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La Stazione di Posta de' cavalli di AREZZO nel 1784 | |||||||||||||
di Fabiana Susini (*) e Roberto Monticini | |||||||||||||
Una prima segnalazione documentaria di una stazione di posta ad Arezzo dei cavallari del Duca di Milano, situata sull’itinerario Milano – Roma, risale al 1454. Dalla documentazione pervenutaci apprendiamo anche come, alla data del 4 giugno 1463, i Milanesi avessero preferito seguire l’itinerario sulla strada romana-senese sostituendolo quindi a quello aretino. Alla fine del Cinquecento (1590) un rescritto di Ferdinando I de’ Medici stabiliva che Arezzo divenisse “città di passo” in modo da obbligare i procacci di Perugia e Ancona a transitarvi. Il nuovo itinerario appare già nella prima carta postale italiana disegnata da Giacomo Cantelli ed edita nel 1695. Le prime segnalazioni di una stazione di posta cavalli in città nella letteratura odeporica risalgono solo ai primi decenni del Settecento. Nella documentazione dell’Archivio di Stato di Firenze, una prima citazione della stazione della posta dei cavalli di Arezzo è datata 1742; nel 1793 appare nell’elenco delle stazioni che, per l’insufficiente volume di lavoro, ricevevano un sussidio granducale per il mantenimento del servizio postale: il sussidio annuo ammontava a lire 490 (1) .
Fino ad oggi la locazione della stazione di posta di Arezzo era stata sempre individuata in un complesso che chiudeva Piazza della Badia a Nord, tra Via Cavour e Via Isidoro del Lungo; tali costruzioni furono abbattute intorno al 1900 per permettere l'ampliamento della piazza.
In "Immagine di Arezzo" (2) di Monsignor Angelo Tafi troviamo anche l'unica fotografia conosciuta, scattata prima della loro demolizione.
La ricerca sulle stazioni di posta toscane effettuate dalla Dott.ssa Fabiana Susini, svolta sul materiale documentale dell'Archivio di Stato di Firenze, ha permesso di acquisire maggiori dati e testimonianze. Particolare importanza assume il documento sotto riportato dal quale si evince che la Real Posta de Cavalli d'Arezzo venne acquistata dall'Uffizio Generale della Posta di Firenze nel 1784 (3) e che Postiere al momento dell’Acquisto era Cristofano Pollastri (4)
La pianta dell'immobile mal si adatta alla mappa del catasto di Arezzo del 1826 (Fig. 2) e l'altezza dell'immobile non corrisponde a quella della Fig. 3.
Rileggiamo quanto Monsignor Angelo Tafi scrive a pag. 349 della sua splendida opera "Immagine di Arezzo" (2): "In Piazza della Badia si affacciavano il «Caffè della Posta» a pianterreno del Palazzo Maggi (angolo col Borgo di Badia, oggi Via Aurelio Saffi) e l'attiguo «Albergo della Posta», che nel Settecento era l'unico albergo di Arezzo (...) Nel linguaggio popolare si dette nome «Corno della Posta» all'angolo già indicato del Palazzo Maggi tra Via Aurelio Saffi e Via Cavour: per altri il nome di «Corno» non verrebbe da «angolo», ma dallo strumento a fiato, distintivo caratteristico del servizio postale di allora". «La casa dei Brandaglia, nemmeno a farlo apposta Ecco evidente che il «Corno della Posta» dovesse essere l'unico immobile accanto a casa Brandaglia prima di Via Aurelio Saffi o Via della Badia e quindi riconducibile alla stazione di posta di Arezzo. Non è un caso che Piazza della Badia sia ancora chiamata "Piazza della Posta Vecchia": nel lato settentrionale della piazza dove, fino al 1930 (Ndr: data probabile che necessita di conferma), ha avuto sede l'Ufficio di Posta della città prima del suo trasferimento in Via Guido Monaco:
(28 luglio 2017 - aggiornato il 3 ottobre 2017) 1) - In Istituto di Studi Storici Postale "Aldo Cecchi" onlus, Viaggio nel web (visitato il 28/07/2017)
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