Il risarcimento di strappi e lacune

a cura di teknerestauro snc

Strappi e lacune sono danni di tipo meccanico presenti nella carta normalmente dovuti alla sua manipolazione. Non si tratta necessariamente di manomissioni intenzionali, ma più semplicemente di normale usura causata dalla consultazione o dall'incuria.
Una carta lacerata o lacunosa può essere "riparata" applicando una carta giapponese con un apposito adesivo e utilizzando la tecnica appropriata al caso specifico. Questo tipo di intervento non risulta essere particolarmente traumatico perché non interferisce chimicamente, né altera la struttura della carta, ma anzi rinsalda la sua resistenza meccanica ripristinando la funzionalità del foglio.
La scelta di adesivo e carta per lo svolgimento di tali operazioni è di fondamentale importanza per la conservazione del supporto originale e per la riuscita dell'intervento sia dal punto di vista meccanico, chimico che estetico.
Per quanto riguarda la carta, in passato era impiegata carta antica che consentiva un restauro esteticamente migliore, ma poneva notevoli problematiche ideologiche dal momento che al restauro di un’opera corrispondeva la distruzione di un’altra!
Oggi il materiale più utilizzato è la carta giapponese che è costituita esclusivamente da cellulosa pura, priva di collante e si trova disponibile in diverse grammature e tonalità. In base alla carta da reintegrare devono essere valutate la lunghezza delle fibre (poiché essa garantisce una migliore qualità di resa delle reintegrazioni), il colore (che, pur distinguendosi opportunamente dal punto di vista tonale, non dovrà discostarsi molto dall’originale), lo spessore (che dovrà essere simile a quello delle carte da restaurare).
Per quanto riguarda l'adesivo invece, quello maggiormente impiegato è la metilcellulosa, perché ha ottime caratteristiche: buona adesività, alta trasparenza senza formazione di film, elasticità, innocuità per la carta, inalterabilità nel tempo, resistenza ai microrganismi e reversibilità. In alcuni paesi è molto usato l’amido, preferito alla metilcellulosa per il suo maggiore potere adesivo e perché ritenuto chimicamente più simile alla natura della carta ma è facilmente attaccabile dai microrganismi quindi il suo impiego è da valutare molto attentamente.
Gli strappi possono essere rinforzati da un lato o da entrambi i lati con una sottilissima striscia di velo giapponese (un tipo di carta di bassa grammatura che una volta asciutta risulta quasi trasparente) con i bordi sfrangiati, che viene fatta aderire con un adesivo applicato a pennello.

 

Nel caso di carte particolarmente danneggiate si può eseguire una velatura, operazione che prevede l’applicazione sul verso del documento di un velo molto sottile. Questa operazione può essere parziale, se applicata limitatamente a zone fragili, strappi, tagli, piccoli fori, oppure totale, se applicata su un’intera facciata del foglio, fornendo un’ottima resistenza al foglio stesso.

 

In casi di carte particolarmente deboli e fragili, se presentano informazioni scritte solo da un lato della carta, è possibile addirittura eseguire una foderatura; si tratta di una operazione molto simile alla velatura totale che utilizza però come supporto una vera e propria carta giapponese di grammatura variabile. La carta applicata mediante adesivo viene fatta aderire al verso dell’opera rinforzando enormemente la carta originale ricoprendo però completamente una faccia del foglio.

Nei casi di vere e proprie lacune del foglio, ci sono principalmente due tecniche esecutive, che possiamo adottare per eseguire il cosiddetto "rattoppo".

Tecnicamente le due tipologie di intervento mirano a sagomare una porzione di carta giapponese appropriata e si differenziano perché in un caso si esegue la sagomatura della "toppa" dopo l'applicazione della carta sull'originale, mentre l'altra si esegue precedentemente alla sua adesione; in entrambi i casi si fa aderire la carta giapponese con metilcellulosa applicata a pennello e si perfeziona l'adesione con una stecca d'osso o di teflon.


La buona riuscita di questo tipo di operazioni è dovuta ad una buona conoscenza delle tecniche, ad una buona manualità, ma anche all'esperienza e alla scelta dei materiali da utilizzare di volta in volta. Infatti l'integrazione deve essere utile allo scopo di rinsaldare il foglio, visibile ma integrata all'oggetto.
Se tutte queste accortezze non sono sufficienti a creare un impatto esteticamente accettabile dell'originale si può intervenire con un'integrazione cromatica che è un’operazione di valore puramente estetico e ha lo scopo di uniformare cromaticamente i materiali impiegati per i restauri all’originale.
Il valore estetico non è sempre da sminuire soprattutto quando la carta è supporto di un'opera d'arte, in questi casi infatti, l'elemento estetico acquista un valore aggiunto poiché l'intervento deve mirare anche a salvaguardare la godibilità dell'oggetto, che è la funzione per cui nasce.
 


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