Compagnia di Navigazione dei Pacchetti a Vapore del Mediterraneo
L'abbattimento dei bastioni medicei e l'erezione della nuova cinta daziaria portarono nel 1834 alla concessione di nuove franchigie da parte del Granduca Leopoldo II e il nuovo Porto Franco produsse notevole incremento nei traffici commerciali per merci, passeggeri e di conseguenza postali del porto di Livorno.
Tutto questo coincise con l'entrata in servizio delle nuove Navi a Vapore, capaci di imprimere velocità ai traffici e ai mezzi di comunicazione delle notizie; alla Strada Ferrata che diminuiva i tempi di percorrenza saldando le vie di mare a quelle di terra; al servizio telegrafico, veloce nuovo mezzo di comunicazione. E proprio nel 1834 che venne progettata la prima compagnia di navigazione Toscana con il nome di "Compagnia Toscana di Navigazione a Vapore" o meglio "Compagnia di Navigazione dei Pacchetti a Vapore del Mediterraneo". Faceva capo alla Società Henry Bougleaux & C. che nel 1836 disponeva di due piroscafi: il "Leopoldo II" e il "Maria Antonietta".
Il "Leopoldo II" era stato costruito nel 1835 nel Cantiere Gustavo Capanna di Livorno, piroscafo a ruote di 150 cavalli vapore e scafo in legno; il "Maria Antonietta" con scafo in
legno e macchina a bilanciere di 140 CV. Si conoscono i nomi di alcuni comandanti: Capitano Giovanni Marion, Capitani Giovanni Oliva, Pietro Galeazzi e Pietro De Amezega. Il primo progetto molto ambizioso era di legare Livorno con i porti del Levante ma venne presto accantonato limitando il servizio a Marsiglia e Napoli, toccando anche Genova e Civitavecchia.
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Lettera dell'11 Agosto 1836 da Genova a Livorno. Il "Leopoldo II" apparteneva ancora all'impresa dei Vapori Toscani Bougleaux & C". La lettera fu disinfettata a causa dell' epidemia di colera che imperversava su Livorno.
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7 Dicembre 1853 - Da Napoli a Livorno Periodo di appartenenza alla "Società Calabro Sicula" |
Purtroppo tale iniziativa ebbe breve durata essendosi conclusa con una dichiarazione di fallimento della Compagnia e la vendita ai pubblici incanti delle due navi.
Passarono in proprietà alla Società Emil Pascal & C di Livorno e nel 1845 alla Società Andre & Abeille di Marsiglia che era la rappresentante in quel porto dei due piroscafi toscani. I nuovi proprietari avevano espresso il desiderio di cambiare bandiera. In una lettera spedita a Napoli il 24 giugno 1843 e diretta al governatore di Livorno, Principe Neri Corsini, il Console toscano esprime il suo disappunto per un eventuale passaggio alla bandiera napoletana che avrebbe potuto ledere gli interessi commerciali toscani.
La cosa non ebbe seguito dal momento che le regole della "Società di Navigazione Napoletana dei Pacchetti a Vapore" consentivano di poter alzare la bandiera napoletana solo su navi appartenenti a sudditi del Regno delle Due Sicilie. Il "Leopoldo II" continuò a navigare sotto bandiera toscana fino al 1850.
Trasferitasi a Marsiglia la direzione amministrativa della Compagnia armatrice, il "Maria Antonietta" con i nuovi armatori, Signori Delle Piane di Genova entrò nella marina mercantile sarda.
In una lettera del Console toscano a Genova, diretta al governatore di Livorno il 20 Giugno 1846 si legge: "II pacchetto a vapore Maria Antonia, avendo regolarmente fatto passaggio fin dal giorno 18 corr. alla bandiera sarda in seguito al rilascio della bandiera toscana mi faccio un dovere di rimettere qui unite le carte di navigazione già spettanti a quel legno".
Il servizio del piroscafo si protrasse saltuariamente lungo la costa d'Italia, costretto a rimanere in cantiere per numerose riparazioni, fino al 1851 quando venne ceduto alla "Società Calabro Sicula" di Napoli.
vapore |
periodo |
bandiera |
proprietario |
Leopoldo II |
1836-1845 |
Toscana |
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1845-1850 |
Toscana |
Andre & Abeille |
Maria Antonietta |
1836-1845 |
Toscana |
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1845-1846 |
Toscana |
Andre & Abeille |
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1846-1851 |
Sarda |
Andre & Abeille |
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1851 |
Napoletana |
Soc. Calabro Sicula |
L'ETRUSCO
Nello stesso periodo ebbe sede in Livorno un'altra Compagnia, la Bruno & Wallich, proprietaria del vapore "Etrusco" L'Etrusco era stato costruito nel 1836 nel Cantiere dell'Ingegnere Gustavo Capanna di Livorno; piroscafo a ruote di 62 cavalli vapore, in legno, armato a brigantino-goletta, tre alberi e 8 vele.Iniziò regolarmente i suoi viaggi il 18 marzo 1837 per Genova e Marsiglia, per Civitavecchia e Napoli. Nella "Gazzetta di Firenze" di Sabato 18 Marzo 1837 si legge come il macchinario di detta nave era stato fornito dalla ditta inglese Mandsley & Field di Londra e che "la decenza ed i comodi che presenta detto pacchetto, la modicità della tariffa e una rigorosa esattezza nel servizio fanno sperare di rendere pienamente soddisfatti i signori viaggiatori". Da questo momento si stabiliscono regolari linee di navigazione a vapore colleganti il porto di Livorno con quelli del Mediterraneo.
Nell'anno 1837 ventidue pacchetti già attraccano al porto tre toscani: Etrusco, Leopoldo II, Maria Antonietta. Il movimento totale dei mercantili a vela registra 5974 arrivi. Passato prima in proprietà della Società genovese Moore e Ulrich, nel 1839, fallita la suddetta, l'Etrusco venne venduto alla "De Luchi e Rubattino & C" di Genova e ribattezzato "Dante" per essere adibito ad un servizio settimanale fra Livorno e Genova.
IL DANTE (già ETRUSCO)
II 21 Ottobre 1839 il "Dante" fece il suo primo viaggio partendo da Livorno al comando del Capitano Nicola Osilia. Avrebbe dovuto percorrere la linea Marsiglia-Napoli, toccando i porti di Genova, Livorno e Civitavecchia, ma lo scalo a Marsiglia fu solo saltuario e raggiunse Napoli solo nel settembre 1840.
È interessante ricordare che nel 1840 venne adibito a viaggi turistici per l'isola d'Elba, Pianosa e Gorgona. Molto probabilmente solo nel 1843 raggiunse Nizza. Sospese spesso la navigazione per eseguire lunghe riparazioni e protrasse il servizio fino al 1862 almeno per la linea Livorno-Genova.
IL TOSCANO
Ricordo inoltre il piroscafo "Toscano", del quale non conosco l'origine, tranne che l'appartenenza ad una società di navigazione che faceva capo al banchiere Francesco Pachò di Livorno. Nel 1843 effettuò qualche viaggio da Livorno a Civitavecchia e da Livorno a Genova. Nel 1843 fece pure una gita turistica per l'isola d'Elba. Nel 1845 entrò in disarmo.
Non credo sia mai stato adibito al servizio postale.
IL LOMBARDO
II 15 settembre 1841 partì per il suo primo viaggio diretto a Genova il vapore "Lombardo" che batteva bandiera toscana.
Navigò sul percorso Marsiglia-Napoli dove giunse per la prima volta il 20 settembre 1841.
Il "Lombardo", vapore a ruote, due alberi e 208 cavalli, costruito nei cantieri di Venezia per conto dell'Amministrazione degli II.RR Piroscafi Privilegiati con sede a Milano, fu iscritto nelle matricole del porto di Livorno per usufruire della favorevole legislazione doganale del Granducato. Dopo solo un mese dall'inizio del servizio fra Livorno e Civitavecchia ebbe un non lieve incidente nel canale di Piombino entrando in collisione con il vapore "Pharamond" della Società di navigazione francese Charles e Auguste Bazin procedente da Napoli e diretto a Livorno. Constatato che i danni ricevuti non avrebbero compromessa la navigazione il "Lombardo" proseguì per Livorno.
Effettuava viaggi settimanali e Roberto de Rossi nella sua pubblicazione riporta un annuncio stampato a Livorno in data 26 gennaio 1842:
"Questo famoso piroscafo dell'esperimentate celerità di 13 miglia all'ora, comandato dal Capitano Cavaliere Carlo Martellini partirà per Genova e Marsiglia quest'oggi ad ore 5 pomeridiane e per Civitavecchia e Napoli il 4 febbraio di questo anno. Suoi Raccomandatori Beniamino Coen e Fratelli, Via San Francesco del Paradiso n°1116 al primo piano".
Nel mese di Aprile del 1842 fu noleggiato alla Regina di Sardegna per conto della quale effettuò un viaggio fino a Napoli.
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17 settembre 1841: da Genova a Livorno in "Corso Particolare" Primo viaggio |
Il 28 novembre 1842, al termine di una burrascosa riunione della Società, appurato che i conti non tornavano, fu decisa la vendita del battello, ma non ci furono né offerte né acquirenti. Dopo aver navigato per qualche mese per conto della Compagnia di Navigazione Napoletana, fu noleggiato al governo francese per il trasporto di truppe da Marsiglia ad Algeri. Il 14 marzo 1845, su istanza dei creditori, mentre faceva scalo a Marsiglia venne messo sotto sequestro per essere venduto all'asta pubblica. Rimase 8 mesi a Marsiglia, dove ottenne il cambio di bandiera e fu immesso nei registri della marina austriaca per essere trasferito a Trieste. Qui fu bandita Fasta. Il 26 maggio 1846 venne acquistato dall'Impresa Raffaele Rubattino & C. della Società di Navigazione a Vapore Sarda per 420.000 lire.
Il "Lombardo" prestò servizio per lunghi anni sulle coste d'Italia fino al 1860 quando ascese alla notorietà in occasione della spedizione dei "Mille"; il 5 maggio 1860, con il consenso di Fauchè, amministratore della "Rubattino", imbarcò insieme al vapore "Piemonte" i volontari di Garibaldi diretti in Sicilia. A Marsala, durante le operazioni di scarico, fu attaccato dalle navi napoletane "Partenope" e "Stromboli" che lo costrinsero ad arenarsi su di un banco di sabbia e subire ingenti danni. Disincagliato grazie a numerosi tecnici ed operai giunti dal Piemonte, fu rimorchiato a Palermo dove rimase in arsenale, per le necessarie riparazioni, sino alla fine del conflitto. Incorporato prima nella marina dittatoriale siciliana, il 17 marzo 1861 entrò nella flotta della Regia Marina Italiana.
IL GIGLIO
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Il 20 Febbraio 1845 con un sovrano decreto di Leopoldo II, Granduca di Toscana, fu decisa la costruzione di un battello a vapore "atto al servizio della Real Corte e, alla circostanza, a eseguire perlustrazioni, trasporti militari, missioni, corrispondenze etc. con corse periodiche o speciali che eseguirà da Livorno per le diverse isole e porti del Granducato e viceversa". L'incarico per la costruzione venne dato all'ingegnere Luigi Mancini di Livorno, che, recatosi in Inghilterra, acquistò dall'industria Mondslay & Field di Londra due macchine a vapore della forza complessiva di 60 CV, con le relative ruote propulsive. Il varo avvenne nei Regi Cantieri di Livorno il 3 Febbraio 1846. La nave, alla quale fu dato il nome "Giglio", era un piroscafo in legno, lungo 38,7 metri, largo 5,5, dotato di vele come un "clipper", con un armamento di due cannoni e 30 uomini di equipaggio. Capitano: Luigi Basti, Ufficiale alle macchine: l'inglese William Bell. |
L'itinerario previsto per i suoi viaggi era: Partenza da Livorno e destinazione le isole di Capraia, Elba, Pianosa e Giglio con tappe a Piombino, Follonica, Porto S. Stefano e Talamone. Nella buona stagione erano in programma gite di piacere all'isola di Gorgona e alla Spezia e, quando necessario, il vapore veniva messo a disposizione del Granduca. Nel 1846 lo portò a Genova, nel 1847 a Talamone.
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Nel 1847 fu affidato al "Giglio" anche il trasporto delle corrispondenze.
Nel periodo precedente al servizio con il vapore le corrispondenze venivano traghettate dalle isole al continente con i velieri e in particolare il percorso tra Portoferraio a Piombino con un veliero, "barca corriera", che garantiva il servizio tre volte la settimana; da Piombino e da Livorno un servizio di diligenze completava poi il trasporto. |
È chiaro che con il nuovo mezzo i tempi venivano notevolmente accorciati e una lettera che dall' isola d'Elba a Livorno ai vecchi tempi impiegava oltre due giorni di viaggio,
con il "Giglio" in un giorno arrivava a destinazione. La sistemazione dei passeggeri era piuttosto spartana e ridotta al minimo indispensabile dal momento che i viaggi erano piuttosto brevi; alla seconda classe era riservata la "sopracoperta", dove oltre un centinaio di passeggeri venivano stipati con pochi cuscini e coperte, mentre "sottocoperta" stavano i "signori" dotati di letti e riscaldamento. In condizioni normali, mare calmo, stagione estiva, tutto poteva essere accettabile, ma le cose cambiavano quando, per le condizioni di tempo avverso, i poveri passeggeri erano esposti al furore dei venti e delle onde.
Il "Giglio" è legato a molti avvenimenti del Risorgimento toscano. Nel Settembre 1847 salpò per Civitavecchia per trasportare una delegazione di cittadini toscani che volevano rendere omaggio a Pio IX. Sempre nel 1847 fu adibito al trasporto di truppe destinate
ad agire nella controversia con il Ducato di Modena per il possesso di Pontremoli. Nel Gennaio 1848 trasportò forzatamente all'isola d'Elba i patrioti arrestati dalla polizia granducale fra i quali Francesco Domenico Guerrazzi che fu rinchiuso nel forte Stella. Fu adibito più volte al trasporto di armi, di opere d'arte e denaro.
Nel 1859 operò ripetutamente al servizio del Governo Provvisorio Toscano.
Non vanno dimenticati i numerosi interventi effettuati in soccorso di altre navi che si erano arenate o in pericolo di naufragio.
Nel 1861 l'appalto per il trasporto della posta per le isole dell'arcipelago fu concesso alla Società Rubattino di Genova e di conseguenza il "Giglio" fu iscritto nei quadri del naviglio da guerra del Regno d'Italia con la qualifica di "rimorchiatore a ruote" adibito alla vigilanza costiera.
Importante è ricordare come indirettamente abbia partecipato alla battaglia di Lissa (1866) riuscendo a tranciare il cavo telegrafico che collegava Lesina a Lissa. Terminò modestamente la sua carriera come nave cisterna.
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