Bizzarrie di RSI & dintorni: presentazione ed indice degli articoli VEDI ANCHE: |
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LETTERA o LETTERO? | |||||||||||||
Martino La Selva | |||||||||||||
Come in tutti i consessi umani, anche nel nostro amato settore esiste la spiacevole categoria dei (uso un eufemismo) "bastian contrari", ossia di quei soggetti perennemente scontenti, che guardano con critica e sospetto ogni oggetto postale per l'insano piacere sadico di porne in risalto i difetti, possibili o magari anche solo presunti. A volerci far caso questi soggetti si riconoscono subito: finiscono immancabilmente per assumere l'odiosa veste di detrattori / denigratori. Questa loro spiacevole attività trova qualche preoccupante riscontro nell'attuale fenomeno degli "haters" nei social media. Se una critica costruttiva è sempre auspicabile perché può fare nascere confronti produttivi, è altrettanto verosimile che un'azione non propositiva, ma denigratoria, possa diffondere dubbi, incertezze e scetticismo che influiscono negativamente sulla percezione dell'oggetto di discredito e sono in grado di deprimere il piacere di collezionare serenamente ed in libertà quanto più ci aggrada. In contrapposizione a ciò propongo una campagna di puro amore incondizionato a dispetto della più sciocca critica detrattiva: libertà di collezionare al potere! Un caso sembra subito prestarsi a rappresentare il conflitto con la presunta ragione critica: mentre scorrevo le inserzioni degli oggetti in vendita alcune settimane fa ho incrociato una busta raccomandata in espresso in franchigia, ossia, come da regolamento, con porto pagato per il solo diritto espresso. Come è noto, le franchigie in espresso in RSI sono piuttosto inusuali: la loro difficile reperibilità per esperienza mi spinge a credere che il loro numero sia limitato e che si tratti di oggetti apprezzati e richiesti dai collezionisti del periodo; l'affrancatura con il francobollo sovrastampato, inoltre, coinvolge l'interesse anche di quanti s'appassionano alle sovrastampe "fascetti". Una serie concomitante di interessi la rendono, quindi, di particolare pregio per una discreta platea di collezionisti: se si trattasse di una donna sarebbe comparabile ad un sirena ammaliatrice!
Il supporto è la classica busta arancione che caratterizza gli invii tra enti statali, con il bollo ovale non ancora privato dei termini e dei simboli che facevano riferimento al monarca fuggitivo ed alla casata Savoia: la busta è intestata al Comune di Merano ed il bollo ovale indica REGIE POSTE - REGIO UFFICIO DI P.S. - MERANO. Grattandomi il capo già immagino la prima obiezione: qualcuno che inizierà a suggerire dubbi in ragione dell'incongruenza secondo cui la Polizia di Stato di Merano (quel che allora era il Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza) scrivesse con busta intestata del Comune locale, ma considerando le contingenze del periodo bellico sarebbe sciocco indulgere in certi dettagli. In fondo resta pur sempre una bella donna: che vuoi che importi se abbia dato un nome per un altro? Volendo seguitare con il più stucchevole novero accademico delle teoriche obiezioni, in "cotanta grazia" si potrebbe notare che nulla è stato scritto sulla busta ad esprimere la volontà del mittente per i servizi aggiuntivi di raccomandazione e di espresso: degli stessi se ne ha riscontro solo per la presenza della targhetta di raccomandazione "MERANO SUCC. 1" e del francobollo per lo specifico servizio; qualche malizioso potrebbe, dunque, provare a contestare questa manchevolezza, ma la presenza della targhetta di raccomandazione ed il francobollo specifico per l'espresso sono elementi sufficienti a testimoniare che l'oggetto abbia avuto accesso ad entrambe i servizi: solo uno sciocco penserebbe ad un incollaggio postumo! D'altra parte di fronte ad una bella occasione, in quanti si mettono davvero a badare all'etichetta? Nessuno, infatti, chiederebbe ad una bella donna quali siano i suoi ..."servizi".
L'annullo postale e la targhetta di raccomandazione non sono coordinati, ma risultano relativi a due distinti uffici postali di Merano: che buffa curiosità! Questa bella donna sembra mal calzare scarpe numero 37 con un piede 45... Chissà... magari potrebbe essere successo che un ufficio in carenza di materiale (talloncini per raccomandate) ne abbia usato eccezionalmente e temporaneamente in modo indistinto, senza curarsi di rettificarne l'intestazione. Nell'ambito delle possibilità tutto sarebbe potuto capitare, anche se al momento non ne trovo riscontro di casi analoghi: questo non dovrebbe dar fiato alla sciocchezza dei detrattori seriali qualora volessero sostenere che l'applicazione della targhetta possa non essere coeva per via delle incongruenze notate. Non ci è dato sapere la ragione per cui l'impiegato accettante non abbia corretto l'intestazione dell'etichetta (proveniente da altro ufficio) usata in verosimile emergenza, ma certe stravaganze sono apprezzate dai collezionisti, nonostante la sciocchezza dei detrattori ad oltranza. Che importa se dice di venire da questo o da quell'altro quartiere di Merano? Resta pur sempre una bella donna, no? ...ed un certo mistero aggiunge fascino all'avventura. Poco dovrebbe, inoltre, rilevare che l'incongruenza sia occorsa su una raccomandata, ovvero su un invio la cui responsabilità gravava sull'addetto dell'ufficio accettante: invece di essere un punto in grado di minare la credibilità dell'oggetto, lo arricchisce di stravaganza e, quindi, in qualche misura anche di attrattiva. L'annullamento del francobollo, col valore posto insolitamente sul retro, presenta un'ulteriore eccezionalità: se sul fronte ci sarebbe stato spazio a sufficienza per l'affrancatura ed è stata regolarmente apposta "a vuoto" l'impronta del guller di partenza, sul retro si riscontra un espresso annullato con l'ovale "R.P.PAGATO". Orbene, l'utilizzo di questo timbro come annullatore è davvero una circostanza rara, per di più su un invio in raccomandata, giacché nessuna norma postale ne permetteva questo specifico uso. Per chi volesse approfondire le disposizioni regolanti l'uso emergenziale mi limito a rimandare a questo capitolo, che dovrebbe racchiudere le norme relative all' "R.P.PAGATO" in RSI: espressirsi.wordpress.com/2016/04/20/r-p-pagato-negli-espressi/ Antonio PIGA, studioso colto e persona gentile, per anni si occupò di studiare e catalogare l'uso di questo timbro con la funzione emergenziale, assunta in periodo RSI, in luogo dell'affrancatura nelle zone temporaneamente sprovviste di francobolli (N.B.: ...e non come annullamento della stessa!): nella sua opera divulgativa l'autore ha prodotto la collana di tre testi "R.S.I. 1943- 1945 Catalogo degli annulli RP PAGATO e RR REGIE POSTE TS usati come sostituti di affrancatura", dalla quale propongo di seguito due stralci.
Questa ulteriore eccezionalità solletica le insane fantasie dei detrattori che insistono sull'artefazione dell'oggetto: evidentemente la presunzione impedisce loro di accettare quanto di bello e di nuovo si presenta agli occhi di tutti. Altre donne invidiose magari pensano che questa bella sirena non sia naturale, ma piuttosto possa aver fatto ricorso a qualche artificio: le malelingue son sempre esistite e gli uomini imparano presto a diffidarne. D'altra parte... è così bella! Se l'affrancatura era ordinariamente posta sul fronte e se di norma sul retro trovavano spazio le indicazioni relative al transito ed all'arrivo, la posizione a tergo del francobollo non dovrebbe lasciare da pensare: sebbene non costituisca una circostanza frequente (soprattutto per le raccomandate), è noto qualche altro caso simile... tuttavia vale la pena spendere qualche riflessione in merito per dissipare eventuali ulteriori o residui sospetti. Le norme e l'esperienza sulle casistiche riscontrate sembrano escludere che possa essersi trattato di un caso di tassazione: poiché il servizio espresso era dovuto in partenza, il relativo francobollo avrebbe dovuto essere annullato con il bollo di partenza MERANO CORR. PACCHI - BOLZANO e non con l' R.P.PAGATO. Scarterei anche l'ipotesi di un valore sfuggito all'annullamento a causa della sua insolita posizione (a tergo), poi riscontrato altrove (all'arrivo) e qui annullato, perché anche in quel caso sarebbe stato necessario l'impiego di un bollo con data: in tal proposito richiamo l'art. 501 delle "Istruzione per il servizio delle corrispondenze postali interne ed internazionali" del 1908. e di seguito:
Circostanze del tutto insolite potrebbero aver generato le condizioni più improbabili. Esistono diverse ragioni, ad esempio, per le quali una donna possa non aver proceduto alla sua depilazione: non per questo ad ella se ne farà una colpa. Son cose che capitano. Stai a guardare il pelo? I soliti malanimi potrebbero addurre che la reperibilità negli anni dei timbri R.P.PAGATO, ancora possibile presso i mercatini d'antiquariato e robivecchi, dovrebbe mettere in allarme i collezionisti dalla possibilità di pericolose contraffazioni: se i timbri circolano ancora, un malintenzionato potrebbe usarli per manipolare oggetti regolarmente viaggiati arricchendoli di servizi postali, che così sembrerebbero corrisposti con l'impronta R.P.PAGATO. Per offrire riscontro della diffusione di questi timbri segnalo un'immagine di quanto reperito negli ultimi anni: ecco 4 esemplari, da quanto in circolazione, avendo ragione di credere che, sebbene occasionalmente, possano continuare a potersi reperire con discreta facilità.
Esistono anche uomini travestiti da donne: buon per loro se ciò li rende felici, ma ciononostante non è che noi uomini poi ci mettiamo a cercare il pomo d'Adamo di ogni donna per chiederci dove sia la verità! Per fortuna la concomitanza di così tanti elementi stravaganti, sebbene ne abbia contratto il prezzo, non ha scoraggiato la vendita dell'oggetto che, dopo diverse settimane rimasto stranamente non aggiudicato, è stato acquistato per la gioia di un collezionista che confida nella sacrosanta bontà dello stesso. Giova tener presente che qualche utente un po' malfidato ha persino osato addurre le propria perplessità circa l'oggetto, chiedendo pubblicamente al venditore un chiarimento, con la domanda che -pur dissociandomi- copio ed incollo: Utente: <<Trattandosi di una spedizione accettata allo sportello di un ufficio postale, mi domandavo come mai il francobollo risulti annullato con un timbro "R.P.PAGATO", piuttosto che con un timbro postale provvisto di data, proprio come di quelli usati in partenza ed in arrivo?>> Risposta del venditore: <<Buonasera e grazie per l'interessamento. La spiegazione non è certa in maniera definitiva in quanto nel periodo RSI la situazione degli uffici postali e dell'uso dei francobolli risulta complessa. Ad ogni modo il timbro RP PAGATO apposto sul francobollo dovrebbe attestare che la spedizione è stata effettivamente saldata (in quel periodo si temeva che, essendoci carenza di francobolli ed essendo utilizzata anche la dicitura "Ufficio sprovvisto di bolli", le spedizioni non venissero effettivamente pagate al momento dell'accettazione); inoltre il mittente è un ente pubblico, che godeva sicuramente di un "conto di credito" presso le Poste e questo sancisce che l'importo della spedizione è stato regolato correttamente. Spero la spiegazione Le sia sufficiente, cordiali saluti>>. Successivo commento dell'utente malfidato: <<La ringrazio, ma il quesito resta irrisolto: seppur gentile, la sua risposta non adduce alcuna motivazione per cui il francobollo sia stato annullato con un "R P PAGATO" (eventualità insolita e non contemplata dalle norme postali), piuttosto che con un guller con data, che è comunque presente sulla busta>>. Il fine chiaramente detrattivo dell'utente, malcelato dalla gentilezza della richiesta di chiarimento, mostra quanto possano essere meschini certi appassionati di fronte all'impossibilità e/o all'incapacità di comprendere ed apprezzare la bellezza degli oggetti più stravaganti, che per peculiarità si possono dire pressoché unici, come -che so?- una bella donna coi baffi. In quanti avrebbero rischiato il ceffone da quest'ultima per chiederle spiegazioni dell'insolita presenza del suo..."timbro"? Beh... nessuno è perfetto! Martino La Selva |