sabato 28 ottobre 1944
L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD: DELLE QUATTRO DIVISIONI
Continua dalla Germania l’afflusso degli uomini della II Divisione
granatieri “Littorio” sempre con lunghissime marce a piedi per
l’interruzione della ferrovia del Brennero in val d’Adige.
L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD
Nell’anniversario della rivoluzione fascista il governo della RSI
delibera provvedimenti di condono delle pene fino a tre anni e molti
reati comuni e l’amnistia per i reati militari di mancanza alla chiamata
alle armi e renitenza alla leva a condizione che i beneficiati si
presentino entro otto giorni dalla pubblicazione del decreto.
LA PERSECUZIONE DEGLI EBREI IN ITALIA
Arriva ad Auschwitz-Birkenau il convoglio partito da Bolzano con
300 persone. Vengono internati 137 donne e 59 uomini, gli altri passano
alle camere a gas (i reduci ebrei saranno 11 uomini e 4 donne).
DALLA RSI: I RAPPORTI CON I TEDESCHI
Mussolini consegna all’ambasciatore Rahn la Gran Croce
dell’Aquila Romana. Si tratta di una nuova decorazione istituita dalla
RSI apposta per gli stranieri. Il conte Mazzolini ha invitato la
sera a pranzo sia Rahn che il generale Wolff. Durante il pranzo
il conte Casagrande, Direttore Generale dell’Amministrazione Interna,
segnala che domani mattina saranno giustiziati dai tedeschi, nella zona
di Pordenone, il capitano degli alpini Attilio Marchi e il maggiore di
cavalleria Franco Martelli, accusati di attività partigiana. Subito dopo
il pranzo la contessa Casagrande, secondo un piano prestabilito,
prospetta il tragico caso alla signora Rahn e, con la sua cortese e
valida intercessione, il conte Mazzolini e il conte Casagrande ne
intrattengono Rahn e Wolff. Il prestigio dell’onesta personalità di
Mazzolini presso l’ambasciata, la favorevole occasione, il calore dei
patrocinatori riesce così ad ottenere una cosa veramente eccezionale e
cioè che il generale Wolff lasci la riunione e si rechi a telefonare
all’Alto Commissariato del Litorale Adriatico a Trieste invitandolo a
sospendere l’esecuzione, che dovrebbe avvenire all’alba. Il capitano
Marchi può così essere salvato appena in tempo, due ore prime dell’ora
fissata. Non così, purtroppo, per il maggiore Martelli che è già stato
fucilato quando arriva l’ordine di sospensione dell’esecuzione.
DALLA RSI: RACHELE CONTRO CLARETTA
Rachele Mussolini, al volante di una piccola vettura, passa al
caffè Miralago e costringe Nino Martini, romagnolo, ex gerarca di
Cesenatico, suo fedelissimo e informatore privato, a salire sulla
macchina. E’ furibonda. Ormai a conoscenza della relazione del marito
con Claretta Petacci, ha deciso di liberarsi della sua scomoda
presenza agendo in prima persona. Vanno a prendere il ministro degli
Interni, Buffarini Guidi con il quale è in grande confidenza, ripartono
e si fermano davanti a Villa Fiordaliso a Gardone, dove abita la
Petacci. La villa non è lontana dalla residenza dei Mussolini e
quando i tre giungono sul posto, Rachele, decisa a concludere la vicenda
imponendo alla Petacci di allontanarsi, prima suona il campanello poi,
non avendo ricevuto risposta, fuori di se, tenta addirittura di
scavalcare il cancello. Viene trattenuta da Buffarini.
A Villa Fiordaliso vive con la Petacci il giovane tenente delle SS
Franz Spoegler, un altoatesino alle dipendenze della Sicherheitsdienst
del generale Harster, la polizia di sicurezza con sede a Verona: E’
chiaro che tocca a lui tenere i contatti con la donna ed è altrettanto
chiaro che i tedeschi, per questa via, dispongono di un’eccellente fonte
di informazioni. Spoegler apre e tutti entrano, mentre dal piano di
sopra Claretta telefona febbrilmente a Mussolini per consiglio e aiuto,
senza averne né l’uno né l’altro. Quando si decide a scendere, Rachele,
la assale con un : “Veste bene la mantenuta!” (ma sembra abbia usato un
altro termine). Seguono lacrime, offese, minacce, proteste e giuramenti
mentre Buffarini ragguaglia lo stesso Mussolini per telefono degli
sviluppi della vicenda (1). L’episodio rappresenta un’espressione del
costume e dei rapporti (e delle vicende) che si sono instaurati nel
microcosmo di Salò rispecchiano il provincialismo, il pettegolezzo, i
grossolani scandali casalinghi che hanno caratterizzato la società
fascista.
………….
(1) Vicenda che si concluderà con un nulla di fatto perché Claretta
rimarrà e la sua relazione continuerà fino alla fine.
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
L’annuale del fascio viene ricordato dai partigiani del Nord in maniera
molto meno inoffensiva. A Santa Filomena di Ceriana (Imperia)
fucilano, dopo averli catturati mentre portavano la posta ai
commilitoni, i bersaglieri Benni Blanes e Vittorio Catalano. Pressoché
nella stessa zona un reparto della “San Marco” viene colpito da
bombe a mano lanciate dal ciglio della strada, e subisce molti morti e
feriti.
A Padova viene lanciato un manifestino firmato “I giovani del
Partito d’Azione”, eccone il testo:
“28 Ottobre! Quanti morti vi maledicono oggi, o fascisti? Quante
rovine vi accusano? Quante lacrime vi soffocano? Il bilancio della
vostra marcia è veramente superbo: in venti anni avete estirpato dalla
coscienza italiana il senso della libertà con l’inganno e l’assassinio
politica…Questo è il vostro ultimo 28 ottobre!
Potrete ancora, stranieri in terra d’Italia, forti della prepotenza
bestiale dei padroni nazisti, che vi disprezzano, rompere le vene al
popolo che vi ha rinnegati, ma sappiate che la giustizia punirà
inesorabilmente la vostra ferocia. Gli impiccati su i ponti e sulle
piazze, i fucilati alla schiena, gli assassinati, i cadaveri
oltraggiati, i contadini, gli studenti, gli operai da voi deportati in
Germania, i maestri, i medici, i professionisti d’Italia da voi
torturati ed uccisi gridano vendetta ed avranno: GIUSTIZIA!”
RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Diecimila nazifascisti affrontano il movimento partigiano in Valle
d’Aosta (1).
…………
(1) L’operazione di rastrellamento durerà più di un mese; i
partigiani sconfineranno in Svizzera e in Francia.
RAPPRESAGLIE DEI NAZIFASCISTI
Provincia di Aosta - Reparti misti di germanici e militi fascisti
del battaglione IX Settembre fucilano a Chesod dieci partigiani:
A Valtournenche viene fucilato il patriota Mario Parini.
STORIA POSTALE del 28 ottobre
Non reperiti documenti postali passati per posta in data odierna.
domenica 29 ottobre 1944
L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD: DELLE QUATTRO DIVISIONI
Continua dalla Germania l’afflusso degli uomini della II Divisione
granatieri “Littorio” sempre con lunghissime marce a piedi per
l’interruzione della ferrovia del Brennero in val d’Adige.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Lucca – Ad Azzano in località Cappella,
muore, in seguito a mitragliamento tedesco, il civile Lorenzo Tarabella,
di 67 anni.
STORIA POSTALE del 29 ottobre
Cartolina
fuori distretto affrancata con i gemelli 0,25 delle due serie Monumenti
Distrutti.
lunedì 30 ottobre 1944
L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD: DELLE QUATTRO DIVISIONI
Continua dalla Germania l’afflusso degli uomini della II Divisione
granatieri “Littorio” sempre con lunghissime marce a piedi per
l’interruzione della ferrovia del Brennero in val d’Adige.
DALLA RSI: DELLE BRIGATE NERE
Accanto a Pavolini, al comando delle Brigate Nere come capo di Stato
Maggiore, il colonnello Eduardo Facduelle, sostituisce da oggi il
colonnello Giovanni Riggio. Il maggiore Puccio Pucci, collaboratore
strettissimo del segretario del partito, mantiene il suo incarico nello
Stato maggiore.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Parma – A Noceto vengono fucilati tre civili.
STORIA POSTALE del 30 ottobre
Lettera semplice affrancata
con i gemelli da 0,50 Monumenti Distrutti e Aerea Miti e Simboli. A
fianco una lettera in franchigia da Posta da Campo a Baveno (NO)
censurata dalla Commissione Provinciale 45R di Novara e vistata dalla
censura di Monaco Ad.
Piego
di ospedale raccomandato regolarmente affrancato 2,50 Da Cittadella a
Galliera veneta (PD).
martedì 31 ottobre 1944
L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD: DELLE QUATTRO DIVISIONI
Continua dalla Germania l’afflusso degli uomini della II Divisione
granatieri “Littorio” sempre con lunghissime marce a piedi per
l’interruzione della ferrovia del Brennero in val d’Adige.
DALLA RSI: VIOLENZE DELLE BRIGATE NERE
I notiziari delle GNR provinciali hanno tracciato un quadro abbastanza
cupo delle Brigate nere fin dalla loro costituzione. Hanno spesso
segnalato violenze, crimini, reati del tutto “comuni”, spesso senza
alcun rapporto con le azioni di contro – guerriglia. Ecco in rapida
sequenza il quadro, certamente incompleto, delle notizie segnalate fra
l’agosto e la fine di questo mese di ottobre:
Milano – Cinque squadristi della Brigata Nera “Aldo Resega”, gruppo
“Aldo Sette”, hanno rapinato ad Agrate Brianza la signora Adele Bestitti,
portando via burro, salumi, lardo, sigarette e denaro. Viaggiavano
armati di mitra e pistola, su un furgone targato GNR e si spacciavano
per appartenenti ai carabinieri. Sono stati arrestati e consegnati al
comando SS tedesche di Monza.
Novara – “Taluni elementi della Brigata Nera, (…) senza giustificato
motivo, sparano nelle vie degli abitati, generando panico e alienandosi
sempre più la simpatia delle popolazioni”.
Pinerolo (Torino) – Si segnalano “soprusi e abusi” del gruppo di
brigatisti della “Ather Capelli” distaccato in questa città.
Milano – A Rosate, due uomini della “Resega” fermano il motociclista
Carlo Magenes, “sprovvisto di permesso di circolazione domenicale” e si
fanno consegnare cinquemila lire “senza rilasciargli ricevuta”. “Nella
zona” commenta la GNR “fatti del genere si ripetono con frequenza.
Elementi della stessa brigata usano anche fermare carri che trasportano
generi alimentari destinati all’approvvigionamento civile, rilasciandoli
soltanto dopo avere ricevuto adeguati compensi”.
Novara – Continuano le “ingiustificate sparatorie” durante la notte:
l’opera della Brigata Nera locale, “per il modo come è condotta, suscita
il panico nella popolazione”.
Treviso – Si segnala che “nelle azioni di rappresaglia effettuate dalle
Brigate Nere vengono asportati, dai componenti le stesse, oggetti di
proprietà privata provocando la disapprovazione generale e parole di
biasimo contro le nuove formazioni”.
Alessandria – “L’ordine pubblico affidato alla PS ed alla Brigata Nera
lascia a desiderare; le pattuglie notturne in città non fanno che
sparare a vuoto colpi di moschetto e pistola, allarmando la popolazione
già in stato di orgasmo”.
Cuneo – “Si apprende che la Brigata Nera in operazione nella zona cuneese ha effettuato veri e propri saccheggi, giustificati come bottino
di guerra”
Bormio (Sondrio) – Ecco un ritratto del reparto nero locale, composto –
così almeno fanno supporre i cognomi dei componenti – da fascisti
profughi dalla Toscana:
“La Brigata Nera di Bormio (Sondrio) si abbandona ad ogni sorta di
soprusi e vessazioni verso la popolazione, spaventata dalle continue
gesta criminose dei componenti la detta Brigata, che considerano la zona
delle valli di Bormio come terra di conquista scorazzando ovunque
arbitrariamente, perquisendo e minacciando pacifici cittadini senza
motivo.
Tra i componenti la detta Brigata regnano forti dissidi, in quanto che
essi non sanno e non hanno ancora stabilito chi debba essere il loro
comandante, che, fra l’altro, vorrebbero eleggere loro stessi. Al locale
comando di presidio della Guardia della GNR affluiscono numerosi
cittadini per chiedere protezione”.
Segue un elenco dettagliato dei furti, delle violenze e degli incendi
perpetrati da questa Brigata Nera nella prima metà di settembre.
Rovigo – La Brigata Nera del posto “opera sequestri ed esegue
operazioni di polizia annonaria. Tutto ciò contrariamente alle precise
disposizioni del Capo del Governo”:
“Il capo della provincia di Rovigo ha dovuto chiamare un ispettore
ministeriale per porre sotto inchiesta il seguente caso riguardante la
Brigata Nera: Estromettendo il competente consiglio provinciale
dell’economia corporativa, il comando della Brigata Nera distribuiva ai
suoi distaccamenti una forte partita di tessuti da vendere alla
popolazione. Il risultato di ciò è stato il mercato dei tipi migliori
operato fra i componenti della Brigata Nera stessa e l’odio della
popolazione per i prezzi elevatissimi delle stoffe peggiori”.
Reggio Emilia – “Molti elementi della Brigata Nera” di Reggio, a
cominciare dal vice – comandante, commissario straordinario del fascio
di Correggio, “commettono abusi ai danni della popolazione”. “Da quando
venne ordinata la costituzione della Brigata Nera, molte persone, fra le
più abbienti, sono state invitate alla sede del Fascio e (…) sono state
obbligate a versare somme, anche rilevanti, per l’equipaggiamento e
l’organizzazione della Brigata Nera. Coloro che si sono rifiutati o
comunque hanno tentato di far ridurre la somma, sono stati proposti per
l’invio in Germania”.
Il commissario fascista di Correggio e un altro esponente del PFR,
capo dell’Ufficio disciplina della federazione fascista di Reggio,
chiedono denaro a chi, precettato, implora di non essere inviato al
lavoro obbligatorio in Germania: “Due fascisti che non avevano aderito
all’iscrizione nella Brigata Nera, furono (…) inviati in Germania come
sovversivi e condannati politici”. Segue una denuncia contro la Brigata
Nera di Scandiano: compie abusi e sequestri illegali di viveri e beni”.
Padova – Il comandante della Brigata Nera locale, Alfredo A.,
autonominatosi maggiore è “deplorevolmente” noto con i suoi due
fratelli, Nello e Antonio, “per le malversazioni, gli abusi, gli
arbitrii commessi durante la loro permanenza a capo della squadra “Muti”
della federazione fascista repubblicana e per motivo dei quali si
registrarono scissioni e dissidi nei ranghi del partito a Padova,
culminati nelle dimissioni del vice commissario Cocconelli”. Nello A.,
commissario politico a Campo San Piero e comandante della locale
compagnia della Brigata Nera, “si distingue per il suo modo di procedere
violento e illegale”: la GNR lo accusa di sequestri abusivi, percosse e
minacce senza motivo. Gli A., conclude la segnalazione, “sono soltanto
dei profittatori”.
Treviso – “Gli squadristi della XX Brigata Nera “sono arrivati al
punto di spartirsi gli effetti personali degli uccisi”.
La Spezia – Questa la situazione del reparto provinciale:
“Nella Brigata Nera di La Spezia si sono verificati defezioni e
disordini. Inoltre, elementi moralmente discussi hanno compiuto azioni
illecite e prepotenze in danno della popolazione, provocando discredito
verso il loro Corpo. Elementi di pura fede deprecano tali fatti e
minacciano di dimettersi, se non verrà effettuata una severa selezione
nel personale. Anche uno dei comandanti della Brigata Nera è avversato
per i suoi precedenti morali e per i modi inurbani con i quali tratta i
gregari”.
DALLA RSI: LA BANDA KOCK
Giunge al ministro della Giustizia Pisenti una lettera dell’avvocato
Maino, che aveva sensibilizzato il ministro sul problema della “banda
Kock”, in cui gli dice che i provvedimenti adottati sono stati
apprezzati in Milano con indicibile sollievo. Conclude che tuttavia non
sono cessati del tutto i timori sull’esito finale dell’azione (visto il
precedente intervento dei tedeschi che aveva provocato il rilascio dei
fermati).
DALLA RSI: MUSSOLINI PROTESTA
Mussolini approva una nuova vibrata nota del Ministero degli
Esteri all'Ambasciata di Germania sulle spoliazioni di bestiame e di
altri beni fatte dai tedeschi in Emilia. Vengono lamentate anche gli
inutili danni alle cose e le violenze contro le persone nelle zone che i
tedeschi si preparano ad abbandonare gradualmente.
RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Le forze tedesche e fasciste che hanno partecipato ai rastrellamenti
della Valsassina, in Pian Piadino e l’Alpe di Stavello, vengono ritirate
dalla Val Varrone a Barzio e trasportate a Esino e Mandello Lario per
un’azione sulla Grigna.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Udine - Dopo una scaramuccia fra partigiani e
cosacchi (muoiono un tenente russo, due mercenari e un partigiano
italiano) centocinquanta cosacchi saccheggiano molte case dell’abitato
di Muina e nelle vicine borgate di Cella e Agròns,
uccidono due uomini e ne bastonano quarantacinque. Nei due giorni
successivi nuovi reparti di russi saccheggiano ancora Muina, Cella,
Agròns, Luint e Ovasta. Nove uomini e una donna vengono uccisi
subito. Un vecchio novantenne muore quattro giorni dopo per le
bastonate.
RESISTENZA ALL’ESTERO
A Zara il 1° Battaglione partigiano di Tito, presa la dominante
località di Boccagnazzo, avvia pattuglie verso la città dove sarà il
primo ad entrarvi. I tedeschi si sono imbarcati senza contrasti per
Fiume.
STORIA POSTALE del 31 ottobre
Lettera semplice fuori distretto affrancata regolarmente 1,00 con due
valori della Monumenti Distrutti e, a fianco, un piego a tariffa ridotta
(manoscritti 0,60) affrancato con una coppia di 0,30 della serie
Provvisoria sovrastampa della tiratura di Verona II^ tavola.
mercoledì 1 novembre 1944
L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD: DELLE QUATTRO DIVISIONI
Si completa il trasferimento dalla Germania della II Divisione
granatieri “Littorio” che si è attestata sul confine alpino con.la
Francia.
DALLA RSI: LA BANDA KOCH
Il ministro di Giustizia, Piero Pisenti, invia il seguente rapporto a
Mussolini:
“Mio colloquio col colonnello Kappler delle SS sull’affare Kock.
Stamane alle ore 10 ho ricevuto il colonnello Kappler delle SS. Come
prevedevo, egli intendeva parlarmi dell’affare Kock. Nella prima parte
della sua esposizione, con quella meticolosità che i tedeschi usano
nella cronistoria di qualsiasi evento, egli mi ha illustrato l’attività
svolta dal reparto a Roma e Milano, magnificandone i risultati a suo
dire ottenuti, insistendo, allo scopo evidente di prepararmi alle sue
successive conclusioni, sull’importanza che quelle azioni di polizia
avevano avuto “per la sicurezza delle armate tedesche operanti in
Italia. Successivamente, il mio interlocutore mi ha mostrato un
manifestino contro il Kock pubblicato alla macchia e alcuni brani di
radio Londra che ne stigmatizzavano le gesta, e ha concluso dicendomi:
“ora si tratta di vedere se i governanti italiani intendono lasciarsi
impressionare da una campagna scandalistica organizzata dal nemico
interno ed esterno all’unico scopo di impedire il compimento di
operazioni di polizia di altissima importanza”.
Io ho risposto che per il ministro della giustizia la questione è
semplice e lineare. I precedenti del reparto non m’interessano: io so
che nella sua sede sono stati commessi reati gravissimi, che sono state
seviziate e torturate le persone arrestate. Non è che io mi lasci
impressionare o intimorire dal clamore: so distinguere la propaganda
dalla legittima reazione dell’opinione pubblica, dalla quale non intendo
prescindere: fare giustizia è un dovere, è una prova di forza, non di
debolezza. Gli ho poi dimostrato l’inutilità di una discussione fra me e
lui sulla realtà dei fatti, già accertati attraverso relazioni medico –
legali insospettabili. Il giudizio spetta al magistrato che condannerà i
colpevoli e assolverà gli innocenti. A questo punto il colonnello
Kappler ha cominciato ad eccitarsi e levatosi in piedi, ha gridato che
fare il processo a Kock sarebbe uno scandalo. Ho subito ribattuto che
scandalo ci sarebbe se reati tanto gravi sfuggissero alla sanzione
penale e ho aggiunto che, in definitiva, si trattava di cittadini
italiani che avevano commesso gravi reati in Italia e che dovevano
risponderne esclusivamente alla giustizia italiana. Ma il governo del
Reich e soprattutto il Supremo Comando – egli ha aggiunto – sono molto
interessati alla questione per ragioni di sicurezza militare.
Visto che il tono del colloquio stava diventando molto aspro e che,
d’altra parte, il prolungarlo era inutile, ho dichiarato che le mie
decisioni erano già state prese da alcuni giorni e le relative
istruzioni impartite alla Autorità Giudiziaria. A questo punto, prima di
allontanarsi, il Kappler è uscito con questa frase che fa prevedere
ulteriori complicazioni:
Se però Kock e i suoi uomini passeranno alle nostre dipendenze, Voi non
potrete ordinarne la cattura.
Mi sono limitato a dirgli che avrei agito secondo le leggi italiane.
Dal colloquio, molto duro, ho tratto le seguenti impressioni:
1) il Kappler si proponeva, più che convincermi, di intimidirmi;
2) è probabile che la cosa abbia un seguito e che si faccia qualche
ulteriore tentativo per impedire il corso della giustizia”.
RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Inizia un’altra azione di rastrellamento da parte delle forze
nazifasciste sulla Grigna. Basi di partenza: Esino, Mandello,
Primaluna e Introbio. Nei combattimenti che si sviluppano in varie
località, i caduti partigiani sono 9 e i fucilati 17. I fascisti devono
contare 27 morti e 32 feriti.
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Dal diario del battaglione veneto GAP “Felisatti”: “Durante
uno spostamento da parte del nostro distaccamento, transitando nelle
vicinanze di Dolo, viene individuato un fascista accompagnato da una
donna. Uno dei nostri patrioti lo attese ed a distanza di pochi metri
gli intimò mani in alto. Il fascista si fece vigliaccamente scudo
parandosi davanti la donna ed estrasse la pistola, in modo che il nostro
compagno non potesse sparargli senza il pericolo di colpire la donna. Il
fascista, dopo essersi buttato a terra si diede a precipitosa fuga
inseguito dai colpi di “parabellum” che lo raggiunsero ferendolo”.
STORIA POSTALE del 1° novembre
Lettera semplice per la Boemia e Moravia affrancata 2,00 (1,00 lettera
per estero sotto il controllo tedesco + 1,00 di posta aerea – vedi la
scritta a mano Luft), censurata dai tedeschi. A sinistra una bolletta
Stipel affrancata 0,25.
giovedì 2 novembre 1944
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
La 4^ compagnia partigiana Mario Paolini, dislocata in località Foce di
Careggine in Garfagnana, invia dieci uomini in azione di guerriglia
contro il presidio che sorveglia il ponte a sud d'Isola Santa. I dieci
valorosi riescono ad avere la meglio sui quindici alpini che compongono
il presidio catturandoli unitamente ad un ingente quantitativo di
materiale bellico.
In provincia di Forlì la guerriglia si è intensificata. Gli alleati, che
hanno per la prima volta l’occasione di osservare da vicino gli sviluppi
dell’azione partigiana, ne sono restati ammirati al punto di farne
menzione nei loro bollettini di guerra. Ma, nella notte sul 2, accade un
fatto inatteso: le munizioni che da Civitella dovevano giungere a
Meldola con mezzi di trasporto alleati, come d’accordo, non partono
neppure né vengono sparati i razzi luminosi che dovevano segnalare
l’inizio dell’attacco finale. E così le brigate devono cedere il passo
agli alleati nella liberazione di Forlì.
Il bollettino partigiano odierno recita: “Richieste spiegazioni al
comando alleato sul motivo dell’interdizione a svolgere concordata
occupazione di Forlì, ci è stato risposto che il comando non voleva
farci sopportare inutili sacrifici dato che le sue truppe da venti
giorni non riuscivano a sfondare il fronte tenuto da tre divisioni
naziste. Nostre precise informazioni ci permettono di affermare che in
tutta la città e nel settore di San martino in Strada – Ospedaletto, non
vi sono più di duemila tedeschi”. La verità sembra stare altrove: il
fronte italiano per gli alleati ha una funzione secondaria, quella di
impegnare il maggior numero possibile di divisioni tedesche per
sottrarle alle battaglie decisive che si svolgono sul fronte dell’Europa
nordoccidentale. Senonchè questa strategia finisce per coincidere
stranamente con gli scopi del piano nazista di mantenere il più
possibile a lungo il dominio sulla pianura padana, ricco serbatoio di
risorse economiche.
RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Reparti nazifascisti, dopo una strenua difesa dei partigiani, rioccupano
Alba. Durante i ventitré giorni di governo partigiano gli attacchi
fascisti alla città sono stati frequenti, ma hanno quasi sempre avuto
carattere di incursione intimidatoria. L’attacco odierno è stato invece
sferrato con largo spiegamento di forze e gli occupanti non possono
resistere.
STORIA POSTALE del 2 novembre
Due cartoline regolarmente affrancate 0,50.
Una
lettera raccomandata regolarmente affrancata 2,50 da Loano (PD) a Genova
venerdì 3 novembre 1944
RESISTENZA: ATTIVITA’ POLITICO – MILITARE
Il comando del CVL viene affidato al generale Raffaele Cadorna, i vice
comandanti saranno Ferruccio Parri e Luigi Longo.
Don Igino Bujatti, presidente del CLN di Cividale, si oppone
all’approvazione di un ordine del giorno con il quale si intende
ratificare la cessione al IX Corpus di Tito tutto il territorio fino al
Tagliamento. Appena letto il documento, Don Bujatti lo distrugge e si
allontana dalla riunione (1).
………..
(1) In seguito avverrà il passaggio della divisione partigiana
comunista Garibaldi al IX° Corpus.
STORIA POSTALE del 3 novembre
Un piego affrancato come lettera semplice 1,00 con una coppia del 0,50
Provvisoria tiratura Verona con sovrastampa rosso-arancio.da Arquà
Polesine (RO) a Occhiobello (RO). A fianco un piego raccomandato da
Biella (Vercelli) a Adorno Micca.
Cartolina commerciale da Clusone (BG) a Cenate S. Leone (BG) e una
raccomandata espressa affrancata regolarmente 5,00 (1,00 lettera + 1,50
di raccomandazione + 2,50 di diritto per espresso) da Rovereto (TN) a
Trento.
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