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la costituzione di un ufficio postale in periodo granducale

di Roberto Monticini

Il 14 ottobre 1831 la camera di Soprintendenza Comunitativa di Arezzo, in persona di Giulio Mostardini, preannuncia che il Gonfaloniere di Montevarchi rimetterà al Gonfaloniere di Laterina una Ministeriale della stessa Soprintendenza colla quale di mette in Progetto l’Istituzione di una Distribuzione, o Ufficio di Posta in quella Comunità (Montevarchi) per servizi anche dell’altra a cui Ella degnamente presiede.
La Ministeriale è ricca di informazioni storico-postali:

E’ Sovrana intenzione che s’introduca per quanto è possibile sicurezza ed uniformità di sistema nella circolazione e consegna di quella parte della corrispondenza interna del Granducato che al presente è affidata ai Procacci Comunitativi.
Conservate a tal uopo ove attualmente esistono le distribuzioni R.R. lungo le strade percorse dai corrieri, staffette, o altri mezzi periodici dipendenti dal Dipartimento Generale delle Poste, potranno essere istituite delle nuove sulle strade medesime nei punti reputati più opportuni, anche in altri luoghi centrali d’interessanti Provincie.
Nelle Comunità che potrebbero restare aggregate a Ciascuna di queste distribuzioni e specialmente poi in quelle dei Capiluoghi, Vicariati, Potesterie e Cancellerie Comunitative dovrebbe stabilirsi a carico dell’Amministrazione Comunale un distributore comunitativo, ed uno, o più procacci pedoni rispettivamente incaricati il primo di raccogliere, distribuire, spedire, e raccogliere e l’altro di trasportare da un luogo all’altro, e dalla Distribuzione, o Uffizio di Posta viciniore la corrispondenza Ministeriale e Particolare con quella maggior Economia di spese, ed uniformità di sistema e di disciplina che possa essere conciliabile.
I corsi di posta poi per le stesse Comunità potranno a piacimento loro essere fissati a due ed anche a tre per ciascuna settimana.
Se con i vantaggi di sicurezza e regolarità saranno calcolati quelli di una celere e frequente comunicazione con la Capitale e con i Capiluoghi della Provincia non meno che con il rimanente dello Stato non comparirà grave alle Comunità di supplire alla relativa spesa, e modico diverrà il carico che andranno ad assumere se la scelta dei distributori potrà farsi a preferenza cadere sopra persona che riunisca la qualità di prenditore di Lotto, di Rivendita di sale e di tabacco, o altra simile.
E se avendo cura di economizzare le distanze sarà combinato il servizio in modo che un solo Pedone, o Procaccia serva più di una Comunità, o che la spedizione di essa non sempre si faccia direttamente all’Uffizio o distribuzione Regia, ma al luogo più vicino d’un intermedia Distribuzione Comunitativa a seconda della rispettiva Topografica situazione.
E’ anche opportuno di fare avvertire, che sarà ritenuto il privilegio di franchigia per la corrispondenza Ministeriale solita fin qui di godere in Bolgetta di Eccezione, e che verrà formata per il rimanente carteggio circolante nell’interno del Gran-Ducato una nuova discreta Tariffa.
Premesso quanto sopra osservo che cotesta Terra Capoluogo di Comunità cui V. Ill.ma presiede si presenterebbe adatta a stabilirsi un uffizio d’una Regia Distribuzione per le appresso Comunità=Bucine=Laterina=Due Comuni di Laterina=Comuni distrettuali di Vald’Ambra e Castiglione Ubertini.
Partendo da questo dato Ella ed i Signori Gonfalonieri delle suddette Comunità ai quali si compiacerà di dare comunicazione della presente partecipazione prenderanno in esame questo progetto, e sentite le rispettive magistrature e presi fra loro gli opportuni concerti vedranno se nell’interesse comune, ed in quello relativo delle stesse Comunità sia per offrire quei vantaggi, che se ne sperano, ed indicheranno quale potrebbe esserne il miglior modo di esecuzione, quali potrebbero esserne gli inconvenienti, quali i mezzi di apportarvi rimedio, e quali anche potrebbero essere i miglioramenti di cui il surriferito progetto potesse esser suscettibile. (…)


La lettera non ha bisogno di commenti o precisazioni, è chiara l’esposizione dei vantaggi che deriveranno alle Comunità dall’apertura di un uffizio di posta sia esso regio o comunitativo, ma ciò che da subito, fin dalla prima lettura, ha attratto la mia attenzione non ha prevalenza storico-postale, bensì socio-relazionale: il Provveditore della Camera di Soprintendenza Comunitativa di Arezzo Giulio Mostardini (in seguito lo sarà di quella di Firenze) scrive con una semplicità ed una chiarezza impressionante, egli, lo si comprende chiaramente, vuole stabilire un rapporto di collaborazione, di dialogo con i suoi interlocutori e per questo richiede pareri e suggerimenti. Questo scritto così come è privo di carattere dispositivo ed imperativo, oserei dire che potrebbe dar lezione di democrazia a tutti coloro i quali oggi, dimostrando di non conoscere l’accezione di questo termine, troppo spesso lo usano, anzi ne abusano per ammantarsi di falsa gloria, e non da ultimo, questa lettera potrebbe loro insegnare, come si realizza nei fatti, una buona gestione della res publica.

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