Chiusi |
Integrazione della scheda di Chiusi - I parte
(pag. 131) |
Crediamo opportuno consigliare ai nostri
lettori, specialmente a quelli interessati alla storia postale di
Chiusi, il bel libro di Enrico Barni e Fausto Lottarini "Dalla
bonifica alla ferrovia: economia e società a Chiusi fra Settecento
e Ottocento", Edizioni Lui 1998,1
di cui ci piace riportare alcuni passaggi, tratti dalle pagg. 115-117,
che riteniamo utili a completare quanto pubblicato in "I
corrieri del Mangia".
Prima
di trattare dell'arrivo a Chiusi della ferrovia, occorre far
cenno al sistema di comunicazioni esistente tra le città
e i centri maggiori della Toscana […] Soltanto nel 1609
il Comune pensò di istituire un corriere che facesse
la spola tra Chiusi e Radicofani, che era la città
ove veniva smistata la corrispondenza diretta a Chiusi. Ma
soltanto nel 1650 l'istituzione divenne definitiva. Proprio
Radicofani fu il centro al quale, per secoli, Chiusi dovette
fare riferimento per il servizio postale, con gli inconvenienti
che possono immaginarsi. […] A Radicofani il servizio
postale svolto per conto di Chiusi andò via via peggiorando,
tanto che, all'inizio dell'Ottocento, veniva prima smistata
la posta per i Cetonesi. I Chiusini protestarono, facendo
presente che la città era ben più importante
di Cetona, risiedendovi il Tribunale Criminale.
Venne in seguito introdotta nel Granducato una riforma del
servizio postale […] Il Comune di Montepulciano venne
incaricato di ritirare a Radicofani la posta a lui diretta
e quella per tutte le altre cittadine della zona che non la
potevano prelevare direttamente nelle località attraversate
dalla diligenza Siena-Acquapendente
Come può facilmente intuirsi, la riforma peggiorò
le cose per i Comuni che, come Chiusi, erano costretti a sottostare
ad un ulteriore passaggio della corrispondenza tra Radicofani
e Montepulciano, prima di riceverla. |
Veniamo a sapere, fra l'altro, che l'arrivo della posta era segnalato
dal suono di una campana e questo fino al 1857, ma nella vicina Cetona
quest'usanza durò addirittura fino al 1866, come abbiamo documentato
nella prima parte del relativo aggiornamento.
Gli autori riferiscono poi con ricchezza di dettagli il servizio delle
diligenze Mazzarrini, istituito fra Siena e Chiusi nel 1849, al quale
si affidò anche il Comune per il trasporto della posta, stanziando
un adeguato contributo: si apprende così che con la diligenza...
…da
Chiusi a Siena con lire 9 in ott'ore ci va, e da Siena a Firenze
in due ore e mezzo si passa a quella capitale con circa lire
6 […] La diligenza da Chiusi parte il lunedì,
mercoledì e Venerdì. […] Con l'avvento
della ferrovia la città, da isolata e dimenticata,
divenne, nel giro di pochissimi anni, uno dei centri di comunicazione
più importanti per la Toscana intera. |
Non è quindi un caso che proprio nel 1862, anno di apertura
della stazione ferroviaria, sia stato istituito a Chiusi un ufficio
postale governativo.
Va anche tenuto presente che nel Dicembre dello stesso anno fu abolito
il corriere postale che percorreva la Strada Regia Romana da Siena
ad Acquapendente, cosicché Radicofani perse del tutto la sua
secolare importanza nel campo delle comunicazioni (e non solo), mentre
cresceva quella di Chiusi, per essere uno dei più importanti
nodi ferroviari dell'Italia centrale.
Le prime notizie che abbiamo rintracciato sulla attività del
nuovo Ufficio Postale risalgono all'Ottobre del 1863, quando l'operaio
del R.Conservatorio di Chiusi reclama col Prefetto di Siena perché,
per via delle nuove norme sulla franchigia, aveva dovuto pagare la
tassa intera sulla corrispondenza proveniente dalla Prefettura; al
che il Prefetto gli risponde che "…d'ora in avanti
la corrispondenza di quest'Ufficio le verrà trasmessa col tramite
di cotesto sig. Gonfaloniere, ponendo a carico di cotesta Amministrazione
la spesa sostenuta per la limitata franchigia postale".2
Così il Conservatorio non avrebbe pagato la tariffa postale
intera, bensì quella ridotta di cui godeva il Comune, tuttavia
questo sistema adottato proprio dalla Prefettura non ci pare tanto
corretto: era pur sempre un sistema per eludere una legittima tassa
postale .
Lettera datata Sarteano 9 Febbraio 1863, affrancata con cent.
15 tipo Sardegna, annullo CHIUSI (CITTA') 10 FEB 1863.
Al verso bolli AMB. FIRENZE-LIVORNO N°2 10 FEB 63 e LIVORNO
10 FEB 63 9.
A Sarteano la lettera non fu bollata, non essendovi ancora l'ufficio
postale
(sarà aperto nel 1864); da Chiusi arrivò a Livorno
in giornata. |
Nel nostro libro si è già detto che il primo commesso
postale governativo fu certo Ostilio Betti, contro il quale abbiamo
trovato diversi reclami. Il primo è del 30 Giugno 1864, quando
la Delegazione di Governo di Chiusi trasmette al Sotto-Prefetto di
Montepulciano un rapporto del suo "Commesso di vigilanza"3:
"L'ufficiale di posta di questa città Ostilio Betti
permettendosi di lasciare continuamente libero ingresso nella stanza
della distribuzione delle lettere a più e diverse persone,
non escluso all'arrivo delle corrispondenze, sonosi elevati dei lamenti
per parte dei cittadini che mal soffrono tale inconveniente, e più
in particolare quello della lunga permanenza che vi fa la donna Anna
Bandi con la sua figlia Emma. Di tanto il sottoscritto ne avvisa V.S.
Ill.ma per quell'uso che crederà opportuno."
Il rapporto seguì la trafila burocratica dalla Sotto-prefettura
di Montepulciano alla Prefettura di Siena e da qui alla Direzione
Compartimentale delle Poste di Firenze: il 5 Agosto 1864 il Sotto-Prefetto
può assicurare il Prefetto che "…il richiamo
fatto dalla Direzione Compartimentale di Firenze al Distributore Postale
di Chiusi Ostilio Betti ha portato buono effetto".
Il 25 Feb. 1865 la Direzione Comp. delle Poste così scrive
al Prefetto di Siena: "Da qualche tempo a questa parte sono
giunti reclami per smarrimenti di lettere da e per il Comune di Cetona,
che fanno capo all'Ufizio Postale di Chiusi, ma per tutte le notizie
raccolte in proposito sarebbero venuti a risultare a carico esclusivamente
del procaccia comunale di Cetona per la massima trascuratezza con
cui trasporta le lettere da e per Chiusi, cosicché si è
già interessato il Municipio di Cetona a provvedere in proposito,
occorrendo anche con la licenza dell'attuale procaccia.
Sul cadere del Gennaio p. p. giunse un reclamo contro il titolare
dell'Ufizio di posta in Chiusi Ostilio Betti per abituale inosservanza
dell'orario …ma il richiamo fu dichiarato insussistente dalla
Delegazione Governativa di quella città".
Nello stesso periodo c'è un altro esposto contro il Betti,
presentato "…da certo Quintilio Passetti di Dolciano
…che investe il Commesso Betti con ardite comunque generiche
insinuazioni contro la sua fedeltà nella tutela delle corrispondenze
epistolari" e la Direzione chiede che il Prefetto prenda
informazioni dalle quali possa risultare "…se debba
l'Amministrazione mutare in qualche apprensione o diffidenza quella
tranquillità d'animo che per i di lui precedenti si era formata".
L'11 Marzo 1865 troviamo un altro rapporto della Delegazione di Governo
di Chiusi al Prefetto, sempre riguardo al caso di Cetona "…si
dubita che la sottrazione delle lettere non pervenute al loro destino
possa essere stata commessa prima della partenza da quest'Uffizio
postale per togliere i francobolli apposti alle lettere stesse. Per
altro il sospetto di tale vituperevole comportamento non investe l'uffiziale
di Posta signor Ostilio Betti né tampoco il di lui aiuto fiduciario
signor Giulio Del Buono, i quali godono nel pubblico e meritatamente
piena fiducia in fatto di onoratezza, ma invece anderebbe a colpire
certo Giuseppe Del Buono, che è l'incaricato da questo Comune
del trasporto della corrispondenza da Chiusi alla Stazione della Ferrovia
e viceversa, del quale individuo viene assicurato che il commesso
Betti bene spesso si valga per far bollare le lettere e per formare
i pieghi da spedirsi". Secondo il Delegato, questo dubbio
non è facile a chiarire, ma non pare del tutto infondato "…avuto
riguardo al poco buon nome che lo stesso Giuseppe Del Buono riscuote
rapporto ad onestà ed anche in materia politica essendo di
opinioni decisamente avverse al presente ordine di cose".
Suggerisce che sarebbe bene "…ingiungere al Distributore
Sig. Betti di non più valersi per la bollatura delle lettere
del predetto Del Buono e di non farlo trattenere entro l'uffizio che
per ricevere e consegnare la valigia contenente la corrispondenza".
Il 17 Maggio 1865 il Direttore delle Poste di Firenze, Niccoli, ringrazia
il Prefetto delle informazioni e assicura che "…è
stato richiamato il titolare postale Ostilio Betti alla precisa osservanza
dei regolamenti sul divieto di fare trattenere in Ufizio persone che
per ruolo non vi appartengono, com'è il procaccia comunale
Giuseppe Del Buono, aggiungendogli che questi non deve avere altro
incarico se non di portare e ricevere i pieghi chiusi e sigillati
tra l'Ufizio e la Stazione della Ferrovia …Le operazioni di
bollatura debbono compiersi nell'interno dell'Ufizio esclusivamente
dal titolare Betti o dal suo supplente approvato e non da altri …Il
sottoscritto ha creduto suo debito, nell'interesse generale del servizio
postale di rivolgersi anche al Sig. Gonfaloniere di Chiusi per richiamare
la sua attenzione su questo subalterno agente del Municipio, proponendone
la surroga con altro soggetto meritevole di maggior fiducia".4
Ci siamo forse dilungati troppo su un argomento secondario, crediamo
però valga la pena di conoscere anche questi fatti per meglio
comprendere l'andamento dei servizi postali dell'epoca; questa documentazione
inoltre va ad integrare la scheda di Cetona, pubblicata in precedenza.
1 - Soltanto dopo
l'uscita del nostro libro siamo venuti a sapere di questa pubblicazione,
che quindi non compare nella bibliografia.
2 - ASS - Prefettura 1005 , cat. 8
3 - Il rapporto è firmato A.Betti, forse il commesso di vigilanza
era parente del commesso postale.
4 - ASS - Prefettura n. 1087, 190
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