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“KABADDI KABADDI KABADDI……“

di Rossana GANDINI(Philasport n. 103 luglio/settembre 2017)

Queste sono le parole che vengono urlate dagli atleti durante un incontro di Kabaddi, fondamentalmente un gioco di combattimenti tra due squadre, un mix tra la lotta libera e il rugby, che dalle due squadre avversarie esige abilità e forza ed è nato con lo scopo di sviluppare l’autodifesa e i riflessi.

Il Kabaddi è considerato uno dei giochi più antichi dell’India, infatti si considera che sia nato circa 4.000 anni fa, ora sport nazionale del Bangladesh, del Punjab e di altri stati indiani. Lo sport è molto conosciuto nelle comunità indiane e in diversi paesi asiatici, ma poco conosciuto tra gli europei.

Le origini di questo sport sono antichissime, è stato ipotizzato che sia nato in epoca preistorica quando lo sviluppo di riflessi umani era cruciale per la autodifesa e per la caccia.

Le regole moderne sono state scritte nel 1921, successivamente sono state modificate da un comitato costituito nel 1923 per il torneo All India Kabaddi. Il Kabaddi si svolge tra due squadre di sette giocatori, su un campo di 12,5 metri per 10, ogni squadra occupa una metà del campo. L’obiettivo del gioco è di cinturare o far cadere i membri della squadra avversaria. A turno una squadra manda in attacco un “Raider”, che entra nel campo nemico e deve toccare con le mani o con i piedi uno dei difensori, gli “Antis”, e scappare nel suo campo prima di esser atterrato, impresa non semplice perché gli Antis si tengono per mano e circondano il Raider.

Solo il difensore toccato può riprendere il Raider atterrandolo (in genere riesce ad afferrargli una gamba) e tenendolo nel proprio campo finché è costretto a respirare; infatti il Raider deve trattenere il fiato per tutto l’attacco ripetendo a mezza voce il mantra “kabaddi kabaddi kabaddi” e se prende fiato nella metà campo avversaria è eliminato. Quando il Raider ritorna nella sua metà campo senza aver effettuato una respirazione, il raid è considerato riuscito, la sua squadra segna un punto e il difensore toccato viene eliminato; se invece questo non avviene, l’attaccante viene eliminato e tocca all’altra squadra inviare il proprio raider.

La tecnica per riuscire in questa impresa della respirazione, si può imparare grazie allo yoga, è un “Canto” strettamente legato al Pranayama (controllo ritmico del respiro) e permette di coniugare trattenuta del fiato e intensa attività fisica. A vincere è la formazione che riesce a far più punti durante l’incontro.

Kabaddi è uno sport davvero impegnativo e completo. Lo sforzo aerobico della corsa si combina con quello anaerobico della lotta. Oltre ai diversi tornei che si disputano in India, il kabaddi ha una sua coppa del mondo, la Kabaddi World Cup che si disputa ogni due anni, l’edizione del 2016 è stata vinta dall’India che ha sconfitto l’Iran 38-29, ed è presente fin dal 1990 tra le discipline dei Giochi, la nazione indiana ha vinto tutte e sette le edizioni.