introduzione le schede il postalista | |||||||||||||||||||||
La censura nella provincia di Arezzo: le corrispondenze |
|||||||||||||||||||||
di Roberto Monticini | |||||||||||||||||||||
PERCORSO: La censura nella provincia di Arezzo > questa pagina > Catalogo dei segni e bolli AGGIORNAMENTO al 18-06-2024 Censura. Controllo esercitato sui mezzi di diffusione del pensiero per evitare la circolazione di notizie e idee contrarie agli interessi dello Stato o delle autorità del momento. Fino all’800 la censura non era ammessa sulle corrispondenze – almeno ufficialmente – in quanto in contrasto con il principio dell’inviolabilità del segreto epistolare: anche fra due paesi in guerra era possibile far viaggiare lettere, semplicemente facendole passare da un paese neutrale. È nota però l’esistenza dei cosiddetti Gabinetti neri in cui re e signorotti facevano aprire, leggere e poi risuggellare in segreto le lettere di persone sospette; e negli anni ‘30 il fascismo istituì il “Servizio statistica” presso le prefetture e il “Servizio informazioni militari” proprio con compiti di controllo non ufficiale sulle corrispondenze civili e dei soldati operanti fuori d’Italia. Solo con l’inizio del ‘900, e in particolare durante la Grande Guerra, venne ufficialmente istituita la censura su tutte le corrispondenze, escluse quelle ufficiali o del corpo diplomatico, nel traffico postale con l’estero e con le provincie in zona di guerra o vicine ai confini, e su quelle tra i militari e le loro famiglie: frasi o indicazioni giudicate pericolose – come il riferimento da parte dei militari al luogo in cui si trovavano – venivano cancellate, mentre in casi più gravi era prevista la corte marziale. Dopo il controllo sulle cartoline e sulle buste, risuggellate con apposite fascette, era applicato il bollo che individuava ogni censore. Nella seconda guerra mondiale la censura postale fu nuovamente introdotta anche per ottenere informazioni sul morale delle truppe e della popolazione; furono inoltre modificate alcune norme postali, vietando ad esempio l’uso di carta quadrettata, biglietti postali e cartoline con foto di località italiane, e imponendo di consegnare personalmente alla posta le lettere per l’estero, per il controllo delle generalità del mittente. In compenso dal febbraio 1942 furono introdotti i bolli indicanti il prelievo e la restituzione delle lettere controllate, per giustificare eventuali ritardi. Dopo l’8 settembre 1943 le corrispondenze furono soggette anche alla censura tedesca, mentre nel Sud il controllo fu assunto dagli alleati, che lo svolsero soprattutto a campione introducendo l’uso dei bolli ACS, sigla di Allied Censorship Service, e nella Venezia Giulia ROUTED VIA ACCO, acronimo di Allied Control Commission Office. per indicare che le corrispondenze erano regolarmente passate tramite gli uffici di censura pur senza essere sottoposte a effettivo esame. (http://www.accademiadiposta.it/it/dizionario-postale-e-filatelico-italiano/lettera-c.html)
Alcune corrispondenze dagli anni '40
Dopo la liberazione Le lettere del periodo risultano solitamente accompagnate dal bollo A.C.S. apposto negli uffici di censura delle Forze Alleate. Il bollo A.C.S. è normalmente riconosciuto nella sigla Allied Censorship Service o Allied CensorShip ovvero Ufficio di Censura Alleato.
Gli alleati avevano anche assegnato alla regione Toscana i numeri 8000 e 4 "station" di censura: Livorno con i numeri dal 8000 al 8199, Grosseto dal 8200 al 8249, Siena dal 8250 al 8449 e Firenze con i numeri dal 8699 al 8999. I numeri dal 8450 al 8698 risulterebbero non assegnati. Il bollo a ponte 8358 individua la station di Siena, che aveva distaccato un ufficio di censura in Arezzo.
Recentemente ho rinvenuto due bolli "a ponte" assegnato all'ufficio di censura di Arezzo, portanti il n. 8357 e il n. 8359: La lettera raccomandata affrancata per £ 3,50 (£ 1 lettera + £ 2,50 raccomandata) postalizzata presso la Succursale n. 1 di Arezzo e diretta a Fano, reca il bollo A.C.S. di controllo ed il bollo "a ponte" n. 8357, che così si aggiunge al già conosciuto 8358. La lettera del 7.3.1945, viene poi inoltrata tramite AREZZO FERROVIA lo stesso giorno, raggiunge Pesaro il 20.3.1945 e successivamente Fano il 21 marzo. Cartolina postale raccomandata (1,20 + 2,40 raccomandata aperta) da Arezzo Raccomandate del 9.4.1945; utilizzando etichetta di raccomandata AREZZO N. 1, corretto in C.P., diretta a Caprese Michelangelo e sottoposta alla censura alleata che ha apposto il bollo a ponte 8359. I due bolli a ponte: 8357 e 8359 sono stati solo recentemente rivenuti. 1) - Luigi Sirotti, La censura della corrispondenza civile per l'interno nelle province collegate dal 1° settembre al 31 dicembre 1944 dell'Italia del sud, parte terza, AICPM, Posta militare e storia postale n. 102, marzo 2007, pp. 27-36. 2) - Franco Filanci, Il Novellario - da una Repubblica all'altra 1943-1948, vol. 4°, 2016, C.I.F. srl editore
|