il tramonto di un regno








pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori

il tramonto di un regno


di Giancarlo MAGNONI

14° Periodo dal 10 maggio al 19 giugno 1945

a) Territorio a sud della linea La Spezia – Bologna – Rimini (ex Linea Gotica):
A.M.G./A.C. E LUOGOTENENZA che dal 10 maggio ha riassunto il controllo amministrativo delle province di Terni, Perugia, Ascoli Piceno, Macerata, Pesaro, Grosseto, Siena, Arezzo e Ancona

b) Territorio a nord della linea La Spezia – Bologna – Rimini (ex Linea Gotica): Sotto il controllo degli Alleati.

Undicesima parte: dal 2 al 6 giugno
 


sabato 2 giugno 1945

DAL DIARIO DI PUNTONI
“I sei partiti italiani dopo laboriose riunioni e agitati colloqui sembra siano giunti a un accordo circa le linee programmatiche del nuovo governo. Permangono le incertezze sulla scelta del presidente nonostante che Nenni abbia apertamente riproposto la sua candidatura, che è però ostacolata in special modo dalla Democrazia Cristiana. Nenni terrà un discorso programmatico domani al San Carlo di Napoli.
Il Papa ha fatto un altro discorso in risposta all’indirizzo di omaggio dei Cardinali. E’ una nuova requisitoria contro il nazionalsocialismo tedesco e un appello a coloro che detengono le sorti del mondo perché agiscano con giustizia e tendano alla vittoria del diritto, non solo come scopo politico ma più come dovere morale”.



STORIA POSTALE del 2 giugno

 

Una CP VINCEREMO da 0,30 affrancata in eccesso di 0,15 con presenza di valori ex RSI fuori corso ma evidentemente tollerati (rara). A fianco una rara cartolina postale da 0,50 tipo Albania con affrancatura aggiunta per la corretta tariffa di 1,20

 

Un piego ospedaliero affrancato 2,70 secondo le tariffe ex RSI come manoscritti raccomandati aperti, affrancato con valori Monumenti ex RSI (non tassato, tollerato). A fianco una cartolina illustrata affrancata 0,50 secondo le tariffe e con valori ex RSI, dichiarata da tassare ma non tassata in arrivo a Rapallo

 

Un raro piego in tariffa stampe (0,40) con una quartina del 0.10 Roma. A fianco una lettera raccomandata in normale tariffa di 7,00

 

Una infrequente cartolina raccomandata nel distretto

 

Un piego affrancato come raccomandata 2,50 secondo le vecchie tariffe ex RSI (infrequente il valore sovrastampato PM a Bologna).




Piego come manoscritti raccomandati (2,40+2,40) in eccesso di 0,05.

 

domenica 3 giugno 1945

Non reperita alcuna notizia politico-militare di rilievo



STORIA POSTALE del 3 giugno
 

Biglietto postale Imperiale da 0,25 regolarmente affrancato 2,00 come lettera con la infrequente presenza del 0,15 Imperiale sovrastampato PM

 

Cartolina postale VINCEREMO da 0,30 da Massa Marittima
(GR) Bellinzona (Svizzera) regolarmente affrancata 3,00 (tariffa per estero)

 



-------------------------------------------------------
 

Oggi, salvo nuovi ritrovamenti, abbiamo la prima data d'uso nota francobollo £.2,00 (Imperiale senza fasci) filigrana ruota alata colore carminio (533)

Decreto ministeriale del 10.08.45 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n°129 del 27.10.45.

Scadenza validità postale: 30.06.46







 

 

 

 

ZONE DI DIFFUSIONE


In uso singolo si poteva trovare usato per le stesse tariffe di cui 2,00 su 0,25 Monumenti (525). Singolo lo si poteva trovare per l'affrancatura della lettera raccomandata nel distretto secondo le tariffe del Nord (0,50 lettera+1,50 diritto di raccomandazione), ma solamente fra l'8 ed il 30 giugno (23 giorni), e cioè fra il giorno della sua apparizione e il cambio delle tariffe,


Considerazioni sulla sua diffusione.
Si tratta di un francobollo abbastanza diffuso sul territorio nazionale ma dall'esame statistico basato sul notevole materiale reperibile con sue "presenze" si riceve l'impressione che la distribuzione sia avvenuta con un criterio a "pelle di leopardo". Lo si trova usato in tutto il Nord con esclusione (forse) della Venezia Giulia e con presenze ridotte in Piemonte e Liguria dove imperava il suo gemello Novara. Nel Centro-Sud si riceve l'impressione che sia stato distribuito solamente dove scarseggiavano i suoi gemelli Imperiale e Miti P.A. (poco reperibili al nord), sovrastampato P.M. e su 0,25 Monumenti (reperibili al nord in misura ridotta e solo in Emilia-Romagna). Sembra non distribuito in Sardegna, in Sicilia ho trovato due presenze solo a Catania, nessuna presenza in Calabria, Lucania, Molise e Umbria, una sola presenza in Puglia (a Bari), due in Campania (NA e AV), una in Abruzzo (AQ), tre nelle Marche (1-AN e 2-AP), cinque in Toscana (1-LU, 3-PI e 1-FI), mentre nel Lazio ho rilevate 8 presenze e tutte a Roma sua città natale.

Possibili abbinamenti con gli altri valori della Luogotenenza:
- in gemellaggio risulta infrequente con il Novara, più probabile con il Sovrastampato;
- con tutti gli altri valori si può trovare con tutti i Novara (al Nord), con tutti i Roma e Sovrastampati nelle zone ove distribuiti.
 

 

Lettera fuori distretto raccomandata affrancata lire 2,50, secondo le tariffe ex-RSI, con un esemplare del 2,00 Roma nei suoi primi giorni d'uso. Completano l'affrancatura i due piccoli Novara. Partita da Garbagnate Milanese il 11.06.45 arrivò a Milano il 12. Un timbro lineare su due righe apposto sul retro della busta spiega il perché della giacenza: MILANO RACCOM. ARR. DISTR./ SCONOSCIUTO AL PORTALETTERE. Tornò a Garbagnate il 17.

 

Infrequente raccomandata espressa da Parma il 20.06.45 (sempre nei primi giorni d'uso del 2,00 Roma) a Bologna. Regolarmente affrancata lire 5,00 (1,00 lett. + 1,50 raccom. + 2,50 espresso). La lira è Imperiale.

 

Ancora una raccomandata con il 2,00 Roma nel primo mese d'uso. Questo documento mostra anche l'abbinamento con il 0,50 Roma che arrivò (sicuramente in scarsa quantità) anche a Bologna. Partita da Bologna il 22.06.45 arrivò a Pistoia il 25.

 

E' mia convinta opinione che trovare questo valore nel suo primo mese d'uso, che era anche l'ultimo delle tariffe ex-RSI, usato singolo su raccomandata nel distretto in perfetta tariffa, sia da considerarsi veramente arduo.
Da Milano per città il 25.06.45.

 

lunedì 4 giugno 1945


DAL DIARIO DI PUNTONI
“Un professore romeno, Andrej, già internato nel campo di concentramento dove è morta la Principessa Mafalda, è stato ricevuto dalle LL. MM. per riferire aa viva voce particolari sulla vita e sulla fine della povera Principessa”.


STORIA POSTALE del 4 giugno
 

 

Raccomandata del Servizio Notificazione Atti Giudiziari regolarmente affrancato 9,20 con, a destra, un piego inviato come manoscritti raccomandati 4,80 (2,40+2,40)

 

Lettera raccomandata nel distretto affrancata come per fuori distretto ma con la tariffa di 2,50 ex RSI (particolare l’uso del 0,25 Imperiale al Nord ove dal marzo 1944 era stato sostituito da quello sovrastampato ed era pertanto diventato quasi introvabile).

 

Lettera semplice regolarmente affrancata 2,00 da Faenza (RA) a Bologna.

 




martedì 5 giugno 1945
 

 

LA FUCILAZIONE DI KOCH
ROMA
Ore 14,21 – A Forte Bravetta viene fucilato Pietro Koch (vedi foto), tenente della SS italiane, famoso per le feroci violenze della sua “banda”, venti giorni prima era ancora in libertà, sicuro di sfuggire all’arresto.


Capelli tinti, abiti borghesi, circolava per Firenze con la sua amica Tamara Cerri. Lo hanno tradito un paio di scarpe usate che la donna aveva portato a riparare in una calzoleria di via Pietrapiana nel pomeriggio del 15 maggio.
Pietro Koch, ex tenente dei granatieri, ha aderito alla repubblica di Salò e formato una banda di aguzzini nella Roma occupata dai tedeschi. con sede in via Jaccarino. Diventato in breve il collaboratore fidato del colonnello Maeltzer, comandante la piazza di Roma, lo ha seguito nelle più spietate repressioni, tra cui la strage delle Fosse Ardeatine. E’ lui che ha inventato gli stivaletti di ferro che stritolano le ossa, è lui che ha usato il metodo degli spilloni piantati nei piedi dei patrioti interrogati per costringerli a parlare, è stato sempre lui a inventare nuove, terribili e raffinate sevizie in un clima allucinante dove si muovevano donne di facili costumi, sadici e depravati.

Quando Roma è ormai minacciata dall’arrivo degli alleati Koch, la sua amica Tamara, il fido Bernasconi ed altri complici sono fuggiti a Firenze. A Firenze Koch è diventato amico del famigerato maggiore Carità, il torturatore di Villa Triste, sulla via Bolognese. Addirittura Koch “presta” a Carità il Bernasconi che, in fatto di sevizie e repressioni, ha pochi rivali.
Quando gli anglo – americani giungono alle porte di Firenze la coppia fugge ancora, al nord. Si nascondono a Milano poi, dopo il 25 aprile, per sfuggire alle ricerche tornano a Firenze dove, appunto il 15 maggio, Tamara si reca in quella calzoleria di via Pietrapiana che già frequentava l’anno precedente. Ha in mano un paio di scarpe usate e chiede se è possibile ripararle subito perché l’indomani deve partire. Il proprietario del negozio le domanda se è una cliente: “Mi sembra di averla già vista” osserva. Tamara ammette di essere stata più volte nella calzoleria un anno prima accompagnata dal suo fidanzato, un ufficiale dell’esercito. Aggiunge che lei e l’uomo che l’accompagnava, divenuto nel frattempo suo marito, erano fuggiti in Alta Italia e là erano stati arrestati dai tedeschi. Il racconto della donna si fa confuso, contraddittorio. Quando Tamara se ne va il proprietario e i lavoranti si consultano. Le parole della donna hanno destato sospetti. E se fosse una spia dei repubblichini rientrata dal Nord? Nessuno immagina che sia l’amante di Pietro Koch. Comunque il proprietario del negozio avverte la questura. Gli agenti della squadra politica si appostano in via Pietrapiana, ma Tamara non si fa più viva. Questo atteggiamento accresce i sospetti. La polizia setaccia gli alberghi e le pensioni della città. In un albergo in via de’ Fossi la coppia viene rintracciata.

Sul registro è scritto che fra gli ospiti vi sono i fratelli Ariostoe Vera Ballarin. Tamara nega di essere stata nella calzoleria, ma messa a confronto con il proprietario e i lavoranti che la riconoscono senza esitazioni. Sembrerebbe ormai inutile negare, ma Tamara Cerri ci prova: smentisce tutti e, tenace, ripete che lei e suo fratello sono di passaggio da Firenze e che non ha mai avuto bisogno di riparare un paio di scarpe. Anche Koch ha seguito la compagna in questura e protesta nei confronti dei funzionari per un interrogatorio che giudica assurdo. Ha ancora un’aria baldanzosa, ostenta sicurezza. Fra i presenti c’è il partigiano Roberto Martini, della Commissione politica di controllo del CTLN. Da un po’ di tempo sta osservando attentamente il Koch. Quell’uomo assomiglia al criminale repubblichino che alcuni giornali hanno già dato per morto. Confida i suoi sospetti agli altri funzionari di polizia. Rapidamente si cerca il dossier di Pietro Koch e lì dentro c’è tutto: foto, documentazione e una scheda biografica di Tamara Cerri.

L’interrogatorio si fa martellante, Koch cerca di sfuggire alle domande più insidiose, ma ormai si sente perduto. Viene messo a confronto con alcuni suoi complici, detenuti nel carcere fiorentino delle Murate. Non ha più scampo. Resiste alle contestazioni per dodici ore, poi crolla e ammette di essere Pietro Koch. Anche Tamara Cerri confessa. Il criminale chiede di essere giudicato da un tribunale militare, ricorda di essere stato ufficiale e vanta di avere ricoperto la carica di questore di Milano. Il funzionario di polizia lo guarda freddamente e gli risponde: “Lei sarà giudicato semplicemente come Pietro Koch.
Trasferito a Roma, i primi di giugno Koch si presenta ai giudici. La condanna a morte viene decisa rapidamente, le prove contro di lui sono schiaccianti.

DAL DIARIO DI PUNTONI
“Festa dei Carabinieri. Alle 10,30 viene da me il generale Santamaria, comandante della divisione CC. RR. di Napoli per presentare, d’ordine del comandante generale dell’Arma, i sensi di devozione del comandante stesso a dell’Arma tutta a Sua Maestà il Re. La cosa sarà certamente molto gradita al Sovrano.

Alle 14,20 di oggi a Roma, dopo regolare processo, è stato fucilato Pietro Koch, reo confesso di sevizie su italiani al servizio dei tedeschi”.




STORIA POSTALE del 5 giugno
 

 

Due raccomandate affrancate 2,50 (quella di destra è carente di 0,05) secondo le tariffe ex RSI. Non è comprensibile la disinformazione degli ufficiali postali che accettarono, affrancarono e timbrarono in partenza queste due raccomandate che dal 1° giugno dovevano avere un tariffa di 7,00.

 

Ancora affrancature con valori ex RSI e in tariffe particolari. La cartolina Mazzini, essendo per il distretto, doveva essere affrancata 0,60 ma lo fu per 0,75, quindi in eccesso e non si capisce lo 0,15 con T di tassazione.

 

Ancora una raccomandata Nord Italia (da Genova a Ruta) con affrancatura 2,50 (0,10 in eccesso) anziché 7,00 (censurata). A fianco un modulo Avviso di Ricevimento del Servizio Notificazione Atti Giudiziari regolarmente affrancato 2,00.

 

mercoledì 6 giugno 1945




dal Corriere d’Informazione (MI)

 

 

 

 

 

 

STORIA POSTALE del 6 giugno
 

 

Una cartolina commerciale fuori distretto e una lettera espressa affrancate con valori ex RSI; la cartolina è regolarmente affrancata 1,20 mentre l’espresso fu affrancato 3,50 secondo le tariffe ex RSI anziché 7,00.

 

Un piego manoscritti raccomandati 2,70 (1,20 + 1,50 di raccomandazione aperta) in affrancatura secondo le tariffe ex RSI e un cartolina postale Mazzini (ex RSI) fuori distretto affrancata 0,50 secondo le tariffe ex RSI con valori Novara applicate sull’immagine di Mazzini e sul fascio repubblicano.

 

Una raccomandata da Bologna a Roma affrancata 2,50 (secondo le tariffe ex RSI) anziché 7,00; il valore 9,50 Imperiale sovrastampato PM era molto infrequente come uso a Bologna. A fianco una lettera espressa da Ascoli a Fermo (AP) regolarmente affrancata 7,00 secondo le tariffe in vigore in tutta Italia dal 1° giugno.

 

A sinistra una lettera raccomandata espressa regolarmente affrancata 12,00; a destra una raccomandata espressa da Genova a Firenze affrancata 5,10 (0,10 in eccesso) secondo le tariffe in vigore fino al 31 maggio.

 

 

 

 

pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori