il tramonto di un regno









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il tramonto di un regno


di Giancarlo MAGNONI

12° Periodo dal 16 0ttobre 1944 al 26 aprile 1945.
Territorio a sud della linea del fuoco: A.M.G./A.C. E LUOGOTENENZA

Diciannovesima parte dal 5 all’8 di aprile 1945
 


giovedì 5 aprile 1945

FRONTE ITALIANO
Settore Tirrenico

Inizia l’offensiva generale della V Armata dalla costa tirrenica ai limiti di competenza della VIII Armata - Prima che il cielo sia completamente chiaro, entra in pieno sviluppo l’attacco dei nippo - americani alle pendici dei monti Carchio e Folgorito. In vari ricoveri e postazioni, vengono catturati parecchi tedeschi ancora semi addormentati a testimonianza evidente che si è raggiunto lo scopo dell’azione a sorpresa. La zona viene rastrellata ed è completamente sotto controllo già alle 7,30.
Alle 5 anche il 100° battaglione attacca di sorpresa dalla sua linea di partenza sul Monte di Ripa. La prima a muovere è la compagnia A. Questo attacco però dapprima vacilla e poi si arresta, poiché molti dei componenti la compagnia sono rincalzi al battesimo del fuoco.
Tutto è stato preparato da dieci minuti di fuoco intensissimo dell’artiglieria. Hanno sparato tutti insieme i battaglioni d’artiglieria campale 597°, 598°, 599°, 600° e 329°: le compagnie di artiglieria campale e quelle controcarro dei reggimenti di fanteria; la compagnia B dell’895° cacciacarri: la B dell’84° con mortai da 107; il 758° corazzato e le compagnie presenti del 760°; il 679° cacciacarri e le compagnie presenti dell’894°. Un numero, tra mortai e cannoni, valutabile fra 140 e 200.
Nel fronte di Strettoia formazioni di bombardieri B 25 Mitchell e di cacciabombardieri P 47 Thunderbolt attaccano le retrovie e, in particolare, i pericolosi cannoni di Monte Marcello. Alla loro azione si aggiunge, contro la Punta Bianca, quella di alcuni cacciatorpediniere inglesi appartenenti alla Flank Force del Mediterraneo occidentale.

Settore Centrale
Continua la seconda fase dell’offensiva padana, inizia il 23 marzo, sul fronte del II Corpo d’armata americano. Reparti della 56^ divisione e di commandos stanno attaccando per l’espansione della testa di ponte al di là del Reno.

Settore Adriatico
Fronte statico con attività di pattuglie.

BOMBARDAMENTI ALLEATI
Nella notte sul 5, 79 aerei del 208° Group della RAF attaccano gli scali ferroviari di Brescia.




STORIA POSTALE del 5 aprile
 

 

Una rara cartolina postale 0,50 Albania con affrancatura aggiunta a completamento della tariffa cartolina fuori distretto, da Ariano Irpino (AV) a Casavatore (NA); a fianco una cartolina commerciale raccomandata regolarmente affrancata 3,,60 (1,20 cartolina fuori distretto + 2,40 di raccomandazione aperta) da L’Aquila a Fontechiari (FR).
 

 

 

 

Lettera raccomandata regolarmente affrancata 7,00 (2,00 lettera fuori distretto + 5,00 di raccomandazione) da Reggio Calabria a Roma.

 

 

 

 

 

venerdì 6 aprile 1945


TRATTATIVE IN SVIZZERA PER LA RESA TEDESCA
Fasano (BS)
- Il generale Wolff (vedi foto) dà un tè invitando diplomatici e militari presso il suo Comando, è presente anche il barone Parrilli. von Vietinghoff ed il suo capo di Stato Maggiore, generale Roettiger, sono puntualissimi, l’ambasciatore Rahn, invece, non si presenta.
Wolff ha anche convocato tutti i comandanti a lui subordinati e gli ha rinnovato l’espresso divieto di eseguire distruzioni in alta Italia.

DAL DIARIO DI PUNTONI
“Una notizia importante che conferma la gravità della situazione per la Germania e il Giappone: la Russia ha denunciato il patto di neutralità con il Giappone stipulato il 13 aprile 1941, in virtù dell’articolo 3 del patto stesso che contemplava il diritto di denuncia un anno prima della scadenza. La mossa russa anche se non equivale a una dichiarazione di guerra costituisce una minaccia talmente forte da influire sulla resistenza del Giappone e sulla sua linea di condotta”.

BOMBARDAMENTI ALLEATI
Verona subisce l’ultimo bombardamento da parte degli alleati.

FRONTE ITALIANO
Settore Tirrenico

Sul fronte di Strettoia, dopo una rapida riorganizzazione effettuata nel corso della notte, il 370° si prepara a riprendere l’attacco alle 6 del mattino. Ma i tedeschi battono le posizioni americane con un forte bombardamento di mortai e li costringono a rinviare l’azione alle 8. Quando però il II°/370° inizia a muoversi viene immediatamente fermato dai mortai e si disintegra. Il I° btg., all’ordine di attaccare a sua volta, replica di non porsi muovere anch’esso a causa dei mortai tedeschi. Nel pomeriggio ogni azione di attacco del 370° viene sospesa. A sera, il gen. Almond dispone che il II°/473° attacchi ancor prima dell’alba in direzione dell’antica Fortezza degli Aghinolfi. Il I°/370° riceve invece l’ordine di trasferirsi sul Serchio, mentre il 371° continua ad appoggiare dalla pianura, come può, le unità impegnate sulle alture.
Sul fronte del Folgorito – Carchio, nel settore del 100° battaglione viene chiesto l’intervento dell’aeronautica per colpire Ohio 1, sul Monte di Ripa. Indirizzati da terra dagli ufficiali di collegamento, i piloti sono messi in grado di centrare l’obiettivo tra l’entusiasmo dei Nisei (come sono detti i nippo – americani) che, nonostante l’accanita difesa di piccoli gruppi di tedeschi, riescono così a serrare i tempi annientando ogni resistenza. Alle 19, elementi della L e pattuglie della C del 100° prendono finalmente contatto sanzionando la chiusura della tenaglia. E’ intanto entrato in azione anche il II° battaglione del 442°.Sul mezzogiorno, la sua compagnia F ha preso il Carchio mentre il resto del battaglione si è spinto verso il Belvedere, tenacemente difeso dal battaglione mitraglieri Kesselring composto da veterani di prim’ordine.
Conquistata Strettoia (LU).

Settore Centrale
Continua la seconda fase dell’offensiva padana sul fronte del II Corpo d’armata americano iniziata il 23 marzo.

Settore Adriatico
Conquistata Sant’Alberto (RA).



STORIA POSTALE del 6 aprile
 


 

 

Da “Il Corriere del Mattino” di Firenze:











 

 

Una cartolina postale Re paglierino da 0,60 da Pieve di Cento (BO) a Bologna che presenta un rarissimo 0,10 Roma usato in Emilia e un biglietto postale da 0,50 Imperiale con completamento di affrancatura lettera con tre valori 0,50 PM gemelli.
 

Una raccomandata da Sassari a Roma che presenta un 5,00 Imperiale ormai poco reperibile su lettera, la busta presenta la peculiarità di essere ricavata dalla darta a righe di un documento usato; a fianco un piego affrancato 1,20 come manoscritti a tariffa ridotta.
 

Ancora una raccomandata da Viterbo a Montefiascone (VT) e una cartolina di ospedale raccomandata da Siena a Asciano (SI) regolarmente affrancata 3,60 (1,20 + 2,40).
 

 

sabato 7 aprile 1945

TRATTATIVE IN SVIZZERA PER LA RESA TEDESCA
Dalle 14 alle 17 - Nuovo incontro fra Wolff e von Vietinghoff, presente il generale Rottiger, con la parziale partecipazione del barone Parrilli che successivamente conferirà con Wolff e Dolmann fino alle due di notte, per poi ritornare subito in Svizzera ad informare Waibel e Husmann dei risultati di questi incontri. Zimmer ha accompagnato Parrilli fino alla frontiera, in quanto il barone porta con sé degli scritti importanti, ovvero le risposte di Wolff ai due messaggi del 2 aprile.
Un primo scritto dice:

“Condivido le vostre idee sulla situazione militare e considero irresponsabile la prosecuzione dello spargimento di sangue e d'assurde distruzioni. Tutto ciò non può più influire in misura decisiva sulla prossima conclusione della guerra. Perciò, non senza gravi conflitti di coscienza e solo per un profondo senso di responsabilità nei confronti del popolo intero, sono pronto a trarre da questa situazione le conseguenze necessarie, nella convinzione che in tutte le trattative vengono garantiti i seguenti punti:
1) Ritiro delle truppe con gli onori militari, dopo la chiusura delle ostilità.
2) Mantenimento di un piccolo contingente militare, estratto dal gruppo d'armata, quale futuro tutore dell’ordine in Germania.
Il secondo messaggio affronta dettagliatamente l’impedimento delle distruzioni, la limitazione delle azioni contro i partigiani, la protezione dei prigionieri di guerra, ecc. concludendo:

“Infine dichiaro che, dopo il ritorno dalla mia prima visita in Svizzera nella prima metà di marzo, in diverse riunioni di comandanti ho ordinato alle unità delle SS, della polizia e dell’esercito a me sottoposte, sotto comminazione di severe punizioni, che si astenessero da qualunque distruzione e, se necessario, impedissero le distruzioni stesse con le armi; questo dopo avere sostenuto per un anno e mezzo che le distruzioni non militari dovessero essere evitate. A partire dal marzo, inoltre, ho insistito con i comandanti miei amici, del gruppo d’armata (von Vietinghoff e Rottiger) e del comando di marina (ammiraglio Lowitsch), affinché i cantieri e gli impianti portuali di Genova e Trieste in sostanza non venissero distrutti; per quanto ne so, la distruzione non c’è stata. L’incaricato del ministero degli armamenti e la produzione bellica, il mio subordinato maggiore generale Leyers, è stato da me reso personalmente responsabile del fatto che durante lo sgombero del Norditalia non fossero eseguite distruzioni.
Conducendo la guerra partigiana ho cercato di proteggere le viti umane. In molti casi sono riuscito a stringere coi partigiani patti locali di non intervento; tre volte ho sedato scioperi generali – Torino, Milano e Genova – in modo incruento, per via di negoziati. Questo, nonostante direttive contrarie dall’alto. Nell’ottobre 1944, inoltre, ho ottenuto dal duce un’amnistia di circa 80.000 partigiani che erano rimasti tagliati fuori in mezzo ai monti nella neve, e li ho protetti dalle persecuzioni dei neofascisti”.

Il contenuto dei due messaggi e alcuni dettagli aggiunti dal barone Parrilli riguardo al comportamento di Vietinghoff nei riguardi della resa, vengono trasmessi all’A.F.H.Q. (Allied Forces Head Quarter). Vietinghoff chiede di ricevere una copia delle condizioni dell’armistizio (1).
…………
(1) In realtà questa richiesta viene vista dagli alleati come un tentativo dei tedeschi di avviare vere e proprie trattative sulla resa. Partendo dal punto di vista che simili trattative sono in chiara contraddizione con il principio della resa incondizionata, gli alleati non consegneranno in nessun momento scritti d'alcun genere.

DALLA LUOGOTENENZA
Umberto di Savoia è costretto a firmare il provvedimento disciplinare con cui caccia dalla flotta suo cugino Aimone, duca d’Aosta (nella foto).

Aimone era diventato il quarto duca d’Aosta alla morte del fratello quarantatreenne Amedeo, deceduto in prigionia in Africa, lontano dalla patria, per non abbandonare i suoi soldati, il 3 marzo 1942. Alto, magro, di grande fascino, Aimone ha un carattere gaio e estroverso. In tempi spensierati, ha praticato tutti gli sport, compreso il volo. E’ un automobilista provetto e, per un certo periodo è stato presidente del Reale Automobile Club d’Italia. Quando era stato designato al trono della Croazia era comandante del Dipartimento marittimo alto Tirreno e non aveva nessuna intenzione di lasciarlo. Si era reso conto dell’insussistenza di un regno che lo stesso Pavelic, suo primo ministro, definiva “un espediente”. Comunque, il principe, aveva tentato di formarsi una specie di “ufficio croato”, composto, in Italia, dal colonnello del Commissariato militare marittimo Agenore Bertocchi e da due carabinieri che parlavano il croato. A titolo di informazione, venivano compilati i ”Punti stimati” (dal 20 agosto 1941 al 15 agosto 1943) che il duca inviava al Re (e forse anche al duce). Erano documenti in cui si esaminava la situazione croata e, senza mistificazioni, si illustrava la precarietà d’un paese lacerato da divisioni interne, avvelenato da un antico odio per l’Italia, dove gli “ustascia” del criminale Pavelic si scatenavano selvaggiamente contro le minoranze serbe e tedesche, e dove infieriva la persecuzione razziale contro i mussulmani e gli ebrei. Nel 1939 aveva sposato la principessa Irene di Grecia (nella foto) dalla quale, nel 1943, ha avuto il suo unico figlio: Amedeo, attuale quinto duca d’Aosta.

L’8 settembre 1943, all’annuncio dell’armistizio, Aimone, si trovava a La Spezia dove ha sempre mantenuto l’incarico di ammiraglio. Radunati gli ufficiali (fra questi anche il principe Junio Valerio Borghese che con la sua Decima Flottiglia Mas era alle sue dipendenze), disse: “Io ho dei doveri militari in quanto ammiraglio. Ma ne ho altri preponderanti in quanto principe di Casa Savoia. Come tale devo raggiungere il re”. Imbarcatosi su un cacciatorpediniere era andato al Sud dove aveva ripreso il suo posto in Marina, alla base navale di Taranto dove , probabilmente avrebbe concluso la sua carriera nella flotta se non fosse incappato in un clamoroso incidente.

Nei giorni scorsi la nota giornalista inglese Silvia Sprigge, incaricata di un’inchiesta sulla nostra flotta, l’ha ottenuta da Aimone, che, galantemente invitata a pranzo a bordo di una delle sue navi. Parlando dell’argomento del giorno, la fuga e la condanna di Roatta, presenti a tavola anche alcuni ufficiali, il duca si è lasciato scappare: “Io li fucilerei tutti”. La Sprigge, crede si riferisse agli imputati al processo, accusati di avere abbandonato senza combattere Roma nelle mani dei tedeschi. Invece Aimone, non rendendosi conto della gravità dell’affermazione e in base a chissà quale sua bizzarra interpretazione personale, ha precisato: “Io intendevo i giudici”. La Sprigge, ha fatto il suo mestiere e la principesca stupidaggine ha preso a circolare trasformandosi in un caso politico.

L’episodio, rimesso al giudizio dell’Alta Corte di Giustizia, viene rimandato dal magistrato Maroni, suo presidente, “ai provvedimenti che il governo riterrà opportuni per la tutele del decoro..”. Il governo ha ordinato un’inchiesta, classico metodo nazionale quando si vuole togliersi d’impaccio e scaricare responsabilità su qualcuno…e la cosa è così passata al ministro della Marina, De Courten. De Courten ha interrogato il collega Aimone che, purtroppo si è potuto difendere solo sostenendo che è stato un errore permettendo a Bonomi di concludere dicendo “..si deve ritenere che il suo atteggiamento sia stato in contrasto con gli obblighi spettanti alla sua posizione” con il conseguente esonero dal comando e lo sbarco di Aimone.

DAL DIARIO DI MACMILLAN
Roma
– “Alle nove, ho visto (Mauro) Scoccimarro, comunista, ministro per l’Italia liberata. Vuole che gli consenta di portarsi nel nord del paese “subito dopo la liberazione” per usare della sua influenza e far si che ovunque si diffonda un clima di amistà e di tolleranza. Per fortuna, è già stato apprestato un piano in cui si definisce esattamente il ruolo del governo italiano. Non cera altro da fare che stare ad ascoltarlo.
Alle nove e mezzo, è stata la volta del marchese Lucifero (l’uomo del luogotenente generale). Lo preoccupa il pericolo che i comunisti creino disordini nel nord del paese. E teme che se si addiverrà ad un rimpasto di governo, la “sinistra “ coglierà l’occasione per sollevare di nuovo la “questione istituzionale” e probabilmente (i suoi ministri) non vorranno prestare giuramento (al principe Umberto).
Dalle dieci e mezzo all’una, utilissimo incontro, a cui erano presenti l’ammiraglio Stone, Antolini (della sezione economica), il generale Spofford (G5 del quartier generale alleato), il generale Robertson, il brigadiere Anderson e il sottoscritto. Abbiamo predisposto un piano veramente eccellente per riorganizzare la sezione (economica) e metterle a disposizione i servizi di ufficiali dell’esercito (sotto la responsabilità di Anderson), che già sono stati impiegati nel ripristino e nel rinnovato funzionamento di quegli impianti industriali (soprattutto di Terni) che erano stati requisiti dall’esercito. Tali impianti riguardano scorte di magazzino, fornaci di mattoni, cementifici ecc. e l’idea è quella di operare una sorta di fusione tra commissione alleata ed esercito e allo stesso tempo togliere ufficialmente la requisizione degli impianti. Ogni settore industriale dovrà avere un ufficio di controllo ossia un ufficio consultivo composto da uomini della commissione alleata (con gli ufficiali dell’esercito specialisti del ramo), da uomini del governo italiano e da rappresentanti degli imprenditori e dei lavoratori italiani. Se veramente riusciremo a mettere in opera tale piano, avremo fatto un grande passo avanti.
Pomeriggio molto denso di appuntamenti: ho visto Kirk, De Gasperi (ministro degli Esteri italiano) e Charles. (…)”.

BOMBARDAMENTI ALLEATI
Otto ondate di bombardieri colpiscono ancora Cotignola provocando la morte di 7 persone.

FRONTE ITALIANO
Settore Tirrenico

Sul fronte di Strettoia il II°/ 473° supera il paese stesso, completamente distrutto, ed espugna rapidamente varie postazioni tedesche. Anche il II°/ 370° riesce infine a compiere qualche progresso. Un gruppo corazzato, composto da carri dei battaglioni 758°, 760° e 894°, avanza intanto lungo la via Aurelia portandosi sotto il Monticello e Palatina in supporto alla fanteria.
Sul fronte del Folgorito – Carchio, a causa dei progressi estremamente limitati compiuti sul suo fianco sinistro dal 370°, il 442° si trova ad essere esposto per circa quattro chilometri. Di conseguenza, gran parte della giornata viene spesa nell’organizzare e nel consolidare le posizioni. La compagnia F riesce invece a superare il punto morto sul Belvedere. Il 100°, a sua volta, cattura un certo numero di sbandati e cerca di fare il possibile per aiutare il 370° ancora in fase di stallo alla sua sinistra.

Settore Centrale
Si esaurisce la seconda fase dell’offensiva padana sul fronte del II Corpo d’armata americano. Dal 23 marzo costanti martellamenti da parte delle artiglierie e sette puntate offensive della fanteria su settori e in ore diverse hanno fortemente impegnato le forze tedesche del settore.

Settore Adriatico
Fronte statico con attività di pattuglie.



STORIA POSTALE del 7 aprile
 

 

Una cartolina postale 0,60 Re paglierino regolarmente affrancata 1,20 da
Cittanova (RC)a Ragusa e una cartolina di ospedale da Firenze a Gaeta (LT), ACS di Firenze
 

 

Due pieghi comunali da Loreto (AN) come manoscritti raccomandati aperti 4,80 (2,40 manoscritti + 2,40 di raccomandazione aperta) e da Castelliri a Sora come stampe.
 

 

Una raccomandata regolarmente affrancata 7,00 da Napoli a Roma (ACS di Napoli) e una raccomandata di più porti affrancata 18,00 da Messina a Roma.
 

 

Ancora due raccomandate affrancate 7,00 (la prima a destra presenta due 0,50 Miti gemelli, con e senza PM) da Napoli a Roma e da Penne (PE) a Pescara.
 

Questa lettera (affrancata 1,00 anziché 2,00 ma non indicata da tassare) fu inviata da Firenze a Fiumetto (LU) da un mittente che evidentemente ignorava che Fiumetto era proprio sulla linea del fuoco della Linea Gotica.
Il bollo RESPINTA DALLA CENSURA AL MITTENTE fu probabilmente applicato a Viareggio.

 


domenica 8 aprile 1945

DAL DIARIO DI PUNTONI
“Il fatto del giorno è rappresentato dallo scandalo “Duca d’Aosta” riassunto da tutti i giornali che riportano pure, integralmente, la lettera che, in proposito, Bonomi ha scritto al Presidente dell’Alta Corte, Maroni. La frase che, secondo una giornalista inglese, il Duca avrebbe pronunciato sarebbe: “Io avrei fatto fucilare tutti i giudici!”. E’ un idea che forse anche altri hanno avuto, ma non sempre quello che si pensa si può dire. Comunque, forse, da parte del Duca vi è stata un po’ di leggerezza. E le parole da lui pronunciate in un banchetto dove erano rappresentanti della stampa alleata non potevano non avere ripercussioni gravi. I giornali antimonarchici si sono impadroniti del “fattaccio” per riaccendere la violenta campagna contro la Monarchia. Ed è questo, purtroppo, il consuntivo passivo della faccenda!”

FRONTE ITALIANO
Settore Tirrenico

La compagnia K del 370°, non riesce ad avanzare e resta ferma al Salto della Cervia, benché i tedeschi abbiano sgombrato la zona nel corso della notte. Avanza invece, finalmente, il I/473° con l’appoggio dei carri armati che, nella mattinata, fanno la loro apparizione alle Capanne di Montignoso.

Nella prima foto la battaglia ripresa dal Castello di Montignoso

Intanto, il III/442° si spinge giù dalla cresta del Collepiano e giunge anch’esso nel paese. Nella tarda mattinata, tutto il settore fino ad ora di competenza del 370° negro passa il controllo del 473°, il cui solo III battaglione continua a restare sul Serchio. Il II/370° va a dare il cambio al Cinquale, dove viene rapidamente gettato un ponte sul fiume, al II/371° che è destinato, col resto del reggimento, a passare alle dirette dipendenze del IV corpo col compito di sostituire i brasiliani nel settore bolognese. Nel pomeriggio, mentre pattuglie alleate si portano nella frazione di Vietina, dieci partigiani passano in barca il fiume e si spingono fino a Poveromo, rientrando alle 20 senza avere incontrato resistenza. Sui monti, la compagnia G del II battaglione nippo – americano va ad attaccare il Colle Tecchioni.

Le truppe “nisei” (i giapponesi americani) a Montignoso, sullo sfondo il Carchio

Contemporaneamente le altre due compagnie fucilieri dello stesso btg. attaccano in direzione di Altagnana e Pariana che sono intanto investite dal deciso attacco dei partigiani del Gruppo Patrioti Apuani. I tedeschi, veterani del battaglione mitraglieri Kesselring, si battono aspramente ma sono costretti a cedere uomini, terreno, armi e munizioni e vanno a finire, praticamente, in bocca ai Nisei che sopraggiungono da Colle Tecchioni – Casa Quadrelli – Tombara. Conquistata Montignoso (AU).
 



Nella foto, sempre scattata oggi: semoventi americani M8 del 758° battaglione sparano in direzione del monte Belvedere.



Settore Centrale e Adriatico
Fronte statico con attività di pattuglie.




STORIA POSTALE dell’8 aprile

Su ITALIA NUOVA viene annunciato:

ITALIA - Fra una decina di giorni, presso il Ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni, si riunirà la commissione incaricata di esaminare i bozzetti per la nuova serie di francobolli ordinari ed aerei d'Italia, che sono già pervenuti in notevole quantità a detto Ministero. Per evitare che eventuali ritardi sull'inoltro a mezzo postale possano impedire a qualche concorrente di far giungere i propri bozzetti in tempo utile, il termine per la presentazione è stato spostato dal 1° al 15 corrente. Ci auguriamo che, prima ancora che la Commissione abbia espresso il suo giudizio, il pubblico venga richiesto del proprio parere a mezzo della stampa quotidiana.
 

 

Ricevuta di Ritorno dell’Ospedale di S. Maria Nuova di Firenze da Firenze a Fiesole (FI) con ACS di Firenze; a fianco una lettera semplice per gli USA regolarmente affrancata 5,00.
 

 

 

 

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