introduzione            le schede            il postalista
 
  La censura nella provincia di Arezzo:
Catalogo dei segni e dei timbri
di Roberto Monticini

PERCORSO: Le censure nella provincia di Arezzo > questa pagina > Le corrispondenze

PERCORSO: Cataloghi filatelici di Arezzo e provincia > questa pagina

AGGIORNAMENTO DEL 18-06-2024:
Roberto Monticini: nuovo bollo "a ponte" n. 8359 utilizzato ad Arezzo

Premessa: Ho classificato le Censure aretine seguendo lo schema che, nel febbraio 2016, il compianto Giancarlo Magnoni, mi aveva unito alla mail con queste parole: Ti allego uno schema da me elaborato fine anni '80, quando Sirotti voleva pubblicare un volume sulla censura e il prof. Gerini ed io (e pochi sparuti altri) ci lavorammo come negri. Lo schema (ne avevo elaborati 106 quante erano le province) l'ho arricchito nel tempo con lo studio delle fascette di censura. Stammi bene caro amico.

Ho conosciuto Giancarlo nel dicembre 2011, quando mi propose la sua monumentale opera: "Il Tramonto di un Regno", deluso di non aver trovato alcun editore disposto a pubblicarla su carta, la sua prematura morte non gli ha permesso di vederla completamente realizzata.
Per me è stato amico ed insegnante.
Grazie Giancarlo!

Altro importante contributo per la classificazione delle impronte, mi è pervenuto da Samuel Rimoldi che mi ha fatto conoscere il lavoro di Gianfranco Mattiello, Italian Censorship on civil mail. 1940-45. History censore marks, reselaing labels, Lodi, settembre 2000. Ringrazio ambedue.

Ringrazio inoltre per le segnalazioni: Enrico Bettazzi, Samuel Rimoldi, Lucia Veltroni.

Le date segnalate sono puramente indicative, come pure i colori classificati. La normale colorazione dei bolli di censura è con inchiostro viola nelle varie gradazioni. Gli inchiostri possono peraltro aver subito alterazioni sia per la loro composizione che per le condizioni di conservazione nel tempo.

Censura civile Censura locale
Censura carceraria Censura "Alleata"



Commissione Provinciale di Censura n. 100R

Si presenta nelle varie gradazioni del viola fino a diventare grigiastro - verde/celeste
07/1942 - 04/1944
viola (7/1943 - 9/1943)

sfumature diverse dal viola al rosso
 
Un solo cerchio: 05/1942  

Le impronte di censura se ne conoscono nei più svariati colori, queste che mostro sono nei colori più ricorrenti:

VISTATO PER CENSURA
viola 07/1940 - 08/1940 in verde 07/1942
VERIFICATO per CENSURA
viola 08/1940 - 12/1941 rosso 04/1942
 
celeste 21/4/1941  
Verificato per censura
rosso 09/1940 blu e viola 10/1941 - 12/1941

 

Bolli del censore

 
     
   
 
 

 

anche in inchiostro celeste

 
anche in inchiostro rosso

   
 
     
 
   
   
   
   
 
Il numero 15 dovrà essere riconfermato con altra impronta, è su lettera proveniente da Palmanova (Ud) che riporta anche: AREZZO VISTATO PER CENSURA del 20.08.1940

 

Bolli Prelevata/ Restituita

I tipo

II tipo

III tipo


Fascetta per la chiusura delle corrispondenze esaminate

La misurazione è stata effettuata sulla scritta: Vistato per Censura o Verificato per censura: la Lunghezza è stata presa alla base della scritta, partendo dal pèdice della V, l'H altezza sulla lettera "i" (senza il punto), minuscola o maiuscola, le misure sono in mm.

Misure puramente indicative considerato il non perfetto stato delle corrispondenze e tenuto conto che le fascette sono incollate a cavallo, a chiusura di un bordo della lettera e venivano successivamente recise per estrarre il contenuto dalla busta.

20/06/1940 - L. 87 - 5
30/07/1940 - L. 87 - H. 5
14/09/1940 - L. 77 - H. 7
08/1942 - 04/1944 - L. 79 - H. 6

01/1940 - 07/1942 - L. 78 - H. 6


15/02/1943 - L. 80 circa H. 4,5

29/04/1943 - 03/05/1943 - lunghezza ed altezza non misurabili

27/07/1943 - lunghezza ed altezza non misurabili

 

Censura locale

Le corrispondenze potevano essere soggette anche a censura locale, è il caso dei condannati al domicilio coatto; il censore locale, poichè era a conoscenza dei reati addebitati, poteva meglio filtrare la natura delle comunicazioni (vedi: Campi di internamento civile, libero e domicilio coatto).

 

R. Questura di Arezzo Internati civili di guerra


Comune di Poppi (Arezzo) - Il Podestà Internati civili di guerra

 

Censura carceraria

I detenuti nelle carceri italiane non potevano inviare e ricevere missive senza che prima fossero lette e vistate dall’autorità preposta, il direttore o un suo delegato; questi avevano un autonomo potere di sequestro e censura.

Segnaliamo le impronte nel solo periodo considerato.

Direzione Carceri Giudiziarie di Arezzo - Carcerati nel giugno e luglio 1943

 

Carcerato nel febbraio 1946

 

 

 

 

(dalla collezione di Fravio Pini: Segni e timbri della censura
carceraria sugli interi postali
di prossima pubblicazione)

Carcerato nel gennaio 1947

 

La censura "alleata"

Le armate alleate, per liberare l’Italia dall’occupazione nazista, partirono dal sud ed avanzarono via via verso nord: Lucignano fu il primo comune aretino ad essere liberato (2/7/1944), Bibbiena lo fu il 28/8/1944, giorno proprio a ridosso immediato di quel 1° settembre quando l’avanzata fu bloccata lungo la linea “Gotica”. Occorrerà attendere tutto il mese di settembre per veder liberato anche l’alto Casentino nonchè l'ultimo comune del territorio aretino: Sestino (1° ottobre).
Dopo la liberazione, venne progressivamente ricostituita, provincia per provincia, la rete postale, sorvegliata dal controllo e censura degli alleati. La provincia di Arezzo tornò a far parte del circuito postale dal 18 dicembre 1944.
All’Ufficio di censura di Arezzo furono assegnati, come per le altre provincie, i bolli A.C.S. ed il “Verificato per censura” con il numero del censore, bollo cosiddetto “a ponte” (1).

"...come rilevato da due circolare del successivo 17 maggio (1944). Se tutta la corrispondenza impostata "nelle provincie in cui è mantenuta la censura" dev'essere sottoposta alla competente commissione nel luogo d'origine, quella diretta tra civili "nello stesso Comune o in un Comune contiguo" ne viene esentata. Mentre quella proveniente da provincie "in cui è mantenuta la censura" mancante dei bolli attestanti l'avvenuto controllo, deve essere consegnata alla locale commissione di censura, cui spetta anche segnalare l'irregolarità ai competenti uffici. E i bolli in questione sono quello "rotondo col numero del censore e quello con l'indicazione «ACS»", che dai documenti alleati risulta l'acronimo del più volte citato Allied Censorship Service o al massimo di Allied CensorShip, come si legge talvolta; un timbro che da febbraio è in uso anche presso le commissioni di censura italiane per indicare il regolare transito da tali uffici, pur senza essere stata sottoposta a un effettivo controllo" (2).

Il 20 luglio 1944, con documento diretto a Postal Officer, Region IV, V e VIII, l'Headquarters Allied Control Commission, comunicava l'assegnazione per area regionale delle stazioni di censura.

Per la Region VIII, quella riguardante la Toscana:

Pertanto, il controllo della posta della provincia di Arezzo era stato affidato alla Censorship Station di Siena.

I numeri assegnati alla Regione Toscana, furono:

Alla Censorship station di Siena furono assegnati i numeri da 8250 a 8449, dei quali ad Arezzo i nn.: 8357, 8358 e 8359 (solo recentemente ho avuto modo di rinvenire, in una lettera del 7.3.1945 ed in una cartolina postale, i bolli "a ponte" n. 8357, 8359, dopo che per anni abbiamo conosciuto solo il n. 8258 (vedi: le corrispondenze).

Ogni esaminatore era provvisto di un timbro di gomma recante il numero a lui assegnato. Doveva selezionare 50 lettere al giorno, scelte a caso. Il timbro sopra la lettera indicava che era stata aperta ed esaminata.

a. Posta interna. Al fine di fornire una misura per la responsabilità ostativa dell'azione di censura, ogni esaminatore è provvisto di un timbro di gomma recante il numero a lui assegnato. La tipologia del timbro è il seguente:

"Bolli a ponte" nn. 8357, 8358 e 8659 della censura alleata, utilizzati dall'ufficio di censura della provincia di Arezzo.

Il timbro sopra indica che la lettera è stata effettivamente esaminata e approvata.

Per indicare che un pezzo di corrispondenza è passato attraverso una stazione di censura provinciale del Gruppo di censura civile ma non è stato aperto ed esaminato, verrà utilizzato il seguente timbro:

L'impronta è stata reperita sia in una corrispondenza da Firenze per Arezzo, che in una da Pennabilli a Badia Tedalda. Alla data di partenza, Firenze e Pennabilli non erano ancora state liberate dalle truppe alleate, pertanto il controllo delle corrispondenze è stato effettuato in arrivo ad Arezzo.
E' inoltre presente su di una lettera diretta a militare presso la PM 79 (in Corsica) partita da Arezzo il 1° settembre 1943 - pochi giorni prima della costituzione della RSI. Risulta restituita al mittente e ricevuta ad Arezzo il 4 febbraio 1945, quando il servizio postale aveva più o meno ricominciato a funzionare - prima della consegna la lettera è passata sotto il controllo delle Forze Alleate che hanno apposto il bollo A.C.S.
(vedi Le corrispondenze)

Nel report n. 24 il Civil Censorschip Group relativo al periodo 24 dicembre 1944 sino al 20 gennaio 1945, l’ufficio risulta aver censurato 13402 oggetti di corrispondenza.

Il bollo di "controllo" Allied Censorship Service, dell'ufficio di Arezzo, lo troviamo utilizzato anche su corrispondenze tra sindaci.

Il bollo A.C.S. ora descritto fu poi sostituito da quello in cartello ed è l'impronta più comunemente conosciuta.

 

L’ufficio venne chiuso il 1° maggio 1945 (Comunicazione Allied Force Headquarters 26.4.1945, a firma Thomas H. Finn: “closing of the following cersorship station, effective 1 may 45, has been approved by this Headquarters”).

Riassumendo: la corrispondenza in partenza veniva accettata e bollata dall'ufficio postale, poi convogliata presso gli uffici di censura: quella non meritevole di un controllo approfondito veniva bollata con il timbro ACS mentre la restante, aperta e vagliata dai censori, era richiusa con le speciali fascette e bollata con i timbri tondi "a ponte", successivamente ritornava al servizio postale per l’inoltro a destino.

Questo almeno in teoria: nella pratica delle volte i due timbri convivono sulle stesse corrispondenze. Il bollo ACS è in genere apposto dall'ufficio di censura della provincia di partenza della corrispondenza, ma lo si riscontra anche apposto in transito oppure dall'ufficio di censura del capoluogo di arrivo.
Per questo motivo risulta difficile, molte volte, stabilire quale ufficio provinciale lo avesse impresso.

Il bollo A.C.S., non in cartella, ebbe un uso limitato a pochi mesi, perché poi sostituito da quello in cartella; la prima data, da me conosciuta di quest’ultimo bollo in Arezzo è il 18 gennaio 1945.

Ringrazio Samuel Rimondi e Mauro Filippini per la consulenza e l'originale documentazione fornita.

Con il ripristino della posta vennero rimessi in uso, presso alcuni uffici i bolli a sigillo dell'amministrazione del Regno della serie "R", ad Arezzo era stato assegnato, con la circolare del Ministero dell'Interno del 14 luglio 1942, il numero "100 R". L'impronta però non è stata ancora rinvenuta in periodo successivo alla liberazione.

 

BIBLIOGRAFIA

Franco Filanci, Il Novellario - da una Repubblica all'altra 1943-1948, vol. 4°, 2016, C.I.F. srl editore

Gianfranco Mattiello, Italian Censorship on civil mail. 1940-45. History censore marks, reselaing labels, Lodi, settembre 2000

Luigi Sirotti, La censura della corrispondenza civile per l'interno nelle province collegate dal 1° settembre al 31 dicembre 1944 dell'Italia del sud, parte terza, AICPM, Posta militare e storia postale n. 102, marzo 2007, pp. 27-36.