giovedì 8 marzo 1945
DEL MINISTERO DEGLI ESTERI
Quando Mellini Ponce de Leon si reca da Mussolini per la
giornaliera firma di documenti, il duce torna sull’argomento del
successore di Mazzolini nell’incarico di Sottosegretario agli esteri e
torna a parlare di Rogeri come un candidato da scartare, dicendogli:
“Mi è stato detto che la moglie è americana (inglese, corregge
Mellini) e i tedeschi potrebbero fare obiezioni. Poi non è molto ben
visto dai fascisti in Germania. Del resto Rogeri fa molto bene per gli
internati e ho piacere che continui ad occuparsene. L’assistenza agli
internati mi sta enormemente a cuore.
Penso continuamente a questi disgraziati. Quando torneranno saranno
feroci contro di noi. Ci odieranno e, anche se non abbiamo colpe, ci
vorranno fare a pezzettini ed avranno ragione, cominciassero pure
proprio da me. Non servirà certo a scusarci il fatto che è per colpa del
Re e di Badoglio se si trovano in queste condizioni.
Anche se i tedeschi ci ostacolano in ogni modo dobbiamo fare tutto
quanto sta in noi per alleviare le loro penose condizioni. Per questo ho
fatto stanziare un miliardo e per questo desidero che Rogeri vi dedichi
tutta la sua attività”.
DELLA STAMPA
La propaganda contro gli “invasori alleati” continua ad essere uno
spaccio di odio e di menzogne. Sul “Corriere Padano” diretto da Michele
Campana, si può leggere oggi un articolo dal titolo: “E’ accaduto in
Toscana: quadri di inestimabile valore staccati dalle cornici e ridotti
a giaciglio per i negri”.
TEDESCHI
Il Feldmaresciallo Kesselring, non ancora completamente ristabilito
dall’incidente automobilistico dell’ottobre, riceve l’ordine di recarsi
a Berlino.
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Il Comando Raggruppamento Divisioni d’assalto Garibaldi a cui
fanno capo le formazioni partigiane della Valsesia – Ossola – Cusio e
Verbano, emana l’ordine, per tutti i reparti, di spostarsi in pianura.
Già dal mese di febbraio il Comando ha a lungo elaborato un vasto piano
di operazioni da condurre simultaneamente contro i più importanti
presidi nazifascisti in pianura e precisamente su Fara, Romagnano e
Borgosesia. Altre importanti azioni di carattere diversivo sono
previste su Borgomanero e Crevalcuore, con blocco di sicurezza lungo
tutte le strade aperte agli eventuali rinforzi diretti al nemico durante
la lotta. La battaglia si presenta tanto grande quanto difficile e dura,
anche perché i presidi da conquistare rimangono al centro e a non grande
distanza da Omegna, Arona, Domodossola, Varallo, Biella, Sasto Calende,
Vercelli e Novara, città in cui il nemico ha grossi concentramenti di
truppe (non meno di ventimila fra fascisti e tedeschi armati fino ai
denti) pronte a intervenire a raggiera sulla zona attraverso la fitta
rete di strade provinciali e statali.
A Milano, nel giorno della festa internazionale della donna, i
partigiani diffondono migliaia di volantini.
STORIA POSTALE del 8 marzo
Un piego come lettera
raccomandata e un piego stampe affrancato con una striscia di quattro
del 0,05 Monumenti Distrutti.
Viene
diramata quella che si presume l’ultima circolare in ordine di tempo a
proposito della scalpellatura degli emblemi reali dai timbri e suggelli
degli uffici postali. Si tratta della N°15 della Direzione Provinciale
di Novara. Eccone l’estratto:
venerdì 9 marzo 1945
DELLA STAMPA
Ferrara - Sul “Corriere Padano” si legge oggi: “Egli (Mussolini)
ha parlato e noi gli crediamo ciecamente. La vittoria finale sarà delle
nostre armi. Le fulgide aquile di Roma spiccheranno domani il volo per
fiaccare la tracotanza dei figli d’Albione e per ricacciare nel fango in
cui hanno sempre guazzato i porcari dell’altra sponda, dagli avidi
appetiti”.
TEDESCHI
Kesselring viene nominato comandante del fronte occidentale e nella
notte sul 10 si trasferisce nel suo nuovo Quartier Generale. Il Gen. Von
Vietinghoff lo sostituisce definitivamente nel comando del Gruppo di
Armate C in Italia (nella foto Von Vietinghoff a sinistra con Kesselring,
a destra).
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Cuneo – A Monchiero d’Alba i fratelli
Giuliano e Valdemaro Cirelli e Armando Meniciatti vengono avviati alla
fucilazione (nella foto a sinistra).
Provincia di Modena – A Nonantola, una decina di
chilometri a nordest di Modena, per rappresaglia all’uccisione di due
soldati tedeschi a Villanova, i tedeschi fucilano dieci (o undici)
civili sul ponte di Navicello.
Provincia di Torino – A San Giorgio Canavese i tedeschi fucilano un
partigiano.
RESISTENZA: ORGANIZZAZIONE POLITICO – MILITARE
Provincia di Modena – La divisione partigiana Modena M, che dal
febbraio ha visto ingrossare le sue file a raggiungere le quattromila
unità. E’ articolata in otto brigate: Dolo, Dragone, Santa Giulia,
Italia, Scarabelli, Speranza, Stop e Matteotti, rese più efficienti e
meglio organizzate dai numerosi aviolanci alleati. La Democrazia
Cristiana ne ha fino ad oggi avuta l’egemonia nel comando, ma con
l’afflusso di nuovi volontari la maggioranza dei quadri e degli organici
si è spostata a favore dei comunisti. Ne nasce una polemica che viene
oggi risolta in un nuovo assetto al vertice, a prevalente carattere
militare, in cui la DC ottiene la facoltà di organizzare e condurre in
modo autonomo la propria brigata Italia.
RESISTENZA ALL’ESTERO
In Jugoslavia, 400 ufficiali e soldati jugoslavi disertano le forze
tedesche per passare dal nelle file dei partigiani comunisti che ormai
stanno premendo su Fiume.
STORIA POSTALE del 9 marzo
Due lettere raccomandate da Castiglion d’Intelvi affrancate con valori
della serie Propaganda di Guerra sovrastampati (Provvisoria) e valori
sovrastampati Comune di Castiglion d’Intelvi – Servizio Speciale, di
origine filatelica ma comunque molto interessanti.
Lettera espressa da Limone Piemonte (CN) a Genova censurata dalla
Commissione Provinciale di Cuneo 19R con bollo in cartella di Propaganda
“Egli combatte e tu?”.
sabato 10 marzo 1945
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Belluno - I soldati della 7^ compagnia del
battaglione SS di polizia Schroder impiccano a Bosco delle Castagne
dieci partigiani prelevati dalle celle della caserma Jacopo Tasso, per
rappresaglia alla morte di un ufficiale, un sottufficiale e una SS
avvenute a seguito dello scoppio di una mina. Al ritorno a Belluno il
maresciallo delle SS Jabel si accorge di avere confuso, per omonimia,
due patrioti e di averne impiccato uno al posto dell’altro. Va allora a
prendere il sopravvissuto e lo fucila subito nel cortile della caserma.
Le SS erano quasi tutte altoatesine. Il loro capitano, catturato
dalla “Val Cordevole” il 28 aprile, sarà giustiziato a Selva di Cadore.
Provincia di Parma – A Fidenza i tedeschi fucilano tredici
partigiani in località Coduro.
Provincia di Torino – A Pinerolo un plotone misto di
tedeschi e brigatisti neri fucila sette partigiani presso Ponte Chisone.
A Rivoli, per rappresaglia all’uccisione di alcuni loro
connazionali, un plotone tedesco fucila sette ufficiali degli alpini e
di altri corpi che operano con i partigiani. Uno di essi, Renato
Molinari, era stato deportato in Germania e poi a Vittel (Francia).
Fuggito, si era portato tra i maquis della Costa Azzurra. Il Comitato di
Liberazione nazionale di Parigi lo aveva destinato quale ufficiale di
collegamento alla 4^ divisione canavesana. Ma i tedeschi lo hanno poi
catturato a Locana (Torino). A Bussoleno, dopo averli prelevati
dalle celle del presidio di Cuorgné, le SS fucilano cinque partigiani,
traditi da un infiltrato nelle loro fila.
STORIA POSTALE del 10 marzo
Una lettera semplice non
affrancata e censurata in arrivo con una coppia di 1,00 Monumenti
Distrutti usati come segnatasse e una lettera semplice da Finale
Ligure (SV) a Savona con un solo visto di censura con bollo 26R di
Savona.
domenica 11 marzo 1945
DELLE BRIGATE NERE
NORD - Mussolini accompagnato dal generale Wolff, si reca a
visitare un battaglione della 13^ brigata nera "Marcello Turchetti " di
Mantova che ha già effettuato azioni contro i partigiani nel Veneto. E'
un reparto che è stato addestrato da ufficiali e sottufficiali della
Waffen - SS, con training durissimo in aperta campagna, fra neve e
ghiaccio, a quel modello di comportamento bellico che è codificato nelle
scuole di guerra tedesche.
Verso la fine del viaggio, il corteo di macchine viene attaccato da sei
cacciabombardieri. Le vetture delle SS che stanno davanti e dietro a
quella di Mussolini si rifugiano nel cortile di un casale, Wolff, che si
trova nella vettura successiva, salta in fosso mentre il suo autista
rimane ferito ad un braccio. Il capo delle SS di scorta, che si trova in
quella che segue Wolff, viene colpito a morte e gli altri occupanti
feriti. Tutte le vetture sono praticamente distrutte.
Ripresa la marcia con mezzi di fortuna, Mussolini, Wolff e le SS
arrivano a Cavriana, un paese a quattro chilometri a sud di Solferino e
non lontano dal lago di Garda. A scopo dimostrativo, il reparto svolge
una manovra a fuoco diretta dagli istruttori tedeschi e "conquista quota
162, dove si suppone si trovi il nemico". Quando la tromba suona la fine
dell'esercitazione, Mussolini si fa avanti e parla a ruota libera: "Il
vostro compito sarà più militare quando sulle rive dei fiumi di Romagna
e sui valichi dell'Appennino vi potrete misurare col nemico".
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Formazioni della Valsesia – Ossola – Cusio e Verbano - Durante
una riunione notturna nella zona di Boca – Maggiora, il Comando
Raggruppamento Divisioni d’assalto Garibaldi fa conoscere ai
comandanti e ai commissari di brigata della 1^ Divisione il piano di
attacco a Fara Novarese. L’offensiva in pianura viene affidata
esclusivamente alla 1^ Divisione valsesiana Fratelli Varalli con Bruno
comandante e “Michele” commissario. I comandanti comunicheranno ai
partigiani le vere ragioni dell’attacco, pena severi provvedimenti, due
ore prima dell’attacco per impedire loro di lasciar trapelare con gli
abitanti delle zone con cui necessariamente sono in contatto, il minimo
accenno sulla manovra in atto.
Le formazioni della Valsesia – Ossola – Cusio e Verbano dipendenti
dal Comando Raggruppamento Divisioni d’assalto Garibaldi, con Ciro (Gastonr
Eraldo) comandante, Cino (Vincenzo Moscatelli) commissario e “Aldo”
(Aldo Benoni) capo di Stato Maggiore sono:
I^ Divisione Fratelli Varalli, zona Valsesia.
II^ Divisione Gaspare Pajetta, zona pianura novarese e Cusio.
III^ Divisione Redi, zona Ossola e Verbano.
IV^ Divisione Flaim, zona Ossola e Valle Cannobina.
STORIA POSTALE del 11 marzo
Nessun oggetto postale reperito con bolo postale in data odierna.
lunedì 12 marzo 1945
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Cuneo – A Boves muore in seguito a un’azione
di rappresaglia il giovane Giacomo Perucca.
Provincia di Parma – A Parma vengono fucilati tre
partigiani della LXXVIII^ brigata GAP: Celino Brambilla, Luigi Pezzali e
Arnaldo Fava. Quest’ultimo, svenuto sotto la tortura di un filo di zinco
stretto intorno alle tempie, è stato fatto rinvenire dai fascisti
bagnandogli le labbra con inchiostro.
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Le formazioni partigiane stanno diventando una forza incontenibile,
stanno riconquistando le vecchie zone libere, le stanno allargando e
dilagano nella pianura. Si inizia oggi la battaglia di Varzi,
nell’Oltrepò Pavese.
Partigiani garibaldini entrano a Ivrea e disarmano tutti i posti
di blocco nazifascisti causando gravi perdite al nemico. Liberano
inoltre tutti i prigionieri politici.
STORIA POSTALE del 12 marzo
Cartolina del Comune di Travagliato (Bs) per Brescia affrancata
regolarmente 0,50 con una rara affrancatura composta da valori da 0,15 e
0,05 sovrastampati GNR tiratura di Brescia.
martedì 13 marzo 1945
DEL MINISTERO DEGLI ESTERI
Dalle memorie di Mellini Ponce de Leon:
“La Stefani di stamani ha riportato la notizia presa dalle
intercettazioni radiofoniche della condanna a morte di Anfuso: Nel
comunicato Stefani si dà tale notizia qualificando Filippo Anfuso come
“Capo di Gabinetto di Ciano” senza neppure accennare che egli è
ambasciatore a Berlin, senza alcun particolare rilievo ed insieme e
sullo stesso piano con gli altri condannati nello stesso processo.
Appena arrivato a rapporto dal Duce l’ho trovato irritatissimo: “Ecco
come questi intelligenti della Stefani danno la notizia della condanna a
morte di Anfuso. Non è dell’Ambasciatore di Berlino ma proprio del Capo
di Gabinetto di Ciano che si è ritenuto opportuno di annunziare la
condanna. Tutto bene, così: la Repubblica ha condannato il Ministro; il
Regno, il Capo di Gabinetto (1).
C’è da domandarsi se sia mala fede o mancanza d’intelligenza. E’ una
domanda che mi pongo angosciosamente da tanti anni ed in tante
occasioni. Ma mi convinco sempre più che non è mala fede ma mancanza di
intelligenza.
La maggioranza degli italiani che passano per intelligenti non sono
invece che “talentosi”. Ecco che cosa sono: “talentosi”. L’intelligente
è profondo, tenace, solido e guarda lontano; il talentoso è
superficiale, improvvisatore, irriflessivo e di corte vedute.
Purtroppo la classe dirigente politica italiana è composta in
maggioranza non di intelligenti ma di talentosi”.
Subito dopo ha soggiunto che bisognava dare una risposta alla condanna
ed ha deciso di nominare Anfuso Sottosegretario di Stato per gli
Affari Esteri.
………….
(1) Con la sostanziale differenza che la prima è stata eseguita, la
seconda, con il condannato in contumacia in territorio “nemico”, non lo
sarà mai.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTI
Provincia di Brescia – A Berzo Inferiore i tedeschi
fucilano un partigiano catturato in combattimento in località
Roncolino.
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Si conclude vittoriosamente la battaglia di Varzi.
STORIA POSTALE del 13 marzo
Cartolina
postale 0,30 Mazzini raccomandata da Villa del Nevoso (FM) alla Germania
censurata in partenza dalla Commissione Provinciale di Fiume 61R e dalla
censura tedesca in arrivo
Una raccomandata nel distretto di Genova regolarmente affrancata 2,00
(0,50 + 1,50) e un piego come lettera semplice affrancato con 10 valori
da 0,10 della Monumenti Distrutti
mercoledì 14 marzo 1945
DEL MINISTERO DEGLI ESTERI
Mellini Ponce de Leon si reca dall’ambasciatore Rahn per informarlo,
secondo le istruzioni di Mussolini, della sua intenzione di nominare
Anfuso Sottosegretario agli Esteri. Rahn, prende atto della inaspettata
comunicazione aggiunge che, personalmente, ritiene la scelta ottima e si
riserva comunque di far conoscere a Mellini la reazione di Berlino.
Ritiene che a Berlino saranno molto dispiaciuti di veder partire Anfuso.
Rahn si mette poi a parlare della situazione in generale ed accenna ai
momenti molto difficili che la Germania dovrà attraversare prima che un
efficace e sufficiente impiego delle nuove armi le permetta una ripresa
militare che faciliti la possibilità di avviarsi ad una soluzione.
RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
I nazifascisti dopo i continui attacchi nella zona di Varzi, sono
costretti a ritirarsi rendendo praticamente definitivamente liberato
tutto l’oltrepò Pavese.
Battaglia di Bobbio nell’Appennino ligure – piemontese.
STORIA POSTALE del 14 marzo
Cartolina non affrancata e tassata 0,50 con due segnatasse Imperiale a
fianco un piego del Comune di Cavour inviato al Comune di Bagnolo
Piemonte (CN) regolarmente affrancato 0,50 a tariffa ridotta
giovedì 15 marzo 1945
DEL MINISTERO DEGLI ESTERI
Mellini Ponce de Leon comunica a Mussolini che Rahn gli ha fatto
conoscere come al Quartier Generale tedesco si sia molto lieti della
designazione di Anfuso a Sottosegretario, ma si sia nello stesso tempo
molto preoccupati di vederlo partire da Berlino in un momento piuttosto
delicato. Anfuso, alla notizia della designazione, ha risposto di essere
pronto ad obbedire, ma ha dimostrato i suoi scrupoli ad abbandonare i
connazionali con i quali sinora ha fraternamente condiviso le ansie, i
disagi ed i rischi dovuti alla situazione in genere ed ai continui
bombardamenti aerei della capitale del Reich. Mussolini decide di fare
annunziare intanto dalla Stefani la nomina di Anfuso e poi conclude:
“Fate sapere a Rahn e ad Anfuso che la nomina sarà annunziata subito,
ma che Anfuso potrà venire ad assumere l’incarico quando il momento sarà
più opportuno. Rimarrà allora Casertano come Incaricato d’Affari ed
Anfuso potrà poi tornarvi ogni tanto quando sarà necessario”.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Torino – A Bersano i tedeschi fucilano tre
partigiani.
STORIA POSTALE del 15 marzo
Una
rarissima raccomandata espressa da Torino a Genova che presenta
un’affrancatura non filatelica composta dei valori gemelli da 1,00
Fratelli Bandiera e il pacchi sovrastampato RSI e un 3,00 Monumenti
Distrutti per una regolare affrancatura complessiva di 5,00 (1,00
lettera + 1,50 di raccomandazione + 2,50 di espresso)
Una raccomandata doppio porto da Albenga (SV) a Savona e raccomandata
espressa da Bologna a Pieve di Cento (BO).
venerdì 16 marzo 1945
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Formazioni della Valsesia – Ossola – Cusio e Verbano. L’attacco a
Fara Novarese è fissato per le ore quattro e trenta in punto.
I reparti della 1^ Divisione Fratelli Varalli che parteciperanno alla
battaglia sono:
- X^ Brigata Rocco: comandante Andrea (Andrea Cascella), commissario
“Nicola” (Luciano Raimondi);
- VI^ Brigata Nello: com. “Nello” (Nello Olivieri), comm. “Atti”
(Attilio Sforzo);
- 124^ Brigata Pizio Greta: com. “Andrej” (Alessandro Boca), comm. Aldo
(Aldo Petacchi);
- 84^ Brigata Strisciante Musati: com. Pedar (Pietro Rastelli), comm.
“Grano” (Gaudenzio Grey);
- 82^ Brigata Osella: com. “Pesgu” (Mario Vinzio), comm. “Sisto” (Don
Sisto);
- 81^ Brigata Volante S. Loss: com. “Moro” (Arrigo Gruppi), comm.
“Santino” (Santino Campora);
-.118^ Brigata Servadei: com. “Armando” (Armando Caldera), comm. “Papa
Aldo” (Aldo Tuto);
-.Brigata Curiel del Fronte della Gioventù: com. “Franco” (Franco
Penna), comm. “Walter” (Diego Fortina).
Prenderà parte alla battaglia anche la XII^ Divisione del Raggruppamento
biellese, comandata da “Quinto” con Gemisto (Franco Moranino)
commissario.
Esclusi i biellesi, il numero di questi partigiani assomma a 4500.
Alle quattro e quindici vengono interrotte le comunicazioni
telefoniche e telegrafiche per Novara e Vercelli mentre i reparti di
“arditi” del 1° e 2° battaglione della 81^ brigata iniziano la delicata
manovra di avvicinamento alle opere fortificate del presidio fascista di
Fara Novarese che si trova in mezzo al paese. Mentre si avvicina l’ora
dell’attacco (le quattro e trenta), lontane vengono fatte brillare le
prime mine necessarie a interrompere tutte le strade e le linee
ferroviarie Novara – Romagnano e Novara – Biella. All’ora esatta
stabilita il comandante spara a una finestra illuminata da uno dei fari
che i fascisti, svegliati dalle esplosioni delle mine, hanno accesi per
illuminare la piazza. In breve il presidio diviene un alveare di fuoco.
Poco dopo le sette, durante un’improvvisa tregua, il vice
comandante del 1° Battaglione “Bufalo” ne approfitta per intimare la
resa agli assediati che in risposta riprendono a sparare. Il duello di
mitragliatori e mitra – moschetti dura dalle sei alle sette ore. Alle
sette e quaranta i fascisti lanciano un piccione viaggiatore con un
messaggio. Il piccione viene subito abbattuto e il messaggio recuperato
dai partigiani, il messaggio dice: “Molti ribelli ci circondano. Abbiamo
feriti e morti. Urgono rinforzi”. Verso le otto arriva una
squadra della XII^ Divisione “Nedo” con un lanciagranate che,
immediatamente piazzato, riesce a forare in più punti le solide
barricate. Alle nove e mezzo torna una squadra che era stata
inviata a prelevare esplosivo e benzina, materiale indispensabile per
iniziare la progressiva demolizione dell’edificio, una prima mina viene
fatta saltare introducendola attraverso il tetto, raggiunto con grande
coraggio da alcuni partigiani. Alle dieci e ventiquattro, i
partigiani fanno saltare in aria buona parte dell’edificio assediato con
una seconda e più potente mina. Mentre fumo e urli di dolore riempiono
l’aria, Bufalo approfitta per intimare nuovamente la resa ottenendo,
come assurda risposta, una nuova reazione di fuoco con spari a vuoto.
Viene allestita così una terza potentissima mina che, alle undici e
cinque, mollata a piombo dall’alto del camino, con un boato che fa
tremare tutto il paese, fa saltare il tetto e gran parte del primo piano
dell’edificio. Approfittando della nuvola di polvere e fumo, i
partigiani si lanciano sul fortilizio. I superstiti della guarnigione si
sono rintanati nelle cantine e hanno già buttato le armi.
Alle undici e mezzo giunge notizia che il posto di blocco
istituito a Briona (due chilometri a sud – est di Fara sulla via per
Novara) è stato attaccato da tre grosse colonne tedesche e fasciste. I
rinforzi stanno giungendo, ma tardi.
Alle quattro e trenta l’attacco partigiano ha investito anche le
guarnigioni fasciste di Borgomanero, Romagnano, Crevalcuore, Gozzano,
Pettanesco e Omegna. A Borgosesia invece il primo colpo
partigiano viene sparato alle cinque e trenta. Verso le 18 tutti
i presidi sono stati conquistati e distrutti. I fascisti, dopo avere
subito perdite gravissime, si sono arresi. La battaglia “delle
quattordici ore” è terminata. Nel momento in cui i partigiani si stanno
apprestando a ritirarsi su nuove posizioni difensive in attesa delle
colonne corazzate tedesche e fasciste, giunge trafelata una staffetta –
celere. Moscatelli invita tutti i comandanti e commissari di brigata a
riunirsi subito sulla Salita della Zannetta del Monte Fenera presso
Valduggia: occorre studiare un altro decisivo attacco al presidio di
Borgosesia per successivamente assediare e ridurre alla resa il
munitissimo presidio tedesco di Varallo Sesia.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Lucca – A Pietrasanta in una località
imprecisata della Linea Gotica viene uccisa dai tedeschi Alparice
Tardini in Bertozzi, addetta al centro di distribuzione della Croce
Rossa degli Stati Uniti.
STORIA POSTALE del 16 marzo
Da
“Il Gazzettino” di Venezia:
Raccomandata espressa Tassa a
Carico affrancata con valori della
Imperiale con timbro nero T usati come segnatasse.
Piego come manoscritti raccomandati 2,70 (1,20 manoscritti + 1,50 di
raccomandazione) e ancora una raccomandata espressa affrancata 5,00 con
una striscia verticale di quattro 1,25 Provvisoria.
Lettera espressa (3,50) da Milano a Vercelli e cartolina postale 0,30
Mazzini raccomandata 2,00 (0,50 cartolina fuori distretto + 1,50 di
raccomandazione) da Bologna a Trieste.
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