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  Dall'armistizio di Cassibile alla fine della R.S.I. in Arezzo
a cura di Roberto Monticini

PERCORSO: Dal Fascismo alla Liberazione > Arezzo > in provincia di Arezzo > Arezzo: la Luogotenenza

Sul funzionamento del servizio postale vedi: Padre Caprara, la Repubblica di S. Domenico e le Poste provinciali durante la R.S.I.

Ultimo aggiornamento: 15-07-2024
R. Monticini: Nuova immagine della Stazione di Arezzo dopo il bombardamento subito, la Sacfem postalizzata a Pieve al Bagnoro.

L'armistizio di Cassibile: 3 settembre 1943

L'armistizio di Cassibile, fu un accordo siglato segretamente il 3 settembre del 1943, nella contrada Santa Teresa Longarini di Siracusa, distante 3 km dal borgo di Cassibile, località dalla quale l'armistizio prese il nome.

Costituì l'atto con il quale il Regno d'Italia cessò le ostilità verso gli Alleati durante la seconda guerra mondiale e l'inizio di fatto della resistenza italiana contro il nazifascismo.

Dopo la sigla dell'armistizio di Cassibile, Badoglio riunì il governo solo per annunciare che le trattative per la resa erano "iniziate". Gli Alleati, da parte loro, fecero pressioni sullo stesso Badoglio affinché rendesse pubblico il passaggio di campo dell'Italia, ma il maresciallo tergiversò. La risposta degli anglo-americani fu drammatica: gli aerei alleati scaricarono bombe sulle città della penisola. Nei giorni dal 5 al 7 settembre i bombardamenti furono intensi: oltre 130 aerei B-17 ("Fortezze volanti") attaccarono Civitavecchia e Viterbo. Il 6 fu la volta di Napoli. Perdurando l'incertezza da parte italiana, gli Alleati decisero di annunciare autonomamente l'avvenuto armistizio: l'8 settembre, alle 17:30 (le 18:30 in Italia), il generale Dwight Eisenhower lesse il proclama ai microfoni di Radio Algeri. Poco più di un'ora dopo, Badoglio fece il suo annuncio da Roma:

“Il governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane.
La richiesta è stata accolta.

Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo.

Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza.”
(Wikipedia:
https://it.wikipedia.org/wiki/Armistizio_di_Cassibile
- visitato il 17-08-2018,
https://it.wikipedia.org/wiki/Proclama_Badoglio_dell%278_settembre_1943 - visitato il 17-08-2018).

L'8 settembre

Nella memoria collettiva l’8 settembre è divenuto uno dei momenti più tragici della storia nazionale.
All’annuncio seguì la precipitosa fuga notturna da Roma di re, governo e comando supremo. L’unica direttiva alle forze armate furono le oscure parole lette da Badoglio alla radio, con l’unica preoccupazione di non cadere in mani tedesche. Soltanto alle 0:50, in seguito a valanghe di richieste di istruzioni, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Roatta fa trasmettere il fonogramma “Ad atti di forza reagire con atti di forza”.
Scatta su tutto il territorio italiano, in Francia, in Croazia, in Grecia e Jugoslavia il piano tedesco per il disarmo delle truppe italiane. Si tratta di 1.090.000 uomini dislocati in Italia e di 900.000 dislocati nei Paesi occupati. Un esercito numericamente notevole ma male equipaggiato e con armamento inadeguato alle esigenze del momento.

La notizia dell’armistizio è pubblicata dai giornali italiani (9 settembre 1943). La famiglia reale e i generali, in fuga, raggiungono Pescara e si imbarcano per Brindisi; Roma è abbandonata, e nessuno ne ha organizzato la difesa. L’unico che si impegna in tal senso, è il generale Caviglia, storico rivale di Badoglio.
Nasce il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN): gli antifascisti cercano di coprire il vuoto di potere. Iniziano ad organizzarsi le prime formazioni partigiane che daranno vita a forme di Resistenza armata e civile per i restanti venti mesi di guerra.
Nel nord Italia a Salò si forma la Repubblica Sociale Italiana fortemente voluta dai nazisti di Hitler per meglio poter operare sul territorio italiano.

La Repubblica sociale italiana

La liberazione di Mussolini e la Repubblica sociale italiana

Il 12 settembre un reparto di paracadutisti tedeschi, comandati dal maggiore Skorzeny (1), liberò Mussolini che si trovava prigioniero in un albergo di Campo Imperatore, sul Gran Sasso in Abruzzo Il Duce venne prelevato e trasferito in Germania. Il 17 settembre, da Monaco, lanciò un appello agli italiani, nel quale comunicava la ripresa della tradizione fascista con la nascita del Partito fascista repubblicano. Il 23 settembre annunciava la nascita del nuovo Stato italiano fascista e repubblicano, la Repubblica sociale italiana (RSI), che si richiamava alla tradizione del fascismo delle origini. Nei suoi appelli Mussolini ribadì la piena fedeltà ad Hitler e alla Germania nazista In particolare questo Stato si proponeva di riprendere le armi a fianco della Germania e del Giappone; di riorganizzare le forze armate; di eliminare i "traditori" del 25 luglio; di "annientare le plutocrazie parassitarie e fare del lavoro, finalmente, il soggetto dell'economia e la base infrangibile dello Stato".

Il fascismo repubblicano

La Repubblica sociale italiana, pose la sua capitale a Salò, piccolo centro sulle rive nord-occidentali del lago di Garda, anche se la gran parte degli uffici amministrativi trovò la sua sede in diverse città del Veneto e della Lombardia. Il governo del nuovo Stato si riunì per la prima volta nella Rocca delle Caminate in provincia di Forlì il 27 settembre 1943. Accanto a Mussolini le più importanti personalità del nuovo governo furono il gen. Graziani, capo delle forze armate, il comandante della milizia Ricci, il ministro dell'Interno Buffarini-Guidi, il segretario del partito Pavolini. Ma la presenza militare tedesca condizionò notevolmente l'autonomia della Repubblica sociale, sia sul piano politico che militare.

Il Manifesto di Verona

Sul piano ideologico programmatico il documento più significativo è rappresentato dal cosiddetto Manifesto di Verona, redatto in occasione del congresso del Partito fascista repubblicano nel novembre 1943, nel quale si affermavano i principi della socializzazione dei beni di interessi collettivo, del sindacato unico dei lavoratori, e si ribadiva l'obiettivo della lotta a fianco della Germania. Sempre a Verona, dall'8 al 10 gennaio 1944, si svolse il processo contro i membri del Gran Consiglio che il 25 luglio 1943 avevano votato l'o.d.g. di sfiducia a Mussolini. Sei imputati erano presenti al processo (Ciano, De Bono, Marinelli, Pareschi, Gottardi e Cianetti) mentre gli altri tredici vennero giudicati in contumacia. Ad eccezione di Cianetti tutti gli altri imputati presenti al processo, compreso Ciano, genero di Mussolini, vennero condannati a morte e giustiziati la mattina dell'11 gennaio 1944 (2).

(da Istituto Luigi Sturzo)

(1) Ndr. Quanto riportato è la versione ufficiale, ma in realtà l'operazione fu coordinata dal generale Kurt Student, il maggiore dei paracadutisti Harald Mors la elaborò e la portò a termine, il capitano delle SS Otto Skorzeny se ne prese il merito (diventerà maggiore per l'esito del suo racconto dell'Operazione Quercia, poi ancora tenente colonnello).

(2) Ndr. È necessario precisare che l'esecuzione di Ciano, genero del Duce, fu voluta in primo luogo da Hitler così come la nascita della R.S.I. quale stato fantoccio da asservire alla Germania nazista (Il generale Karl Wolff alla domanda di Mussolini: «Se graziassi mio genero, il Führer la prenderebbe male?» rispose: «Sicuramente sì, Duce.»).

 

Filatelia e Storia Postale

In periodo di Repubblica Sociale le tariffe postale furono le medesime del Regno d'Italia; nel primo periodo anche i francobolli furono gli stessi utilizzati nel Regno d'Italia, il 20 dicembre 1943 i francobolli della serie detta "Imperiale" furono soprastampati G.N.R. (Guardia Nazionale Repubblicana), nel gennaio 1944 furono invece soprastampati REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA e/o con "fascetto", solo il 5 giugno 1944 fu emessa una serie autonoma di francobolli denominata "Monumenti distrutti", il 6 dicembre 1944 fu emessa una serie di 3 francobolli dedicati al centenario della morte dei fratelli Bandiera, serie che non arrivò nella provincia di Arezzo perchè l'ultimo comune ad essere liberato fu quello di Sestino il 3 ottobre 1944.


Il 16 luglio 1944 le truppe alleate entrarono in Arezzo e liberarono la città.


Arezzo quindi fece parte della R.S.I. per poco meno di dieci mesi.
Le corrispondenze di questo periodo sono minimali considerando che la maggior parte della popolazione si era rifugiata fuori della città.
Riportiamo la testimonianza di Enzo Droandi (2): Fatto è che la Toscana orientale e cioè la provincia di Arezzo, era senza capoluogo e senza comunicazioni stradali e ferroviarie; la città di Arezzo era diventata un gruppo di edifici, in parte danneggiati o distrutti dai due bombardamenti del 2 dicembre. Tutto era fermo. Senza il polmone urbano alle campagne non arrivavano né concimi né carburanti e neppure il sale o la conserva industriale di pomodoro. La società urbana, come si è detto, si dissolse nella realtà rurale e si alimentò su quella...

(le date di liberazione di tutti i comuni della provincia di Ar sono riportatate nella CRONOLOGIA)

Il servizio postale ufficiale venne riattivano il 16 ottobre 1944 (Bollettino 7/1944).

 

Arezzo liberata il 16 luglio 1944



Arezzo 25 settembre 1943 - Tariffa cartolina postale assolta con c. 30 francobollo del Regno d'Italia




Cartolina Postale Vinceremo cent.30 da Arezzo Ferrovia 28.9.1943 (scritta da Monterchi?) a Olmo (frazione di Arezzo) con francobollo aggiunto cent. 10 Imperiale in inispiegabile tariffa cent. 40 la cartolina per distretto era 25 cent. per interno 50 cent. (Collezione Fabio Petrini)


10 ottobre 1943 - Dal Ministero delle Comunicazioni - Ferrovie dello Stato - Servizio materiale e trazione di Firenze alla SACFEM di Arezzo con "Affrancatura a carico del Destinatario" - Tassa assolta all'arrivo con il pagamento di c. 50


Posta da Campo 741 - da Arezzo, 12 gennaio 1944 a Settimo (To)




Arezzo 15 gennaio 1944 - lettera raccomandata per Firenze (lettera £ 0,50 + raccom. £ 1,25)




Lettera del 1° porto Espresso da Merano (Trento) 9.2.1944 a Arezzo 19.2.1944 in tariffa perfetta £.1,75 (cent.50 + £.1,25) affrancata con Imperiale cent. 50 sopr. scritte (tir.VR) e Espresso Imperiale £,1,25 sop. Fascetto e scritte (tir. VR posizione 40) - Collezione F. Petrini




Firenze 19 aprile 1944 giunge ad Arezzo il 19 giugno 1944 (bollo non perfettamente leggibile)
Tariffa lettere per £ 0,50 - (Collezione Fabio Petrini)




Arezzo, 15 maggio 1944 - Cartolina postale della C.R.I. di posta aerea per Prigionieri di Guerra
diretta a Tenente imprigionato negli Stati Uniti nel Campo di Monticello nell'Arkansas, dove giunse il 3/09/1944 - regolarmente affrancata per £ 2,75, la cartolina fu instradata per la Germania dove fu censurata a Monaco (bollo in rosso: (prob.) D4, catalogo Riemer ed il bollino rettangolare 4317 dell'esaminatore), ipoteticamente dovrebbe aver raggiunto gli Stati Uniti per via aerea da Lisbona. A destinazione la censura statunitense - (collezione Roberto Monticini)


 

 

Frammento di cartolina postale spedita da Arezzo il 15 maggio 1944 che testimonia l'uso ad Arezzo del 25 cent. Fascetto soprastampato. tiratura di Firenze,
se il ritaglio è completo di tutti i francobolli, potrebbe trattarsi di cartolina per estero con affrancatura eccedente di cent. 5. (Collezione Fabio Petrini)


Manocritti da Arezzo a Perugia del 27.5.1944 affrancati con Imperiale cent. 20 x 3
(Collezione Fabio Petrini)




Cartolina illustrata da Arezzo per città 5.6.1944 con interessante affrancatura e altrettanto annullo, Uff. Corrispondenze e pacchi "il controllore" affrancata come cartolina per interno (cent.50) in eccesso cent.5
con Imperiale sopr. fascetto cent.30 (rara tiratura VR a rilievo carminio lillaceo) e un Propaganda di Guerra cent.25 (da considerarsi non valido avendo l'effigie del Re non soprastampata) ma regolarmente passato senza essere tassato- (Collezione Fabio Petrini)

 


La stazione di Arezzo dopo il secondo attacco aereo alla ferrovia. Foto presumibilmente inoltrata da un corrispondente di guerra alla Newspaper Editors Association; l'immagine dettaglia la stazione di Arezzo all'ingresso delle truppe alleate avvenuto il giorno precedente.

 

Altra immagine della Stazione di Arezzo dopo l'attacco aereo.
(Collezione R. Monticini)




il Corriere di Roma di lunedì 17 luglio 1944

 

In Comune di Arezzo:

Chiassa Superiore (liberata nel mese di agosto 1944)


da Chiassa Superiore a Terranuova Bracciolini partita il 2-2-1944 e giunta il 9-2-1944
Raccomandata espresso affrancata per L. 2,90 anzichè (lettera 0,50 + raccomandazione 1,25 + espresso 1,25) L. 3.
(l'errore nella carenza di affrancatura è dell'ufficio accettante, ma doveva essere rilevato anche dall'ufficio ricevente, dell'errore avrebbe dovuto rispondere l'addetto accettante con pena pecunaria e sanzione disciplinare)


Corrispondenza del Comune di Arezzo inoltrata a Collina di Pontelungo (Pistoia) il 18.04.1944, tramite l'ufficio postale di Chiassa Superiore. Priva del bollo di arrivo. Affrancata con francobollo da C. 50 (sovrastampa fascetti di Roma), tariffa lettere per l'interno.

Ciciliano (liberata tra il 16 ed il 19 luglio 1944 - data desunta)


6.3.1944 - Servizio notificazione atti giudiziari in busta che sostituisce il mod. verde di uso comune

Targhetta di raccomandazione di Ciciliano - i francobolli recano l'annullo di Firenze Distribuzione (raccomandate), o perchè non annullata in partenza o perchè l'annullo di Ciciliano non era e non è visibile.
Affrancata come manoscritti (c. 60), raccomandata aperta (c. 60), cartolina AR (c. 50) in raccomandazione aperta (c. 60), per un totale di L. 2,30




3.4.1944 - Cartolina di ritorno di raccomandata spedita da Lucignano a Ciciliano




10.5.1944 - Servizio notificazione atti giudiziari

Bollo guller di Ciciliano che annulla il L. 2 e il c. 30 con soprastampa fascetto (Fi/II) e targhetta di raccomandazione di Ciciliano - Affrancata come manoscritti (c. 60), raccomandata aperta (c. 60), cartolina AR (c. 50) in raccomandazione aperta (c. 60), per un totale di L. 2,30

Giovi di Arezzo (liberata il 28 luglio 1944)



Raccomandata da Giovi d'Arezzo del 17.01.1944 diretta a Firenze
Tariffa raccomandate £ 0,50 + 1,25




Espresso da Giovi d'Arezzo del 17.02.1944 diretta a Valdobbiadene
bolli R.R. POSTE T.S (raro uso) e T in arrivo per £ 1,75 (£ 0,50 + 1,25)

Pieve al Bagnoro (liberata il 14 luglio 1944)

Cartolina Postale Vinceremo cent.15 da Pieve al Bagnoro (AR) 15.3.1944 bollo frazionario 4-91 con francobollo aggiunto cent. 15 Imperiale, tariffa cent. 30 cartolina postale per interno - (Collezione Fabio Petrini)

... Ho avuto la casa e lo studio semi distrutti dai bombardamentu aerei rispondo quindi con ritardo...

 

La corrispondenza che segue è tutta spedita dall SACFEM di Arezzo che evidentemente utilizzava l'ufficio postale di Pieve al Bagnoro, evidentemente aperto in quel periodo (gli up di città erano pressochè tutti chiusi) e non lontano dalla fabbrica.

Dalla S.A.C.F.E.M. di Arezzo al Comando tedesco FELDPOST n. 37181, postalizzata all'ufficio postale di Pieve al Bagnoro (annullo frazionario 4-91) il 12/05/1944. Affrancata per £ 2,25 (lettera 2° porto + diritto di raccomandazione).
La busta è indirizzata al comando militare tedesco presso la feldpost 37181, numero assegnato alla I Divisione Paracadutisti tedesca duramente provata dagli scontri sostenuti a Montecassino ed in procinto di essere trasferita sul fronte adriatico.
Al verso transito per l'ufficio Concentramento Posta da Campo n. 5800 operante a Verona, trasferitovi da Padova il 13.3.1944. La busta va in Germania, ritorna in Italia al concentramento PdC di Verona e indi verosimilmente è recapitata.
Le scritte: Lg Pa Muchen (luftgaupostamt Munchen) è l'ufficio postale che lavorava la posta dei reparti della Fuftwaffe operanti in Italia o nei balcani. VII e 818 dovrebbero essere numeri apposti dagli impiegati di questo ufficio.

Questa corrispondenza inviata sempre dalla Sacfem e diretta a vari reparti dell’esercito tedesco, contiene fatture per materiale prelevato dalla ditta nei mesi di maggio e giugno, e la relativa richiesta di pagamento. Presumibilmente inviata a ridosso dello sgombero della zona da parte delle truppe tedesche, è plausibile che le raccomandate siano state bloccate e quindi rese al mittente dopo la liberazione della città (Le lettere fanno parte della collezione Gabriele Romanini. Alcune delle raccomandate sono ancora sigillate, pertanto non ne viene mostrato il contenuto).

Busta indirizzata alla Fpn 17393 (cancellata) e resa al mittente con i timbri del Feldkommandantur 1003 e della Feldpost 59158 assegnata al medesimo.
Il Feldkommandatur 1003 è il comando militare di Firenze: evidentemente la posta diretta alla Feldpost passava per il Kommandantur di Firenze che poi la smistava ma in questo caso l'ha mandata indietro.

Fpn L 17393 (la L qualifica un reparto della Luftwaffe, l'aviazione) è assegnato al Grenadier Regiment 1122 dislocato in Lituania. Rimane quindi evidente il timbro che indica il numero di Feldpost errato.

Come si legge nella fattura il reparto è denominato "Batteria Contraerea di Agazzi" una batteria di artiglieria contraerea dell'aeronautica tedesca sita nella frazione di Agazzi.

I timbri sulla busta sono apposti in transito in quanto la busta è indirizzata ad un comando militare tedesco e quindi gode di franchigia.


Fpn 08170 Maschinenzug I Eisenbahn Pionier Regiment 3 (Treno n. I Reggimento Genio Ferrovieri n. 3) dislocato genericamente in Italia (forse in agosto era presente in Liguria).

Fpn 18098 2 Kompanie Eisenbahn Pionier Regiment 3 (2^ compagnia 3° Reggimento Genio Ferrovieri) dislocato in Italia (forse in agosto era presente in Liguria).


Fpn 19910 B OT Sondereinheit II Bauleitung I (2^ Unità speciale dell'Organizzazione Todt 1° Reparto supervisione costruzioni) non si è trovata l’esatta dislocazione del reparto. Le unità speciali dell'OT si occupavano di lavori ferroviari.


Fpn. 40579 assegnato al Kraftfahr Park 509 (Parco auto n. 509) d (la sua dislocazione non è stata reperita)


Fpn 57830 A Stab Kolonne Pionier Bataillon 60 (Comando colonna Battaglione Genio n. 60) dislocato in Italia.


Fpn 42825 Kraftfahrzeug Instandsetzungs Kompanie 919 (Compagnia riparazione veicoli a motore n. 919) la sua dislocazione non è stata reperita.

Pratantico (liberata il 17 luglio 1944)

Avviso di Ricevimento di raccomandata A/R da Bologna a Pratantico (Arezzo) del 21.1.1944 affrancato in perfetta tariffa cent.50 con coppia Imperiale Propaganda di Guerra cent.25

Quarata (liberata 17 luglio 1944)

da Quarata il 23 marzo 1944 ricevuta a Perugia il 26 dello stesso mese
Tariffa di c. 30 (cartolina postale) + c. 60 (diritto di raccomandazione per corrispondenze aperte) - Interessanti le cause che hanno permesso il furto della merce.



da Corniglio (Parma) 5 aprile 1944, ricevuto (manoscritto) il 10 aprile a Quarata
tariffa biglietto postale c. 50 + diritti di espresso £ 1,25
...andare a Firenze, dove la nostra casa è sempre in piedi.


Lettera raccomandata da Roma (Nomentano) partita il 19 maggio 1944, giunta ad Arezzo il 20 maggio e reinstradata a Quarata dove giunge il 30 dello stesso mese. Affrancata in tariffa lettere per c. 50 + £ 1,25 per il diritto di raccomandazione.

Rigutino (liberata il 7 luglio 1944)

da Firenze 11 settembre 1943 a Rigutino (17.09.1943) - Affrancata per L. 1,75 (L. 50 lettera e L. 1,25 espresso) - I bolli di censura sono della Commissione Provinciale di Arezzo




Rigutino 22 aprile 1944 - Tariffa cartolina postale assolta con francobollo da c. 30 del Regno d'Italia, soprastampato con "fascetto"

San Giuliano d'Arezzo località liberata nei giorni dal 15 al 20 luglio 1944



Da San Giuliano d'Arezzo il 28.04.1944 a Giovi D'Arezzo dove giunge il 03.05.1944
Tariffa lettere nel distretto assolta pagando in contanti per "Zona sprovvista di bolli"

S. Polo (liberata prob. il 16 luglio 1944)



S. Polo, 4 ottobre 1943

... ti scrivo ancora io, dato che vi è concesso farlo... poi parole molto dure ... sento una grande nostalgia per la città - e se sarà distrutta non me ne frega niente, una città distrutta è assai più desiderabile di una campagna d'ottobre 1943...

Staggiano (liberata il 16 luglio 1944)



Staggiano 27 dicembre 1943 - Tariffa lettere di un porto per l'estero, assolta con un francobollo da
L. 1,25 "serie imperiale"


Staggiano 23 marzo 1944 - raccomandata entro distretto del presumibile peso di oltre 180 gr. (c. 25 ogni 15 grammi + L. 1,25 di raccomandazione) tariffa assolta con segnatasse da c. 25 e francobollo per pacchi postali da L. 4

prosegue con: in provincia di Arezzo: dall'armistizio di Cassibile alla fine della R.S.I.

prosegue con: AREZZO: LA LUOGOTENENZA

 

NOTE:

1) - Dal regolamento del 1908. "Art.117 - Sono assimilate alle stampe, anche nei rapporti con l'estero, le riproduzioni di una copia tipo, fatte con la penna o con la macchina da scrivere, quando sono ottenute con un processo meccanico di poligrafia, cromografia o simili; ma per fruire della tariffa delle stampe le riproduzioni ottenute con tali processi devono essere consegnate agli sportelli degli uffici postali in numero non minore di 20 esemplari perfettamente identici, il che, nel servizio interno limitatamente alle stampe francate con francobolli, deve risultare dal bollo con le iniziali T - S (tassa speciale), impressovi dagli uffici postali di partenza."
(vedi: http://www.postaesocieta.it/magazzino_totale/pagine_htm/circolari.htm)

2) - Droandi Enzo, Arezzo distrutta 1943-44, Calosci editore, Cortona, prima ristampa novembre 2005, pag. 49.