14° Periodo dal 10 maggio al 19 giugno 1945
a) Territorio a sud della linea La Spezia – Bologna – Rimini (ex Linea
Gotica):
A.M.G./A.C. E LUOGOTENENZA che dal 10 maggio ha riassunto il controllo
amministrativo delle province di Terni, Perugia, Ascoli Piceno,
Macerata, Pesaro, Grosseto, Siena, Arezzo e Ancona
b) Territorio a nord della linea La Spezia – Bologna – Rimini (ex Linea
Gotica): Sotto il controllo degli Alleati.
Quarta parte: 16 maggio
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mercoledì
16 maggio 1945
DAL DIARIO DI PUNTONI
“La Francia, in risposta alle nostre proteste, conferma che non ha
rivendicazioni territoriali nei nostri confronti; parla però di
rettifiche sul confine. Ed intanto continua ad occupare una striscia di
territorio dal mare al Monte Bianco per una ventina di chilometri”.
DAL DIARIO DI MACMILLAN
Caserta – Giornata che definirei confusa. Anthony Eden telegrafa
da Washington il mutare degli umori americani. A quanto si vede, la
valutazione della situazione militare fatta da Alex che chiede forze
considerevoli e sottolinea l’importanza di tenere conto e di apprezzare
il morale dei nostri soldati li ha inquietati. Il feldmaresciallo
naturalmente doveva pur fare osservare che, immediatamente dopo il V.E.
Day (giorno della vittoria in Europa), e dopo che per mesi e anni la
stampa e la BBC non hanno fatto che tessere le lodi di Tito, non era
proprio troppo facile per i nostri impegnarsi d’un tratto in operazioni
su grande scala contro la Jugoslavia. Anthony ha anche ricordato che sia
Kirk sia Offie hanno riferito che non avevano un’opinione ferma, bensì
esitante sul da farsi. (Quello che di fatto è accaduto è che Offie è
venuto in possesso di un promemoria apprestato da me per una delle
riunioni tenute dal feldmaresciallo: ivi si prospettavano quattro
possibili vie da seguire). Questo promemoria l’ho usato nel preparare i
miei lunghi telegrammi a Londra (n.853 e n.854). Grew (1) deve avere
puntato su una delle alternative da me prospettate e deve averla citata
a Eden presentandola come la mia raccomandazione: il che non era e non è
vero. Si trattava semplicemente di una delle quattro ipotesi, da me
esposte e formulate in modo obiettivo. L’ambasciata a Washington, che ha
avuto il telegramma nella sua interezza, avrebbe ben dovuto mettere in
chiaro la faccenda.
Il mutamento delle intenzioni americane ha, ovviamente, mandato su tutte
le furie Winston, che ha inviato un telegramma amaro, per non dire colmo
di sdegno, ad Alexander.
Quindi, dopo averne discusso, il feldmaresciallo ha messo giù una nuova
segnalazione e informazione per i capi di stato maggiore riuniti, in cui
spiega quale fosse veramente il suo intento quando aveva fatto
riferimento al morale dei soldati. E’ chiaro che se si va a chiedere
loro di fare la nuova impresa con tutta la convinzione, allora bisogna
pure spiegare loro di cosa si tratta. La BBC e la propagande a mezzo
stampa deve funzionare a dovere e non ci deve essere divisione in patria
(come è già avvenuto nel caso Grecia) e l’informazione diretta che si
vuole dal feldmaresciallo bisogna che giunga attraverso la via dei
comandi militari. Tutto questo esige un po’ di tempo. Intanto, però, i
nostri che si trovano nella zona impareranno a conoscere gli jugoslavi e
non ad averli certo in simpatia. Potranno rendersi conto coi loro occhi
che cosa sia la cosiddette amministrazione ossia il cosiddetto governo
jugoslavo: ruberie, stupri e ammazzamenti. Il che ai nostri non piacerà
affatto.
Ho inviato anche telegrammi a Londra e a Washington in cui ho spiegato
che il mio promemoria era stato frainteso e che se ne era estrapolato un
passo dal contesto. Ho anche indotto Offie a telegrafare al dipartimento
di Stato, perché ponesse le cose nella loro giusta prospettiva.
Naturalmente, tutto questo non conta o conterà un bel nulla. Se gli
americani restano indecisi e hanno paura, cercheranno sicuramente di
coprirsi le spalle. Ed è più facile gettare la colpa su Alex e su di me,
che riconoscere che sono loro ad avere sbagliato. Intanto il presidente
fa sapere che non può fare la guerra agli jugoslavi fino a quando non
“attaccheranno” i nostri soldati. Ma se loro sono in possesso del
territorio e continuano a spostarvi forze sempre più numerose, è chiaro
che non ci “attaccheranno” mai. Il fatto vero è che, se non li
respingiamo con la forza, non ci sarà mai modo di cacciarli via.
La maggior parte della giornata se ne è andata con questo andirivieni
dallo studio del feldmaresciallo al mio e con la formulazione di
telegrammi
riguardanti gli argomenti accennati.
Come parte del lavoro di routine, hopoi avuto un colloquio con il
generale Robertson su diverse questioni italiane e in particolare sui
problemi delle industrie, dato che ora i programmi militari non sono più
così importanti o per lo meno sono o possono divenire di importanza
limitata. Il nostro progetto di ente industriale (Industrial Board
Scheme) non ha ancora avuto approvazione. Il governo italiano mena il
can per l’aia (così penso) e temo che lo stesso faccia la commissione
alleata”.
………..
(1) Joseph C. Grew è il sottosegretario di Stato americano.
STORIA POSTALE del 16 maggio
Tariffe del Nord con valori e tariffe ex RSI ammessi fino al 30 maggio
Cartolina affrancata con i nuovi Novara. Da leggere
Una infrequente tariffa manoscritti a tariffa ridotta (1,20/2 = 0,60)
realizzata dal Comune di Arquà Polesine per Rovigo su un piego. A fianco
una cartolina postale Mazzini affrancata inspiegabilmente 1,85 con
valori della Monumenti Distrutti. Raro l’uso dell’1,25.
Piego ospedaliero dall’Ospedale di Thiene a Coltrano. Regolarmente
affrancato 1,00 con un valore del 0,50 Propaganda di Guerra con vignetta
di propaganda asportata in coppia con il gemello Provvisoria.
Affrancatura davvero rara.
Tariffe del Sud (Luogotenenza)
Una cartolina postale 0,60 Re su cartoncino giallo con un 0,60 Roma a
completamento di tariffa da 1,20. A fianco una cartolina proveniente dal
Nord (Milano) che, regolarmente affrancata 0,50, giunse a Napoli dove un
solerte e disinformato ufficiale postale la individuò come carente di
tariffa (al Sud 1,20) e tassò per 1,20 (anziché 1,40 vista la sua
solerzia) con una coppia di 0,60 Roma con la T di tassa. La trovo rara.
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