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Martino La Selva

Questa cartolina ha dell'eccezionale: per cui provo ad inaugurare la rubrica con questo fuoco d'artificio.

Quando l'ho vista in vendita ammetto di aver provato un fremito. Solo meno di un anno fa ho avuto la fortunata possibilità di reperire un altro intero postale "Mazzini" (Filagrano C112) annullato nel 11.07.1944, ossia in quella che si presume possa essere la sua prima data (fonte: pag.456 "La Repubblica Sociale Italiana" dello stimato L.Sirotti - seconda edizione).

Sia ben inteso che questa considerazione merita di essere espressa con cauto beneficio del dubbio, giacché posson sempre magari trovarsene altre con date antecedenti di qualche giorno.

Nonostante la più opportuna e doverosa prudenza, di certo non potevo supporre che ne esistesse una utilizzata addirittura a febbraio del '44: ovvero ben 5 mesi prima! Un vero fulmine a ciel sereno. Credo che se per il periodo storico esistesse una statistica delle retrodatazioni, questa sarebbe da record: medaglia d'oro! Come trovare una cartolina spedita nel 1944 ed indirizzata in via della Costituente (ah no, abbiate pazienza: quest'altra è nel prossimo numero della rubrica). Insomma: un evento straordinario.

La mia sorpresa è stata tale che ho dovuto tornare a consultare gli appunti (non ultima la collezione specializzata di Roberto Gallo) nel cercare qualche ragionevole giustificazione a cotanta inaspettata anticipazione che -ribadisco- doveva finora essere rimasta sconosciuta anche ai più quotati divulgatori: nonostante l'affrancatura con francobolli a soprastampa GNR bresciana (noti in uso in quel periodo) in qualche modo sembra confermare l'inoltro in quei mesi del '44, ho iniziato a dubitare che potesse banalmente trattarsi di un errore nella rotazione del datario del timbro annullatore: forse all'epoca un distratto addetto postale potrebbe potuto averla involontariamente combinata grossa per noi collezionisti. Ho provato a chiedermi: starò prendendo lucciole per lanterne?

Mentre mi grattavo il capo pelato alla ricerca dei capelli perduti, invece, mi son subito imbattuto nella diretta conferma proprio nel retro manoscritto, che reca la fatidica data: la cartolina è stata compilata il 06.02.1944 ...che dire? Sbalorditivo!
Tanta grazia è correlata dalle firme che il venditore attribuisce a due stimati periti, con accluso certificato peritale.


L'immagine del certificato ci sarebbe eccome... ma in linea di principio scelgo col sorriso di non pubblicarla preferendo la serena libertà dei pascoli.


Tornando all'oggetto, vale la pena spendere qualche riflessione sul pregio collezionistico che merita. Se il tipo di intero postale è piuttosto comune, questa cartolina nello specifico è pregevole per l'utilizzo con eccezionale anticipo a quanto finora acclarato; l'affrancatura, inoltre, è davvero straordinaria: si tratta di uno dei rari usi di valori GNR pregiati. Limitatamente alla valutazione dei soli francobolli su di essa, se volessimo far riferimento al mercato delle buste affrancate con simili valori dovremmo attenderci un prezzo di vendita di diverse migliaia di euro, ossia molto meno di quanto richiesto dall'attuale vendita in corso. Al prezzo chiesto sarebbe, quindi, un affare!

Siamo di fronte ad un oggetto postale che è in grado straordinariamente di suscitare interesse sia nei collezionisti di storia postale del periodo, che negli interofili e nei filatelici che seguono i valori GNR più pregiati.

C'è però da tener presente che la tariffa non tornerebbe per ampio eccesso d'affrancatura e che, quindi, l'oggetto abbia avuto una genesi verosimilmente filatelica, ovvero che la cartolina sia nata sostanzialmente per il collezionismo, più che per originaria funzione comunicativa postale; inoltre il cognome del destinatario rievoca immediatamente quello di altri noti pezzi con ricche affrancature dell'RSI, da e per il capoluogo ligure.

Ad ogni modo, vista comunque la rarità dell'insieme, di certi difetti non farei un dramma, così come serenamente sorvolerei anche sull'assenza di censura o di bolli di transito o arrivo: in quel periodo per le cartoline capitava di frequente.

Intimamente amareggiato dal non poter arrivare a spendere la cifra chiesta di 650,00€ (sebbene trattabili!) per la sua vendita su eBay, pensando all'oggetto mi son risolto almeno a pubblicare su Facebook notizia della vendita in corso fra amici e colleghi collezionisti, non mancando di palesare mie personalissime riserve sulla sua effettiva originalità, conscio anche di impersonare la magra figura della volpe nella favola di Fedro, che, non potendo raggiungere l'uva, iniziò a crederla acerba.

Un inatteso commento ricevuto da un noto esperto ha, però, fatto rimestare le mie certezze: a quanto pare l'appassionato collega aveva personali convincimenti per credere che quel certificato potesse essere contraffatto. Benché io fossi incredulo perché francamente non confidavo in questa eventualità, purtroppo non mi trovavo nella condizione di disporre concretamente dell'elaborato peritale (era in mano al venditore) per cui non potevo avanzare verifiche o riscontri diretti e potevo solo obiettare in quel che aveva l'aria di rimanere uno sterile scambio di opinioni.

Non potendo, quindi, opporre riscontrabili elementi, più ripensavo all'insinuazione subita, più questa seguitava a pungermi come una fortuita fastidiosa scheggia sottopelle difficile da estrarre.

Non sapendo come venirne a capo altrimenti, non mi restava che l'ultimo tentativo esperibile, sebbene con poche speranze, ossia cercare di contattare l'unico soggetto davvero in grado poter dirimere la questione: lo studio peritale, quello dell'intervallo bucolico, che aveva emesso il certificato più di vent'anni prima.

Non essendo io mai stato loro cliente, ho reperito facilmente il recapito tramite il loro sito internet; di lì ho trovato un interlocutore pronto e bendisposto a dar lumi su quel dubbio. Mi è stato, infatti, risposto che, sebbene lo studio tutt'ora non disponga di un archivio di certificati fino a quella data (1996), dalle immagini ricevute sembrava tutto in ordine... -che bello!- era venuta fuori la spina! ...e che impareggiabile solerzia! Grazie all'intervento decisivo dell'originario studio certificatore ora è finalmente fuor di dubbio che l'elaborato sia autentico.

Non resta che rammaricarmi di non poter arrivare con le mie limitate risorse ad acquistare quella bella cartolina!

Ridotto, quindi, a ripercorrere amaramente il viale dei ricordi lastricato di occasioni perse, tanto affascinanti quanto per me economicamente inaccessibili, mi son ricordato di un altro prodigioso intero postale a suo tempo posto in vendita presso la casa d'aste Laser Invest nella vendita del 29-30.09.2017, contenuto nel secondo volume di catalogo a pag.53: eccone immagine del lotto 555.


L'esaustiva didascalia che l'accompagna recita che la "VINCEREMO" sia stata anch'essa annullata in data 06.02.1944 e dall'immagine risulta che sia la grafia, che l'inchiostro utilizzati per compilare entrambe le cartoline siano i medesimi: due cartoline "sorelle" quasi gemelle... una bella coincidenza!

Entusiasta di quest'altra nuova scoperta, colto da indomabile curiosità son quindi tornato sui testi per cercare la prima data nota anche di quell'intero postale soprastampato ed ho trovato che secondo il Sirotti (pag.449 del testo citato) la prima data nota sia il 01.03.1944 o il giorno prima, conformemente a quanto riportato nel 4°volume de "Il Novellario" di F.Filanci: questo significa che anche quest'altro intero postale costituisca una sconosciuta anticipazione del suo primo uso!

Riuscite ad immaginare la grande fortuna per il mittente di avere fra le mani entrambe le cartoline in anticipo su tutti gli altri utenti? Che colpo! Una fortuna sfacciata!

Ovviamente anche per quest'ultima "VINCEREMO" le conferme peritali abbondano...

Orbene, a voler esser franchi anche se io avessi scoperto questa notizia nel 2017, ossia in tempo per partecipare alla sua vendita all'asta, le 15mila euro chieste (più diritti) sarebbero state per me comunque proibitive.

Pazienza!

Non resta che cercar di rinfrancarmi quantomeno col piacere della scoperta, che mi ha visto -suppongo- primo nel riconoscere le nuove date d'uso necessarie ad aggiornare il poderoso testo del Sirotti, che nella parte degli interi postali ha ricevuto l'impareggiabile collaborazione di Carlo Sopracordevole.

Ci sarebbe da chiedersi come sia stato possibile che a tanti noti studiosi possa essere sfuggita notizia di due cartoline così rilevanti, così come dev'essere successo all'interofilo Roberto Gallo, che ha esposto e tenuto conferenza sulla cartolina "Mazzini": si può ipotizzare che queste due prodigiose "sorelle" siano rimaste nell'ombra, mai pubblicate e, quindi, non note alla comunità di noi collezionisti.

E devono persino essere sfuggite anche all'enciclopedico infaticabile Franco Filanci, che più recentemente ha pubblicato un ampio spazio per l'RSI nel quarto volume de "Il Novellario": non me ne vogliano, ma immagino che qualche imperfezione nel tempo sia fisiologica e, quindi, trascurabile dopo una lunga carriera da divulgatore.

Magari i periti che si sono occupati di autenticarle avrebbero avuto il piacere di avvisare la nostra variegata comunità collezionistica della loro esistenza (nota bene: il certificato sulla "Mazzini" è del 1996, ossia di più di vent'anni fa), ma temo che così avrebbero violato il segreto professionale. Verosimilmente si saranno, quindi, limitati ad annotarlo nei rispettivi elaborati peritali.

Se nel certificato del 1996 non si trova nota a riguardo vorrà dire che il perito avrà sicuramente avvertito altrimenti il committente dell'importanza di cotanto rinvenimento.

Quel che lascia perplessi è che per entrambe le differenti vendite non sia stata segnalata la singolarità delle loro date d'uso: pur rispettando l'insindacabile libertà delle scelte commerciali, resta evidente a qualsiasi lettore che un'annotazione simile avrebbe certamente riconosciuto maggior e meritato lustro a quei formidabili oggetti.

Leggendone nelle rispettive descrizioni magari qualcuno avrebbe finalmente iniziato a guardarle come meritano, ossia anche come importanti riferimenti storico-postali utili persino a correggere con lapis blu i testi in relazione alle prime date fino ad ora note.

Nella speranza che non mi prenda per matto, per la stima nell'opera editoriale di Luigi Sirotti sento il dovere morale di comunicare privatamente all'autore due righe di cortesia per segnalar notizia di rinvenimento di questi mirabili due interi postali: chissà se nella sua eventuale terza riedizione troverà spazio per annoverarle nel suo poderoso tomo verdognolo, che pare Hulk.

Ove l'autore non fosse dell'idea, sin d'ora chiedo gentilmente credito a voi lettori se sia il caso di unirci a coorte per sottoscrivere assieme l'apposita petizione già disponibile sul sito internet change.org intitolata: "o si fa la storia postale, o si muore!"

Martino La Selva
04-06-2020