Immaginiamo di avere tra le mani tre francobolli (o cartoline) con tre soggetti differenti che potrebbero essere un rugbista che passa avanti la palla, un calciatore che batte un corner con le mani e un lanciatore di baseball che indossa un guantone per mano. Se fossero veri, molti filatelisti sportivi direbbero che si trattano di tre esempi di errori, solamente perché sanno che nel rugby non è permesso passar palla in avanti, che i calci d'angolo si battono con i piedi e che un lanciatore utilizza un solo guantone (lanciando con la mano libera). E se il filatelico che si trova a osservare questi pezzi non conoscesse le regole dei tre sport cosa penserebbe? Per lui sarebbero normalissimi francobolli sportivi. Per vedere un errore o un'imprecisione è necessario conoscere il tema rappresentato. Prendiamo la pallanuoto, cosa si conosce mediamente su questo sport? Si gioca sette contro sette, i giocatori indossano una “cuffia” colorata e nuotano passandosi una palla cercando di fare gol.
Ora prendiamo un francobollo italiano emesso nel 1994 per i mondiali di nuoto che raffigura un giocatore che tiene in mano una palla, indossa una cuffia colorata in mezzo a degli schizzi d'acqua, tutti gli elementi distintivi della pallanuoto, allora il francobollo è corretto.....o forse no? No, è sbagliato. Nella pallanuoto i colori e i numeri delle calottine (le cosi dette “cuffie”) non sono casuali ma ben definiti: Bianco per la squadra di casa, Blu o Nero per la squadra ospite e Rosso per i portieri con numeri da 1 a 13 con questi due destinati ai due portieri; se il francobollo fosse corretto o il colore della calottina sarebbe dovuto essere bianco, blu o nero oppure al posto del numero 9 avrebbero dovuto usare 1 o 13.
L’errore del francobollo italiano del 1994 è ormai celebre e facilmente riconoscibile, ma non è stato l’unico errore commesso nel rappresentare questo sport.
Il colore diverso della calottina del portiere ha ingannato diversi disegnatori, anche in quelli stati in cui la pallanuoto è uno degli sport più diffusi.
Nel francobollo emesso dall'Ungheria nel 1953 il portiere, con il corretto numero, ha il medesimo colore del suo compagno di squadra.
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Nel francobollo magiaro per Tokyo 1964 vi è uno scambio di colori tra la calotta dell'estremo difensore e del suo compagno che cerca di raggiungere l'avversario.
In quello di Grenada del 1977, emesso per ricordare un festival sportivo nel paese caraibico, il portiere (riconoscibile per la posizione che ha in acqua) porta il numero 5 anziché 1, indossato da un avversario, a questo si aggiunge l'errore di rappresentare il compagno con una cuffia rossa.
Nel francobollo del 1962 dell'Angola il giocatore che si trova spalle alla porta indossa il numero uno avendo però lo stesso colore del compagno di squadra con cui sta palleggiando.
Il numero 9 su sfondo rosso che abbiamo nel francobollo italiano del 1994 lo ritroviamo in uno del Nicaragua del 1983, emesso per i giochi Panamericani che si tennero in Venezuela.
Non ci sono differenze di colore tra portiere e difensore nelle due emissioni cubane del 1984, per i “Giochi dell'Amicizia”, e del 1991, per i Giochi Panamericani. Nel primo possiamo distinguere i due ruoli dai numeri, corretti, di calottina, mentre nel secondo dalla posizione e dalla postura che assumono i due giocatori: portiere con le braccia aperte e difensore con il braccio “a specchio”.
Sorvolando sulle solite inesattezze per il colore delle calottine, nel francobollo della Jugoslavia per Barcellona '92 abbiamo delle imprecisioni proprio nell'azione: ipotizzando che la partita sia blu contro rossi (il disegno ci porta a pensarlo, se no l'utilizzo del rosso anche per il numero 7 è molto più grave) con quest'ultimi in difesa, non si spiega come mai il giocatore blu alzi le due braccia rischiando di bloccare il tiro del suo compagno ma soprattutto rischiando di toccare la palla con due mani commettendo fallo (solo il portiere può usare entrambe le mani per prendere il pallone).
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Errori sono presenti anche in questa cartolina postale russa per le Olimpiadi di Mosca'80, nell'immagine rappresentata continua a esserci l'utilizzo dello stesso colore nero per la calottina del portiere, riconoscibile perché si trova tra i pali della porta, e i suoi compagni di squadra. Piccola nota a margine: il giocatore che difende sull'attaccante con la palla, lo fa tenendo entrambe le braccia alzate. Il gesto all'epoca della cartolina, 1980, era lecito e non portava ad alcuna sanzione mentre adesso, con il cambio della regola, il gesto verrebbe sanzionato con l'espulsione del difensore, rischiando anche il rigore.
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