lunedì 30 aprile 1945
Territorio a nord
GERMANIA: LA FINE DI HITLER
Hitler si toglie la vita insieme a Eva Braun nel bunker della
cancelleria mentre i russi stanno attaccando nel cuore della stessa
Berlino.
ULTIME RAPPRESAGLIE TEDESCHE
Provincia di Belluno – A Borgo Piave un nucleo di tedeschi
preceduto ad un carro armato si mette a sparare, sfonda la porta delle
case, ruba e rastrella cinquanta uomini che pone in testa lla colonna.
Dopo il pnte della Vittoria incendia due case. Gli ostaggi vengono
liberati verso sera. Tre i feriti. In tutto il periodo dell’occupazione
la provincia di Belluno ha avute distrutte 1424 case e 1547 fienili e
stalle. I partigiani impiccati sono stati 86, fucilati 227, arsi vivi 7,
morti per sevizie 11, morti nei lager 205, morti in combattimento 564.
Provincia di Udine - A Pagnacco le SS, dopo averli
catturati in combattimento, finiscono a pugnalate tre partigiani. A
Udine, in un magazzino di vini, i tedeschi sopprimono con un colpo di
rivoltelle alla nuca un partigiano catturato in combattimento.
Provincia di Vicenza - I tedeschi della divisione Goering in
ritirata, uccidono 82 persone a Pedescala, villaggio di circa 300
abitanti alle pendici dell’altopiano di Asiago. La più anziana, Caterina
Marangoni, ha 95 anni. Il più giovane, Claudio Pretto si avvicina ai 5.
In mezzo ce ne sono altri 80: uomini, donne, ragazzi. E poi il parroco e
suo padre, e una quattordicenne, e una madre con due figli. 63 sono di
Pedescala, altri 19 sono stati prelevati da Forni e Settecà,
frazioni a poche centinaia di metri.
ULTIME
DICHIARAZIONI DI GRAZIANI
Il maresciallo Graziani (vedi foto) ritrova oggi ad Ostiglia il
suo capo di Stato Maggiore dell’Armata Liguria, generale tedesco
Max-Joseph Pemsel. Di qui vengono condotti al campo di Villafranca da
dove un aereo li porta a Firenze. Ed è dai microfoni di Radio Firenze
(1) che Graziani lancia il suo ultimo messaggio:
“In quest’ultima battaglia d’Italia vi siete comportati con la
consueta disciplina e valore, pur trovandovi nelle condizioni più
pesanti di inferiorità. Ormai ogni ulteriore resistenza sarebbe,
oltreché inutile, disumana e per me, vostro comandante, colpevole. Il
Comando Superiore Germanico in Italia da vari giorni non dà più ordini e
si ignora dove si trovi. In questa situazione ho assunto la personale
responsabilità di firmare la resa senza condizioni presso il Comando
Americano il giorno 29 aprile, come da ordine che vi è stato trasmesso
mediante lanci da aeroplani. Attenetevi a quest’ordine che tutela il
vostro Onore di soldati e deponete le armi”.
…………
(1) Prima ancora che sia divenuta esecutiva la capitolazione firmata
ieri a Caserta.
A Verona viene organizzata una sfilata appena giunti gli Alleati.
L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD: DELLA X MAS
Borghese, ormai prigioniero e rivestito d’una divisa americana, sale su
una jeep. Al volante c’è James Jesus Angleton, detto Jim (1). Angleton
conduce Borghese a Roma. Qui, dopo essere stato interrogato dal Servizio
informazioni americano viene consegnato all’ammiraglio De Courten.
..............
(1) Un capitano americano che, dopo la guerra, guiderà l’ufficio
“Special Operations” delle CIA.
Colonne
di partigiani affluiscono a Milano dove le forze corazzate del
13^ battaglione del generale Richard stanno affluendo in città (vedi
le tre foto successive)
Insorge
Belluno, con l’aiuto delle formazioni di montagna, che
immobilizzano nella zona tre divisioni tedesche. Novecento morti
partigiani, 1400 tedeschi, 2300 prigionieri sono il bilancio della nuova
battaglia del Piave.
Anche Treviso è liberata dai partigiani che convergono sulla città da
sei punti diversi.
IL CVL assume il comando a Trieste.
Unità garibaldine e della “Osoppo” che stanno scendendo verso Pordenone,
liberano Spilimbergo.
Nel Parmense, la battaglia fra partigiani e tedeschi si è protratta fino
ad oggi e termina con il salvataggio di tutte le centrali elettriche
della zona: quella di Vigheffio è stata difesa per tre giorni
consecutivi dagli attacchi del nemico che nella provincia lascia oltre
250 morti e 1000 prigionieri.
Dopo avere evitato Torino ed essersi attestato a Grugliasco, il generale
Schlemmer, con le due divisioni 5^ e 34^ , viene fermato dai partigiani
nei pressi di Vercelli e decide di tornare verso la valle d’Aosta per
dirigersi verso la Svizzera.
A Venezia i partigiani esultano e la gondole si mescolano con i mezzi
anfibi alleati (nelle foto).
A
Modena, libera dal 22, precedute da una macchina con il comando
alleato, sfilano davanti al CLN e alle autorità alleate, le brigate
garibaldine, la brigata Matteotti, la brigata Giustizia e Libertà, la
brigata Italia tra due argini di folla. Esse rappresentano i 19.000
volontari iscritti sull’albo d’oro della resistenza modenese; recano
così la memoria dei 1292 caduti, degli 897 mutilati e invalidi.
A Nichelino (TO), viene uccisa l’ausiliaria Lidia Frangiacomo (nella
foto).
ULTIME PROBLEMI DOPO LA RESA DELLE TRATTATIVE IN SVIZZERA PER LA RESA
TEDESCA
Il comando tedesco a Bolzano non è ancora al corrente dell’avvenuta
firma dell’armistizio. Non è stato possibile stabilire un collegamento
radio. Intanto Wenner e Von Schweinitz che sono stati riportati in aereo
a Varalberg, sono rimasti bloccati per sei ore, durante la notte, dalla
chiusura della frontiera svizzera, poi riaperta.
Nel frattempo il gauleiter Hofer, in preda a ripensamenti, in combutta
con Kaltenbrunner, dava il via alla caccia dei due plenipotenziari per
poterli uccidere come traditori e sottrargli l’atto di resa. I due
ufficiali, avvertiti in tempo dai mediatori svizzeri, lasciano la strada
che li avrebbe sicuramente portati alla morte: a Landeck deviano e
risalgono la valle dell’Inn verso Martina, per raggiungere Bolzano dal
passo di Resia. In questo modo vengono sottratti ai sicari di Himmler
non solo i parlamentari ma anche il trattato d’armistizio già firmato.
Intanto, Kesselring, messo al corrente telefonicamente da Hofer
che gli rivela tutti gli accordi segreti per il piano di resa, esonera
immediatamente Von Vietinghoff e Rottiger sostituendoli rispettivamente
con il generale di fanteria Schultz e il maggiore generale Wenzel.
Kesselring ordina anche l’apertura di un’inchiesta ufficiale sulla
faccenda incaricandone un generale. Per quanto riguarda Wolff, rimette
la sua sorte al capo dell’Ufficio Centrale di Sicurezza del Reich, l’Obergruppenfuhrer
Kaltenbrunner, che si trova in Tirolo. Tutto questo strano comportamento
di Kesselring sembra denotare la sua totale sorpresa nell’apprendere di
trattative, peraltro già concretizzate con un documento d’armistizio già
firmato. In realtà egli era al corrente dei fatti fin dal 23, quando
Dollmann e Niesen, inviati da Wolff, si erano recati apposta ad
informarlo.
A
mezzogiorno, provenienti dalla tenuta di Hofer presso Innsbruck, i
generali Schulz e Wenzel giungono al quartier generale di Bolzano,
contemporaneamente a von Vietinghoff.
Von Vietinghoff, senza opporsi alla sua destituzione, parte subito per
il “Blaupunkt”, sede delle riserve del gruppo d’armate. Rottigher, prima
di ritirarsi anche lui al “Blaupunkt”, deve restare ancora un giorno per
lo scambio di consegne con Wenzel.
A Milano si sta negoziando con il generale Vening la resa dei
tedeschi della “piazza” il cui stato maggiore è asserragliato nell’Hotel
Regina. Nella foto le due macchine della delegazione tedesca
aspettano, appoggiate da un’autoblindo.
ULTIMI BOMBARDAMENTI ALLEATI
Fra le ultime azioni aeree della campagna italiana, si segnalano oggi:
nel tardo pomeriggio, una ricognizione offensiva nelle aree di Aviano e
di Spilimbergo da parte di due Boston inglesi del 13° Squadrone
decollati da Forlì, bombe su un nodo stradale e lancio di manifestini a
ovest di Udine; due Boston inglesi del 18° Squadrone, sempre da Forlì, in
ricognizione offensiva a sud – est di Venezia, poche bombe su una strada
e un ponte; 13 Baltimore inglesi del 454° Squadrone da Cesenatico, bombe
sperse nell’area di Udine; alle 22,30, ultime bombe notturne sull’Italia
recate, ancora da Forlì, dal Boston B2629 (55° Squadrone) del pilota M. Vracaric su un ponte presso
Gemona, poco prima bombe di un altro Boston
nei dintorni di Udine.
Nel mese di aprile le sortite della R.A.F,. sul territorio italiano,
sono state 13106 e le bombe sganciate pari a 4967 tonnellate.
GLI ALLEATI AVANZANO VERSO I CONFINI
La 92^ divisione si avvicina a Torino.
A est, unità della 91^ (II° Corpo) raggiungono Treviso, già in mano ai
partigiani, mentre prosegue la marcia delle unità neozelandesi del XIII°
Corpo britannico che, attraversato il Piave, si spingono verso
Monfalcone (Trieste).
La 6^ divisione corazzata dirige su Udine. Altri reparti raggiungono
Novara, Pavia e Venezia.
Nel settore tirrenico – Valle del Taro – Alle 18 il gen. Otto Fretter
Pico, comandante della 148^ divisione, insieme a trentuno ufficiali del
suo Stato Maggiore, si presenta al Quartier Generale brasiliano. Anche
loro vengono accompagnati a Firenze dal Gen. Falconiere de Cunha.
Brasiliani e americani rastrellano ora le sacche, riuniscono i
prigionieri e li inviano ai campi di concentramento, soprattutto a
Modena, Scandicci (FI), San Rossore, Tombolo e Coltano. Alla fine
possono contare 14779 prigionieri, 4000 cavalli, 80 cannoni di vario
calibro, più di 1500 vetture di tutti i tipi, grandi quantità di
munizioni e centinaia di veicoli a trazione animale. In tutta la zona i
partigiani prendono possesso degli edifici pubblici, organizzano la
vigilanza a ponti e stabilimenti, insediano gli organi del potere
locale.
Territorio a sud
DAL DIARIO DI PUNTONI
“Il colonnello Pennycuik viene ricevuto alle 10 da S.M. che lo
intrattiene per quasi un’ora.
I giornali del pomeriggio recano i particolari della esecuzione di
Mussolini e dei gerarchi. Specialmente la esposizione dei cadaveri in
Milano poteva e doveva essere evitata. I giustiziati sarebbero 45”.
DAL DIARIO DI MACMILLAN
Da Assisi a Roma – “Il cielo è apparso assolutamente limpido e privo
di nubi, proprio come una bella giornata di giugno in Inghilterra. Siamo
partiti in auto per Roma alle otto. Prima di partire, non abbiamo avuto
altre notizie. Ho offerto una colazione nella mia villa di Roma.
C’erano: Bonomi, De Gasperi (ministro degli Esteri), Togliatti
(comunista), Brosio (liberale), Ruini (socialista) e una o due altre
persone. A darmi una mano c’erano anche Stone, Lush, Upiohn e alcuni
altri esponenti della commissione alleata. Le notizie sono magnifiche.
E’ chiaro che mi rendo conto del fatto che le firme dei tedeschi alla
resa delle loro forze presenti in Italia può essere sconfessata, ma ne
dubito. I miei ospiti italiani erano lietissimi, ma sempre in guardia
uno dell’altro. De Gasperi ha parlato a lungo di Trieste ecc. Non gli ho
potuto dare alcuna notizia certa al riguardo. Togliatti è diviso fra la
fedeltà verso Mosca e quella verso l’Italia, ma conterà di più
sicuramente la prima. Tuttavia, l’allineamento con Mosca non gioverà in
Italia al partito comunista. Ho scambiato alcune parole con Bonomi. Che,
man mano che lo si conosce, fa un’impressione migliore. Infatti mostra
di possedere un notevole fiuto politico. Ma non so se ha lo stomaco per
sopportare un periodo difficile e semi rivoluzionario. Forse, dopo
venticinque anni, i suoi nervi si sono fatti più saldi! Ogniqualvolta lo
vedo, gli inculco fermezza e determinazione e, a conti fatti, si trova
in una situazione meravigliosa: non ha un Parlamento da affrontare e non
sono in vista elezioni. Egli cadrà, se cadrà, solo per colpa della sua
debolezza.
Dopo colazione, sono andato in auto a Caserta, dove ho trovato il
feldmaresciallo e il generale Morgan, abbastanza agitati, ma molto
compiaciuti di se stessi. Gli emissari tedeschi sono tornati a Bolzano,
ma ancora non è trapelata notizia sicura che la resa sia stata
ufficialmente convalidata. C’è un punto debole nella nostra “armatura”.
Anche se lo strumento di resa è stato debitamente firmato, i
“negoziatori” hanno affermato di avere (e le avevano) lettere che li
nominavano plenipotenziari, ma poi alla fine ci hanno spiegato che forse
erano andati oltre i loro poteri e che un’autorità più elevata doveva
convalidare quello che avevano fatto. Il generale Morgan allora ha
detto: “accettiamo il fatto”. Voglio sperare e confidare che questo non
porti a qualche pasticcio. (…)”.
A Fiume i tedeschi riprendono a fare delle retate fra la
popolazione per disporre di mano d’opera per la costruzione di
fortificazioni di fortuna per difendersi dai partigiani di Tito.
STORIA POSTALE del 30 aprile
Da
“L’Unità” (MI):
Due cartoline postali VINCEREMO fuori distretto entrambe con ACS
meccanico di Napoli.
Un piego ospedaliero inviato come manoscritti raccomandati aperti 4,80
(2,40 di manoscritti + 2,40 di raccomandazione aperta) e una lettera
espressa affrancata con una coppia di rari espressi Imperiale da 2,50.
Una lettera per New York regolarmente affrancata 15,00 con un blocco di
sei del 1,75 Imperiale sovrastampato 2,50, censura di Roma e dalla
Militaru Censorship Civil Mail. A fianco una lettera semplice da Napoli
a Roma affrancata con due valori Roma e due Imperiale, censura meccanica
ACS dI Napoli.
Cartolina postale con sovrastampa RSI evanescente e completamento
affrancatura con tre valori gemelli da 0,30 Roma. A fianco un piego
inviato da Pescara a Popoli come manoscritti raccomandati aperti 4,80
(2,40 di manoscritti + 2,40 di raccomandazione aperta), non censurato.
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