Storia postale della
Venezia Giulia

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I bolli di franchigia nelle Nuove Province
Sergio Visintini (Bollettino ASP F-VG n. 22/2020)

Premesso che la franchigia postale – illimitata o limitata - è sempre stata oggetto di continui cambiamenti, alternando la concessione di privilegi a drastiche riduzioni, in ogni caso richiedeva l'apposizione sugli oggetti postali di un contrassegno atto a identificare la qualità del mittente e di conseguenza il suo diritto all'esenzione/riduzione delle tasse postali.

I Comuni delle Nuove Province pertanto, dopo un periodo di assestamento, si dotarono dei ben noti ovali di franchigia.
Alcuni di essi peraltro interpretarono con disinvoltura la normativa, anche perchè abituati sotto l'amministrazione austro-ungarica ad usare indifferentemente tedesco, italiano e sloveno nei documenti ufficiali, e predisposero timbri in lingua slovena, che al di là di altre considerazioni, risultavano incomprensibili al di fuori della Venezia Giulia e sicuramente, anche ai funzionari regnicoli che in buon numero erano stati trasferiti nella nostra regione, in seguito all'esodo e all'allontanamento di personale “austriacante”.

Vediamo due lettere. Nella prima il timbro riporta:

Kr. Pošta/Mestno županstvo/v/POSTOJNI ossia R.Poste/Podestà della Città/Postumia

E' affrancata con 20 cent. (tariffa ridotta sindaci) e tassata per 40 cent (il doppio della differenza rispetto al porto di una lettera normale)

 

Nella seconda il timbro riporta:

Kr. Pošta/ŽUPANSTVO/Štanjel na Krasu ossia R.Poste/Podestà/San Daniele del Carso.

La lettera spedita in raccomandazione al Municipio di Piacenza con tariffa normale 40 cent + 80 di raccomandazione, non fu tassata.


Su entrambe le lettere però il contrassegno comunale fu evidenziato. La cosa suscitò le reprimenda da parte delle autorità e dopo poco questi Comuni si adeguarono allo “standard” italiano.