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Vie di mare: la linea Messina-Catania-Siracusa
di Giuseppe MARCHESE (Nuovo Corriere Filatelico 2/1979)

Precisiamo subito che non vi fu mai un servizio diretto “via mare” tra le tre località costiere della Sicilia Orientale, come per l'analogo servizio “via terra” che le collegava attraverso il percorso Messina, Taormina M., Giarre, Acireale, Catania, Lentini, Siracusa; ma vi fu una consistente corrente di traffico marittimo da Messina verso Catania e Siracusa, in un primo tempo utilizzando bastimenti a vela locali, quindi con i “vapori” della nascente flotta commerciale siciliana (Fig. 1).

Fig. 1 - Lettera da Messina a Siracusa del 27 settembre 1862 annullata in partenza. La lettera reca manoscritto "per vapore". Nel testo il mittente comunica: "col vapore nominato Archimede ho spedito per conto del Vs. amico 1 collo marcato CCP N. 2".

Dalla bibliografia disponibile sull'argomento, abbastanza consistente, riportiamo le notizie che più ci interessano: “Nel 1856 furono conclusi contratti con la Compagnia di Navigazione delle Due Sicilie per un servizio di Vapori da Napoli a Palermo e con la Compagnia Florio per un servizio quindicinale di circumnavigazione della Sicilia con scali a Palermo, Messina, Catania, Siracusa, Palermo, Girgenti, Trapani” (Sassone, Gli annullamenti di Sicilia); “La prima convenzione con la c.a. Florio che aveva raggruppato intorno alla propria bandiera gran parte della marineria napoletana è del 2 Gennaio 1862.

Furono create oltre alla Genova-Napoli... (la) Palermo-Siracusa (coste meridionali della Sicilia) oltre a collegamenti con le isole viciniori” (U. Del Bianco, Gli annulli marittimi italiani).

Dallo stesso autore apprendiamo ancora i nomi dei piroscafi della Compagnia Florio & C.i che erano: Indipendente, Archimede, Corriere Siciliano, Dispaccio, Etna, Elettrico, a cui si aggiunse poi il Marsala (Fig. 2), (Fig. 3).









Fig. 2 - Polizza di carico del Servizio de' piroscafi postali siciliani del 22 febbraio 1862 con piroscafo "Corriere Siciliano" diretto a Siracusa: riguarda il trasporto di un collo. Si noti che il nolo pagato per il trasporto č di ducati 0,89 (89 grani).
Fig. 3 - Polizza di carico del vapore "Archimede" da Messina a Siracusa il 26 marzo 1859.

Di questi l'Archimede, il Dispaccio e il Corriere Siciliano furono sicuramente impiegati nel tragitto Messina-Catania-Siracusa, nel periodo che va dal 1859 al 1868, mentre sulla stessa linea risultano impiegati anche i piroscafi Diligente, Partenope, Flavio Gioia e Campidoglio che non appartenevano alla Florio, la quale nel 1862 si era trasformata in “I e V Florio & C. - servizio de' Piroscafi postali italiani” (Fig. 4).

Fig. 4 - Lettera da Messina a Siracusa del 18 luglio 1856, annullata in arrivo con il bollo ovale in verde. La lettera, che reca manoscritto "Vap. il Dilig.te" è stata inoltrata via mare. Nel testo il mittente comunica: "Vi mando oggi col vapore Diligente, cap. Di Bartolo, una colletta...".

Dal volume di Vito Mancini, “Storia postale del Regno delle Due Sicilie”, si ha la conferma che sin dal 1842 vi era una linea di vapori che effettuava il collegamento tra Palermo, Trapani, Favignana, Pantelleria, Agrigento, Messina, Siracusa, sia direttamente che tramite Malta.

E’ sicuramente la stessa linea citata dal Sassone di circumnavigazione dell'isola, che comportava una spesa di 3,20 ducati per un biglietto di prima classe da Messina a Siracusa, mentre il trasporto di un cavallo sullo stesso percorso costava 5 ducati.

Se il traffico delle merci prosperava in quella che continuiamo a chiamare la linea Messina-Catania-Siracusa, lo stesso non si può dire del trasporto della corrispondenza.

Abbiamo detto che le tre località erano collegate da un servizio postale definito di “corsa principale” che, verosimilmente, compiva il tragitto bisettimanalmente, così come era bisettimanale il percorso Palermo­Messina, e che arrivava a Catania in giornata e a Siracusa il giorno dopo. Quindi un servizio efficiente che per di più costava meno del corrispettivo servizio via mare, giacché in epoca borbonica una lettera via terra costava, è notorio, 2 grana, mentre 5 grana se trasportata coi piroscafi. In periodo luogotenenziale, poi sancite dalla convenzione del gennaio 1862, le tariffe “via mare” e “via terra” vennero unificate e da quel momento si notò un certo incremento nel trasporto della corrispondenza in generale e nel nostro percorso in particolare per il tramite dei piroscafi postali (Fig. 5).

Fig. 5 - Lettera da Napoli il 9 settembre 1863 affrancata con un esemplare del c. 15 litografato 1° tipo, annullato in transito a Messina con il "Piroscafi Postali Italiani", in cartella.

Dei timbri in uso nei porti di Messina, Catania, Siracusa notissimi sono quelli di Messina, sia in periodo borbonico che in periodo italiano (Fig. 6), (Fig. 7), (Fig. 8),

Fig. 6 - Busta da Messina a Siracusa il 27 novembre 1852, con i bolli "Mes.a 1852 27 Nov.e", "Franca", e "Vapore" in nero.
Fig. 7 - Lettera da Napoli l'11 maggio 1866, affrancata con un 20 c. su 15, Ferro di cavallo, 1° tipo. Il francobollo è stato annullato in transito con il timbro a punti "16" di Messina; a destra il "Piroscafi Postali Italiani" in cartella.
Fig. 8 - Lettera da Napoli a Siracusa il 30 settembre 1870, affrancata con un c. 20 di V.E. II annullato in transito con il bollo a punti "16" di Messina; a destra il "Piroscafi Postali" con la terza riga mobile omessa.

... mentre per il porto di Catania in periodo borbonico si conosce il solo “Vapore”, racchiuso in cornice ovale, che viene considerato abbastanza raro (Fig. 9).

Fig. 9 - Lettera da Messina a Siracusa il 22 febbraio 1862 annullata in transito a Catania con l'ovale "Vapore"; al verso, l'annullo ad un cerchio di Catania del 23 febbraio 1862 e di Siracusa stessa data. Nell'interno il mittente scrive: "Col vapore nominato Corr. Siciliano... ricevete collo uno...".

In periodo italiano è noto il timbro in cartella “Piroscafi Postali Italiani”, uguale nella foggia e nelle dimensioni a quello di Messina, distinguibile appena per le lettere leggermente più sottili (Fig. 10).

Fig. 10 - Lettera da Messina il 14 marzo 1863 a Siracusa, annullata in transito a Catania con il doppio cerchio del 16 marzo 1863 e il "Piroscafi Postali Italiani" in cartella. Nel testo il mittente comunica: "Dal vapore nominato Campidoglio... vi sarà consegnato collo uno...".

Per il porto di Siracusa non erano noti timbri in periodo borbonico; infatti il timbro che presentiamo alla Fig. 11 è sconosciuto. Tale timbro, anche se usato in periodo italiano, è chiaramente di origine borbonica per la caratteristica foggia che lo racchiude in una cornice ovale.

Fig. 10 - Lettera da Messina il 14 marzo 1863 a Siracusa, annullata in transito a Catania con il doppio cerchio del 16 marzo 1863 e il "Piroscafi Postali Italiani" in cartella. Nel testo il mittente comunica: "Dal vapore nominato Campidoglio... vi sarà consegnato collo uno...".

Il suo uso dovette essere limitato e circoscritto nelle sole occasioni in cui una lettera, impostata sul piroscafo, giungesse a destino senza nessun timbro, e poiché, salvo la linea diretta Napoli-Siracusa, tutta la corrispondenza per Siracusa toccava prima Messina il suo uso è, reputiamo, estremamente raro.

Infine a Siracusa venne usato il solito timbro “Piroscafi Postali Italiani” che si presenta abbastanza raramente su corrispondenza.

 

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