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Introduzione alla catalogazione dei bolli delle Collettorie e dei Servizi Rurali | |
di Roberto Monticini | |
PERCORSO: Cataloghi filatelici di Arezzo e provincia > questa pagina > Catalogo dei bolli delle Collettorie e dei Servizi Rurali aretini AGGIORNATO AL 21-02-2021 INTRODUZIONE I bolli delle collettorie (corsivi e ottagonali) sono belli a vedersi, un invito ad essere collezionati, la mia generazione lo ha fatto avendo come prima guida il catalogo “Le Collettorie Postali del Regno d’Italia” di Giuseppe Gaggero del 1970 e, successivamente, quello a firma Gaggero e Renato Mondolfo, e “Le Regie Collettorie Postali Italiane” (Sorani Ed., Milano 1976) di Walter Cazzola. Le tre pubblicazioni hanno avuto il pregio di introdurci nel mondo delle collettorie postali e, ancor oggi, quello di riferire le normative che hanno regolato questo servizio e quello rurale. Nel 2001, la rivista Storie di Posta, nei numeri 11, 12 e 13 ha pubblicato uno studio: “La bolzetta vien dalla campagna” di Franco Filanci, che ancor più adeguatamente ha inquadrato il ruolo e le normative dei servizi di collettoria. Indispensabili, per la trattazione delle loro impronte, sono i quattro volumi di Lodovico Josz che, come in un diario, ha impresso, pagina dopo pagina, i bolli da lui incisi. Oggi ne è resa possibile la consultazione sia grazie a Paolo Saletti, con il quale hanno collaborato Paolo Guglielminetti e Italo Robetti, che all’A.N.C.A.I. che con Poste Italiane ha riprodotto i quattro volumi in formato digitale (1). Nel 2015 l’Istituto di Studi Storici Postali “Aldo Cecchi” onlus, ha pubblicato gli estratti dei Bullettini postali contenenti “istituzioni, soppressioni, variazioni (1861-1943)” degli uffici postali italiani, grazie ad una sottoscrizione lanciata e condotta dal sottoscritto, attraverso le pagine della rivista il Postalista. L’operazione si è conclusa grazie anche alla collaborazione di Lorenzo Carra e Franco Laurenti. La pubblicazione on line dei Bullettini ci permette di meglio ricostruire la vita di ogni stabilimento postale, nella sua cronologia e nella sua classificazione. Questi sono gli strumenti necessari per chi voglia fare ricerca sui servizi rurali e di collettoria ed approntarne uno studio o una collezione, a queste fonti voglio anche aggiungere l’articolo di Alberto Longinotti: A proposito di collettorie, pubblicato sul n. 210 del Bollettino Prefilatelico e Storico Postale. È doveroso ricordare anche quanto trattato su questo tema da Giuseppe Pallini e Paolo Saletti in I Corrieri del Mangia (2), che vi invitiamo a leggere in questo allegato in PDF. DEFINIZIONE Servizio rurale. “Il servizio di posta rurale consiste nel far distribuire a domicilio e far raccogliere le corrispondenze nei Comuni privi di Ufizio postale, e nel provvedere al trasporto dei dispacci cambiati tra gli Ufizi di posta e le Distribuzioni rurali. In questo servizio, che viene esteso in proporzione dei fondi per esso annualmente stanziati dal Parlamento, il Ministero si servirà specialmente dell’opera degli stessi incaricati che già facevano simile servizio per conto dei Comuni. Gl’incaricati di raccogliere e distribuire le corrispondenze prendono il nome di portalettere rurali; quelli che fanno il trasporto dei dispacci vengono denominati pedoni rurali. In ciascun Comune viene posta almeno una cassetta per l’impostazione delle lettere... Il Ministero somministra gratuitamente le cassette, i Comuni provvedono al mantenimento di esse. Nelle borgate situate ad una distanza maggiore di un chilometro dal luogo dove è situata la cassetta postale, potrà esserne collocata un’altra a spese delle persone che ne fanno la domanda, purché la borgata trovisi sulla linea percorsa dal portalettere.” (Istruzioni 1861). Collettoria. Servizio di raccolta e distribuzione della posta iniziato nel febbraio 1864 – e sperimentalmente dal settembre 1863 – nei comuni “situati lungo le linee percorse dalle ferrovie, dai corrieri e procacci dell’Amministrazione” a mezzo di speciali agenti di posta rurale. Inizialmente questi agenti non disponevano di alcun bollo, spettando all’ufficio cui facevano capo indicare sulle corrispondenze ricevute dal collettore la loro esatta origine, mediante appositi bolli lineari o, in mancanza, anche a penna: ma, a parte i primi tempi, queste indicazioni sono abbastanza inconsuete poiché la maggior parte delle corrispondenze era d’ufficio – e il bollo del Comune era più che sufficiente per indicare l’origine – e dal 1866 erano previsti due bolli diversi per ogni lettera affrancata, e un terzo era di troppo! Solo nel 1871 i bolli indicanti la collettoria vennero forniti direttamente ai collettori: non trattandosi di bollo a data, non esistevano rischi di uso fraudolento per le poste. Dal 1883 le collettorie furono gradualmente ammesse al servizio delle raccomandate, dei vaglia e infine dei pacchi, e pertanto dotate di annulli a calendario, inizialmente di forma particolare. (vedi La bolzetta vien dalla campagna, di Franco Filanci, su Storie di Posta vol. 8, 9 e 10 / Speciale cf n. 12, 13 e 14) LEGISLAZIONE DI BASE Istituzione del servizio dei «portalettere rurali collettori» (Bullettino postale n° 8, agosto 1863, § 194) «Ad agevolare il servizio delle corrispondenze nei comuni rurali che trovansi situati lungo le linee percorse dalle ferrovie, dai corrieri e procacci dell'Amministrazione, il Ministero è venuto nella determinazione di affidare a titolo di esperimento ad agenti speciali, che chiamerà «portalettere rurali collettori», l'incarico di ricevere le corrispondenze dall'Uffizio di posta viciniore e curarne la distribuzione, rivendere i francobolli, vuotare le cassette postali stabilite nel comune e spedire all'uffizio di posta le corrispondenze trovate nelle medesime. A questi collettori l'Amministrazione corrisponderà nei limiti del suo bilancio una retribuzione ragguagliata all'entità del servizio da essi prestato e coi medesimi convenuta preferendo sempre i Comuni che fossero disposti a concorrere con la spesa.
Istruzioni generali sul servizio delle collettorie rurali (Bollettino n. 1 del 1864) «Art. 1 - Le Collettorie rurali sono una emanazione dell'Ufficio postale al cui distretto appartengono e vengono stabilite nei Comuni ed anche nelle borgate site lungo le linee ferroviarie e lungo gli stradali percorsi dai corrieri procacci dell'Amministrazione e dalle vetture pubbliche. Art. 2 - Gli agenti incaricati del servizio delle collettorie prendono il nome di collettori quando l'opera loro si limita a distribuire le corrispondenze alle persone che recansi a ritirarle alla collettoria. Art. 12 - Ai collettori non è fatta la spedizione di lettere raccomandate, ma saranno loro trasmessi gli avvisi da darsi ai destinatari perché si presentino a ritirarle all'ufficio di posta. Art. 15 - L'ufficio che riceve il piego da una collettoria, applica sulle corrispondenze entrostanti il bollo del luogo d'origine, oltre a quello del proprio ufficio, ed in mancanza del primo vi supplisce con apposita indicazione a penna, annulla i francobolli degli oggetti francati, dà corso alle corrispondenze per gli altri uffici ed applica il segnatasse a quelli da distribuirsi nel distretto del proprio ufficio. Art. 19 - Le presenti istruzioni avranno luogo a cominciare dal 1° febbraio 1864».
Denominazione degli agenti del servizio rurale (Bullettino n. 6 del 1864, pag. 318) «In relazione al n. 5 del Bullettino dello scorso mese di gennaio è stato emanato il seguente Decreto: Il Ministro Segretario di Stato dei Lavori Pubblici ritenuta la convenienza di denominare i portalettere rurali a seconda del servizio che prestano, decreta: A cominciare dal 1° luglio 1864 gli agenti che sono incaricati del servizio di posta rurale assumeranno le seguenti denominazioni a seconda delle attribuzioni che saranno loro rispettivamente affidate e cioè: Il presente Decreto sarà registrato alla Corte dei Conti Torino addì 2 febbraio 1864.
1871, Variazioni Nuova edizione della Istruzione generale sul servizio delle Poste (3)
Classificazione delle collettorie per servizio della posta rurale (Bullettino n. 6 del 1883, pag. 667) Con effetto dal 1° luglio 1883 le Collettorie di posta rurale sono distinte in due Classi: alla prima appartengono quelle alle quali sono affidati i servizi indicati nell'art. 1° del surriferito Decreto Reale, ed alla seconda quelle che si occupano soltanto del servizio delle corrispondenze ordinarie. Miglioramento del servizio rurale (Bullettino n. 6 del 1883) «Art. 1. È data facoltà all’Amministrazione delle poste di affidare ai propri agenti rurali (collettori) il servizio delle lettere raccomandate e quelle dei vaglia ordinari e militari sino alla concorrenza di lire cinquanta (L. 50) Art. 2. I collettori incaricati dei servizi predetti dovranno prestare una cauzione fissata volta per volta dalla Direzione Generale delle Poste in ragione dell’entità del servizio e del maneggio del denaro derivante dal vaglia. La cauzione non sarà mai minore di lire duecentoquaranta (L. 240). Roma, 4 febbraio 1883»
Con effetto dal 1° luglio 1883, i servizi rurali vengono ridenominati collettoria di 2ª classe. (Bollettino n. 6 del 1883)
Attribuzioni delle collettorie di I classe (Bullettino n. 9 del 1883) «...le collettorie di 1ª classe sono autorizzate: ...omissis... Le Collettorie di 1ª classe dipendono dalle Direzioni provinciali restando aggregate agli uffici nel cui distretto postale sono comprese per gli effetti delle tasse postali. Esse operano come segue: ...omissis...»
Bolli a date per le Collettorie di 1ª classe (Bullettino n. 9 del 1883) «Le Collettorie di 1ª Classe che con effetto dal 1° luglio funzioneranno come uffizi di 2ª classe per quando ha tratto ai servizi delle raccomandate, dei vaglia e dei pacchi postali, saranno provvedute di un bollo a date ottangolare recante il nome della località ove ha sede la Collettoria. Se ne informano gli uffizi affinché possano riconoscere i vaglia emessi dalle Collettorie di 1ª Cl. e rilevare tosto se la somma di ciascun vaglia oltrepassa le 50 lire per osservare, in questo caso, quanto è prescritto dalle Istruzioni.»
Estensione del servizio delle lettere raccomandate ai collettori e portalettere rurali di 2ª classe ed ai distributori rurali (Bullettino n. 1 del 1887) «...omissis... Art. 1. Il servizio delle lettere raccomandate potrà essere affidato anche ai collettori e portalettere rurali di 2ª classe, come pure ai distributori rurali, i quali saranno tenuti a prestare una cauzione di L. 120 nei modi prescritti dall’art. 7 del R.D. 26 aprile 1885. ...omissis... Roma, 20 novembre 1886»
Istruzioni ad uso delle Collettorie di II classe e Distributori Rurali (Bullettino n. 3 del 1887) «...omissis... Le Collettorie sono provvedute dall’Amministrazione dei seguenti bolli, oggetti e stampati: ...omissis... Agli effetti del D.M. 20 nov. 1866 le attribuzioni delle collettorie sono: Collettorie di 2ª Classe: Distributori Rurali:
Bolli per le Collettorie di I classe (Bullettino n. II del 1889)
Annullamento dei francobolli apposti su corrispondenze in partenza da collettorie di 2ª classe (Bullettino postale n. XII del 1890, §578). Le collettorie di 2ª classe ammesse al servizio delle corrispondenze raccomandate annulleranno invece da per sé i francobolli sulle corrispondenze in partenza dalle medesime, essendo esse provvedute di un bollo a date. Fino a marzo 1890, le collettorie di 2ª classe ammesse al servizio delle corrispondenze raccomandate, erano state dotate del BOLLO QUADRATO, dal 1° aprile dello stesso anno, vennero invece fornite di BOLLO "CILINDRICO". Era un’anticipazione della fine dei lineari, almeno a livello di fornitura, che infatti fu annunciata subito dopo dal Bullettino postale telegrafico n. I del 1891, § 7 in modo estremamente laconico: Un nuovo ordinamento generale del Ministero venne approvato con Regolamento Organico del 14 ottobre 1900 n. 374, istituiva un'amministrazione unica per i servizi dipendenti dal Ministero delle Poste e dei Telegrafi. Pertanto nel 1900 la struttura postale era composta da Direzioni, Uffici, Collettorie e Uffici ambulanti e natanti, gli uffici erano divisi in tre classi, a seconda delle rendite, e le Collettorie di 1ª classe diventarono Uffici di 3ª classe, mentre le Collettorie di 2ª rimasero tali, ma assumendo semplicemente la qualifica di Collettorie (Occorre tener conto che l’Elenco degli uffici postali, edizione 1900, è stato stampato prima del RD 374 del 14.10.1900 e pertanto vi si trovano le collettorie di 1ª e di 2ª). Ringrazio Carlo Grossheim, Alberto Longinotti e Paolo Saletti per i suggerimenti e le correzioni che mi sono state proposte. PREMESSA ALLA CATALOGAZIONE DEI BOLLI DEI SERVIZI RURALI E DELLE COLLETTORIE ARETINE La migliore odierna accessibilità alle Fonti è resa oggi possibile in virtù della disponibilità di molte nuove informazioni, dapprima di difficile ottenimento. Queste nuove opportunità ci permettono di conoscere maggiormente ed in modo migliore l’evoluzione degli uffici postali, consentendo di individuare la data dell’istituzione della specifica Collettoria e la data del suo passaggio ad essere Ufficio, oppure quella della sua chiusura, salvaguardandoci, nel contempo, dal ripetere i tanti errori del passato. Esposto e chiarito il mio intento, vorrei puntualizzare due aspetti specifici che riguardano:
Alla luce di quanto sopra esplicitato, nella stesura del Catalogo dei Bolli di Collettoria della provincia di Arezzo, prenderò in considerazione tutti i bolli degli ”uffici” di Collettoria e anche quelli dei Servizi Rurali, in alcuni casi diversi dai bolli corsivi. Non mi limiterò ai soli corsivi, agli ottagonali e ai “bolli diversi” dei servizi rurali, avendo riscontrato che, oltre ai cerchi ed ai tondo riquadrati, gli uffici di collettoria hanno avuto a disposizione anche i guller, citando ad esempio gli uffici di: 1) Avena (Poppi), istituito come collettoria negli anni ’20 di un secolo fa, 2) Ciciliano e 3) Moncioni (Montevarchi) che lo sono stati almeno fino al 1943. La presenza nei quaderni di Lodovico Josz di bolli incisi per un servizio rurale, non ci dà certezza che quel timbro abbia avuto un suo uso, poichè il servizio potrebbe non essere stato mai attivato o, se attivato, il timbro non sia stato acquistato e consegnato. Molti di questi bolli li conosciamo attraverso i “Quaderni”, ma non sono stati rinvenuti su documento postale e pertanto non siamo ancora in grado di sapere se il servizio sia stato aperto, se il bollo sia stato ritirato o se la ragione di questa assenza sia dovuta alla scarsa corrispondenza trattata, oppure sia andata semplicemente perduta nel tempo. In merito alla data di fornitura dei bolli da parte dello Josz si devono fare alcune precisazioni: a) - Bolli dotati di datario per collettorie e uffici postali. b) - Bolli lineari corsivi per i servizi rurali e le collettorie (privi ovviamente di datario). Dal 1864 al 1879 circa, sui Bollettini ufficiali delle Poste figurano gli elenchi anche dei servizi rurali attivati in ogni trimestre, non sempre tutti, ma certamente la parte più consistente. Esaminate queste premesse, non resta che attivare la ricerca, lo studio e l’acquisto di documenti postali con su impressi questi bolli, ma, per attuare questo progetto, risulterà utile e necessario anche offrire e facilitare l’accesso alla documentazione presente in altre collezioni e nei cataloghi già in essere. Il Catalogo dei dei bolli delle Collettorie e dei Servizi Rurali aretini NOTE 1) - “Lodovico Josz incisore di bolli postali in una famiglia di artisti” con CD accluso, Edizioni Poste Italiane - Filatelia, 2013, Roma - Paolo Saletti ne ha ancora disponibili alcune copie paolosaletti@canneti.it; |
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