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  Il 4 novembre di Dino Orlandini.
Da Zona di Guerra a Zona di Vittoria.
Enrico Bettazzi

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Tutto era iniziato col richiamo alle armi. Così Dino Orlandini, figlio di Giulia e Ferdinando che avevano una ditta di commercio legnami in Via Buonfanti a Pistoia, nonostante il padre fosse morto lasciando alle redini aziendali la sola moglie, partì volontario nel 25° Reparto V.C.A. (Volontari Ciclisti Automobilisti) col sogno, comune a tanti altri, di riportare Trieste all’Italia.

Dal primo indirizzo a cui venivano inviate le corrispondenze, a Falconara Marittima vicino ad Ancona, al momento della partenza al fronte Dino fu assegnato ad un altro corpo, cioè al 3° Reggimento Genio Telegrafisti (il cui deposito era a Firenze).
Il reggimento era aggregato alla III Armata in zona di guerra, ma siccome Dino sapeva ben scrivere, benvoluto dai superiori, era stato destinato in ufficio ed anche se vicinissimo al fronte, riuscì a non andare in prima linea.

Tuttavia visse tutte le vicende dei commilitoni, dalla rotta di Caporetto, alla battaglia sul Piave del giugno 1918, tutte cose raccontate in un residuale, ma folto epistolario con la madre.
Essendo con la III Armata coronò anche la sua speranza di essere a Trieste tra i liberatori, fin quando, congedatosi nel 1919 e sapendo ben scrivere, già volontario e reduce, iniziò a fare il giornalista. I suoi trascorsi e le sue idealità lo portarono al fascismo.
Dopo aver partecipato alla Marcia su Roma, divenne corrispondente da Pistoia per il Popolo d’Italia, il giornale fondato da Mussolini.

Della vicenda personale di Dino e del suo epistolario, parleremo in maniera più ampia prossimamente. Ma ora proponiamo alcune lettere da lui scritte dopo il famoso proclama di Diaz (fuorchè quella del 1/11/18 durante la battaglia di Vittorio Veneto), in cui si descrivono i sentimenti che tutti i soldati provarono in quei momenti e dove non raramente nelle missive al posto dell’usuale indicazione “Zona di Guerra” (o “ZdG”) si potè alfine scrivere “Zona di Vittoria” (e talvolta anche Zona di Pace).

Durante l’avanzata finale:

Z. Guerra 1-11-918
Mia carissima mamma
Giorno di tutti i Santi.
In queste ore in cui le preghiere dedicate ai nostri cari defunti, s’innalzano al cielo in segno di devozione eterna, sentiamo nelle nostre anime confondersi l’anima sublime di chi irrimediabilmente perdemmo! Tristi rievocazioni invero, ma il mio cuore non può fare a meno di rinnovare il suo pianto doloroso per Colui che perdette e che tanto, tanto amò. Tante madri piangono e pregano in questi giorni di Passione, noi siamo qua lontani al nostro posto di dovere e l’orazione viene recitata dalla sola nostra mente.
Siamo ancora in guerra, ma c’incamminiamo per la via della Redenzione e le nostre speranze sono le più dolci e le più belle; la realtà è piena di ogni buona premessa.
I nostri bei reggimenti avanzano irresistibilmente raccogliendo ovunque il premio della vittoria. Nessuna umana forza potrà frenare l’impeto dei nostri che ben presto raggiungeranno la meta lungamente e fortemente attesa.
Vorrei narrarti tutte le emozioni che proviamo in questi momenti in cui tutta l’oscurità che ci tormentava e ci demoralizzava, si è cambiata in luce smagliante di vittoria di redenzione ricca delle più care promesse. Non mi prolungo tanto su questo argomento; attendiamo con la fiducia e la calma più completa quel giorno veramente bello: Esso è vicino!

….”

 

Z. Guerra 5 Novembre 1918
Mia carissima mamma
Avrai certo appreso dai giornali che sino dalle 15,30 di ieri è terminato lo stato di guerra tra l’Italia e l’Austria Ungheria. Dunque sia distrutto in te ogni brutto pensiero a mio riguardo e pensa anzi che ben presto sarà raggiunta la piena e completa realizzazione del sogno nostro. Il nostro entusiasmo è grande, tanto grande da non poterlo descrivere.
Il nemico che una volta era pieno di orgoglio e di baldanza è stato battuto dal nostro valoroso esercito. I nostri fratelli sono stati liberati dalla dura schiavitù austriaca e nei paesi restituiti alla cara nostra patria regna un delirio di entusiasmo.
Anche a Trento e Trieste sventola il nostro smagliante tricolore come simbolo di redenzione, di giustizia e di pace!
Fra qualche giorno anch’io sarò a Trieste. Il mio cuore palpita di una gioia indescrivibile! Non vedo il momento di entrare in quella sacra terra sospirata per tanto tempo, da noi soldati della 3ª armata, dalle rocce infernali del Carso. Sono convinto che a te non dispiacerà ch’io vada a Trieste, ma anzi la tua gioia sarà pari alla mia e ne andrai orgogliosa.
… Ormai non ci sono più nemmeno gli aeroplani che fanno paura, qua tutto è pace; le campane hanno ricominciato a suonare i loro doppi.
Non più zona mortale; zona festante di pace e di vittoria.
...”

 

“Z. di Vittoria!
Mia carissima mamma
Ebbi a suo tempo la tanto cara tua del 4 andante della quale ti avevo dato cenno nell’ultima mia cartolina. Adesso mi sento molto più tranquillo…
Non starò qui ad illustrarti gli avvenimenti del giorno poiché dai giornali avrai agio di arricchirti la mente ed il cuore di tutte le più belle speranze. Solo ti dico che la grande ora, la principale è suonata! I nostri sacri destini li abbiamo raggiunti:- Ben presto la meritata ricompensa! Sappi ch’io...fra qualche giorno (una settimana forse) sarò a Trieste. Vedi bene che tutti i miei dolori morali e materiali fortemente sostenuti per oltre 40 mesi non sono stati vani.
La bella Trieste italiana, la mascotte dei miei sogni, finalmente potrà ospitarmi.
Quanta gioia o mamma!
Quando avrò abbracciato i nostri fratelli, ormai liberi, il mio ritorno a te sarà più bello.
…”

 

“Zona di Vittoria! 7-11-18
Mia carissima mamma
In questi ultimi tempi non ricevo tue nuove con quella frequenza di una volta.
...Immagino che la colpa non è la tua..saranno i soliti ritardi causati dal disservizio postale…
In questi giorni la cui data rimarrà memorabile nella storia del mondo e dell’umanità, sento nel cuore tutta la grandezza dell’ora che viviamo e la gioia mia è indescrivibile!
Pensa che forse quest’anno non più licenza invernale, speriamolo almeno, ma ritorno, ritorno di vittoria e di pace!…”

 

“ 12-11-18
Mia carissima mamma
Rispondo alla cara tua del 5 andante. Ti ringrazio del costante ricordo che hai per me; ciò mi fa sembrare meno penoso il tempo che mi rimane per arrivare a quel giorno tanto desiderato.
Iersera un’altra grande notizia.
Quella riguardante l’armistizio firmato anche con la Germania che ci ha fatto gioire in modo indicibile.
Il mondo intero, voglio dire il mondo civile, oggi è tutto pieno di gaudio, è tutto festante ed a giusta ragione. Il trionfo della causa nostra è quasi completamente raggiunto; la pace è più vicina di quanto non si creda. Al solo pensare che presto tornerò sano e salvo fra le tue braccia mi sembra di sognare. Infatti chi avrebbe mai detto che gli avvenimenti precipitassero improvvisamente a nostro completo favore, mentre fino a poco tempo fa non si vedeva dinanzi ai nostri occhi che tristezze, dolori, pericoli?… Su quello che proviamo noi soldati in questi giorni ci sarebbe da scrivere dei volumi. Credi che viviamo in mezzo alle emozioni se non che in mezzo alla gloria che ci rende pieni di orgoglio e di contento.
Viviamo in una epoca che presto tramonterà per rinascere in una nuova era e del passato non dovrà rimanere che l’eterna storia, ad ammonimento esemplare delle generazioni avvenire. ...”


Enrico Bettazzi
27-10-2022


BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

C. STIACCINI, Scrivere dal fronte, in Dizionario storico della Prima guerra mondiale, a cura di N. Labanca, 2016, pp.301 e sgg.

P. NESTI, Pistoia tra il 1915 e il 1918. La città e la sua gente durante la grande guerra, Pistoia, 2017

V. BARACCHI, Pistoia e la sua provincia, Pistoia, 1985