giovedì 10 maggio 1945
DALLA LUOGOTENENZA
La
Commissione Alleata per l’Italia restituisce all’Amministrazione
italiana le provincie di Terni, Perugia, Grosseto, Macerata, Pesaro,
Arezzo, Siena e Ancona, fatta eccezione, per quest’ultima del capoluogo.
In conseguenza del trasferimento, che decorre da oggi, la Commissione
Alleata dell’Umbria e delle Marche è stata abolita e tutti gli ufficiali
addetti alleati sono stati ritirati.
Nell’occasione, l’ammiraglio Stone, commissario capo della Commissione
Alleata, ha detto:
“Questo trasferimento territoriale, deciso dalla Commissione Alleata
con l’approvazione del comandante supremo alleato Maresciallo Alexander,
è una prova di fiducia degli alleati per la capacità del governo
italiano di riprendere libera e completa amministrazione dei suoi affari
interni. Questo fatto segue immediatamente alla celebrazione della
vittoria in Europa per la quale tante persone hanno sofferto e sono
morte per la causa delle Nazioni Unite e alla quale l’Italia ha
contribuito per mezzo del suo esercito di valorosi patrioti e col lavoro
di migliaia di italiani direttamente impegnati in appoggio allo sforzo
bellico alleato, e deve farci affrontare con maggior vigore e decisione
i nostri compiti per la ricostruzione in modo da renderci degni di
coloro che hanno combattuto e che sono morti per liberare l’Italia e che
si sono adoperati per il ritorno del territorio italiano sotto la
giurisdizione nazionale. Un ulteriore trasferimento di territorio sarà
effettuato in un prossimo futuro”.
EX – RESISTENZA
A Parma sfilano ottomila partigiani. Il tragico bilancio a fine
guerra nella provincia è di 1603 caduti (447 civili, 228 militari, 928
partigiani), 19 mutilati, 371 feriti, 123 invalidi, 21 dispersi.
GERMANIA
A Karlshort, presso Berlino, i tedeschi firmano la resa
incondizionata ai sovietici.
RESISTENZA ALL’ESTERO
La divisione Italia entra a Zagabria insieme con le truppe jugoslave.
Dal 1939 al 1945 gli italiani hanno combattuto all’estero per la causa
della libertà su tutti i fronti: in Norvegia, in Francia, nella
insurrezione di Parigi, in Africa al lago Ciad con le truppe del
generale Leclerc e a Bir – Hacheim a fianco degli uomini del generale
Juin, sul fronte del Reno nell’armata del generale DE Lattre, in Grecia,
Albenia, Jugoslvia, Polonia e Cecoslovacchia.
DAL DIARIO DI MACMILLAN
Caserta – “Alle dieci e mezzo, riunione dal comandante supremo. Si è
parlato per un’ora e mezzo della Venezia Giulia, senza fare grandi
progressi. Obiettivo primario di queste riunioni formali e con tante
persone è come quello di una riunione di governo: far sì che ognuno
sappia che cosa succede e dica poi la sua. Un lungo battibecco tra
l’ambasciatore Kirk e il generale McNarney è stato quanto mai
illuminante. Il dipartimento di Stato è violentemente anti – titoista e
pretende che si agisca con energia; il dipartimento della Guerra è molto
più moderato e sta pensando all’Estremo Oriente.
La contro proposta di Tito (che adesso conosciamo in tutti i suoi
dettagli) da un lato è ragionevole, ma probabilmente non potrebbe essere
accettata dal feldmaresciallo (Alexander), dato che alla sua base sta la
presupposizione politica che tutto il territorio ad est dell’Isonzo è de
facto e de jure sotto la sovranità jugoslava. In cambio Tito offre i
diritti di libero accesso a Trieste, garantisce le linee di
comunicazione e propone una sorta di condominio militare (sulla città)
(1). Tutta l’altra zona la pretende per sé e la vorrà occupare e
governare a suo beneplacito. Allora abbiamo deciso: a) di rispondere a
Tito dicendogli che, avendo lui sollevato il problema politico, il
feldmaresciallo non può far altro che riferirne ai due governi da cui
dipende; b) di dare istruzioni agli strateghi perché valutino con tutta
precisione quante forze siano necessarie per buttar fuori gli jugoslavi.
Il generale Morgan è tornato dopo colazione, ovviamente impressionato
dalla determinazione e dalla personalità di Tito. Il nostro
ambasciatore, Ralph Stevenson, per altro, è del parere che il
maresciallo stia bluffando. Lui (e il suo collega americano) ha
telegrafato raccomandando un’azione energica e un ultimatum. Tutto
questo non fa che preoccuparmi di più. Mi sono messo ad abbozzare una
valutazione e un consiglio per il nostro primo ministro, ma non ne sono
soddisfatto.(…)”.
…………
(1) In questo modo la sicurezza della linea di comunicazione di
Alexander continuerebbe a dipendere dalla buona volontà degli jugoslavi.
STORIA POSTALE del 10 maggio
Biglietto postale da 0,50
usato come supporto per affrancatura lettera si 2,00 e, a fianco, una
cartolina postale VINCEREMO affrancata 2,00 per Ricevuta di Ritorno.
Cartolina fuori
distretto affrancata 0,60 anziché 1,20 e tassata in arrivo per il doppio
della affrancatura mancante con una coppia di segnatasse da 0,60.
venerdì 11 maggio 1945
STRASCICHI DELLA GUERRA
Mentre in Venezia Giulia i partigiani di Tito stanno accanendosi contro
gli italiani, partigiani italiani e truppe alleate stanno da giorni
proteggendo il Friuli che Tito avrebbe voluto occupare fino a Tarcento,
oltre Cividale.
ECCIDI POSTBELLICI
Vengono trucidati i sette fratelli Govoni nelle campagne del bolognese (vedi
foto). In un casolare della campagna bolognese presso Argelato, un
gruppo di partigiani sevizia e strangola, una per una 17 persone. Sette
appartengono alla stessa famiglia, sono i fratelli Dino, Marino, Emo,
Giuseppe, Augusto, Primo e Ida Govoni. Sono tutti accusati di essere dei
fascisti.
Nella foto successiva un immagine del ritrovamento dei corpi.
DAL DIARIO DI PUNTONI
“Di ritorno da Roma riferisco al Re sui colloqui e sulle impressioni del
mio soggiorno romano.
Arriva alla Regina una lettera di condoglianze del Principe Saverio di
Borbone – Parma, fratello di Luigi il consorte della Principessa Maria,
che è stato internato in Germania e uscito illeso dalla bufera si trova
ora a Napoli”.
DAL DIARIO DI MACMILLAN
Caserta – “Ho lavorato per iscrivere il testo del mio telegramma
(per Churchill), che ho diviso in due parti: un breve sommario circa gli
sviluppi possibili dei fatti (relativi alla Venezia Giulia) e poi la
parte delicata alle mie considerazioni. Ho mostrato e l’una e l’altra ad
Alexander e al generale Morgan e ho poi spedito il tutto (ma in due
telegrammi distinti) apportando le poche correzioni che mi hanno
suggerito. Alex ha inviato ai capi di stato maggiore riuniti il
telegramma seguente: “Nel caso che si aprissero le ostilità contro la
Jugoslavia, debbo sapere su quali divisioni posso contare. Sarei lieto
se da parte vostra fossero consultati i governi americano, inglese,
neozelandese, sudafricano, indiano brasiliano, polacco e italiano”.
Credo che queste parole dovrebbero spaventare quei paciosi signori di
Washington!
Il problema di Tito è di una difficoltà immensa e sono molto, ma molto
preoccupato della posizione che assumerà l’Inghilterra. Il generale
McNarney ci ha detto con tutta franchezza che gli ordini da lui ricevuti
gli ingiungono di non immischiarsi nel pasticcio (o, meglio, nella lite
con la Jugoslavia) e del resto il dipartimento di Stato (e anche il
nostro ambasciatore, Stevenson) ci invitano a considerare un bluff
quello di Tito. Il mio pensiero è che dobbiamo essere certi
dell’appoggio concreto e morale degli Stati Uniti se proprio dobbiamo
correre il rischio (di uno scontro con la Jugoslavia). Quel che è certo,
è che non voglio sperimentare un altro caso “Grecia”. (…)”.
STORIA POSTALE dell’11 maggio
Una lettera espressa da Pavia a Viterbo affrancata 3,50 secondo le
tariffe della ex-RSI mantenute in corso. A fianco una cartolina 0,30
VINCEREMO espressa da Serracapriola (FG) a Bari regolarmente affrancata
6,20 (1,20 di cartolina fuori distretto + 5,00 di espresso.
Raro biglietto postale 0,50 sovrastampato RSI con aggiunto valore da
0,50 Monumenti Distrutti, secondo le tariffe ex RSI, usato in Piemonte
dove i valori della ex RSI erano stati dichiarati fuori corso. A fianco
un piego comunale affrancato 1,00 come lettera a tariffa ridotta fra
sindaci. Bollo ACS di Livorno.
Lettera espressa da Connostramatza (CA) a Macomer, censura 82R di
Cagliari. A fianco una raccomandata da Caserta a Ascoli Piceno.
Raccomandata affrancata 13,00 da Messina a Roma e raccomandata da
Alessandria a Roma affrancata 2,50 a tariffe RSI con presenza di due
valori RSI (Monumenti Distrutti) ufficialmente fuori corso in Piemonte.
Lettera semplice da Roma a New York regolarmente affrancata 5,00 e, a
fianco, lettera raccomandata regolarmente affrancata 7,00 da Bari ad
Arezzano.
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