in collaborazione con:
Storia postale della
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Moderne armi di distruzione sul Carso: |
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Giorgio Cerasoli (Bollettino ASP - FVG n. 18) | ||||||||||
Qualche anno fa sono venuto in possesso di alcune cartoline di posta da campo austro-ungarica provenienti dal fronte isontino e scritte da artiglieri addetti al funzionamento di enormi obici da 38 e 42 cm. di diametro, massimi calibri nell’esercito A.U. Ho pensato di approfondire l’argomento ritenendo interessante divulgare ed ampliare questo tema. Il trasporto ed il posizionamento di tali pesantissimi e complicati armamenti esigeva l’impiego di numeroso personale appositamente addestrato, nonché l’ausilio determinante per il trasporto su strada, di pesanti automezzi progettati appositamente ed in grado di spostare gli obici, opportunamente smontati, ad una velocità di circa 10 km/ora. La base sopra cui gli obici dovevano essere montati, tramite apposite gru, doveva essere costruita in precedenza e consisteva in una piattaforma in cemento armato molto robusta e adatta a sopportare il tremendo contraccolpo al momento dello sparo. Questi tipi di artiglierie vennero collocate in posizioni riparate e furono presenti anche sotto il monte Hermada presso la località Ceroglie e Malchina sul Carso triestino. Il loro scopo era di colpire le artiglierie italiane di medio calibro incavernate come le cannoniere del monte S. Michele, cercando di distruggerle centrandole con ben assestati colpi. Le caratteristiche tecniche di questi obici meravigliano e stupiscono ancora oggi. Basta pensare alle enormi risorse adoperate all’epoca per la produzione di questi obici, delle relative speciali trattrici a 8 ruote motrici e per i loro posizionamenti. La progettazione e fabbricazione avveniva presso le officine Skoda (Skodawerke) in Boemia, all’epoca facente parte dell’impero Austro-ungarico.
Le caratteristiche dell’obice da 38 cm. erano le seguenti.
L’obice da 42 cm., sempre prodotto dalle officine Skoda, doveva essere trasportato per ferrovia quanto più possibile vicino alla postazione di fuoco e qui assemblato tramite una enorme gru da 40 ton. I proiettili, del peso di oltre una tonnellata, dovevano essere posizionati nell’obice tramite apposite carrucole. La carica di lancio pesava 90 kg. e riusciva a spingere la granata a circa 14 km. di distanza. Un obice di artiglieria costiera da 42 cm. L15 venne posizionato anche in Valcanale nella località di Cucco presso Malborghetto: pesava complessivamente 113 tonnellate. La localizzazione dei grandi obici nella zona ai piedi del monte Hermada, oltre che da notizie e foto storiche, si evidenzia anche dal numero della posta da campo austro-ungarica e dalla datazione della corrispondenza. Ho trovato 3 diversi numeri su altrettante cartoline di posta militare in un periodo compreso tra i mesi di Giugno e settembre 1917 ed un quarto numero (466) in data 29.04.1918. I 3 numerali (3, 529 e 646) erano stati assegnati al 23° Corpo d’Armata o a sue formazioni, tutte localizzate anche alla base del monte Hermada. Il nr. 466 era in dotazione al comando della 1^ Armata dell’Isonzo che nel mese di aprile 1918 aveva un ufficio di posta da campo anche a Cervignano. Si può ipotizzare che la cartolina sia stata spedita da un artigliere in servizio presso un obice da 38 cm., quasi sicuramente smontato dalla sua sede presso l’Hermada, in quanto lì non più utile, ed in via di trasferimento verso il nuovo fronte sul Piave.
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