lunedì 7 maggio 1945
NOTIZIE DALL’ ESTERO
Capitolazione del fronte occidentale in Germania con firma della resa a
Reims. Firmano: Jodl per la Germania e Eisenhower per gli alleati. La
resa avrà effetto dalle 0,01 del 9 maggio ma ogni azione di guerra è già
cessata. Ad Oslo capitolano le truppe tedesche in Norvegia.
Il generale Kesselring viene fatto prigioniero dal generale Taylor.
NOTIZIE ALL’INTERNO
Campo Tures – Opere
d’arte trafugate dai tedeschi e recuperate.
STRASCICHI DELLA GUERRA
Malgrado la firma della resa, ci sono combattimenti fra partigiani e
nazifascisti in paesi del Bellunese e del Trentino. Nel
Friuli, dopo la liberazione di Udine (il 1° maggio), la lotta è
continuata: le divisioni “Osoppo” e “Garibaldi” si sono battute spalla a
spalla nella lotta finale.
DAL DIARIO DI MACMILLAN
Roma – “Dalle nove e mezzo alle undici e mezzo, ancora colloqui e
telegrammi ecc. sulla Venezia Giulia. La gara continua. Per ora non si
segnalano incidenti, ma abbiamo dovuto abbandonare ogni idea di
impiantare il governo militare alleato anche in quelle zone dove ci sono
i nostri soldati. Il controllo è in mano jugoslava e gli jugoslavi hanno
già attuata la loro organizzazione civile e militare (tutto proprio come
in Grecia!).
Alle undici e mezzo, sono partito per Roma. Faceva molto caldo e il
tragitto è stato faticoso. Ho tenuto una riunione alle tre pomeridiane
alla sede della commissione. Presenti: Stone, Lush e Grafftey – Smith.
Con loro ho dovuto considerare una comunicazione che, dietro istruzioni
del governo britannico, dovrò fare a Bonomi circa gli acquisti italiani
in Gran Bretagna: si tratta di un fatto previsto dal programma (il
programma di “riabilitazione” ossia di ricostruzione dell’Italia). Tutto
procede dalle discussioni che ho avuto a Londra lo scorso novembre. Il
programma è stato concordato in tutto e per tutto con le autorità
italiane e trasmesso al comitato congiunto per i territori liberati (che
sta a Washington). Dato che nell’Italia Settentrionale le distruzioni di
impianti industriali è stata molto minore di quel che tutti noi ci
aspettavamo, indubbiamente sarà necessario procedere ad alcuni mutamenti
e ad alcune correzioni del programma. Tuttavia, gli ordini sono già in
fase esecutiva e l’unica questione irrisolta è quale parte spetti agli
inglesi nei finanziamenti. Il programma A (relativo alla sanità pubblica
e ai disordini sociali) sarà finanziato naturalmente dagli Stati Uniti
insieme alla Gran Bretagna nelle percentuali già fissate nell’accordo
generale. Ma questo programma aggiuntivo si presenta più complicato. Gli
americani forniranno finanziamenti pari all’ammontare del soldo
attualmente pagato in Italia alle forze americane (si tratta
probabilmente di 100 milioni di dollari o giù di lì). Il governo inglese
ora ha convenuto di finanziare il proprio contributo calcolandolo sul
valore in sterline delle importazioni italiane già avvenute o di quelle
che si faranno. Per il momento si tratta solo di due milioni di sterline
(otto milioni di dollari) all’incirca, una volta che siano stati
compiuti diversi accomodamenti. Ma se il piano di reclutamento di mano
d’opera italiana (fino a 15.000 uomini) passa, allora il valore dei
salari pagati a questa gente conterà come un’esportazione dell’Italia. E
in tre anni potrebbe raggiungerla cifra di dodici milioni di sterline.
Alle sei e mezzo sono andato da Bonomi, a cui ho fatto una dichiarazione
scritta e orale. Poi, dietro richiesta del governo inglese, l’ho
invitato a mandare in Gran Bretagna un agente addetto agli acquisti
(accompagnato da adeguati collaboratori) per concludere i necessari
contratti e sovraintendere in generale alla loro esecuzione. Bonomi si è
detto contento della cosa e sebbene la somma non sia cospicua, è tutto
quello che possiamo permetterci, e poi si tratta solo di un inizio. Alle
sette e mezzo sono andato dall’ambasciatore Charles, che ho trovato
molto inquieto per Trieste e in generale per il modo in cui vanno le
cose. A suo avviso, sulla faccenda di Trieste il governo italiano
rischia di cadere. (…)”.
STORIA POSTALE del 7 maggio
Da
“Il Popolo” di Milano:
Lettera semplice per gli USA regolarmente affrancata con una striscia di
cinque del 1,00 Miti e Simboli aerea
Una vera rarità da Codroipo a Perugia: lettera semplice affrancata 2,00
con la combinazione di un raro 1,25 Monumenti Distrutti e un 0,75
Provvisoria tiratura di Roma.
A fianco una raccomandata espressa regolarmente affrancata 12,00 (2,00
lettera + 5,00 di raccomandazione e 5,00 di espresso), il 10,00
Imperiale era abbastanza infrequente come presenza.
Due cartoline Vinceremo da 0,15 affrancati 1,20 per cartolina fuori
distretto, la prima a sinistra regolarmente affrancata 1,20 mentre
quella di destra presenta un’affrancatura di 2,00 non comprensibile;
censura con bolli a doppio cerchio di Siracusa.
Ricevuta di ritorno regolarmente affrancata 2,00 con una curiosa e
davvero infrequente combinazione di un 0,75 Miti aerea con un 1,25
Espresso Imperiale usato come ordinario. A fianco una lettera semplice
affrancata 2,00 con tutti valori Imperiale.
martedì 8 maggio 1945
NOTIZIE DALL’ESTERO
Oggi viene firmato l’atto definitivo di resa di tutte le forze
germaniche di tutti gli scacchieri di guerra. Firmano: Keitel per la
Germania, Zukov per l’URSS, Spaaz per gli USA, Tedder per la Gran
Bretagna e De Lattre per la Francia.
NOTIZIE DALL’INTERNO
A Bari si manifesta per la fine della guerra (nella foto).
L’ISTRIA E’ UN PROBLEMA
A Pola il presidio tedesco si arrende. Inizia una carneficina da parte
dei partigiani slavi che sgozzano, con un coltello da macellaio, decine
di tedeschi disarmati e li gettano in mare dall’alto delle grotte. Lo
sgozzatore, un capo partigiano, assurgerà poi ad una alta carica nella
successiva amministrazione slava della città. L’ammiraglio Wave,
comandante le truppe tedesche della guarnigione di Pola, viene
prelevato, nella tarda serata, e fucilato insieme ad alcuni ufficiali
del suo stato maggiore.
DAL DIARIO DI PUNTONI
“Annuncio ufficiale della capitolazione della Germania. I capi delle tre
grandi nazioni unite fanno il loro discorsetto al mondo inneggiando ad
una futura pace alla quale forse hanno già motivi di credere. E lo si
può leggere nei comunicati di San Francisco.
Per tutta la sera, fino alle 2 del mattino, gli allegri ragazzi che
compongono le armate angloamericane hanno manifestato la loro gioia con
fucilate, bombe a mano e persino qualche cannonata.
A Trieste infuria la rabbia jugoslava senza che gli alleati intervengano
energicamente: praticamente tutta la Venezia Giulia è nelle mani delle
truppe di Tito. Vediamo assai in pericolo la sorte di Trieste!”
DAL DIARIO DI MACMILLAN
Da Roma a Caserta – “(…) Dalle otto e mezzo alle nove e mezzo, colloquio
con il generale Morgan che subito dopo è partito per Belgrado. Abbiamo
fissato i termini definitivi dell’accordo militare che intende proporre
a Tito e poi ha anche fatto cenno delle argomentazioni di chi vuole
avvalersi (1). Dopo tanti dubbi penso che oggi sia proprio il V.E. Day
(il giorno della vittoria in Europa). Con breve preavviso e in tutta
fretta abbiamo organizzato per mezzogiorno un ricevimento (ossia un
cocktail – party) nel mio studio al Palazzo Reale di Caserta. Abbiamo
invitato tutti i nostri collaboratori, compresi i domestici fatti venire
da Napoli, gli autisti, gli attendenti, le ordinanze ecc. e tutto lo
staff di Kirk.
Riesce quasi impossibile pensare che sia proprio tutto finito. Se non
avessimo il fastidio della nuova crisi della Venezia Giulia, tutto ormai
filerebbe liscio come l’olio. (…)”.
…………
(1) Sebbene Washington abbia specificato che il governo militare
alleato dovrebbe estendere il suo potere su tutto quanto il territorio
italiano quale era nel 1939, per poi amministrarlo fino a quando la
conferenza della pace non ne avrà deciso il futuro, gran parte della
Venezia Giulia è già stata occupata dai partigiani jugoslavi pronti a
combattere per non perderla. Ma Alexander ha bisogno di proprie linee di
comunicazione e si è accordato con Tito in questo senso: ad Alexander
dovrebbe spettare il controllo di Trieste e delle strade che attraverso
Gorizia e il passo di Tarvisio portano in Austria. Tito, tuttavia, pur
consentendo ad Alexander l’uso di Trieste e di Pola, ha poi rifiutato di
cedere il controllo di questi porti che sono ora occupati dalle sue
forze e da quelle alleate. Alexander ha allora pensato di inviare il
generale Morgan a Belgrado per stipulare un accordo prettamente
militare, in forza del quale egli dovrebbe avere il controllo del
territorio posto ad ovest di una conveniente linea di demarcazione.
STORIA POSTALE dell’8 maggio
Lettera da Genova a
Pontedera (PI) probabilmente doppio porto in quanto affrancata 4,00
che presenta valori gemelli del 0,10 Imperiale con il 0,10 Novara. A
fianco una cartolina VINCEREMO da 0,15 affrancata 1,20 con tutti
valori aggiunti della Imperiale.
Una
lettera veramente rara da Torino per la Svizzera regolarmente affrancata
1,25 (al Nord fino al 30 giugno saranno mantenute le tariffe in corso
nella RSI mentre nella Luogotenenza la tariffa lettera per l’estero è di
5,00); la rarità è dovuta all’uso dell’1,25 Monumenti Distrutti.
Censura MILITARY CENSORSHIP CIVIL MAIL con timbro rosso.
mercoledì 9 maggio 1945
DAL DIARIO DI PUNTONI
“La giornata di oggi viene decretata “festa della pace”. Il 9 maggio per
noi italiani era “la giornata dell’impero”. Sono a Roma in breve visita.
Mi incontro con Acquarone che mi presenta il cav. Frascati il quale sarà
forse il nuovo amministratore dei beni privati di Sua Maestà. Acquarone
è anche lui tutt’altro che ottimista. Mi conferma che la Principessa
Maria di Borbone è giunta ad Aosta (nel Castello delle Sarre) e che il
Principe voglia prossimamente andare da lei per tornare a Roma insieme”.
STORIA POSTALE del 9 maggio
Cartolina illustrata da
Pompei (NA) a Salerno tassata 1,20 per mancanza di 0,60
nell’affrancatura. A fianco una infrequente cartolina postale da 0,70
sovrastampata 1,20.
Lettera raccomandata
regolarmente affrancata 7,00 con una coppia di 2,50 sovrastampati e
una quartina di 0,50 Miti PM. A fianco un piego comunale affrancato
come manoscritti raccomandati aperti regolarmente affrancato 4,80.
Lettera raccomandata
regolarmente affrancata 7,00 con tutti valori della Miti e Simboli
aerea. A fianco una lettera semplice da Bormio (SO) affrancata 1,00
con tutti valori ex - RSI con tre gemelli del 0,30 (Monumenti
Distrutti – GNR e Provvisoria), di probabile origine filatelica.
Ancora
una errata interpretazione
delle tariffe in corso da parte dell’ufficiale postale che indicò da
tassare la tariffa da 0,50 (ammessa invece fino al 30 giugno al Nord) e
dell’ufficiale postale che tassò gli 0,70 mancanti all’affrancatura
cartolina di 1,20 (in corso al Sud) con un 1,40 composto da un 1,00
segnatasse + un 0,30 pacchi e un 0,10 Imperiale.
Il pezzo è molto raro.
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