mercoledì 2 maggio 1945
Territorio a nord
PROBLEMI DOPO LA RESA PER LE TRATTATIVE IN SVIZZERA PER LA RESA
TEDESCA
Alle 1,15, Kesselring, designato da Doenitz a mantenere l’unità
della Wehrmacht nell’Europa Meridionale, comincia con il rifiutare
l’accordo di Caserta e ordina di arrestare Von Vietinghoff, Rottiger,
Kempf, Von Schweinitz e il capitano Altenpohl. Alle 2 Kesselring chiama
a telefono anche Wolff per rivolgergli i più aspri rimproveri per la
decisione “autonoma”. Ma alle 4,30, dopo insistenti
sollecitazioni anche di Schulz, da il suo consenso alla resa.
Alle 14 Von Vietinghoff ordina la cessazione delle ostilità. E’
bloccato al suo quartier generale di Bolzano, a causa dell’aggressività
dei partigiani della zona, e non può andare a Firenze dal generale Mark
Clark che intanto da comunicazione ufficiale della Vittoria. Mark Clark
fa sapere a Von Vietinghoff che sarà bene che rimanga presso il suo Q.G.
e che invii il suo ufficiale più alto in grado con pieni poteri.
L’ordine di cessare i combattimenti viene rispettato salvo che dalla 1^
e 4^ divisione paracadutisti che poi obbediranno al rinnovato appello di
Von Vietinghoff.
Le punte di attacco alleate, al momento del cessate il fuoco, hanno
raggiunto il piede meridionale delle Alpi tra il confine svizzero e
l’Isonzo; in Piemonte e in Liguria stanno avanzando in pianura e non
hanno ancora raggiunto i contrafforti delle Alpi occidentali.
Alle 18,30 il AFHQ di Caserta rende di pubblico dominio la
notizia della capitolazione della forze tedesche in Italia.
Churchill, parlando alla Camera dei Comuni, pone in particolare rilievo
l’inferiorità numerica alleata:
“Il numero notevole di truppe ritirate per appoggiare le operazioni
in altre zone ha reso specialmente difficile il compito affidata a
questo esercito, e avrebbe potuto avere un effetto scoraggiante. In
giugno e in luglio erano stati ritirati contingenti equivalenti ad
un’intera armata, perché sembrava che la parte avversaria disponesse di
una minore capacità di resistenza, e ancora di recente, solo pochi mesi
fa, varie divisioni erano state prelevate dal fronte italiano e inviate
in Grecia e al fronte occidentale (1), in quanto pareva che in Italia
l’esercito alleato non avrebbe comunque avuto la forza sufficiente per
un attacco decisivo. Il nostro esercito, quindi, rispetto alle forze
nemiche veniva indebolito, mentre l’avversario era da considerarsi in
posizione ancor più vantaggiosa perché doveva difendere solo montagne e,
in seguito, pianure allagate dalle piogge autunnali e invernali, e
questo con un numero di divisioni superiore, a confronto di quelle
alleate. Inoltre le nostre truppe provenivano da tante nazioni così
diverse fra loro che solo una personalità con elevatissime doti di
comando poteva tenerle unite e muoverle in forma coordinata”.
A proposito dei difficili negoziati che hanno portato alla cessazione
della guerra in alta Italia, sempre nel discorso odierno alla Camera dei
Comuni, Churchill dice:
“Queste trattative venivano condotte da qualche tempo, in forma
estremamente riservata. A volte avevano dato adito a speranze, a volte
meno; negli ultimi due giorni io sapevo cosa stava per succedere,
tuttavia non si era ancora proprio certi che la cosa non sarebbe sfumata
all’ultimo momento. Perciò era necessaria la massima segretezza”.
Il mediatore svizzero colonnello Waibel, che il 28 ha accompagnato i due
parlamentari tedeschi per assisterli alla firma, si trova ancora a
Caserta ospite d'Alexander.
………….
(1) Nel febbraio 5 divisioni, fra cui anche il 1° Corpo canadese,
erano state spostate sul fronte occidentale e sei settimane prima
dell’inizio dell’attacco finale erano state ritirate altre 5 divisioni e
varie truppe per un totale complessivo di 125.000 uomini, così che
contro gli 800.000 uomini delle 31 divisioni tedesche e neofasciste,
all’inizio dell’offensiva di primavera il generale Clark ha potuto
schierare un gruppo d’esercito costituito da 17 divisioni con 500.000
uomini.
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Formazioni della “Manin” si trovano già a Palmanova e della
“Italia” a Udine, quando in giornata arrivano le avanguardie Alleate.
In dodici giorni, dal 20 aprile ad oggi, i partigiani veneti,
friulani e giuliani hanno avuto 2200 morti, 1800 feriti, hanno fatto
140.292
prigionieri, hanno inflitto al nemico perdite, tra morti e feriti,
calcolate in 14.511 uomini.
In una relazione del colonnello Hewitt, per il comando alleato, sono
annotate in ordine alfabetico tutte le località che la resistenza ha
liberato prima dell’arrivo degli Alleati, molto spesso con il concorso
della popolazione che ha fornito squadre improvvisate di patrioti.
L’elenco comincia con Agordino, finisce con Voghera:
centinaia di città e paesi, tra i quali grandi centri come Bologna,
Genova, Milano, Torino, Padova, Venezia , parzialmente Trieste. Nel
corso più cruento della liberazione, dal 21 aprile ad oggi, partigiani e
patrioti hanno avuto oltre 4.000 caduti, hanno catturato almeno 200.000
tedeschi, alcune migliaia ne hanno uccisi, hanno fatto un enorme bottino
di armi, munizioni, materiale di casermaggio.
ULTIME RAPPRESAGLIE DEI TEDESCHI
Provincia di Aosta - Le due divisioni di Schelmmer, stanno ancora
tentando di raggiungere la Svizzera dalla Valle d’Aosta.
Provincia di Padova – A San Martino di Lupari, 32
chilometri a nord di Padova, il 28 aprile si era verificata una
sparatoria fra tedeschi e partigiani, durante la quale non vi erano
stati né morti né feriti. Malgrado ciò i tedeschi hanno scatenato una
rappresaglia che si è protratta fino ad oggi ed ha provato la morte di
ben 81 persone nelle singole frazioni del comune.
Provincia di Trento – In Val di Fiemme tra Molina, Castello,
Cavalese e Ziano i partigiani iniziano il disarmo delle truppe
tedesche, ma arrivano altri reparti nazisti. Ziano viene circondata,
molta case incendiate. Un partigiano muore, diversi sono i feriti, nove
i morti negli incendi o trucidati.
Provincia di Udine: a Ovaro cosacchi e mercenari caucasici
incendiano otto case, saccheggiano le altre e massacrano quanti
incontrano: ventidue i morti. Il parroco don Pietro Cortiula viene
finito a fucilate. Nel ritorno, a Corneglians, gli stessi soldati
uccidono un civile, un partigiano e quattro georgiani che si erano
riuniti ai ribelli. I loro cadaveri, a piedi scalzi, vengono lasciati
sul terreno, disposti a stella. Una formazione partigiana attacca una
colonna di SS in ritirata verso l’Austria lungo la strada da Folgaria
a Cavazzo Carnico. I tedeschi irrompono nell’abitato di Avasinis,
nel comune di Tresaghis, un paesino di 800 anime, e uccidono cinquantuno
persone (fra cui 5 bambini dai due ai dodici anni e due donne) nel corso
di un rastrellamento fino all’ultima casa. Dopo il massacro i soldati
delle SS, contravvenendo di nuovo ai regolamenti internazionali,
prendono in ostaggio circa 40 donne che minacciano di uccidere se i
partigiani tenteranno nuovi attacchi. Due di loro, la diciannovenne Anna
Rodaro e la ventiseienne Anna Di Giannantonio, vengono violentate e
seviziate fino all’alba, quando un colpo di pistola alla nuca pone
termine al loro martirio. Un gruppo di partigiani attacca reparti
tedeschi in fuga a San Giorgio di Nogaro: i tedeschi ne uccidono
cinque.
GLI ALLEATI PROCEDONO ALL’OCCUPAZIONE DELL’ALTA ITALIA
In base al documento sottoscritto dai tedeschi a Caserta il 29
aprile, alle 14 cessano le ostilità su tutto il fronte e si passa
all’attuazione della resa incondizionata delle forze tedesche.
Gli alleati raggiungono Aosta, Belluno, Gorizia, Sondrio, Trento,
Trieste e Udine.
Nelle foto: Trieste - Manifestazioni pro Jugoslavia all’arrivo dei
Neozelandesi e partigiani titini.
I partigiani slavi occupano Pola mentre i tedeschi
continuano a combatterli, sperando nell’arrivo degli alleati,
asserragliati in un triangolo di territorio compreso fra la fabbrica
Cementi, Stoja e Forte Musili. Questo sarà l’ultimo presidio tedesco in
Europa ad arrendersi. Infatti resisterà fino all’8 maggio.
A Trieste i tedeschi che non hanno voluto arrendersi né al CVL né
alle truppe jugoslave, cedono le armi, nel pomeriggio, alle unità
neozelandesi del generale Freyberg che lasciano ai partigiani jugoslavi
la possibilità di completare l’occupazione della città arrivando fino a
Molfancone.
RESISTENZA: ORGANIZZAZIONE POLITICO – MILITARE
Con la nomina di un governatore militare a Milano il CLNAI lascia i
poteri assunti il 26 aprile alle autorità militari alleate.
STRASCICHI DELLA GUERRA
A
Torino, dopo avere subito ripetuta violenza, viene assassinata la
sedicenne ausiliaria della RSI, Marilena Grill (nella foto).
IN GERMANIA
Il cancelliere tedesco Goebbels si suicida mentre i russi
occupano Berlino.
Territorio a sud
DAL DIARIO DI PUNTONI
“Alle 10,30 mi telefona da Roma il generale Infante per preannunciarmi
l’arrivo del Principe di Piemonte in aereo alle 13,30 a Capodichino.
Viene, purtroppo, per confermare la morte della Principessa Mafalda
avuta ufficialmente attraverso il Vaticano. Alle 11,30 vado dal Re e
cerco di prepararlo. Egli capisce subito e dimostra, anche in questo
tragico momento, tutta la sua forza d’animo. Assume quell’atteggiamento
che, per chi non lo conosce a fondo, può sembrare cinico; e io so che
egli soffre terribilmente, forse più di ogni altro.
A Capodichino attendo dalle 13,30 alle 14,30 perché l’aereo speciale è
in ritardo. Durante il tragitto per Villa Maria Pia il Principe mi
narra, molto commosso, della tragica fine della sorella. Sembra
accertato che ella sia morta in seguito a ferite riportate durante un
bombardamento. Sembra anche che sia stata curata come meglio si poteva
in quelle circostanze.
Non si sa nulla del marito Principe d’Assia; i quattro figli sarebbero
riuniti presso i parenti.
Il Principe mi parla anche del giro che ha fatto in Alta Italia e delle
manifestazioni spontanee di simpatia che ha ricevuto a Mantova, Verona,
Brescia, Carpi, Modena, Reggio Emilia e Parma.
S.A.R. si è trattenuta con i Sovrani fino alle 16 e 30 per poi rientrare
a Roma, sempre per via aerea.
Alle 10 è venuto da me l’aiutante di campo del duca d’Aosta per
comunicarmi che il Principe, arrivato a Napoli, sarebbe venuto a rendere
omaggio a S.M. il Re ma che, in conseguenza dei noti fatti non può
muoversi dalla reggia di Capodimonte per ordine di S.A.R. IL
Luogotenente.
Nel tardo pomeriggio la radio annuncia la resa a discrezione firmata dal
comandante delle forze tedesche in Italia: la guerra è finita e le
ostilità sono cessate alle 14. Ma l’annuncio non provoca gioia: bensì un
senso di grande amarezza e negli animi pesa, come una cappa di piombo,
il timore di gravi avvenimenti interni e di un triste avvenire per la
nostra Patria. Intanto Trieste e Gorizia sono in mano delle truppe di
Tito e si dubita che possano essere restituite. L’occupazione è potuta
avvenire per la solita lentezza degli angloamericani e con la complicità
della Russia.
Più tardi la radio annuncia la completa conquista di Berlino da parte
dei russi e la resa a discrezione del presidio della capitale (70.000
uomini). Quantunque sia stata annunciata anche la morte di Hitler (alla
quale molti non credono) e il suo successore, ammiraglio Doenitz, abbia
proclamato che la guerra continua (triste frase anche per noi! Vedi
proclama di Badoglio) riteniamo che la resistenza tedesca volga alla
fine”.
DAL DIARIO DI MACMILLAN
Roma – “Questi due ultimi giorni li ho trascorsi in un’atmosfera
così febbrile e in mezzo a tanta agitazione che posso soltanto
raccontare a grandi linee quel che è successo. A parte quanto avviene
fuori del nostro “teatro” dell’area mediterranea (pensa alla morte di
Hitler!), non c’è stata ora che non abbia recato notizie nuove. Ogni ora
si può dire che l’ho passata in consultazioni con il feldmaresciallo e
il generale Morgan (capo di stato maggiore). Il generale McNarney
(americano) ha quasi sempre preso parte ai nostri colloqui e così
(essendo assente da Roma l’ambasciatore Kirk) ha fatto Offie. Il 1°
maggio (ieri) abbiamo avuto un contatto con Wolff a Bolzano, ma non un
vero e proprio scambio di messaggi. Non potremmo per ora dire se
l’accordo firmato domenica sarà o no onorato. Quindi, sempre durante la
giornata del 1° maggio, abbiamo appreso che Vietinghoff (comandante
tedesco per il settore sud – occidentale) e i suoi soci sono stati
sollevati dalle loro cariche. Poi (da Wolff) abbiamo appreso che lui e i
suoi amici erano agli arresti, e poi, sul tardi, che il comando era
stato preso da Kesselring, ma aveva voluto ventiquattro o quarantotto
ore per prendere una decisione. Poi abbiamo saputo che si sarebbe
apprestato un piano per portar via in aereo Wolff: piano poi annullato.
Da ultimo, nelle prime ore del 2 maggio, abbiamo avuto un messaggio
secondo il quale Kesselring e Wolff (dopo essersi telefonati per quattro
ore) avevano raggiunto un accordo e che avrebbero dato corso ai termini
della resa. Tuttavia Kesselring pretendeva ancora ventiquattr’ore di
tempo prima che si rendesse pubblica la notizia.
A tutti questi messaggi abbiamo sempre dato la stessa risposta:
l’accordo firmato deve essere rispettato. Infine, durante il pomeriggio
del 2 maggio, abbiamo captato messaggi radio “in chiaro” del quartier
generale tedesco a Bolzano, con i quali si impartivano gli ordini
opportuni alle varie unità pechè si arrendessero. Allora abbiamo inviato
un ultimo messaggio a Wolff (e, suo tramite, a Kesselring) in cui
abbiamo detto che, dato che i messaggi recanti gli ordini di resa erano
stati trasmessi in chiaro, avremmo dato pubblico annuncio della resa
alle sei e mezzo. Abbiamo deciso la cosa in una riunione che abbiamo
tenuto alle cinque del pomeriggio del 2 maggio e di fatto l’annuncio è
stato debitamente trasmesso. Alle sette e mezzo il primo ministro ha
preso la parola alla Camera dei Comuni.
Per tutta la durata di questi due giorni nostro compito è stato: inviare
le adeguate risposte ai tedeschi; informare i capi riuniti di Stato
Maggiore per mezzo di telegrammi ufficiali inviati da Alexander; tenere
informata Londra tramite i miei canali di informazione. Insomma una
fatica! E io poi ero deciso a dare l’annuncio della resa in tempo e cioè
quando Winston avrebbe dovuto prendere la parola alla Camera. Tutta
questa faccenda mi ha fatto ricordare la resa dell’Italia nel settembre
del 1943. Quello che importa di più in trattative riguardanti una resa è
di non lasciare alla controparte nessuna scappatoia. Bisogna farli
firmare e obbligarli a rispettare la firma. E’ questo che sono sempre
stato deciso a fare, e ho avuto ragione, eccome!
Abbiamo appena terminato di ascoltare il discorso tenuto da Churchill
alla Camera dei Comuni e la sua parte centrale è stata trasmessa dal
notiziario che la BBC ha diffuso alle nove. Quanto mi ha consolato il
riconoscimento dato ad Alexander e alle forze che si sono battute in
Italia! Dopo tutto abbiamo vinto per un’incollatura! (…)”.
STORIA POSTALE del 2 maggio
Dal
primo numero del Giornale Lombardo edito a Milano dal PWB Alleato
Un pittoresco espresso da Noale (VR) a Cellore di Illasi (VR) che
presenta un’affrancatura con valori ex RSI (raro l’1,25 Monumentti
Distrutti) misti a un valore ordinario inglese. A fianco una cartolina
postale Re giallo da 0,60 con ACS e bollo a ponte 9111 (della Regione
Emilia 9000 – 9299) da Bologna a Grosseto.
Una lettera per gli USA in eccesso di 0,10 con uso infrequente di una
coppia di 2,55 Imperiale: a fianco una lettera espressa da Lequile (LE)
alla PM 181 (dislocata a Napoli) affrancata con soli valori
sovrastampati PM.
Oggi, salvo nuovi ritrovamenti, abbiamo la prima data d'uso nota dei
francobolli £.0,20 Monumenti Distrutti ex-RSI con sovrastampa di £.1,20
(524) e del £.0,25 Monumenti Distrutti ex-RSI con sovrastampa di £.2,00
(525) entrambi emessi con Decreto Ministeriale del 26.03.45
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n°56 del 09.05.45.
Scadenza validità postale: 30.06.46
Il
valore sovrastampato 1,20 in uso singolo servirà, per il solo
periodo tariffario in corso (01.04.45 - 31.01.46), per l'affrancatura
della cartolina fuori distretto e per i manoscritti a tariffa ridotta
fra comuni.
Nel quarto periodo tariffario diventò un valore complementare.
Considerazioni sulla sua diffusione.
Su ITALIA NUOVA del 29.04.45 si leggeva.
- ITALIA - Il 20 e il 25 centesimi della serie repubblicana
"Monumenti" sono stati sovrastampati dall'amministrazione delle Poste
dell'Italia Liberata. Il nuovo valore è rispettivamente di £.1,20 e
£.2,00.
Possibili abbinamenti con gli altri valori della Luogotenenza:
- il suo unico contemporaneo gemello (salvo il non contemplato 1,20
Democratica) è rappresentato dal 1,20 Roma (532) che essendo diffuso
nelle stesse province (oltre a quelle del Nord) ne permetteva la
contemporanea presenza su documento postale;
- con gli altri valori può essere reperito in normale combinazione con
tutti i Roma e gli altri due Sovrastampati, può trovarsi (ma sicuramente
poco frequentemente) con i seguenti Novara:
- 0,10, 0,20, 0,50, 1,00 (528), in Emilia-Romagna;
- 0,60 e 1,00 (540) in Emilia-Romagna e nelle Marche (in prov. di Ascoli
Piceno).
Quelle che seguono sono interessanti affrancature con il presenze del
valore da 1,20
Questa
raccomandata, chiaramente filatelica e abbondantemente in eccesso di
tariffa, venne composta con tre quartine dei tre sovrastampati ognuna
delle quali presenta una varietà. L'1,20 in basso a destra mostra la
varietà 480/a del Catalogo Enciclopedico Italiano, il 2,00 in alto a
sinistra la varietà 525b (LIRE distanziato) del Sassone e il 2,50 in
basso a sinistra la varietà 523b (una barretta in meno a sinistra),
sempre del Sassone.
Lettera raccomandata espressa fuori distretto affrancata regolarmente
12,00 (2,00+5,00+5,00) con una quartina del 1,20 su 0,20, altra quartina
del 0,30 Roma e 2,00 Imperiale gemellato con 2X2,00 sovrastampato. Parte
da Udine dove tutti questi valori non sono in corso, ma probabilmente
affrancata altrove. Mittente della P.M. 16 nucleo UD.
Il valore sovrastampato 2,00
in uso singolo, nel periodo tariffario
della sua emissione, lo si poteva impiegare per la lettera fuori
distretto (tariffa per la quale era stato emesso) o per la lettera nel
distretto doppio porto (abbastanza inusuale); nel quarto periodo e fino
al termine della sua validità, sempre in uso singolo, poteva servire per
affrancare la cartolina nel distretto, la cartolina con firma e cinque
parole, il biglietto da visita e la lettera fuori distretto a tariffa
ridotta (corrispondenza per militari e fra comuni).
Considerazioni sulla sua diffusione.
Valgono le stesse considerazioni fatte per il suo "contemporaneo" 1,20
(524).
Le zone di diffusione sono le stesse ivi compresa l'Emilia - Romagna
dove il reperimento sembrerebbe più facile del suddetto 1,20.
Possibili abbinamenti con gli altri valori della Luogotenenza:
- in tutto il Centro - Sud e nell'Emilia - Romagna è possibile trovarlo
in gemellaggio con il 2,00 Roma, impossibile trovarlo con il 2,00 Novara
(541) distribuito solo a nord dell'Emilia - Romagna;
- normale l'abbinamento con tutti gli altri Roma e con gli altri due
Sovrastampati; per gli abbinamenti con i Novara vedi stesse possibilità
del precedente 1,20 (524).
Quelle che seguono sono interessanti affrancature con il presenze del
valore da 2,00
Raro uso del 2,00 su 0,25 in Lombardia in gemellaggio con il 2,00 Roma.
Lettera fuori distretto raccomandata affrancata lire 7,00 da Manerbio
(BS) il 10.09.45 a Pralboino (BS) il 12.09.45.
Primo giorno d'uso del 2,00 su 0,25 Monumenti distrutti. Dovrebbe
trattarsi di lettera fuori distretto espressa e non raccomandata come
risulterebbe dal timbro specifico; l'affrancatura di lire 7,00 era
valida sia per uno che per l'altro servizio. Partita da L'Aquila il
02.05,45 giunse a Montereale il 05.05.45.
Raro uso del 2,00 sovrastampato in Liguria. La missiva raccomandata
fuori distretto presenta oltre al 2,00 anche un 2,00 P.A. Democratica
usato come ordinario, due 1,20 Roma e un 0,60 Democratica per un totale
esatto di lire 7,00. Partita da Voltri (GE) il 18.-12.45 arrivò a Finale
(SV) il 22.12.45.
Rarissima affrancatura di cartolina inoltrata per Via Aerea (1,20
cartolina + 2,00 di sovrattassa aerea). Dal primo di ottobre con
l'emissione della Aerea Democratica divenne possibile affrancare la
cartolina con il "singolo" 3,20 appositamente dato alle stampe. Il
12.09.45 per inviare una cartolina come la presente occorreva
necessariamente creare una "composizione" che in questo caso impegnò,
oltre al 2,00 Sovrastampato, anche il "fratellino minore" da lire
1,20.
Rara combinazione del 2,00 sovrastampato con 0,10 Monumenti Distrutti.
Trattasi probabilmente di lettera fuori distretto raccomandata aperta
(2,00 lettera + 2,40 raccomandazione aperta) anche se manca l'etichetta
della raccomandazione. Parte il 20.07.45 da Modena per Bologna. Gli ex -
Rsi non erano ufficialmente ammessi in Emilia.
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