Lo studio: La stazione di posta de' cavalli di AREZZO nel 1784 di Fabiana Susini e Roberto, ci ha permesso di individuare la sede della stazione di posta cavalli di Arezzo a partire dal progetto del 1784, il rinvenimento di nuova documentazione ci comprova anche che, da quella sede, la stazione venne in seguito trasferita in vecchi locali, riadattati, già esistenti sul lato destro di piazza della Badia, proprio a fianco dell’Ufficio postale.
Il primo documento (1) reca la data del 22 dicembre 1818 a firma di Giovanni Pollastri (2), maestro di posta della stazione di Arezzo, ed è diretto a Vittorio Fossombroni, Segretario di Stato del Granducato toscano e aretino di nascita, di lui Napoleone Bonaparte disse: «Peccato, un sì grande ministro per un sì piccolo Stato!».
Nel testo della lettera:
A S.E. il Sig. Cav. Fossombroni Segretario di Stato In Toscana etc. etc.
Memoria
Di Giovanni Pollastri Maestro di Posta in Arezzo
Eccellenza
Il numero dei viaggiatori, sulla Linea di Firenze a Roma per Arezzo, cresce giornalmente ed ha obbligato i Postieri Toscani di questa strada ad incrementare i loro Cavalli. Così il Postiere dell’Incisa, e S. Donato insieme a dovuto portarli fino a ventisei, quello di Levane a diciotto, e quello di Arezzo a ventitrè.
La strettezza perciò della R. Fabbrica, che serve alla posta di questa Città, si rende sempre più incomoda che per l’addietro.
Questa Fabbrica che dovrebbe contenere ventitrè Cavalli nella scuderia, cento Carri di Fieno nel Fienile, ed una quantità proporzionata di Legni nella Rimessa è appena capace di ricevere quattordici Cavalli, trenta Carri di fieno, e tre Legni: così chè il Postiere si trova nella necessità di fare ammucchiare quasi tutto il suo fieno nelle Praterie a soffrire una perdita immensa prima di trasportarlo, come pure di tenere a pigione con grave dispendio due Scuderie, ed una Rimessa fuori della Posta.
Più volte il Sottoscritto ha umiliato preci al R. Prono per ottenere che gli vengano procurati i comodi necessari al buon servizio; e in conseguenza della medesima fù inviato circa quattro anni sono (,) a fare una visita locale il Sig. Digny Ingegnere delle R.R. Fabbriche.
Il Sig. Digny trovò impossibile di eseguire i lavori occorrenti nel locale della Posta, e fù di sentimento di profittare di un Fabbricato vicino, ed isolato che fosse dalla dotazione della Parrocchia di S. Flora e Lucilla, e dove esista al momento una Bottega ad uso di Macello, ed una Stalla appigionata all’Esponente.
Dopo circa diciotto Mesi, non vedendosi alcun resultato del progetto, il Postiere di Arezzo tornò a fare una nuova supplica; ed allora L’Ingegnere Sig. Giuseppe Manetti ora defonto, venne da Firenze ad esaminare la cosa, ed in Compagnia del Sig. Cav. Angiolo de Giudici, avendo presa in considerazione l’idea del Sig. Digny, convennero ambedue che non poteva prendersi un espediente diverso.
Il Sottoscritto sperava dopo di ciò di rimanere preso consolato, ma portatosi alla Capitale circa due anni sono, ebbe in replica alle sue premure dal Lodato Sig. Manetti, che l’Amministrazione delle R.R. Fabbriche non aveva sul momento fondi disponibili, ma che in progresso di tempo la spesa avrebbe potuto effettuarsi purché il Postiere si addattasse a Pagare un discreto Frutto ricompensativo del capitale che si sarebbe erogato nei Lavori a guisa di pigione.
Il Postiere che dall’esecuzione del progetto suddetto riscortirebbe il vantaggio di riunire immediatamente sotto i propri tutti i Cavalli, ed i Legni, e tutto il Fieno e che potrebbe fare a meno di tenere a pigione dai Particolari altre Scuderie, e Rimesse è pronto ad abbracciare oggi la proposizione del Sig. Manetti come li si mostrò allor quando gli fù offerta da principio e si dirige perciò rispettosamente alla Bontà dell’E.V. affinchè voglia impegnarsi a fare sollecitare L’adempimento di quanto è stato ideato.
Se nel Locale di sopra accennato si stabiliscono una Scuderia, una Rimessa, ed un Fienile Sufficienti, il che è di facile riuscita, La Posta di Arezzo non mancherebbe dei comodi necessari, e si potrebbero abolire quel piccolo Fienile che è attualmente contiguo alle case della Strada della Badia con grave pericolo d’incendio.
L’Oratore Conoscendo, e sapendo bene che a VE. Non è nulla difficile L’ottenere un tal affare, perciò prega la Bontà di VE. In pria a Scusarlo di tant’ardire di poi il prendergli tutta quella premura che è solita del suo buon Cuore, e nell’atto che si dichiara col più profondo rispetto.
Arezzo. Lì 22 Dicembre 1818
Di V.E.
Devotissimo Umilissimo Servitore
Giovanni Pollastri
La parti in grassetto della lettera evidenziano i motivi e le necessità, che a giudizio dello stesso Postiere fanno giudicare quello stabile non più adeguato alla nuova situazione venutasi a creare: le motivazioni addotte sono per lui tanto forti, si da indurlo a dichiarare la personale disponibilità a pagare un discreto Frutto ricompensativo del capitale che si sarebbe erogato nei Lavori a guisa di pigione.
Il nuovo edificio da poter utilizzare come stazione di posta cavalli, era situato nelle vicinanze ed era di proprietà della Parrocchia di S. Flora e Lucilla: questo stabile disponeva anche di una stalla già affittata al Postiere.
Vittorio Fossombroni era uomo indubbiamente di potere tanto che, pochi mesi dopo, l’8 maggio 1819, l’architetto Alessandro Manetti, figlio del defunto Ingegner Giuseppe, scrive al Direttore delle Regie Fabbriche Andrea Nuti:
Illmo Sig. Cav. Andrea Nuti
Direttore delle II:li RR: Fabbriche e Giardini
La veneratissima prima Lettera di VS. Illma mi richiama a riferirle quali lavori occorrano per provvedere alla mancanza dei comodi della Fabbrica della Posta di questa Città di Arezzo, distinguendo il servizio della Posta medesima, da quello della Locanda tenuta da Giovanni Pollastri.
Mi sembra fuori di dubbio, come è sembrato al Sig. Digny, al Sig. Cav. Giudici, ed al mio defunto genitore, che il locale destinato ad uso di fienile, oltre che riesce di pericolosa destinazione per i Vicini, non sia né adatto, né sufficiente per il servizio della Stalla del Postiere.
È ugualmente vero ciò che asserisce il Pollastri nella sua domanda, che la stalla non è capace di 23 cavalli, riscontrandosi di fatto che ve ne possono stare appena 18.
La disposizione della Fabbrica è tale che non è possibile di trovarvi lo spazio necessario per creare nuovi comodi, onde per questo che fù saviamente progettato da tutti quelli che presero in esame questo affare di ricercare altrove il sito per costruire la Stalla, ed il Fienile.
Nessun locale si presenta così vantaggiosamente per quest’uso come quello che è difaccia alla Posta, e corrisponde sulla Piazzetta dell’Abbadia.
La sottoposta Pianta fa vedere la sua situazione, e ne mostra in tempo stesso la convenienza. Vicinanza alla Posta: comodo di una Piazza sterrata: Pozzo per abbeverare i Cavalli; tre Strade ed un Orto, che lo isolano dal restante dell’abitato; Fabbrichette basse che lo compongono mal costruite, e di poco valore; tutto concorre a renderlo adattato per l’uso al quale si progetta.
Le qui compiegate Carte di Lettera A B indicano la nuova distribuzione che potrebbe farsi delle sue parti, levandovi una Stalla per 23 Cavalli, una Selleria e Stanza per la Biada, il comodo per gettare il fieno, una scala del fienile, ed il Fienile.
La spesa necessaria alla sua riduzione risulta dal Dettaglio di N°. 1 in £ 11.925.4.8.
Debbo avvertire che in questa Spesa è compreso il ritratto del materiale proveniente dalla demolizione delle Fabbriche attuali.
Avverto ugualmente che i muri segnati di nero in Pianta non sono servibili, perché sottili, bassi e laceri tanto, che non se ne può trarre partito alcuno, meno che nulla squadra verso la Piazzetta dell’Abbadia, che ho conservata in Progetto, fortificandola peraltro, ed alzandola conforme si rileva dal Dettaglio.
Alla qui sopraindicata Spesa di £ 11925.4.8. conviene aggiungere il valore del fondo da acquistarsi, che per il suo prezzo e per la servitù del passo al Pozzo, la quale rimane al Cortile dell’Abbadia può risultare circa £ Undicimila in tutto.
Di modo che la spesa necessaria per provvedere il comodo mancante alla Posta risulta da queste due somme unite, ed ascende a Lire Ventiduemila novecentodenticinque.4.8.
Dico £ 22925.4.8.
Il Locale dell’attuale Stalla, e del Fienile potrebbe servire ad ingrandire la Casa di abitazione, e offrire al Pollastri quel comodo che Egli reclama per tenere una Locanda proporzionata ai bisogni di questa importante Città.
La carta di Lettera C, e l’annesso Dettaglio di N°: 2. mostrano che la Rimessa potrebbe trovarsi nello Stanzone che serve ora di Stalla, e che l’attuale Rimessa potrebbe servire di Celliere, e di abitazione per i Vetturini.
Che al primo Piano potrebbero acquistarsi nello spazio occupato dal Fienile 3. Camere per mezzo di un Corridore.
Che il 2. Piano inservibile attualmente perché a tetto, facilmente potrebbe ridursi abitabile soffittandolo.
E finalmente, che eseguente nel resto della Fabbrica quelle riparazioni di cui abbisogna, e che sono indicate in detto Dettaglio essa presenterebbe un decente, e comodo alloggio ai Forestieri.
La Spesa a ciò necessaria si rileva essere di L. Cinquemilaseicentotredici 11.6.
Siccome questa spesa stà ad aumentare il profitto della Locanda, mi sembra giusto ciò che osserva VS.Illma, cioè che il Pollastri debba corrisponderne un’annua Pigione. Questa pigione io sarei di parere che potesse essere fissata a Scudi Quarantacinque.
Tanto era in dovere di riferire a VS. Illma in discarico della Commissione affidatami mentre con distinto ossequio, e rispetto, ho l’onore di segnarmi.
Di VS. Illma
Arezzo - lì 8 maggio 1819.
Devot.mo Obb.mo Servitore
Alessandro Manetti
Il testo della lettera:
La stima delle spese:
Da questo secondo documento cerchiamo di ricavare il maggior numero di possibili informazioni:
- Il Maestro di Posta di Arezzo, Giovanni Pollastri, gestiva anche una locanda abbinata alla stazione di posta,
- La stazione di posta disponeva di un fienile, che crediamo ubicato in Via della Badia: la ragione della sua possibile pericolosità per i vicini, oltre a quella della sua inadeguatezza, è una delle motivazioni più ricorrenti nella richiesta di trasferimento della stazione,
- Il locale da poter utilizzare è individuato a fronte faccia alla Posta nella piazzetta dell’Abbadia, le caratteristiche che lo rendono idoneo sono da individuare quali: Vicinanza alla Posta: comodo di una Piazza sterrata: Pozzo per abbeverare i Cavalli; tre Strade ed un Orto, che lo isolano dal restante dell’abitato; Fabbrichette basse che lo compongono mal costruite, e di poco valore; tutto concorre a renderlo adattato per l’uso al quale si progetta.
- Le spese che si rendono necessarie sono di £ 11925.4.8. per l’adattamento dei locali a stazione di posta, circa £ 11000. per l’acquisto dei locali, £ 5613.11.6. per l’adattamento di alcuni locali ad abitazione e locanda ad uso dei vetturini e del postiere.
Tre anni dopo, il 16 novembre 1822, Luigi Lustrini (Soprintendente Generale delle Regie Poste del Granducato) scrive a V. Altezza Imperiale e Reale. In questa lettera troviamo le stesse richieste del Maestro di Posta Giovanni Pollastri ancora evidentemente non soddisfatte. Le reclamate attese sono accompagnate dalla protesta di un nostro illustre concittadino: Luigi Cittadini, chirurgo e possidente domiciliato in Arezzo, esponendo che la di lui Casa e le altre contigue alla Posta si trovano esposte al pericolo di un incendio per la cattiva situazione del fienile della medesima, implora in proprio nome, ed in nome di altri due Possessori, che il predetto fienile venga trasportato in altro isolato locale.
Luigi Lustrini ricorda l’approvazione del progetto Manetti da parte del Direttore dello Scrittojo delle RR. Fabbriche e la necessità di acquisire due locali di faccia alla Posta, di proprietà dei Padri Agostiniani e di certo Antonio Giovannini. Lustrini riepiloga le spese necessarie: per poter provvedere alla realizzazione del progetto: £ 6330 per l’acquisto del nuovo locale; £ 11925 per la riduzione del medesimo; £ 5613 per l’accomodo dell’attuale Stabile.
Sottolinea inoltre come le spese per l’acquisto dei locali siano ora diminuite rispetto alla perizia Manetti e che Giovanni Pollastri, nella sua qualità di Locandiere, è disponibile a pagare, quale pigione annua del vecchio stabile, 55 scudi anziché 45.
Il soprintendente generale delle regie poste riassume anche tutti i benefici che deriverebbero dall’approvazione del progetto Manetti, esaltando altresì che lo Stradario Aretino è frequentato per la ridente sua posizione a trovarsi le più fertili Provincie della Toscana da un gran numero di viaggiatori assai superiore al passato, ed è da molti anteposto all’altro per Siena Radicofani ..; Che la Città di Arezzo è situata alla più giusta fermata da Firenze, tanto andando che ritornando da Roma.
Trascorrono poco meno di 3 anni ed è possibile conoscere le “Condizioni che si pongono per stipulare con il S°. Donato Dini l’opportuno atto di accollo per la esecuzione dei lavori della stalla e fienile della posta di Arezzo”, il documento ha data 9 aprile 1825, la firma è dell’architetto Alessandro Manetti.
Possiamo desumere, da una lettera inviata il 1° dicembre 1826 dal Palazzo Civico di Arezzo al Direttore delle RR. Fabbriche Luigi De Cambray Digny, che il trasferimento della Stazione di Posta di Arezzo si concluse con successo, tuttavia il primo cittadino aretino ha ancora qualcosa da recriminare perché uno dei motivi per il quale era stato chiesto il trasferimento della scuderia e del fienile non è stato soddisfatto e, molto probabilmente, il chirurgo Luigi Cittadini, con la sua forte e riconosciuta autorità, si sarà fatto ben sentire dal Gonfaloniere:
“Non ignorai il progetto saviamente concepito di costruire una nuova scuderia e fienile per servizio della Posta dei Cavalli situata nel centro di questa Città, e di ridurre l’antica scuderia per comodo di rimessa, ed ilo fienile per aumentare gli alloggi nella Locanda della Posta.
La prima parte di questo progetto venne portata alla sua esecuzione, e parve che per tal mezzo fosse abbastanza riparato l’inconveniente d’ammassare un enorme quantità di fieno nell’interno di un Fabbricato, che ha comunicazione con le Case dei vicini Proprietari.
Ma ad onta di questo provvedimento si è veduto in quest’anno rinnovare l’abuso per parte del Maestro di Posta di depositare una porzione del fieno nell’antico fienile...”
La lettera del primo cittadino aretino viene presa in seria considerazione, il 5 dello stesso mese, il Direttore delle Regie Fabbriche, invia al Direttore della Regia Segreteria delle Finanze, una dura protesta per non aver dato corso completo a quanto previsto ed approvato, e ritenendo da parte sua che dopo le soprannunciate Risoluzioni potesse per adesso esser soggetto di una mia Rappresentanza al Regio Trono:
“A S.E. Il Cav. Francesco Cempini
Consigliere Intimo Attuale di Stato, Finanze, e Guerra
Direttore della R. Segreteria di Finanze
Eccellenza
Con Rappresentanza del 30.Aprile 1824 proposi l’esecuzione della costruzione delle nuove scuderie per la R. Posta d’Arezzo, e di un Fienile sopra le med.me all’effetto di toglierlo di mezzo dalle Abitazioni del Quartiere di Valle Lunga, ed esaudire in questa parte anche le Preci dei principali Abitanti del Quartiere medesimo.
Proposi egualmente con la stessa Rappresentanza la riduzione a Quartieri del Fienile md.mo, onde render completamente ultimato quel bello stabile, e ritirare la Pigione che si era offerto di pagare il Postiere Pollastri, qualora si fossero aggiunti questi comodi allo Stabile Postale.
A £ 11,925.4.8. ascendevano i lavori per la nuova scuderia e fienile a £ 5,613.11.6. quelli pei Quartieri.
Furono in risultanza della mia Rappresentanza benignamente approvati, i primi con il Rescritto del 15 Marzo 1825, e di poi eseguiti, e nessuna disposizione fu emanata per i secondi.
Il Gonfaloniere di Arezzo mi ha ora scritta l’unita lettera, con la quale facendo conoscere che il precitato Postiere si vale sempre del Fienile antico per deposito di strami, esiste sempre non’ostante le benefiche supreme Risoluzioni prenotate, il pericolo d’Incendio per le case di Valle Lunga, domanda che per prevenire radicalmente ogni inconveniente siano fatti i lavori dei Quartieri precitati.
Mentre non ho creduto che quest’Affare, dopo le soprannunciate Risoluzioni potesse per adesso esser soggetto di una mia Rappresentanza al Regio Trono, mi è sembrato però conveniente di dar comunicazione all’E.V. della sud.ta lettera per l’uso opportuno, non senza farle presente, in appoggio della med.ma, che effettivamente il Postiere di Arezzo profitta del vecchio fienile per deposito degli strami in soccorso del nuovo.
E col maggiore ossequio, e venerazione passo all’onore di ripetermi.
Dell’Eccellenza Vostra
Dalla Direzione delle RR. Fabbriche
Lì 5 Dicembre 1826
Devm. Obbm. Servitore
Luigi De Cambray Digny”
Possiamo ora affermare che la vecchia sede della Stazione di Posta di Arezzo, adattata nel 1784 in un palazzo della Strada Maestra detta Valle Lunga (oggi via Cavour) ad angolo con via della Badia (oggi via Aurelio Saffi), fu trasferita in altri locali ristrutturati per le nuove necessità sopraggiunte, posti sempre nella via di Valle Lunga, ma contigui all’Ufficio di Posta, con affaccio nella piazzetta della Badia ad angolo con Via del Bancaccio (via Isidoro Del Lungo).
Le vicende della stazione sono ora legate a quelle dell’ufficio di posta della città, torneremo sull’argomento con altra testimonianza del 1842, chiediamo venia se ci siamo ampiamenti diffusi nelle varie descrizioni, ma attribuiamo massima importanza alla documentazione esaminata e studiata riconoscendo ad essa non solo interesse storico postale, ma anche depositaria e custode di memorie vissute e partecipate da una intera comunità.
NOTE:
1) - I documenti riprodotti: ASFI, Scrittorio Fabbriche e fortezze, fortezze lorenesi, n. 2111, fascicolo 94; n. 2095, fascicolo 31; n. 2178, fascicolo 79.
2) - Molto probabilmente Giovanni Pollastri era figlio di Iacopo, Maestro di Posta (postiere) nel 1784.
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