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Le vie particolari

di Pietro Lazzerini

Per avere un'idea chiara sul significato di questo sistema di spedizione è bene riportare l'art. 41 del Regio Editto "Del servizio delle Poste e del trasporto dei dispacci" emanato dal Governo sardo nel 1818: "Art. 41 L'esercizio del diritto regale di portare le lettere sigillate od anche aperte, è riservato esclusivamente alla Direzione generale delle Poste; è quindi espressamente proibito a chicchessia di fare questo trasporto salvo le eccezioni stabilite dall'annesso regolamento op­pure che si tratterà di lettere state precedentemente sottoposte al bollo degli Uffici di Posta ed al pagamento dei relativi diritti" 
Nel successivo regolamento si legge all'Arti 5:
"Chiunque vorrà approfittare del disposto dell'Art.41 del Regio Editto con portare o con spedire lettere per mezzo dei pedoni o per altre occasioni estranee agli Uffici della Posta, dovrà preventivamente presentare o far presentare all'Ufficio della Posta locale le lettere che desidera spedire, ed ove non si tratti di lettere che godono la franchigia, pagare il diritto relativo. L'Ufficiale di posta noterà in presenza del latore sul registro a ciò destinato le lettere presentate, le bollerà con la stampiglia del suo Ufficio in un angolo dell'indirizzo un numero di ordine eguale a quello del suo registro..."

18 gennaio 1836 Da Genova a Livorno Lettera in corso particolare per la via di terra. Presenta il bollo il bollo "GENOVA", rosso, dell'Ufficio del corso particolare dove era stata consegnata; al verso, manoscritti la tassa di 4 decimi e il numero di registrazione "602"; era poi passata all'Ufficio centrale della Posta e bollata con il "GENOVA", per essere instradata verso Sarzana. In arrivo la tassa toscana di 6 crazie

Praticamente era permesso a chiunque di trasportare posta purché fosse messo a conoscenza l'Ufficio postale al quale dovevano anche essere corrisposti i diritti di porto

Le vie particolari marittime

Nel 1836 la possibilità al trasporto privato fu concessa anche alle linee di navigazione come si evince dall'Ari 47, Titolo IV, del "Regolamento sopra il Servizio delle Posta-lettere" emanato a Torino il 30 marzo.

30 marzo 1836. Da Genova a Livorno. Lettera in corso particolare per la via di mare. Bollata, registrata e tassata per 4 decimi all'ufficio del corso particolare. Le lettere per la via di mare pagavano il porto fino al confine toscano, Sarzana. Non presenta bolli e tasse toscane.

TITOLO IV
47. Il trasporto delle lettere, che sono di privativa delle Poste potrà farsi con mezzi estranei alle medesime, presentandole pre­ventivamente all'Uffìzio di Posta Locale, e pagandone il diritto relativo, ove non si tratti di lettere, che godano franchigia. L'Ufficiale di Posta noterà in presenza del latore, sul registro a ciò destinato, le lettere presentate, le bollerà con la stampiglia del suo Uffizio, ponendovi in un angolo dell'indirizzo un numero di ordine eguale a quello del suo registro.

9 luglio 1836 Da Genova a Napoli Lettera in corso particola­re viaggiata con il vapore "Maria Cristina" dell'Am­ministrazione dei Pacchetti a Vapore del Regno delle due Sicilie. Fu bollata e tassata a Napoli per 20 grana.

A Napoli il trasporto delle lettere per mare fu regolato dal Decreto del 10 Giugno 1817 che precedeva di poco il primo viaggio del pacchetto a vapore napoletano "Ferdinando I". Appare utile riportarlo in parte:

"8.1 comandanti de'pacchetti saranno incaricati di trasportare le lettere che da gli Uffici di Palermo, Messina e Napoli si spe­diranno per via di mare. Essi avranno una valigia ove gli Uffici delle poste depositeranno le lettere indirizzate da una parte vall'altra de nostri domini. Le valigie saranno chiuse a chiave, che resterà presso i medesimi uffici della posta. Esse con simile chiave saranno aperte da quell'ufficio dove le lettere verranno depositate.

9. Sarà vietato a' comandanti de bastimenti della nostra marina, a'padroni de legni mercantili e a qualsivoglia altro navigatore, di trasportare lettere o plichi privati dall'una all'altra parte de nostri domini. I contravventori saranno puniti con un ammenda non minore a ducati sei, e non maggiore di ducati venti.

10. La polizia de' porti di tutti i nostri domini di qua e di là dal Faro avrà cura di ritirare da' capitani e dagli equipaggi de legni provenienti dall'estero, tutte le lettere che trasportassero pe'  particolari, e le trasmetterà agli uffici di posta per essere distribuite, dopodiché saranno assoggettate alle tasse, sotto le stesse pene contenute nell'articolo precedente in caso di contravvenzione..."


26 gennaio 1841: da Genova a Livorno al bollo lineare maiuscolo rosso "GENOVA" fu aggiunta su altra riga in rosso la scritta "Corso Particolare". Lo conosco in uso dal dicembre 1840 fino al 1851 spesso insieme al "V.P.M." di Livorno
8 ottobre 1851

Appare quindi evidente che la privativa con il controllo rigoroso delle spedizioni aveva validità solo per la posta interna del Regno, mentre per le missive in partenza o provenienti dall'estero, con ogni tipo di nave, bastava solo pagare la tassa.

CONSIDERAZIONI SUL DECRETO DI LEOPOLDO II DATO IN FIRENZE IL 28 DICEMBRE 1850 E SULLE CONSEGUENTI DICHIARAZIONI E ISTRUZIONI DEL 28 GENNAIO 1851 FORMULATE DALLA SOVRINTENDENZA GENERALE DELLE POSTE

II decreto nacque dall'esigenza, già più volte sentita, di snellire e facilitare le pratiche inerenti ai trasporti marittimi e postali effettuati con i vapori commerciali. Lo stesso problema era stato già affrontato e risolto dal Regno di Sardegna e di Napoli. Nel Regolamento sopra il servizio della posta-lettere emesso a Torino il 30 marzo 1836 si legge all'art 47: 

"II trasporto delle lettere, che sono di privativa delle Poste potrà farsi con mezzi estranei alle medesime. Presentandole preventivamente all'Uffizio di Posta locale, e pagandone il diritto relativo, ove non si tratti di lettere, che godano franchigia. L'Uffiziale di Posta noterà in presenza del latore, sul registro a ciò destinato, le lettere presentate, le bollerà colla stampiglia del suo Uffizio. Ponendovi in un angolo dell'indirizzo un numero d'ordine eguale a quello del suo registro". 

L'importo del diritto veniva scritto al verso della lettera e sul recto il bollo postale di partenza.
Per capire bene il significato della Posta in corso particolare marittimo, ogni capitolo delle Istruzioni ha rilevante significato. Sono da sottolineare la grande importanza dell'Ufficio di Sanità che era il primo e obbligatorio contatto dopo l'arrivo in porto. La prima cernita delle corrispondenze avveniva in questo ufficio dove si separavano le lettere per provenienza separandole dalle stampe, si registravano (modello A) e si rilasciava una ricevuta. Importante era stabilire la provenienza, sia che la lettera avesse il bollo d'origine, sia che, mancando questo, si potesse appurare da dove era partita. Questa operazione determinava l'importo che l'Ufficio postale avrebbe percepito dal destinatario. Da notare che se la lettera proveniva da porti esteri si considerava per la tassazione come proveniente da porti italiani. Al punto 3 si fa ricorso all'Art. 4 del Decreto del 28 dicembre che riporto integralmente:

 "Art. 4 - L'uffizio postale pagherà all'esibitore della ricevuta, di che è fatta menzione all'art.1, la metà dell'importare delle Tasse, che l'Uffizio è in diritto di esigere sul peso complessivo di ciascuna categoria delle corrispondenze stategli consegnate, a tenore degli articoli che appresso".

A questo punto vanno preso in considerazione gli Artt. 8 e 9 :
"La tassa Postale da pagarsi sulle lettere recate in via particolare dai bastimenti a vapore, o a vela nazionali o esteri; o che rivolessero dai mittenti spedire per mezzo di essi, sarà per ogni oncia di peso la seguente:
Per quelle di provenienza italiana Lire una, soldi tredici e denari quattro (20 crazie).
Per quelle di qualunque altra provenienza o destinazione Lire tre, soldi sei e denari otto (40 grazie).
E per le frazioni dell' Oncia l'applicazione della tassa suddetta si regolerà sulle norme della Tariffa generale del 27 dicembre 1847"

(4-5-7-10-15...) nel primo caso;
(8-10-14-20-30...) nel secondo caso.

Fra l'ufficio di Sanità portuale e l'Ufficio postale i rapporti erano molto stretti e molto precisi.
Era prevedibile che con l'arrivo continuo di navi in porto ci fosse un servizio organizzato per il trasporto delle valigie. Le operazioni dell'Ufficio postale erano: contare il numero delle lettere, calcolare il peso complessivo, scriverle nel registro C, bollarle con il V.P.M. e la data, tassarle, distribuirle, controllare la ricevuta, pagare la quota spettante a chi consegnava le corrispondenza.
Qualora il servizio periodico dei pacchetti a vapore convenzionati non garantisse il percorso desiderato chi voleva spedire le lettere per il corso particolare doveva recarsi all'ufficio postale, pagare la tassa, farle registrare, farle bollare con il V.P.M. e quindi poteva affidarle a chi voleva.
Se invece il servizio era coperto dai pacchetti a vapore la bolgetta della posta, dopo averla registrata (modello E ), veniva consegnata ai corrispondenti dietro specifica ricevuta. Fra l'ufficio di Sanità portuale e l'Ufficio postale i rapporti erano molto stretti e molto precisi. La copia della bolletta E doveva accompagnare le corrispondenze fino a destino. Una tabella (modello D) con gli orari delle partenze delle navi e i luoghi di destinazione doveva essere affissa presso gli uffici postali. Le lettere in partenza dovevano essere ugualmente bollate, oltre che con il bollo del giorno, con il V.P.M. Esenzione dalla consegna delle lettere all'Ufficio postale per gli operatori marittimi.
Non esenzione dalla disinfezione.
Esenzione per i Consolati per le lettere munite dei bolli ufficiali.
Il regolamento vale anche per le corrispondenze da qualsiasi località del Granducato.
Per le lettere spedite per mare verso località del Granducato nessuna restrizione.

Il bollo "V.P.M"

A seguito della legge postale del 28 dicembre 1850 N° 156 il Commendatore Pistoj Sovrintendente generale delle poste toscane, prescrisse che le corrispondenze in arrivo o partenza con bastimenti non convenzionati a vapore o a vela, per o dal porto di Livorno, dovessero essere munite di un bollo rosso "V.P.M."(Via Particolare Marittima).
Questo bollo nella versione piccola di 17 mm rimase in uso pochi giorni, ovvero dal 1 al 11 febbraio 1851.

LETTERE CENSITE

1 febbraio - Civitavecchia-Livorno
2 febbraio - Genova-Livorno
3 febbraio - Malta-Livorno
5 febbraio - Genova-Livorno-Civitavecchia-Livorno-Marsiglia-Livorno
6 febbraio - Genova-Livorno-Civitavecchia-Livorno
8 febbraio - Genova-Livorno

1 febbraio 1851. Da Civitavecchia a Livorno. Primo giorno d'uso del timbro piccolo

In data 10 febbraio 1851 fu spedita da Firenze la seguente circolare, destinatario il Direttore dell'Ufficio di Livorno:

"Oggetto: Nuovo bollo V.P.M.
Ill.mo Signore,
La invito a ritornare a questa generale Sovrintendenza il piccolo bollo V.P.M. che le accompagnai colla ufficiale del 30 Gennaio decorso al quale vorrà sostituire quello più grande e quindi più comodo che colla presente le rimetto"
All'osservanza delle regole erano esentati gli operatori por­tuali per quanto espresso nell'art. 20 delle Dichiarazioni e Istruzioni: "Art. 20 - Si dichiara nell'interesse del commercio ed a maggior comodo del medesimo, che non è sottoposta all'obbligo della consegna all'Ufficio Postale la lettera esclusivamente diretta al Raccomandatario del bastimento, e viceversa da questi spedita al corrispondente per mezzo del Capitano, le quali, come in passato, se soggette a spurgo, dovranno disinfettarsi nell'Uffizio del porto, e passarsi al loro destino".


Il bollo "V.P.M." grande non ebbe lunga durata. Negli ultimi mesi del 1852 il suo impiego venne a cessare pressoché contemporaneamente a quello dei bolli "Livorno Via di Mare A, B, C" L'ultima data nota risulta il 25 dicembre 1852. Si deve ritenere che sul cessato uso di questi ultimi bolli abbia in qualche modo influito la trasformazione dei rapporti fra L'Amministrazione granducale e la nuova gestione della Compagnia Convenzionata delle Messaggerie Nazionali che era subentrata alla "Administration des Postes francaises", e ugualmente questa trasformazione abbia influito sulla cessazione d'uso del bollo "V.P.M."

11 febbraio 1851. Da Genova a Livorno. Questa lettera giunse a Livorno il giorno 12 e come da disposizioni fu bollata con il "V.P.M." grande. Non conosco altre lettere prima di questa data.

Inoltre la contemporanea adozione dei primi francobolli adesivi toscani, oltre a eliminare ogni problema alle lettere "franche", semplificava notevolmente tutti i complessi conteggi relativi alle lettere assegnate, e, in particolare, a quelle trasportate dai battelli commerciali.
Assai raro l'uso del bollo "V.P.M.", quale annullatore di lettere affrancate con francobolli toscani e sardi.

Marsiglia 24 Luglio 1851. Lettera di servizio. Non porta traccia di bolli postali.
22 maggio 1851. Lettera da Sidi Daud a Livorno (Sidi Daud nei pressi di Tunisi) Fu affidata al capitano di un bovo tunisino diretto a Livorno.

Il bovo era un veliero di non grandi dimensioni a due alberi: quello di prua a vele latine, quello di poppa con la randa. Aveva un lungo bompresso che portava un grosso fiocco detto "pollaccone". I velieri tunisini si dirigevano spesso verso Livorno dove giungevano più che altro carichi di tonno sott'olio o pesci conservati. La lettera non porta nessun segno di posta, ma giunta a Livorno fu sottoposta a controllo sanitario come attestano i bolli al verso: Ufficio di Sanità alla bocca del porto.

5 luglio 1851 Da Genova a Livorno. Lettera in corso particolare pagò 8 cent. in partenza e 5 crazie in arrivo. L'impronta "V.P.M." fu impressa in nero e corretta in rosso come prescriveva il regolamento.
26 giugno 1851. Da Livorno a Genova. Questa lettera avrebbe dovuto viaggiare con il vapore "Nuovo Colombo", ma per qualche ragione venne imbarcata sul postale francese "Leonidas" della linea delle Coste d'Italia in partenza per Livorno il giorno 26. Il mittente aveva scritto erroneamente "Col Vapore Colombo" intendendo "II Nuovo Colombo" della Compagnia Ambrogio Zuccoli anziché il "Colombo" di bandiera sarda, che aveva navigato dal 1830 al 1831, anno in cui venne demolito.
3 giugno 1851. Da Livorno a Montpellier. V.P.M. annullatore. Bollo di Marsiglia in transito. Trasportata dal vapore "Castore" della Impresa R. Rubattino & C.
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