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  Diligenze nella Strada Regia Aretina fino a Perugia
di Paolo Marcarelli e Roberto Monticini

PERCORSO: Posta dei cavalli > questa pagina

Clemente Fedele, nostro buon mentore, è solito ricordarci come il sistema postale Toscano non fosse gestito in regime di monopolio di Stato, bensì fosse strutturato su un assetto organico e funzionale costituito da un sistema di "soggetti agenti" pubblici e privati in grado, con la loro combinazione operativa, di garantire la "postalettere".

Gli Stati, generalmente, si riservano sempre il diritto esclusivo del governo della rete delle comunicazioni (strade, autostrade, ferrovia, spazio aereo nazionale ecc.) e solo successivamente concedono l’autorizzazione all’esercizio, nell'interesse collettivo, a soggetti pubblici o privati. Così fu anche nel Granducato di Toscana e non solo per la posta lettere, ma anche per il trasporto di persone e cose cosicché ai Corrieri, Procacci, Procaccini e barrocciai, a partire dalla prima metà del dell'800, si accompagnarono anche le "Vetture di Diligenza", cioè Carrozze trainate da cavalli in grado di garantire un viaggio per posta diligente, quindi veloce e ben organizzato.

La Diligenza, come poi venne chiamata, obbligatoriamente poteva essere utilizzata solo su strade carrozzabili e servite da stazioni di posta, quindi: esclusivamente sulle Strade Regie. La Strada Regia aretina, attraversando Arezzo e la Valle dell'Arno, collegava Firenze con Perugia: questo percorso, nel contempo, rendeva altresì possibili anche i trasporti e gli scambi tra tutte le città attraversate. La Strada Regia aretina era percorsa da Corrieri e Procacci, ma necessitava anche di servizi con Carrozze per il trasporto di passeggeri e mercanzie. Non sempre la gestione economica di questo percorso stradale risultò essere redditizia per l'appaltatore. Il tratto umbro, per esempio, non ebbe continuità temporale di esercizio, mentre quello toscano, forse per il maggior sostegno economico garantito dalle comunità interessate, conobbe anche momenti di concorrenzialità tra i diversi esercenti l'attività.

Le merci ed i viaggiatori che si servirono della "Vettura di Diligenza" nel percorso Firenze-Arezzo-Perugia, quasi mai raggiunsero un numero sufficiente tale da rendere profittevole il servizio per l'impresa, ma causa ostativa non certo estranea ed irrilevante, occorre ricordarlo, era anche che questo tracciato risultava penalizzato dall’altro percorso già in essere sulla Cassia, che da Firenze rendeva possibile raggiungere Roma, attraverso Siena e Viterbo, garantendo funzionalità e comodità e, conseguentemente, permettendo agli scambi tra Firenze e Roma di svilupparsi lungo questa strada.

Quanto di seguito in corsivo è stato tratto da “Umbria tre secoli di storia postale”, Fondazione proPosta, di Paolo Marcarelli coautore di questa ricerca.

Era stata istituita nello Stato Pontificio una Diligenza da Perugia a Firenze per incrementare il commercio verso la Toscana, ed arrivando agli orecchi del Gonfaloniere perugino la notizia che forse il governo avrebbe soppresso questa diligenza, subito ci si mosse, il 23 ottobre 1826, implorando su questo punto il governo, ricordando che dopo la sospensione dei corrieri toscano e romano "soppressi con vistosissimo danno, alcuni particolari avevano istituito una specie di diligenza che ogni settimana moveva da Perugia a Firenze e viceversa. Il poco, e solo commercio attivo, che si ha in questa città è quello che si esercita colla limitrofa Toscana e ciò basti solo per tacere sulla serie di vantaggi che questa speciale istituzione procacciava a Perugia. Giungeva cognizione del pubblico e della magistratura che questo favore commerciale che gode Perugia, essere per supremo comodo soppresso, e faccio le suppliche le più rispettose, e più fervide in nome della pubblica rappresentanza, e della città tutta, perché compassionando lo stato di languore in che trovasi il commercio di questa medesima città, voglia ordinare e permettere che prosegua la settimanale diligenza che a cura e spese de' particolari da Perugia va a Firenze". Evidentemente la diligenza rimase, perché in un documento del 1836 si legge che vengono dati all'imprenditore Mariano Calindri per la Messaggeria da Perugia a Firenze 200 scudi annui; e nel 1838 il Calindri "che da 14 anni fa il corso delle diligenze da Perugia a Firenze, chiede che sia impedito al sig. Luigi Orcesi, intraprendente delle diligenze fra Livorno e Firenze, di ottenere l'autorizzazione di far giungere in Perugia le sue diligenze".

Gli Almanacchi Aretini del 1837 e 1838 ci offrono un quadro dei mezzi di trasporto, del loro arrivo e della loro partenza, integralmente riportiamo:


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Osservazioni
1. L’arrivo in Arezzo sì del Corriere che delle Diligenze precede di poco la loro partenza, mentre l’uno non fa che depositare e ricevere i Plichi, e le altre non fanno che cambiare i Cavalli.
Il Mecheri arriva ordinariamente alle ore 6. Antimeridiane del Mercoledì e del Venerdì, e l’Orlandini alle ore 12. Meridiane della Domenica.
2. Il Corriere, e le Diligenze si servono dei Cavalli delle Poste, cambiandoli ad ogni Stazione, salvo i casi predetti dal Regolamento generale, ed hanno il loro recapito alla Posta d’Arezzo. – Il Mecheri si serve de’proprj Cavalli, cambiandoli a S.Giovanni, ed ha il suo recapito alla Locanda Tamburi in Via S.Agostino N. 175. – L’Orlandini servesi parimenti de’proprj Cavalli e li cambia a Figline. Il di lui recapito è alla Casa di sua abitazione in Via della madonna del Prato N. 581.
3. Oltre le suddette Carrozze facienti il corso ordinario già accennato, vi è anche un Calesse del nominato Orlandini, addetto al servizio del Lotto, che parte da Arezzo per Firenze nel Giovedì e torna nel Sabato. Vi sono anche i Procacci della più parte delle Comunità del Compartimento, i quali hanno presso che tutti il loro Calesse per condur Forestieri. Hanno questi l’obbligo di portarsi in Arezzo una o più volte alla Settimana. Nella Tavola dell’Arrivo e Partenza delle Lettere, inserita nell’Almanacco del decorso Anno, è indicato il giorno e l’ora del loro arrivo e della loro partenza.
4. Per i servizj straordinarj, omettendo di parlare di molti Calessi, vi sono i Fratelli Marcucci abitanti nel Corso, proprietarj di più Legni e Cavalli, i quali prendono vetture per qualunque direzione ; vi è ancora il Procaccia Marraccini, abitante nel Borgo di S.Vito, che parte settimanalmente per Siena ; e vi sono finalmente in ciascun giorno delle Carrozze per Firenze appartenenti a Girolamo Mecheri, di recapito all’Osteria Colmignoli nel Corso, e a Luigi Failli e Luigi Masini, di recapito in Via de’Redi, i quali tutti cambiano i loro Cavalli a S.Giovanni.

In Umbria, nel 1940, si era cercato di revocare il servizio a Mariano Calindri (da Perugia a Firenze: una volta la settimana) ed il 31 agosto di quell'anno l'Orcesi è ben felice di comunicare al Gonfaloniere di Perugia che al Calindri, suo concorrente "è stata inibita la continuazione delle sue corse in seguito di un nuovo contrabando che le fu fatto dalla Finanza Pontificia, e il suo legno sequestrato''.
Sparito dalla scena, o meglio dalla linea il Calindri, l'Orcesi fa conoscere le condizioni del contratto per la linea Firenze Perugia, e ricorda che il suo corso avrebbe fatto corrispondere direttamente Perugia con Livorno e con Bologna, andando in ''Alta Italia, Francia, Svizzera, Germania, di maniera che il commercio di Perugia ne risentirebbe i più grandi vantaggi, atteso che anche la corrispondenza diretta con li diversi bastimenti a vapore che l'impresa del suddetto ha stabilito colle amministrazioni dei medesimi", ma per attivare questa linea chiedeva varie facilitazioni, tra cui il diritto esclusivo di percorrere detta linea per non meno di dodici anni consecutivi, che gli venga accordata gratuitamente la scorta dei dragoni a cavallo, di poter portare la corrispondenza, se lo desidera il governo, dopo i necessari accordi, e una indennità di 1.000 scudi annui che poteva essere diminuita se il governo pontificio avesse concesso esenzione dalla "tassa barriera del transito delle sue diligenze a quel confine pontificio".

Finalmente, nel 1841, venne attivata la linea di diligenze Firenze-Perugia-Roma via Foligno, L'Orcesi gestiva la linea Firenze-Arezzo-Perugia, in coincidenza con la Perugia-Roma dell'altro appaltatore Ridolfi.

Nell'agosto del 1842 l'Orcesi comunicava al Ridolfi che visti i pessimi risultati della linea tra Firenze e Perugia, "dimostrati dall'esperienza di oltre un anno", avrebbe posto fine alle sue corse dal 10 di agosto, e il Ridolfi, (appaltatore della linea Perugia-Roma) privo della coincidenza con la Toscana, cessò anche lui il corso.

Nell'agosto del 1847 finalmente viene concesso dal Comune di Perugia il permesso di attuare il corso della diligenza da Perugia a Firenze, per 200 scudi annui a Lorenzo Ficarelli, già attivo sulla linea Perugia-Todi-Nami. Il Ficarelli allora aggiunse il percorso Perugia-Arezzo, in coincidenza ad Arezzo con la corsa per Firenze istituita da "Giuseppe Bacci, Fortunato Iannelli, e Sebastiano Biancucci, proprietari della diligenza che percorre in andata e ritorno la via da Arezzo a Firenze''. Avendo il Ficarelli le sue diligenze da Nami a Roma, si otteneva così il corso Firenze-Perugia-Roma. Però la linea era stata attivata senza aver ottenuto l'approvazione dal Segretario di Stato, e venne annullata. Come comunicava il Direttore della Posta di Perugia: "la Soprintendenza Generale trova inammissibile il corso di diligenza Roma e Firenze per la via di Nami, Todi e Perugia".

Nella primavera del 1848 verrà tolta la privativa delle diligenze (nello Stato Pontificio), ed il Ficarelli riattiverà il progetto dell'anno ''precedente, percorrendo la linea Firenze-Perugia-Roma, ma purtroppo pochi mesi dopo l'istituzione della linea "Lorenzo Ficarelli intraprendente della diligenza da Perugia a Firenze, andando incontro ad una perdita sempre crescente nella condotta dell'intraprendenza suddetta, si vede nella necessità di disdire la continuazione del corso dal 17 settembre prossimo".

Altre notizie sulla diligenza si desumono da una richiesta di "contante dì argento'' fatta dal Ficarelli alla Commissione Municipale di Perugia nel 1850, dove si apprende che la diligenza Perugia-Firenze era stata riattivata e nel 1851 viene prorogato di un biennio il contratto, il Ficarelli si obbligava a fare il viaggio da Perugia ad Arezzo in 11 ore, e in altre 11 ore da Arezzo a Firenze e viceversa, e l'appaltatore doveva tenere a Perugia una carrozza di riserva "onde porla in corso per Firenze quando per essere occupati tutti i posti della diligenza non potessero tre viaggiatori profittarne per recarsi da Perugia a Firenze''. Il Gonfaloniere si obbliga di pagare al Ficarelli dalla cassa comunale 250 scudi annui per il servizio della diligenza, e Crispino Marcarelli risulta essere il fideiussore di detta linea.

Il 31 agosto 1856 il Ficarelli comunicò da Roma (tramite il suo rappresentante a Perugia C. Marcarelli) che il governo toscano "ha deciso di abolire definitivamente le quattro poste rimaste da Firenze al confine per lo stradale di Arezzo, per cui anche il governo pontificio è disposto a togliere le due poste di Case del Piano (stazione postale di confine) e Magione" gestite anch'esse dal Ficarelli. Anche l'Amm.ne pontificia aveva fatto un controllo ed era risultato che nell'ultimo anno solo 57 viaggiatori avevano attaccato cavalli di Posta alle loro carrozze tra Perugia e Arezzo e viceversa. Comunque la posta di Magione non sarà abolita, e i cavalli della stazione di Case del Piano, che verrà abolita, andranno a rafforzare Magione.

Nel 1852 il Granducato aveva soppresso 4 poste: Pontassieve, San Giovanni, Ponticino e Rigutino, ma non risulta che ne siano state soppresse altre. Il 30 gennaio 1856, una Notificazione aveva pubblicato le lunghezze e le distanze delle poste di: Incisa, Levane, Arezzo e Camucia, fino a Case del Piano.

Dopo diversi anni di gestione Ficarelli della linea Perugia-Arezzo, il 1857 si apre con un nuovo appaltatore, Luigi Venier, Appaltatore Generale delle Diligenze Pontificie, che riceve l'appalto della linea da Roma a Perugia e da Bologna a Firenze ed è ''più fornito di legni buoni e comodi del servizio dei viaggiatori''.
Il servizio doveva essere fatto con i cavalli per proprio conto dato che alcune stazioni postali erano soppresse. L'appaltatore si obbligava a "stabilire due corsi settimanali sulla strada da Perugia ad Arezzo e viceversa; dovendosi cambiare carrozza in Arezzo (in coincidenza con l'altra da Arezzo a Firenze), il Venier procurerà che siano mantenuti ai viaggiatori partiti da Perugia, pel tratto da Arezzo a Firenze, i posti in grado uguale a quello che avranno occupato nel tratto percorso da Perugia ad Arezzo, e viceversa, dovrà anche fornire tre decenti legni a sei piazze, dieci piazze, e tredici piazze, per agevolare secondo le occorrenze la maggior celerità del servizio; i legni trasporteranno oltre i viaggiatori anche le merci e gruppi". La durata dell'appalto era di tre anni, dal 1 gennaio 1857 al 31 dicembre 1859. Il Venier stipulò accordi coi postieri di Perugia e Magione, e dovendo mantenere alcune stazioni per proprio conto, si dotò a tal fine di cavalli da tiro. Per il primo anno gli vengono assegnati 400 scudi, per gli altri due 350 all'anno.

Le nascenti Strade Ferrate, progressivamente, ma inesorabilmente, faranno perdere l'interesse per la Posta Cavalli; il 19.9.1854 entra in funzione la ferrovia da Siena ad Asinalunga: la Diligenza effettuerà viaggi da Perugia facendo scalo ad Asinalunga poi, merci e passeggeri, proseguiranno in treno alla volta di Siena e da qui poi verso Empoli e Firenze.

Operatori nel percorso Perugia - Arezzo - Firenze

L'argomento è stato poco esaminato, ma meriterebbe maggiore attenzione ed approfondimento anche per quanto riguarda l’aspetto del trasporto della posta. Gli operatori toscani che operavano nella tratta Firenze-Arezzo-Case del Piano, non apponevano segni o timbri sulle lettere che trasportavano e pertanto, non risultando identificabili, non sono state oggetto di collezione; il collezionista di storia postale toscana, ha privilegiato, nello studio e nella ricerca, solo quella corrispondenza che era transitata nell'ufficio regio e ne portava i bolli, disinteressandosi di quella posta che aveva avuto corso privato, quantunque questa forma di trasporto fosse legittima se esercitata da soggetto autorizzato.

L'elenco esposto di seguito non rappresenta altro, per il momento, che un insieme di notizie "raccolte per strada". Forte è la speranza e l'auspicio di poterlo integrare grazie all'aiuto/collaborazione di altri studiosi e cultori.

Carrozza del procaccia Antonio Mecheri

Parte da Arezzo per Firenze il mercoledì alle 5 pom. - posto in carrozza: 6.13.4, in serpe 5.06.8
Parte da Arezzo per Firenze il venerdì alle 5 pom. - posto in carrozza: 6.13.4, in serpe 5.06.8
(Fonte: Almanacchi aretini, 1837 e 1838)

Carrozza del procaccia G. Orlandini

Parte da Arezzo per Firenze il giovedì alle 12 merid. - posto in carrozza: 6.13.4, in serpe 5.06.8
(Fonte: Almanacchi aretini, 1837 e 1838)

Diligenza Bottaini

Fece servizio tra Lucca e Firenze e tra Firenze e Arezzo con uffici a Pescia, Montecatini, Pistoia, Firenze ed Arezzo e con recapiti a Borgo a Buggiano e prato. L'impresa, che operò dal 1843 al 1860, bollò la corrispondenza prima con un piccolo bollo ellittico, poi con uno molto più grande ed un altro rettangolare. Dal 1852 vediamo un bollo "in cartella" recante la scritta: Procaccia Bottaini. Evidentemente si volle puntualizzare, come per l'impresa Baldi, che il servizio postale era regolarmente autorizzato dallo Stato poiché erano i procacci incaricati per il prelievo e la consegna della corrispondenza tra gli uffici postali o tra i mezzi di comunicazione.
(Fonte: Filippo Bargagli, vedi note)

Diligenza di Arezzo (Lorenzo Ficarelli)

Faceva servizio fra Firenze e Perugia con uffici a Firenze e Perugia (Locanda della Posta) . Ad opera di un certo Lorenzo Ficarelli questa impresa estese il proprio servizio sino a Roma nel 1847.
Nessun bollo e nessuna indicazione manoscritta è conosciuta.
(Fonte: Filippo Bargagli, vedi note)

Solo nella primavera del 1848, il Ficarelli otterrà il servizio, ma che lascerà il 17 settembre. Nel 1850 la diligenza Perugia-Firenze era stata riattivata e nel 1851 viene prorogato di un biennio il contratto, il Ficarelli si obbligava a fare il viaggio da Perugia ad Arezzo in 11 ore, e in altre 11 ore da Arezzo a Firenze e viceversa, dietro compenso della somma di 250 scudi annui da parte del Comune di Perugia. L'appalto gli viene confermato nel 1853.
(Fonte: Paolo Marcarelli, vedi note)

Presumibilmente il contratto verrà a cessare nel 1855 quando il Ministro delle Finanze, G. Ferrari, dichiara decaduti tutti gli appalti per riconcederli in esercizio privato senza la cointeressenza del governo Pontificio.

Diligenza Ordinaria di Lorenzo Mariottini - Diligenza di Cortona di Luigi Mariottini

A partire dal 7 gennaio 1831, Lorenzo Mariottini farà partire da Cortona per Firenze, ogni venerdì mattina, una Carrozza per Cambiatura sotto il titolo di Diligenza Ordinaria; farà ripartire detta Carrozza da Firenze per Cortona ogni martedì mattina.

La Carrozza partiva da Firenze dall'Albergo di Luigi Sieni in Via Vinegia 18, detto le Stanze dei Procacci, da Arezzo dalla Posta dei Cavalli e da Cortona da il detto Mariottini.

Gazzetta dell'8 dicembre 1830:

parte da Arezzo per Firenze il giovedì alle 10 pom. - posto in carrozza: 12.00.0, in serpe 8.00.0
parte da Arezzo per Cortona il martedì alle 6 am. - posto in carrozza: 4.00.0, in serpe 3.00.0
(Fonte: Almanacchi aretini, 1837 e 1838)

Diligenza di Perugia di Mariano Calindri

Servizio probabilmente assunto nel 1824. In un documento del 1836 si legge che per il servizio gli vengono dati 200 scudi annui.
(Fonte: Paolo Marcarelli, vedi note)

Parte da Arezzo per Firenze il mercoledì alle 4 am. - posto in carrozza: 12.00.0, in serpe 8.00.0
Parte da Arezzo per Perugia il sabato alle 4 am. - posto in carrozza: 13.06.8, in serpe 10.00.0
(Fonte: Almanacchi aretini, 1837 e 1838)

Diligenze Orcesi

Gestisce dall'agosto del 1841, allo stesso mese del 1842 la linea Firenze Perugia, su concessione dello Stato Pontificio, rinuncia per i pessimi risultati riportati dopo un anno di gestione.
(Fonte: Paolo Marcarelli, vedi note)

Nella Nuovissima Guida del Viaggiatore in Italia, Edizione Artaria, Milano, 1845, la troviamo ad operare non solo in Toscana e nello Stato Pontificio, ma anche nel Regno delle due Sicilie:

 

 

Gran Diligenza a Posta

Un regolare servizio di diligenza tra Firenze ed Arezzo, con partenza da Firenze alle ore 7 am. di ogni lunedì, mercoledì e venerdì con ritorno da Arezzo alle ore 6 am. dei martedì, giovedì e sabato (anni 1845-46) venne svolto da questa impresa. Lungo la stradale venivano servite le località di Incisa, Figline, San Giovanni, Montevarchi e Levane.
(Fonte: Filippo Bargagli, vedi note)



il 5 settembre 1846 era sabato- il prezzo: 13.6.8, 2 passeggeri in Berlina, come nel manifesto sotto riportato:

La Gran Diligenza a posta potrebbe essere l'impresa gestita da Giuseppe Bacci, Fortunato Iannelli, e Sebastiano Biancucci, che, nel 1847, sono ricordati come proprietari della diligenza che percorre in andata e ritorno la via da Arezzo a Firenze. (Fonte: Paolo Marcarelli, vedi note)

Luigi Venier, Appaltatore Generale delle Diligenze Pontificie

Nel 1857 assume l'appalto della linea da Perugia per Arezzo e fare coincidenza con la Diligenza da Arezzo a Firenze.
(Fonte: Paolo Marcarelli, vedi note)

La pulizia di una carrozza nei pressi del lavatoio di Piazza Sant'Agostino in Arezzo

FONTI

- Paolo Marcarelli, Umbria tre secoli di storia postale, Fondazione proPosta, edizione fuori commercio
- Filippo Bargagli Petrucci (a cura di), Strade ferrate, le diligenze, i telegrafi in Toscana, 1985, Firenze, pp. 162-187