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  Con la Ferrucci in Etiopia
Enrico Bettazzi

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Germano Grazia era un piccolo imprenditore nel settore edile, nato nel 1902 e residente a Spazzavento, piccola frazione extraurbana del Comune di Pistoia.

Quando gli fu detto che andando in Abissinia avrebbe contribuito alla civiltà di quel paese, sostanzialmente costruendo strade e opere civili e che al ritorno questo suo darsi da fare per la Patria sarebbe stato ricompensato con facilitazioni e gratificazioni, pur lasciando a casa un figlio di otto anni, non esitò a presentarsi volontario per la nuova impresa africana.

Così a trentatre anni si imbarcò a Napoli da camicia nera scelta nella 192ª Legione Francesco Ferrucci, per lo più costituita da fiorentini e pistoiesi, inquadrata nella 1a Divisione CC.NN. 23 Marzo; fu destinato alla 192ª compagnia mitragliatrici.

Cartolina postale per le forze armate, in franchigia, postalizzata tramite la PM 101.


La cartolina che scrive dall’Africa Orientale è destinata alla Baronessina Maria Clorinda De Franceschi, la cui famiglia era proprietaria di una villa a Montebuono, nelle vicinanze di Pontelungo; durante la Grande Guerra era stata animatrice di varie iniziative civili di sostegno allo sforzo bellico, inserendosi all’interno della sezione cittadina dell’Ufficio Notizie e prestando opera nell’Ospedale Territoriale della C.R.I. in qualità di infermiera volontaria.
Era quindi un personaggio in vista della classe proprietaria di terreni agricoli nel pistoiese, ben inserita nel establishment cittadino e statale; e così Germano si rivolge a Lei come un perfetto milite del tempo:

“A.O. 24.2.36 XIV E.F.
Egregia Baronessina.
In oltre tutto mi perdonerà per il mio ritardo a ringraziarla per il tanto bene recatomi in quest’ultimi giorni; Avrei voluto scriverle anche prima ma fino ad oggi non mi è stato possibile.
Come ben avrà appreso dai giornali avanziamo continuamente, e continuamente riportiamo considerevoli vittorie con perdite insignificanti, sebbene a dispetto di chi non le vuole e presto siamo certi di vedere l’intera disfatta del nefando e barbaro esercito abissino.
Io sto molto bene e molto contento con certezza di non sgarrare dalla consegna dataci dal nostro benamato Duce (Vincere o morire).
Di nuovo la ringrazio e la saluto fascisticamente
Devotissimo Grazia Germano “


Come si evince dalle parole del legionario pistoiese, sono quelli giorni di successi bellici che contribuiscono a mantenere alto il morale delle truppe del III Corpo d’Armata, di cui la 23 Marzo e la Ferrucci fanno ora parte.
Il 27 febbraio inizia la seconda battaglia del Tembien.

Raggiunto il fiume Ghevà, la "23 Marzo" punta verso Dibbuk (regione di Andinò) per chiudere la ritirata alle truppe del Ras Cassa e Sejum, attaccate a nord dal C.A. Eritreo (2ª Divisione eritrea e Divisione CC.NN. "28 Ottobre") avanzante verso Abbi Addi, con direttrice nord-sud e nord-sud-ovest. Passato il Ghevà a Dibbuk, la 192ª Legione conquista, combattendo duramente, l'Amba Tzellerè e poi per la valle del Tonquà, si ricollega agli altri reparti della Divisione.

In questa occasione Germano avrà avuto sicuramente modo di distinguersi grazie al suo lavoro civile: in pochi giorni per completare l’occupazione di Socotà, in attesa del completamento di una nuova pista percorribile da automezzi, fu resa operativa una mulattiera che permise di rifornire le truppe impegnate nell’avanzata.

Ad operazioni belliche concluse, il Duca di Pistoia inviò al Podestà di Firenze, in data 5 marzo, il seguente telegramma:

"All'imbrunire del giorno 28 febbraio, la 192a Legione delle Camicie Nere fiorentine, dopo aver combattuto e vinto, conquistava Amba Tzellerè, impediva al nemico la ritirata, lo batteva nuovamente il giorno successivo, occupava tutto l'Andinò, dominava i valloni di Abbi Addi, cuore del Tembien. Ancora una volta , seguendo tradizioni antiche e recenti, il popolo di Firenze, in armi nella magnifica Legione Francesco Ferrucci, fece vedere chi sia".

Medaglia commemorativa consegnata ai militi della 192ª Legione Ferrucci.


Nell’intera campagna di guerra la Divisione 23 Marzo ebbe 108 caduti; tutto sommato “perdite insignificanti” come aveva detto Germano Grazia nella sua corrispondenza alla Baronessina.

Le foto che seguono sono un “ricordo africano” come trascrive al retro il legionario pistoiese, ivi ritratto assieme a suoi commilitoni della Ferrucci, immortalati con al guinzaglio ed in braccio una scimmietta.

Si ringrazia il nipote di Germano, Giuliano, per averci concesso la possibilità di riprodurre le foto del nonno.

Enrico Bettazzi
6/5/2022

Germano Grazia è il secondo da sinistra.


 

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

E. LUCAS – G. DE VECCHI, Storia delle unità combattenti della MVSN, Roma, 1976
http://www.regioesercito.it/reparti/mvsn/23mar.htm