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Storia postale della
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Francesco Percivalle: chi era costui? |
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Francesco Gibertini (Bollettino ASP - FVG n. 26/2021) | ||||||||||
Amantea è una ridente cittadina del Tirreno Cosentino in Calabria. Negli anni ’60 mi ci recavo spesso (abitavo, all’epoca, a Paola, distante circa 20 km), sia per godere dello splendido mare, sia per andare a pranzo al ristorante “Alla Scogliera”, tuttora presente presso la vicina località “Scoglio di Coreca” e noto per la bellezza del posto e per la squisitezza dei piatti tipici locali.
A quei tempi, non potevo certo immaginare che, dopo oltre mezzo secolo, mi sarei di nuovo interessato ad Amantea per motivi del tutto diversi. La cittadina, infatti, ha dato i natali ad uno strano personaggio, Francesco Percivalle, che, a suo modo, ha avuto un ruolo non marginale nella filatelia, non solo italiana, dei primi anni del secondo dopoguerra. E’ infatti l’autore di quelli che sono conosciuti come: “Falso di Amantea”, consistente nella falsificazione della sovrastampa applicata sul 25 c. Monumenti Distrutti; “Falso di Buenos Aires” ottenuto falsificando il 100 L. della serie “Democratica”; “Falso 1 Peso argentino di Posta Aerea”. Il francobollo da 25 c. “Monumenti Distrutti” venne emesso nel 1944 durante il periodo della Repubblica Sociale Italiana e, l’anno successivo, vista l’ampia disponibilità di francobolli rimasti invenduti nei magazzini di Roma liberata, venne soprastampato per renderlo utilizzabile per la nuova tariffa di L. 2 per le lettere di primo porto per l’interno, in vigore dal 1° aprile 1945. Il Percivalle, con l’aiuto di un tipografo di Cosenza (forse, ma non è certo, si tratta di Vincenzo Gerace, titolare della Tipografia “Fotoartistica”, sita in Piazza dei Valdesi a Cosenza, mittente o destinatario di alcune delle lettere conosciute che recano il “Falso di Amantea”), fece sovrastampare un numero imprecisato di francobolli da 25 c. della serie Monumenti Distrutti che riuscì a distribuire, nonostante la falsificazione sia molto rudimentale, non solo in Calabria, ma anche in altre regioni (Alto Adige, Piemonte, Veneto). La falsa sovrastampa è facilmente riconoscibile in quanto le righe parallele, che servono a coprire le scritte presenti sull’originale, debordano dalla vignetta e coprono anche i bordi bianchi del francobollo ed inoltre le scritte hanno un carattere diverso da quello della sovrastampa originale.
All’inizio del 1950 infatti ne fece stampare molti esemplari da una tipografia di Buenos Aires che rivendeva ai numerosi connazionali residenti in Argentina; questi inserivano i francobolli ricevuti nella corrispondenza per i parenti in Italia per dar loro modo di affrancare le lettere di risposta via aerea: il falsario si faceva poi consegnare le buste per rivenderle ai collezionisti. Utilizzava anche un altro stratagemma: consegnava ai suoi connazionali buste preaffrancate e con l’indirizzo del destinatario già compilato. Per questo molte buste denotano la stessa calligrafia.
Alla fine del 1952, il 100 L. della serie “Democratica” fu posto fuori corso, ma il Percivalle non si perse d’animo e la sua attenzione si rivolse al francobollo da 1 Peso della serie di posta aerea emessa dall’Argentina quello stesso anno. Questa nuova “iniziativa” gli costò però un processo in Argentina e una breve detenzione. Forse anche perché espulso dall’Argentina, nel 1954 fece ritorno in Italia, dove, nel 1964, tornò a riprodurre il 100 L. Democratica. Come si vede, un “personaggio” molto particolare che qualcuno definì, forse con troppa magnanimità: “Il falsario dei due Mondi”, ma che riuscì a galleggiare nel mondo della filatelia, traendone indubbi vantaggi ma certamente aiutato dalla “fame” di curiosità che caratterizza tutti noi collezionisti. Francesco Gibertini | ||||||||||