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La serenità del Natale brasiliano e il dramma dei Martiri di Lubecca ottengono il Premio filatelico internazionale d’arte filatelica “S. Gabriele” | ||||||||||||||||
di Danilo Bogoni |
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La gioia della comunità che si ritrova nel giorno della nascita del Salvatore e la testimonianza della fede fino al martirio, richiamati in modo esemplare attraverso i francobolli rispettivamente prodotti lo scorso anno dal Brasile e dalla Germania hanno meritato il Premio internazionale d’arte filatelica “San Gabriele, che per la 37esima volta è stato assegnato il 6 ottobre dalla Fondazione Fioroni di Legnago a quelli che sono stati ritenuti i migliori francobolli a tema sacro prodotti nel mondo lo scorso anno.
A forma di trittico, con i due pannelli laterali racchiudibili, l’emissione del Brasile firmata da Josè Carlos Braga offre la lettura sudamericana di un evento natalizio legato al villaggio di Oberndorf, in Austria, e più ancora a quella che forse è la più celebre melodia natalizia: “Stille Nacht”, che nel 1937 il sacerdote bergamasco Angelo Meli tradusse, aggiungendovi più di qualcosa di suo, in “Astro del ciel”. Ricco di testi e di illustrazioni, solo due delle quali trasformate in francobolli, lo spettacolare foglietto costituisce un compendio perfetto della celeberrima canzone natalizia. Lo fa attraverso il primo dei due francobolli da 4,25 reis sul quale è raffigurata la cappella di Oberndorf costruita tra il 1930 ed il 1936 sui resti della parrocchiale di St. Nikolaus nella quale nel 1818 per la prima volta avevano risuonato le note di “Stille Nacht”, e le tre strofe iniziali della stessa melodia. Il secondo valore, che presenta il medesimo nominale da 4,25 reis, propone, su uno sfondo costituito dal testo scritto e musicato di “Stille Nacht”, il doppio ritratto (giovanile in un caso, più maturo nell’altro) degli autori: il sacerdote Joseph Mohr (1792-1848) che nel 1816 compose i testi di quella che è considerata una “poesia per la pace”, e di Franz Gruber (1787-1863), l’organista che la musicò. I due ritratti sono ripetuti attraverso vetrate e vedute della chiese parrocchiali di San Nikolaus ad Oberndorf e di Arnsdorf. Nella prima, più volte danneggiata dalle inondazioni e altrettante ricostruita, fintando che nel 1906 venne abbattuta, esercitò il suo ministero pastorale il sacerdote Joseph Mohr, nella seconda Franz Gruber fu organista. Le due ante che completano il foglietto-trittico contengono, in caratteri gotici, il testo in lingua originale a sinistra e in portoghese a destra, di “Stille Nach! Heilige Nacht!”, nel corso degli anni tradotto in trecento e più lingue. Il premio - diploma e targhetta in argento raffigurante “L’Annunciazione” plasmata da Enrico Manfrini, lo scultore dei Papi – è stato ritirato dal viceconsole del Brasile, Raul Torres Branco il quale, oltre ad esprimere la sua soddisfazione per l’importante riconoscimento ha affermato che Italia e Brasile sono due Paesi vicini più di quanto si pensi.
Una tesi confermata dal sindaco di Legnago, Graziano Lorenzetti, il quale ha ricordato il grande contributo che gli emigrati italiani hanno dato alla cultura brasiliana e non ha mancato di apprezzare la grafica del francobollo della Germania da 70 centesimi che celebra il martirio di tre sacerdoti e un pastore evangelico – luterano. E che si fa apprezzare per l’essenzialità figurativa e l’immediatezza comunicativa. Di qui la decisione del collegio giudicante composto dai cardinali Angelo Scola, arcivescovo emerito di Milano e Christoph Schönbor, arcivescovo di Vienna; l’arcivescovo emerito di Trento, Luigi Bressan; il creativo Franco Filanci; il giornalista Giorgio Migliavacca; il grafico Luca Vangelli, il presidente dell’Unione mondiale San Gabriele, Wilhelm Remes; Bogdan Michalak e Ján Vallo, presidenti rispettivamente delle associazioni “San Gabriele” di Polonia e Slovacchia, di attribuire alla Germania il Premio internazionale d’arte filatelica per l’innovazione grafica.
Firmato da Christoph Jung il francobollo porta in grande evidenza la scritta “LŰBECKER MÄRTYRER”, Martiri di Lubecca, impressa in rosso che, in corrispondenza della seconda e terza “R” prosegue indicando il sangue che cola così come, sia pure in misura meno vistosa, cola dalla seconda “E” della prima riga e dalla “T” della seconda riga. Sotto, in grigio, i nomi dei quattro martiri. I sacerdoti Johannes Prassek, Eduard Müller ed Hermann Lange e il pastore evangelico-luterano Karl Friedrich Stellbrink, decapitati uno dopo l’altro, il 10 novembre 1943 nel carcere di Holstenglacis, ad Amburgo, in quanto rei di “disfattismo, malizia, favoreggiamento del nemico e ascolto di trasmissioni ostili” nonché di aver prestato soccorso ai perseguitati a qualunque razza appartenessero. Uccisi in “odium fidei”, i quattro martiri “rappresentavano una vera spina nel fianco del regime. Furono giustiziati perché nessuno di essi rinunciò alla propria fede e alla morale cattolica” e beatificati il 25 giugno 2011. La celebrazione ha costituito una sorta di “ecumenismo del sangue”, in quanto non ha mancato di rendere il doveroso omaggio al pastore protestante che nella cattedrale di Lubecca riposa assieme ai tre beati cattolici, sotto una lastra di marmo sulla quale sono incise queste parole: “Fecero fino all’ultimo il loro dovere di preti». In una prigione dei nostri giorni, quella di Bollate, è stato invece realizzato il disegno dell’Angelo annunciante, San Gabriele, utilizzato per la cartolina e per l’annullo ricordo messo in uso il 6 ottobre, in concomitanza con la consegna del riconoscimento, da parte di Poste Italiane che hanno aperto una loro postazione nelle sale della Fondazione Fioroni di Legnago. Quasi a rimarcare la provenienza espiativa, per la realizzazione del dipinto Stefano Piacentini, l’autore dell’opera, ha utilizzato (beninteso preventivamente autorizzato) una porzione di lenzuolo, ormai in disuso, fornito dall’Amministrazione carceraria. Sopra il quale ha steso del gesso frammisto a vinavil. In modo concreto che vuol dimostrare “che anche dalle situazioni spiacevoli possiamo qualcosa di buono”. L’immagine esalta la “sorpresa” dell’evento con l’Angelo Gabriele che apparendo la Madonna, suscita appunto “sorpresa e meraviglia“ e, col dito che indica l’alto, indica la sua provenienza. Chi l’ha mandato. Essenziale l’ambiente, con un solo mobile: “un tavolo con una brocca, che richiama l’acqua (la vite e il suo scorrere), ma anche il vino (il sangue di Cristo) e una canestra con la frutta che a sua volta rimanda alla vita – sottolinea Stefano Piacentini - semplice e contadina piena di speranze, fatiche, gioie e dolori”
Danilo Bogoni
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