Uno dei primi terreni di gioco conosciuti per il gioco con la palla fu nientemeno che il monumentale complesso di CHICHEN ITZA, costruito dai Maya nel 600 DC, dove vi giocavano il POK-TA-POK, un misto tra rugby, calcio ed anche un po’ di Basket (bisognava far entrare la palla dentro il cerchio posto in alto), ma con il rito macabro dei sacrifici umani come contorno di queste gare-rituali.
Uno dei primi manoscritti conosciuti dall’uomo dove è menzionato il “gioco della palla” è l’ODISSEA di Omero, (VIII sec. AC), e precisamente nel libro dove si parla di Nausicaa e delle sue ancelle che giocavano a palla, mentre Ulisse le spiava; un gioco da donne, come molto spesso lo ritroveremo nell’antichità; in seguito altri esempi in Grecia del gioco di palla detto EPISKYROS, gioco di squadra a metà tra calcio e rugby ( come tanti dell’epoca antica), che significa “ palla di pietra”.
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Il bassorilievo del giocatore,
Museo di Atene |
Tale gioco di palla viene raffigurato anche in famosi bassorilievi Greci, quali il BALL-PLAYER RELIEF, cioè del giocatore che palleggia con la coscia, nonché in seguito descritto da altri autori Greci (Antifone, Demostene).
Il gioco del SEPAK TAKRAW, pur se non molto conosciuto da noi, è diffusissimo nel Sud Est asiatico, Thailandia, Malesia e Filippine in testa.
E’ in realtà uno dei pochi giochi moderni che ha conservato quasi intatte le sue antichissime radici; prime notizie di esso nel 14° secolo, e poi scoperto dagli Inglesi nel 1775, esso è un misto tra calcio e pallavolo, molto spettacolare per i colpi rigorosamente di piede al volo fatto dai giocatori per mandare la palla nel campo avverso e fare punto.
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Immagine di gioco del Sepak
Takraw in un francobollo dei
Giochi Asiaticic |
La sua storia si intreccia ed è molto simile agli antichissimi Kemari (Giappone) e CUJU (Cina).
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A cavallo della nascita di Cristo l’Harpastum divenne a Roma gioco per sole donne |
Il gioco di palla influenzò anche Roma, conquistatrice della Grecia, qui chiamato HARPASTUM, (dal Greco Harpaston, strappato con forza) descritto da Orazio, Giulio Polluce, Marziale, Cicerone e Petronio, come un gioco che attraeva i giovani ed a volte li distoglieva dagli studi.
Poco praticato nella città eterna, (ancora legata ai vecchi Giochi pagani del Colosseo), molto di più nelle regioni di confine dell’Impero. Ed è qui che il grande Caio Giulio Cesare, lo conobbe ed apprezzò, guarda caso proprio nella sua campagna in Britannia, dove la leggenda vuole che Cesare fu colpito dal movimento consistente nel calciare……una testa tagliata di un nemico sconfitto, mandandolo al di là della riva del fiume Brent. Cesare si ritirò dalla Britannia, accontentandosi della Gallia, ed al ritorno a Roma, proclamatosi Imperatore, decretò che fosse solo un gioco femminile, ma in realtà il calciare una palla non abbandonò più le Bianche Scogliere di Dover, ed un secolo dopo Adriano che la conquistò se ne accorse. |