il tramonto di un regno








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il tramonto di un regno


di Giancarlo MAGNONI

14° Periodo dal 10 maggio al 19 giugno 1945

a) Territorio a sud della linea La Spezia – Bologna – Rimini (ex Linea Gotica):
A.M.G./A.C. E LUOGOTENENZA che dal 10 maggio ha riassunto il controllo amministrativo delle province di Terni, Perugia, Ascoli Piceno, Macerata, Pesaro, Grosseto, Siena, Arezzo e Ancona

b) Territorio a nord della linea La Spezia – Bologna – Rimini (ex Linea Gotica): Sotto il controllo degli Alleati.

Seconda parte: 12 maggio
 


sabato 12 maggio 1945

STRASCICHI DELLA GUERRA
Trieste - La pressione Alleata obbliga Tito a ritirare i suoi partigiani dietro la cosiddetta linea Morgan e all’occupazione jugoslava si sostituisce quella Alleata. A Tito rimane il controllo dell’Istria che verrà abbandonata dal più della minoranza italiana.

NOTIZIE DALL’INTERNO: DIMISSIONI DEL GOVERNO BONOMI
Ivanoe Bonomi è costretto a dimettersi e rimette il suo mandato di presidente del Consiglio nelle mani del Luogotenente Umberto di Savoia.

DAL DIARIO DI PUNTONI
“Una telefonata da Roma, per incarico del Principe di Piemonte mi comunica , perché ne informi subito le LL. Maestà che in data 8 maggio si sono avute assicurazioni formali che la Principessa Maria di Borbone e famiglia sono al sicuro e stanno bene. Le notizie provengono dalla Contessa Calvi di Bergolo, il che fa presumere che la Principessa sia già in Svizzera. Ne riferisco al Re che corre immediatamente a comunicare la buona notizia alla Sovrana. Con lo stesso mezzo ho avuto conferma che la Duchessa d’Aosta – vedova e la Duchessa d’Aosta trovansi anche esse in Svizzera e stanno bene. Ne do immediatamente comunicazione telefonica al comandante Zucchini – Solimei perché informi S.A.R. la Duchessa d’Aosta – madre e il Duca d’Aosta”.

DAL DIARIO DI MACMILLAN
Da Napoli a Treviso – “Alle otto sono partito con Philip Broad su un Dakota. Siamo atterrati in aeroporto nei pressi di Treviso, non lungi da Venezia. E’ stato un bel volo lungo la dorsale appenninica. Giornata bella, molto caldo a terra, ma piacevole e fresca in alto. Siamo giunti a Treviso verso le dieci e mezzo e ci ha accolto il generale McCreery, comandante in capo dell’ottava armata. Il generale ci ha portato in auto al suo quartier generale, che è poi un bel campo militare posto nel giardino di una grande casa di campagna. Qui abbiamo tenuto una riunione, a cui hanno partecipato il capo di stato maggiore dell’ottava armata (brigadiere sir Henry Floyd) e Con Benson, dell’ottava armata (ma addetto al governo militare alleato). Ho visto subito che il generale era un po’ sulle spine e anche un po’ amareggiato perché lasciato a digiuno di informazioni. Quindi ho reputato opportuno che lui e il capo di stato maggiore e anche Benson esponessero per primi le loro difficoltà e i loro problemi.

E’ chiaro che, a così poca distanza dalla vittoria, per loro e per i loro soldati rappresenta una delusione trovarsi in una situazione così ardua e delicata. Non si è consentito loro di esercitare alcuna autorità poggiando sulla forza delle armi e, quindi, hanno dovuto stare fermi e guardare gli jugoslavi istituire un’amministrazione locale di loro genio, occupare tutti gli edifici pubblici nelle zone in cui si sono infiltrati e si stanno ancora infiltrando, chiamare sotto le armi i contadini, requisire viveri, trasporti, ecc. Non solo gli jugoslavi hanno il controllo effettivo del territorio ad est dell’Isonzo (noi abbiamo una brigata nella zona portuale di Trieste, mentre la città vera e propria è in mano jugoslava), ma hanno fatto sì che anche ad ovest del fiume ci siano località in cui il governo militare alleato non ha potuto insediarsi e funzionare. I militari inglesi possono soltanto “erigersi” contro di loro (come fanno i poliziotti londinesi, quando trattengono la folla), ma loro sono molto più numerosi dei nostri. Dopo un’ora e mezzo circa di discussione ecc., ho riepilogato la situazione militare e politica e i problemi che si pongono al feldmaresciallo e al governo britannico, senza tacere il fatto dell’atteggiamento equivoco ed incerto degli americani.

Avevo portato con me tutta la documentazione ed ho mostrato loro i telegrammi più recenti e più importanti che sono intercorsi tra le varie capitali di tutto il mondo. Penso che questa mia mossa abbia avuto un buon effetto sul piano psicologico e abbia fatto capire al generale e ai suoi alti collaboratori come stanno veramente le cose. La riunione (tenuta all’ombra di alcune piante) è durata dalle undici fino alle all’una e mezzo. Dopo colazione, Philip Broad e il sottoscritto siamo tornati in auto all’aeroporto e saliti su due monoposto leggeri. In quarantacinque – cinquanta minuti siamo arrivati ad una pista di atterraggio nei pressi di Monfalcone, dove ci ha accolto il nostro vecchio amico generale Harding (un tempo capo di stato maggiore al quartier generale alleato e ora comandante del tredicesimo corpo d’armata). Il generale si è sistemato in uno splendido castello di proprietà degli Hohenlohe: guarda sul mare, ha una bellissima vista e un meraviglioso giardino. Quello che più colpisce ora nel giardino e nelle aiuole è la magnifica fioritura di iris azzurri.

Il generale Harding ci ha esposto lo stato d’animo dei suoi soldati. Personalmente il generale è persona di grande fermezza ed ha un’indole gagliarda, incline alla fiducia in se stesso e nello stesso tempo è un militare di professione straordinariamente bravo e intelligente. A dire il vero, il suo morale mi è sembrato più alto di quello riscontrato al quartier generale dell’ottava armata. Non gli piace affatto la situazione in cui si trova, dato che ovunque lui e i suoi soldati sono “tollerati”. Tuttavia, pensa di poter mantenere tale posizione scomoda per diverse settimane (se necessario) fin tanto che procedono le trattative e possano essere prese decisioni a livello dei governi. Abbiamo lasciato John Harding verso le sei e mezzo e alle sette e venti circa eravamo di nuovo all’aeroporto dell’ottava armata.

In auto ci siamo portati al “Caledon Camp”, ci siamo lavati e mutati d’abito: quelli che avevamo erano sporchi e pieni di polvere. Penso che le visite fatte oggi abbiano avuto un buon effetto. Sia il generale McCreery sia Harding sono stati molto contenti di avere la occasione di sentir spiegare in che posizione si trovino e quali difficoltà debbono affrontare. E credo che li abbia confortati l’aver saputo da noi quale sia il retroscena politico e quali siano le implicazioni della loro posizione così come l’essere informati dei problemi che ci assillano al quartier generale alleato.

Verso le otto ci siamo avvicinati in auto alla volta di Venezia (il sottoscritto, il brigadiere Floyd, capo di stato maggiore dell’ottava armata, Con Benson e Broad). Siamo arrivati che c’era ancora un po’ di luce. Mi ha preso come un brivido di piacere scendere lungo il Canal Grande, passare accanto alla Ca’ D’Oro e ai grandi palazzi rinascimentali e poi approdare dall’altra parte alla Chiesa del Saluto e alla Dogana: tutto è rimasto intatto e su tutto aleggiava la solita bellezza calma e appagata, che ispira ad un tempo un senso di fiducia e un senso di nostalgia. Abbiamo pranzato al Grand Hotel: cibo (razioni inglesi) preparato in modo squisito. Anche il vino era ottimo. I camerieri ci hanno serviti muti e rispettosi alla stessa guisa che devono aver fatto con gli ufficiali tedeschi fino a qualche settimana fa”.
 

STORIA POSTALE del 12 maggio
 

 

Piego di ospedale raccomandato come lettera semplice, da Biella a Cossato (VC); a fianco una cartolina postale VINCEREMO usata come Ricevuta di Ritorno e affrancata in difetto di 0,10 (1,90 anziché 2,00) con valori di tre diverse serie: Miti aerea, 0,30 Roma e un infrequente uso di un 0,15 Imperiale sovrastampato PM.

 

Una lettera espressa da Mesagne (BR) a Roma, censura (rara) UMCG di Brindisi. A fianco un piego come manoscritti raccomandati regolarmente affrancato 4,80 (2,40 manoscritti + 2,40 di raccomandazione aperta).
 

 

Raccomandata per Bari affrancata con tutti valori sovrastampati PM e, a fianco, manoscritti per Atti Giudiziari regolarmente affrancata 9,20 da Aversa a Santa Maria Portici (NA)

 



Piego come manoscritti raccomandati regolarmente affrancato 4,80.

 

 

 

 

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