenti al settore italiano e che per le truppe tedesche in Italia si
può parlare solo di resa incondizionata. Il dottor Husmann poi prosegue:
“Se lei dovesse cercare, comunque, di inserire nella discussione
questioni generali, questioni del Reich, il nostro incontro non
durerebbe altri 40 secondi, perché il signor Dulles allora dovrebbe
prendere congedo, non è vero signor Dulles?” L’interpellato risponde
con un “Si”.
Poi Husmann si ritira lasciando i tre da soli e, tornato al suo
appartamento in Sonnegstrasse, raggiunge Parrilli e Waibel, giunto a
Zurigo nel frattempo, e gli altri membri del gruppo. Dopo un’ora, Wolff
si congeda da Dulles e Von Gaevernitz e, insieme con Husmann, che è
tornato a prenderlo, vanno ancora nell’appartamento di Husmann.
L’impressione che Wolff ha lasciato agli americani è quella di un uomo
risoluto; ha assicurato loro d'essere pronto ad iniziare subito i passi
necessari per la capitolazione senza condizioni, esprimendo inoltre la
propria fiducia di poter convincere della cosa anche il comandante in
capo sudovest: il feldmaresciallo Kesselring. L’incontro con Allen
Dulles ha impressionato profondamente Wolff: “Come sono diversi gli
americani da come ce li avevano descritti! Com'è stato cavalleresco il
loro atteggiamento nei miei confronti, per quanto, in fondo, io sia per
loro un nemico sconfitto!” Nel frattempo si è fatta notte; le strade
sono dovunque rischiarate dalle luci. Di colpo Wolff esclama: “Finalmente,
dopo cinque anni, ancora una città illuminata! Ma la visita in Svizzera
mi ha illuminato anche in campo ideale. Adesso so che cosa devo fare”.
Alle 22 Husmann e Waibel vanno da Dulles e von Gaevernitz e li trovano
d’umore eccezionale e molto soddisfatti della situazione e della
conversazione avuta con Wolff. Poi Dulles esprime ancora il desiderio di
vedere i due italiani liberati e così, ad un’ora assolutamente insolita
per le visite, i quattro si recano alla clinica Hirslander, dove
frattanto i due sono entrati sotto falso nome.
………..
(1) Dopo un breve soggiorno, saranno trasferiti a Lucerna da dove,
Parri, i primi d'aprile, riuscirà a raggiungere Roma.
DAL DIARIO DI PUNTONI
“La sparizione di Roatta ha fatto passare in seconda linea tutti gli
altri avvenimenti. Ho saputo, però, che la dimostrazione del Colosseo e
la marcia sul Quirinale erano state preparate da tempo; la fuga del
generale è stata soltanto un comodo pretesto. Contemporaneamente
all’agitazione per le strade è scoppiata una gran rivolta nel carcere di
Regina Coeli da parte dei detenuti comuni. I rossi gridavano che la
bomba sulla piazza del Quirinale era stata gettata dalla polizia;
risulta invece che è esplosa per imperizia di colui che s’accingeva a
lanciarla. Oggi è stata annunciata la ripresa delle relazioni
diplomatiche con la Cecoslovacchia. Bonomi ha telegrafato a Benes”.
DAL DIARIO DI MACMILLAN
Roma – “La fuga del generale Roatta (1) ha fatto un grande rumore,
ma il governo è rimasto in piedi. Credo che i comunisti siano ancora del
parere che è meglio aspettare (e vedere).
Tutto il giorno è stato occupato da una riunione della Commissione
alleata. Alla riunione erano presenti tutti i commissari generali e i
loro principali collaboratori e anche i vari capi delle sezioni e delle
sottocommissioni in cui è articolata la sede centrale della commissione.
A me è spettato fare il discorso d’apertura e quel che ho detto ha
riscosso un modesto successo. D’altra parte, oggi e ieri non mi sono
sentito affatto bene e credo che la grande altezza a cui abbiamo volato
martedì mi abbia fatto male. Mi sento stanchissimo. La riunione (durata
dalle dieci all’una e poi ripresa dalle due e mezzo alle sei) è stata
interessante, ma faticosa. Dopo la seduta del pomeriggio, ho partecipato
ad un ricevimento al Grand Hotel, a cui erano stati invitati tutti i
partecipanti alla riunione, oltre molti altri personaggi importanti di
Roma.
Dall’una alle due e mezzo ho partecipato ad una colazione offerta in mio
onore da De Gasperi (democristiano), ministro degli Esteri. C’erano
anche Reale (comunista) e Morelli (liberale), i suoi due sottosegretari
e poi c’era anche Croce (vecchissimo e ciarliero, ma sempre molto
spiritoso e dotato di un umorismo malizioso), c’era Brosio (liberale,
ministro senza portafoglio), uomo serissimo, e diversi alti ufficiali.
Croce dopo colazione ci ha deliziato moltissimo con la sua presa in giro
dei comunisti e della loro filosofia (…)”.
………..
(1) Roatta è fuggito il 4 marzo da l’ospedale militare dove era stato
internato per disturbi cardiaci.
BOMBARDAMENTI ALLEATI
Nella notte sull’8, 37 aerei del 208° Group della RAF attaccano gli
scali ferroviari di Genova.
FRONTE ITALIANO
Settore Tirrenico
Fronte statico con attività di pattuglie.
Settore Centrale
Nel II° Corpo della V^ Armata USA, la 1^ divisione corazzata effettua
limitati attacchi per rinforzare le posizioni sul fianco sinistro del
corpo conquistando Carviano (BO), a nordest di Vergato.
Settore Adriatico
Fronte statico con attività di pattuglie.
STORIA POSTALE dell’8 marzo
Una lettera semplice nel distretto di Roma con censura fascetta e bollo
a ponte 4045, a fianco altra lettera semplice da Bari alla PM 3800
censurata con fascetta e bollo a ponte 2278 di Bari.
venerdì 9 marzo 1945
TRATTATIVE IN SVIZZERA PER LA RESA TEDESCA
A
Zurigo, dove si trovano ancora Wolff, Zimmer e Wenner, continuano i
colloqui alla ricerca di un accordo diplomatico per una resa
incondizionata ma onorevole. Si incontrano: Wolff e Dolmann con Von
Gaevernitz, Husmann e Waibel (nella foto Max Husmann, a sinistra, Max
Waibel, al centro, e il barone italiano Parrilli, a destra). Dulles non
è più presente.
Wolff vuole, non appena tornato in Italia, far visita a Kesselring e
indurlo a dare il suo consenso alla conclusione rapida dell’armistizio.
Se possibile, anche lo stesso Kesselring dovrebbe venire in Svizzera a
negoziare, eventualmente, con gli incaricati militari degli Alleati.
Wolff informa i mediatori che a Mantova si trovano 350 prigionieri
britannici ed americani, di cui 150 in ospedale e 200 in un campo di
prigionia fuori città; disegna uno schizzo con le località precise e
chiede quindi agli Alleati di non bombardarle. Gli svizzeri e
l’americano esprimono il desiderio che venga portato in Svizzera anche
Edgardo Sogno, capo dell’organizzazione partigiana Franchi e chiedono a
Wolff di cercare di agevolare il ritorno in Italia degli ufficiali
italiani prigionieri di guerra in Germania.
Così ha fine quella che si può chiamare “la conferenza di Zurigo”.
RESISTENZA ALL’ESTERO
In Jugoslavia, 400 ufficiali e soldati jugoslavi disertano le forze
tedesche per passare dal nelle file dei partigiani comunisti che ormai
stanno premendo su Fiume.
DALLA LUOGOTENENZA: DELLA MANCATA DIFESA DI ROMA
La commissione per l’inchiesta sulla mancata difesa di Roma, conclusi i
propri lavori, consegna il dossier al Ministero della Difesa (atti e
relative conclusioni rimarranno segreti fino a quando il Tribunale di
Varese ne otterrà l’acquisizione dal Ministero Difesa nel giugno del
1965).
DAL DIARIO DI MACMILLAN
Roma - “(…) Sono poi andato all’aeroporto col feldmaresciallo (Alexander)
per salutare Stevenson e i suoi collaboratori alla partenza (verso le
tre del pomeriggio) e poi sono tornato a Caserta con Alex, che mi ha
informato delle novità, apprese tramite i servizi segreti. Si ha indizio
che certi ufficiali tra i più alti collaboratori di Kesselring (tra i
quali il suo capo di stato maggiore) intendono trattare i termini di una
resa. Avendo una qualche esperienza di simili operazioni (mi ricordo
dell’armistizio con l’Italia) ho consigliato il feldmaresciallo di
riferirne prima al primo ministro e al CIGS, dichiarando chiaramente
quale linea intende all’occorrenza seguire; poi (dopo essersi
certificato che Londra è d’accordo) deve riferire notizia e piano
operativo ai capi di stato maggiore riuniti (Washington). Se gli
ufficiali tedeschi intendono fare sul serio, devono portarsi in Svizzera
e avere con sé una lettera di autorizzazione firmata da Kessekring; poi
devono consentire a recarsi al quartier generale alleato e deve essere
ben chiaro che ivi si parlerà solo di una resa militare, mentre non si
deve fare ivi nulla che riguardi il piano politico o governativo. Alex
si è detto d’accordo e nello spirito di quanto detto sopra ho formulato
(o meglio abbozzato alla bene e meglio) il telegramma che poi il capo di
stato maggiore dovrà spedire. Sono poi tornato all’aeroporto (e Alex con
me) e sono risalito sul mio Mitchell: sono arrivato a Roma verso le
cinque del pomeriggio. Non ho dato molto peso (o meglio non ve ne ho
dato troppo!) alla presa di contatto con i tedeschi. In primo luogo l’OSS
(servizi segreti americani) si palesano spesso troppo inclini
all’ottimismo e non mostrano di avere grande esperienza; in secondo
luogo, i tedeschi di cui si è fatto il nome sono entrambi uomini delle
SS e, a mio avviso, sarebbe stato più regolare che fossimo stati
avvicinati da gente dell’esercito regolare, che non da questa gentaglia
devota al binomio Hitler – Himmler. E’ chiaro che può anche trattarsi
del tentativo di singole persone che intendono salvare la pelle. (…)”.
FRONTE ITALIANO
Fronte statico con attività di pattuglie in tutti i settori.
STORIA POSTALE del 9 marzo
Due cartoline postali VINCEREMO 0,25: a destra una semplice fuori
distretto affrancata regolarmente 0,60 da Acireale (PA) a Roma; a
sinistra una raccomandata regolarmente affrancata 1,80 da Castignano
(AP) ad Ascoli con ACS di Ascoli.
Ricevuta di ritorno del Servizio Notificazione Atti Giudiziari
regolarmente affrancata 1,00 con due coppie del 0,25 Imperiale
sovrastampato PM
sabato 10 marzo 1945
DAL DIARIO DI PUNTONI
“Il Giappone ha fatto un colpo di mano sull’Indocina francese e ha
compiuto atti intimidatori verso la Tailandia.
Gran scalpore a Roma per la scoperta di un’organizzazione clandestina
fascista. Sono stati operati numerosi arresti.
Federzoni, Bottai e Rossoni sono stati deferiti all’Alta Corte di
Giustizia. Il questore di Roma è stato sostituito nuovamente”.
FRONTE ITALIANO
Fronte statico con attività di pattuglie in tutti i settori.
STORIA POSTALE del 10 marzo
Biglietto postale 0,50 con valore aggiunto da 0,50 PM verificato per
censura con fascetta a bollo a ponte 1011 di Palermo; a fianco piego
manoscritti raccomandati aperti regolarmente affrancato 2,40 (1,20
manoscritti + 1,20 di raccomandazione aperta), ACS di Firenze.
domenica 11 marzo 1945
DAL DIARIO DI MACMILLAN
Roma - “(…) Alle undici sono andato dall’ammiraglio Stone, che è ancora
a letto ammalato, ma pare che nel complesso stia meglio. Sono tornato
alla villa e qui ho visto prima Prunas, poi Randolph. (…).
Alle sei del pomeriggio sono andato a trovare Noel Charles. Ormai è
uscito dall’ospedale e sta di nuovo nel suo bell’appartamento di Palazzo
Orsini. (…)”.
FRONTE ITALIANO
Settore Tirrenico e Centrale
Fronte statico con attività di pattuglie in tutti i settori.
Settore Adriatico
Il capo del Governo italiano, on. Bonomi, si reca a far visita
alle forze italiane schierate a fianco degli alleati nella zona di S.
Alberto di Ravenna.
STORIA POSTALE dell’11 marzo
Una cartolina intestata UNUCI da Bari a Lecce, correttamente affrancata
0,60 presenta due 0,20 gemelli: Imperiale e PM. A fianco una
lettera semplice da Caserta (NA) a Messsina con visto ACS di Napoli.
lunedì 12 marzo 1945
TRATTATIVE IN SVIZZERA PER LA RESA TEDESCA
Nella notte, Dulles va da Waibel a Lucerna per discutere la situazione
conseguente al richiamo di Kesselring presso il Quartier Generale
Supremo da parte di Hitler. Kesselring è fuori già da tre giorni. Che
cosa è successo? Hitler ha fatto convocare Kesselring perché subodora o
addirittura conosce già le intenzioni di Wolff? Oppure si tratta di un
qualsiasi motivo militare?
Dulles e Waibel decidono di far andare al più presto il barone Parrilli
a Fasano, per porre al generale Wolff le quattro seguenti domande:
1 – Cosa intende fare il generale nel caso che Kesselring non
torni?
2 – Come si comporterà il generale, se verrà convocato egli
stesso al Quartier Generale del Fuhrer?
3 – Se il generale Wolff si rifiutasse di recarsi al Quartier
Generale del Fuhrer, cosa deciderebbe di fare? che forze di
combattimento avrebbe a disposizione per realizzare il suo piano da
solo?
4 – Quali zone, per ora, avrebbe a disposizione il generale Wolff
per stabilire il contatto con le forze alleate anche se i principali
comandanti del gruppo d’armate C non volessero arrendersi?
DAL DIARIO DI PUNTONI
“Sentenza
dell’Alta Corte nei confronti di un primo gruppo di giudicandi, la Corte
ha accolto tutte le richieste dell’accusa e in qualche caso ha comminato
anche pene maggiori: Anfuso condannato a morte; Emanuele, Navale e
Roatta all’ergastolo; Jacomone e Suvich a 24 anni (per loro il P.M. ne
aveva chiesti venti); Benini a 15. L’impressione è che lo spirito di
vendetta abbia pesato troppo e che si faccia il gioco dei partiti del
C.L.N. che vogliono fare apparire le folle assetate di sangue”.
DALLA LUOGOTENENZA: RELAZIONI CON L’ESTERO
Il sottosegretario Mario Palermo (a destra nella foto) si reca in
Albania in visita al capo del Governo albanese, Enver Hoxta (a
sinistra).
FRONTE ITALIANO
Fronte statico con attività di pattuglie in tutti i settori.
STORIA POSTALE del 12 marzo
Lettera raccomandata espressa (anche se l’indicazione espressa non è
indicata) correttamente affrancata 6.00 (1,00 lettera fuori distretto +
2,50 di raccomandazione + 2,50 di diritto per espresso), inviata da Roma
a Siena e censurata con fascetta e bollo a ponte 4194 di Roma. Raro uso
del 2,50 Sovrastampato nel primo mese d’uso. A fianco lettera semplice
da Firenze a Napoli con visto ACS di Firenze.
martedì 13 marzo 1945
TRATTATIVE IN SVIZZERA PER LA RESA TEDESCA
Il barone Parrilli si reca nuovamente a Fasano a raccogliere da Wolff le
risposte alle quattro domande postegli da Dulles e Waibel.
FRONTE ITALIANO
Settore Tirrenico
Il 473° reggimento USA, con alcuni suoi reparti, ha iniziato fin da ieri
un attacco in direzione di Treppignana, Capraia e Sillico minacciando
Fosciadora e un conseguente aggiramento delle difese tedesche poste a
ridosso del Serchio. Ma lo sbarramento dell’artiglieria tedesca si fa
deciso, mentre vengono portati in linea alcuni reparti di riserva.
L’attacco americano, che nel corso del pomeriggio cerca di svilupparsi
anche in direzione di Eglio, non è tuttavia condotto con grande mordente
e si arresta.
Settore Centrale E Adriatico
Fronte statico con attività di pattuglie.
STORIA POSTALE del 13 marzo
Da “Il Corriere del Mattino” di Firenze:
Lettera semplice da Roma alla PM 900 censurata dalla censura militare
inglese con fascetta e
bollo
mercoledì 14 marzo 1945
TRATTATIVE IN SVIZZERA PER LA RESA TEDESCA
Il barone Parrilli torna in Svizzera con le risposte di Wolff:
1 – Se anch’egli dovesse essere convocato da Hitler, Wolff si
rifiuterebbe di andare al quartier generale adducendo eventualmente
motivi d'insostituibilità o di malattia.
2 – Qualora Kesselring non dovesse ritornare più in Italia, Wolff
sarebbe pronto ad elaborare un piano d’azione e a venire nuovamente a
discuterlo in Svizzera, per poi metterlo in atto da solo, con o senza il
consenso del successore di Kesselring.
3 – Se Wolff fosse costretto ad agire senza il consenso del comandante
in capo sudovest, allora potrebbe contare esclusivamente sui propri
reparti.
Anche in questo caso, tuttavia, sarebbe possibile agevolare uno sbarco
sulla costa oppure mantenere aperti alcuni campi d'atterraggio per gli
Alleati.
4 – Wolff sarebbe pronto ad alloggiare presso la sua sede una
stazione radio alleata, così da assicurare un contatto permanente senza
dar nell’occhio.
5 – Wolff mette fortemente in guardia gli Alleati dalle manovre
di Kaltenbrunner, il capo dell’Ufficio Centrale per la Sicurezza
del Reich, che chiaramente intende intraprendere egli stesso un’azione
di mediazione in Svizzera e pare abbia avuto sentore del viaggio di
Wolff tramite il generale Harster.
Wolff, inoltre, chiede di insistere molto con gli americani perché siano
estremamente prudenti nell’impiego di radiogrammi in codice, in quanto i
tedeschi già una volta, nel 1943, hanno decifrato radiomessaggi inviati
da Berna!
FRONTE ITALIANO
Fronte statico con attività di pattuglie in tutti i settori.
STORIA POSTALE del 14 marzo
Non reperiti documenti bollati dalle poste in questa data
giovedì 15 marzo 1945
FRONTE ITALIANO
Fronte statico con attività di pattuglie in tutti i settori.
STORIA POSTALE del 15 marzo
Avviso
ricevimento del tipo cartaceo regolarmente affrancato 1,00 a Teramo.
venerdì 16 marzo 1945
TRATTATIVE IN SVIZZERA PER LA RESA TEDESCA
Partono da Caserta i due generali alleati che dovranno condurre in
negoziati. Sono due alti ufficiali:
- il maggiore generale americano L.L. Lemnitzer, sostituto capo di Stato
Maggiore del maresciallo Alexander,
- il maggiore generale britannico Terence Airey, capo del servizio
informazioni presso l’A.F.H.Q.
Dovrebbe arrivare, eventualmente, anche un generale russo, perché anche
i russi sono rappresentati nel Comitato Alleato del Meditarraneo.
Per motivi di segretezza i generali alleati hanno viaggiato con nomi
falsi e in abito civile; anche i loro tre accompagnatori, di cui due
sono ufficiali di S.M. del servizio di sicurezza, hanno indossato abiti
civili.
L’ESERCITO ITALIANO DEL SUD
Roma – Il Luogotenente Umberto di Savoia si reca a dare il benvenuto ai
reparti della divisione “Garibaldi” recentemente rimpatriati dal
Montenegro. Dopo aver passato in rivista le truppe della divisione, che
hanno in seguito sfilato in modo perfetto, ha decorato nove valorosi
della gloriosa unità.
BOMBARDAMENTI ALLEATI
Bombardati gli scali di Monfalcone (TS) (vedi foto).
FRONTE ITALIANO
Fronte statico con attività di pattuglie in tutti i settori.
STORIA POSTALE del 16 marzo
Raccomandata con ricevuta di ritorno dal Comune di Perugia al Comune di
Spello (PG) regolarmente affrancata 4,00 (0,50 lettera a tariffa ridotta
fra Comuni + 1,00 di AR + 2,50 di raccomandazione), ACS di Perugia. A
fianco una rara assicurata tassa a carico nel distretto di Napoli
tassata in arrivo 5,00 con una coppia di 2,00 Imperiale e un 1,00 Miti
aerea sovrastampato PM tutti con bollo T a mano; visto ACS di Napoli.
Cartolina postale VINCEREMO regolarmente affrancata 0,60 da Roma a
Oristano; censura con bollo a ponte 4095 di Roma e bollo in cartella
RITARDATA PERCHE’ PRIVA INDIRIZZO DEL MITTENTE. A fianco un biglietto
postale da 0,50 da Trapani a un prigioniero di guerra italiano in
Egitto.
|