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IGNORANZA E COMPLOTTISMO
Martino La Selva

Non provereste disagio se un vostro pezzo in collezione fosse oggetto di sospetti di non originalità mossi in pubblico dall'uomo qualunque?

Nell'era dei complotti, che irragionevolmente riuscirebbero a mettere tutti nel sacco tranne la proverbiale casalinga di Voghera in grado invece di smascherarli palesandoli al mondo intero, si scopre che nemmeno certe acclarate certezze della storia postale della RSI possono restare al sicuro.

Sulle ali di questa tendenza a dubitare di tutto si è recentemente diffuso un sospetto, tale almeno negli sguardi di certi complottisti, che vuole revisionare gli assunti di questa vecchia bizzarria: https://www.ilpostalista.it/bizzarrie/298.htm

In riferimento a quell'articolo, che credevo oramai archiviato, è stato proposto altro materiale con l'intenzione di creare scompiglio, congetturare e rivalutarne le sue tesi.

Volendo democraticamente consentire spazio anche a chi ha idee diverse, di seguito ripropongo le osservazioni ricevute confidando che il confronto delle ipotesi possa giungere di qualche utilità o diletto ai lettori, invitati essi stessi a sorriderne.

Questa cartolina da anni riposa serenamente in bella mostra nella vetrina di un noto perito: http://www.giorgiobifani.net/rsi16a.htm


A miglior riscontro ripropongo anche la relativa didascalia perché reca un'informazione rilevante:

"Un'eccezionale documento postale è sopra visibile. Si tratta di una cartolina postale tipo "Fascetto" affrancata con valori di prestigio della serie GNR di Brescia. Per la precisione il 2 Lire e l'espresso, in caratteri Metastasio, da 2,50 Lire. Per quanto la cartolina sia di chiara matrice filatelica e completamente fuori tariffa come la maggior parte del valori medio-alti della GNR di Brescia su busta, si tratta comunque di un pezzo d'eccezione come ne esistono veramente pochi. La cartolina venne spedita da Genova il 6-2-1944 ed indirizzata a Padova."


Il perito si è espresso positivamente e persino con una certa enfasi: per me non vi sarebbe nulla da eccepire ed estendo la mia felicitazione al fortunato possessore dell'oggetto. Complementi!

I più malfidati, invece, sostengono che si tratti proprio della stessa data, località di partenza, grafia e china delle altre due notate nel precedente articolo. Sostengono peraltro che rappresenti una poco credibile coincidenza, ossia una probabilità simile a quella con cui si sarebbe potuto vincere la lotteria nazionale, mentre si è, invece, capricciosamente verificata nell'invio di tre oggetti postali ...così riccamente affrancati.

È una obiezione evidentemente tendenziosa, giacché a tutti sarà capitato di spedire più oggetti lo stesso giorno: la coincidenza della data e della grafia sono del tutto irrilevanti.

I supporti e le affrancature son ben diversi, ma ognuno in quel periodo affrancava/spediva con quel che trovava a disposizione: di fatto tra la fine del 1943 ed i primi mesi del 1944 si verificò la più diffusa carenza di valori postali.

Sulla sua originalità solo uno sciocco potrebbe nutrire dubbi: se è esposta in vetrina fra gli oggetti di pregio nel sito di un noto perito vorrà dire (lo ipotizzo) che sarà stata ben valutata dal professionista dal vivo (e non così limitatamente a video, come la guardiamo ora tutti noi, compresi quanti la contestano). D'altra parte è innegabile che faccia parte del medesimo carteggio i cui altri sontuosi pezzi sono già stati garantiti da operatori specializzati del settore, per cui a ragion veduta anch'essa deve pur essere parimenti originale.

In fondo quelle cartoline "VINCEREMO" della prima e più comune tiratura di soprastampa "fascetto" sono note usate dal 01.03.1944: non mi sembra un peccato grave se questa risulti usata un mese prima della sua prima data nota. Altrimenti perché periti e commercianti avrebbero garantito questi pezzi, esaltandone la loro preziosità?

Nulla di nuovo sotto il sole... con certe sciocche illazioni che si sciolgono di fronte alla granitica fiducia nella classe peritale italiana.

Con medesime contestazioni è saltata fuori anche questa bella busta, il cui annuncio della passata vendita è ancora reperibile su DelCampe


Anche in questo caso trattasi della stessa data, località di partenza, grafia e china delle altre tre notate.

Anch'essa vorrebbe essere fatta passare dai contestatori come una coincidenza abbacinante, giacché -a loro dire- simile fortunata probabilità si sarebbe potuta verificare per vincere 3-4 lotterie consecutive.

Nulla di più sciocco! È il caso di ribadire che non vi sarebbe stato nulla di male se il mittente quel 2 febbraio avesse avuto necessità di comunicare con diverse città italiane, affrancando con quello che aveva a disposizione: in fondo la storia postale dell'RSI è costellata di usi filatelici e/o emergenziali.

Si tratta dell'ulteriore riscontro della bontà di quei pezzi a scapito di quanti, malfidati, credono che l'emissione dei valori della serie commemorativa "Fratelli Bandiera" sia avvenuta solo il 06.12.1944, o che l'emissione dei valori della serie commemorativa "Monumenti Distrutti" sia avvenuta solo attorno al 05.06.1944.

Se nel precedente articolo fosse stato riscontrato il certificato della cartolina "Mazzini", anch'essa usata mesi anzitempo della sua prima data nota, si verificherebbe un'immotivata disparità se non si acconsentisse ad altrettanta indulgenza peritale.

Se è buona quella, devono essere pur esser buone tutte.

Questa corrispondenza nel suo insieme (ad oggi sono stati rinvenuti 4 esemplari) con la sua prorompente certificata verità ci spinge ad aggiornare molto di quel che si riteneva di sapere in merito alle prime date note dei due interi postali e delle due emissioni commemorative filateliche.

La posta dell'RSI, della quale mi appassiono, sebbene sia è un fenomeno concluso più di settant'anni fa non è mai stata così viva e ricca di novità, tutte ancora da scoprire e studiare nelle continue evoluzioni. Di questo passo magari nel prossimo ritrovamento non ci sarebbe troppo da stupirsi se in RSI incrociassimo un commemorativo della visita del Presidenza della Repubblica.


Orbene, confidando di aver smontato certe sciocche illazioni, magari resta da chiedersi: cui prodest? Ossia: chi si avvantaggia a muovere simili congetture? Francamente io non ne vedo la ragione, sebbene sia sotto gli occhi di tutti il danno che certe azioni possono cagionare direttamente nella credibilità degli oggetti, secondariamente negli attori che a vario titolo li hanno stimati (periti, commercianti, etc..) e, in fine, di rimando a tutto il settore collezionistico.

Il danno a vari livelli è tangibile nella diffusa sfiducia degli appassionati meno esperti: personalmente ho conosciuto diversi ottimi collezionisti che non si accostano all'RSI perché la ritengono un campo minato dall'eccessiva insidia dei falsi.

Gli sciocchi responsabili di tale sfiducia meriterebbero una punizione correlata al danno d'immagine che inevitabilmente cagionano al settore: a tal proposito mi sovviene la romanzesca "lettera scarlatta" da cucire sul loro vestito all'ingresso dei convegni pubblici, di modo da poterli riconoscere anche da lontano, da poterli identificare personalmente e, quindi, tenere saggiamente a prudenziale distanza.

Propongo la consonante "V" di "voccaperta" .

Se di certe evidenze si è potuto rendere conto il sottoscritto, che può essere facilmente ricondotto fra gli ultimi arrivati nel settore, cosa aspettano le persone più autorevoli ad esprimersi in merito? Abbiamo un nuovo possidente della FSFI (non è il verso di un crotalo, ma l'acronimo per la Federazione fra le Società Filateliche Italiane), che è per altro anche direttore della ISSP (anche qui nessun serpente: è l'Istituto di studi storici postali “Aldo Cecchi”): cosa aspetta l'esimio Bruno Crevato-Selvaggi ad agire in merito?

Bruno, sei tutti noi.. dai.. non abbandonarci in questa valle di lacrime e vipere.

 

NOTE

- 1) - Nota di traduzione: termine dialettale pescarese ad indicare un soggetto ingenuo con la propensione alla sciocca loquacità .

Martino La Selva
espressirsi.wordpress.com/
25-08-2021