>>> i francesi in Italia

>>> Le tariffe

>>> S. P. del Regno Lombardo Veneto

>>> S. P. del Ducato di Modena

>>> S. P. del Ducato di Parma

>>> S. P. dello Stato Pontificio

>>> S. P. delle Romagne

>>> S. P. della Toscana
>>> S. P. del Regno di Sardegna

>>> S. P. del Regno delle due Sicilie

>>> S. P. del Regno d'Italia

>>> Luogotenenza

>>> S. P. della Repubblica Italiana

>>> Posta Transatlantica

>>> Posta Militare

pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori
  spiegone del mio parere

(anche se i benpensanti la pensano altrimenti ed il lettore mi scusi per le mie libertà letterarie)
 
di Giorgio Landmans

Oggi i sistemi di offerta di francobolli e di storia postale si limitano a listini (per lo più meri elenchi dell’ esistenza di serie complete di uno o più paesi) con quotazioni rincorrentesi tra di loro e che quasi sempre riguardano francobolli allo stato di nuovi senza traccia di linguella. Tali listini esaltano di norma la qualità di quanto lì proposto e dimenticano le argomentazioni che se ne potrebbe dare. La supercentratura è entrata nei parametri assoluti, dopo il bombardamento pubblicitario relativo che, pare, abbia contribuito alla credenza di massima possibilità di realizzo futuro. Non più nemmeno “investimento “ ma addirittura grande futura «fortuna» (notate le diverse virgolettatura).
E dov’è andata la possibilità di completare alcune serie, sostituire qualche valore che non piace?
Le vendita all’asta hanno, a mio parere, il merito di lasciare la possibilità di scelta all’amatore che ritrova alcune voci che però principalmente sono solo oggetto di ricerca del collezionista già avanzato e specializzato e che meriterebbero un articolo specifico con qualche consiglio.
Il collezionista principiante o quello dalle modeste possibilità viene abbandonato al destino “postale” e cioè diventa cieco dipendente delle sole nuove emissioni.
Personalmente non ho nulla (o quasi) contro le nuove emissioni giacché ritengo che il valore di una “collezione filatelica” stia in ben altri lidi distanti dagli attuali parametri di investimento et similia.
E mi spiego meglio.
Oggi, e soprattutto oggi, l’ “uomo medio” come vien definito in classifica attuale (povero sottopensante a mio avviso) viene sottoposto a molteplici lavaggi di cervello tendenti a fargli credere di poter ottenere certi e sicuri vantaggi (di conseguenza un maggior prestigio personale, un plus valore alla sua “forma fisica e di conseguenza al suo aspetto”) nonché, sovente, soffiate di illusorie future poderose entrate nel suo portafoglio ....
Bombardamenti pubblicitari ci assediano fino a che non riusciamo a far a meno di credere che tali affermazioni debbono essere assolutamente veritiere e perciò estremamente vantaggiose e naturalmente da attuare il prima possibile.
Sembra che siamo sempre lì, pronti a bere, sempre assetati. Quell’auto è meglio di quell’altra perché ...... desteremo l’invidia di altri .... e così via.
Vi è stato, nel tempo, un ’ondata del genere anche in filatelia. Tutti credevano nel francobollo come “bene-rifugio” idea incentivata, sostenuta e più o meno sbandierata da giornalisti perlopiù foraggiati da personaggi interessati che sovente credevano alle loro stesse parole.
Ora la filatelia subisce una sorta di contraccolpo e diventa una specie di malattia perniciosa. Attenti all’ untore o qualcosa di simile A mio avviso il filatelico perde così il diritto alla parola (è un povero stupido, cosa vuoi che capisca) per cui i veri e reali vantaggi che possono derivare a chi ha la passione del collezionare francobolli vengono bellamente rigettati (nel migliore dei casi non presi in considerazione).
Da qui nasce una mia certa ribellione. Non ho creduto, a suo tempo, nell’investimento filatelico divenendo così il pianta-grane o diavoletto bastian contrario che non sa quel che dice. Non sono diventato nemmeno l’ arricchito a spese di quanti si erano abbeverati più o meno felicemente a tali asserzioni Ora sono giunto alla determinazione di voler dire di non essere stato capito.
A mio avviso la Filatelia (ora adopero la maiuscola) ha alcuni particolari vantaggi per l’appassionato, vantaggi direi unici per la sua personalità. E questi vantaggi sono, a mio avviso, impagabili e a quanto ne so mai messi in luce.
Per crearsi una collezione di francobolli non necessitano grandi e importanti capitali: basta decidere di farsi una sorta di personale piccola e modesta pinacoteca senza voler rincorrere il concetto dell’indispensabilità del cosiddetto «completamento».
Partiamo da un punto di vista diverso. Ogni persona che vive nei ritmi attuali finisce per entrare in una sorta di tensione quotidiana. Bisogna fare questo e poi quest’altro. E poi quest’altro ancora, bisogna possedere quello e poi questo e poi...
Tutto ciò porta tensione e la tensione non è buona compagna. Ne sanno qualcosa molti che finiscono per sognare alla notte i loro stessi pensieri quotidiani e vivere in quell’incubo. L’uomo sta divenendo schiavo di se stesso, schiavo delle sue molte (ed in fondo confuse) idee, schiavo di quella strana necessità di ricordarsi “che tu vali” come dice una pubblicità imperversante ai nostri giorni. A pensarci sembrerebbe impossibile che questa frase riesca a produrre nel tempo tanti insoddisfatti catturati da questo slogan. Sovente le persone d’oggi dimenticano, o non se ne rendono conto, che queste tipologie di pubblicità colpiscono la parte più debole perciò indifesa delle nostre personalità. Non vi è nessuna legge che impedisca ciò anche se molti sanno o sospettano che potrebbero produrre anche gravi danni.
Lo stesso ”stress” quotidiano, il cattivo approccio alla nostra giornata di lavoro, lavoro che darà ad ogni uomo il necessario per mangiare, aver un letto per dormire, un tetto per ripararsi dalla pioggia diventa sovente un qualcosa di secondario di fronte al bisogno (assoluto) di una certa automobile di una certa marca, di una certa cilindrata e così via. Éd è così che il lavoro diventa “stressante” quasi fosse imposto da un cattivo orco che ci sta opprimendo.
Nessuno pensa che siamo schiavi di noi stessi e che molte delle nostre “passioni” ci provengono dalle parole di altri, insoddisfatti anch’essi a loro volta per l’impegno di costruire parole per dar da bere agli altri.
Ne deriva un malessere generale che più influisce sulla nostre “vere” libertà.
L’uomo è un po’ come la scimmia, ma nondimeno tale nasce (sorridi ad un infante e ti risponderà con un sorriso) per cui, io penso, stiamo sempre attenti e sospettosi a quel che fa o che ha il nostro vicino e da qui ne traiamo desiderio di diventare come lui o.... esattamente il contrario (leggi amore-odio o pensala come vuoi).
La nostra giornata ci porta automaticamente ad una tensione che si sviluppa sempre più verso le ore serali. Talvolta, quando vedo sfrecciare le automobili ad una certa ora verso sera,specie in autostrada,cerco di ricacciare il pensare che la gente “corre veloce proprio per andare al più presto a litigare con la propria moglie o con il proprio marito”.
I problemi personali ci portano a creare conflitti con l’esterno forse per poter dire poi che non siamo compresi.
La nostra giornata finisce per agire come cappa di piombo e da qui noi cerchiamo di trovare un po’ di pace interiore magari con l’uscita a cena con amici, l’andare al cinema, ad un concerto, ad un teatro, ad una partita di calcio o, nella idea che non sempre ci possiamo permettere tali ”lussi”, nell’aprire la televisione che ci imbonirà secondo i suoi criteri (ed interessi).
L’uomo d’oggi tende a crearsi delle passioni, ma non sempre tali passioni sono alla portata di tutti. Vorrei avere una raccolta di quadri importante, una libreria imponente, una casa che desti invidia agli altri e così via. E così si giunge al compromesso di collezionare quello che mi propone la tal casa editrice: conchiglie, soprammobili, copie di orologi d’epoca, riproduzioni di quadri celebri, monetine, bambolotti e potrei continuare. E questo dovrebbe essere, a mio avviso, ciò che viene denominato il collezionare?
A mio parere il collezionare dovrebbe essere il raccogliere e “catalogare” qualcosa, studiarci sopra, scoprire altri mondi, vedere e giudicare altri modi di pensare e di essere. Quel qualcosa che ci porterà alla necessità di pensare altrimenti, di organizzare un certo modo di raccogliere, di dare un certo ordine
ai determinati oggetti non il mero infantile piacere di possedere.
Molti soggetti sono al di fuori della portata dell’uomo o, se più vi piace, dell’uomo comune.
Per contro esistono in commercio pacchetti di molti francobolli multicolori ottenibili con modestissimo esborso e che possono divenire il gioco di parecchie sere o di molte ore.
Di certo non mi sono accinto a scrivere qualcosa sui francobolli dopo tanti anni di silenzio. A mio parere vi è qualcosa in più.
Una raccolta di francobolli ha determinate caratteristiche tipiche e forse irripetibili che il filatelico ben conosce. Un francobollo, per essere giudicato collezionabile, deve avere tutti i suoi dentelli, non deve presentare anche piccolissime abrasioni o minuscoli punti di spillo, deve, nel caso di francobolli non dentellati, tutti i suoi quattro bordini bianchi d’inquadramento, deve, nel caso di francobolli nuovi, avere la sua gomma d’origine (la cui verginità ora pare essere divenuta indispensabile), deve avere, nel caso di francobolli annullati, un timbro poco deturpante ma comunque leggibile e così via.
Stando così le cose il collezionista è di conseguenza costretto a esami particolarmente attenti per ogni esemplare in suo possesso prima di poterlo sistemare in un certo contenitore di sua scelta (1).
Attenzione, ci vuole la massima attenzione. E qual’è la conseguenza che deriva (qui volevo arrivare) immettendo la propria attenzione ad un oggetto?
La nostra mente viene sgomberata da ogni altra idea, poniamo la nostra attenzione a quel pezzetto di carta ed ogni altro corso di pensiero viene accantonato automaticamente. Se ne vanno le preoccupazioni, se ne vanno i problemi, se ne vanno le tensioni che tanto sovente ci autoproduciamo in serie deleteria per noi stessi. Resta solo l’attenzione per quel minuscolo pezzetto di carta tanto villanneggiato dal signor P. (mica poi molto signor) scrittore degli anni ‘30.
I nostri problemi ci causano tensioni, tensioni che non sono di certo vantaggiosi giacché la nostra mente vi ci arzigogola sopra e quasi sempre resta senza trovar via d’uscita. Chi colleziona francobolli può comprendermi: i suoi problemi, le sue tensioni vengono rimandati al giorno dopo ed il giorno dopo quasi sempre, a mente fresca (si dice così quando è scomparsa ogni tensione) si riesce a riordinare le idee e a trovare la soluzione più vantaggiosa.
Ci dite poco?
E talvolta succede che durante l’esame di un francobollo l’immagine stessa desta la nostra curiosità. E chi era il tale? E dov’è quel paese? Guarda che strano animale, che cos’è? Così via. Allora vediamo se il catalogo (specie di Bibbia filatelica) ne dice qualcosa. Vorrei saperne di più. Vado a consultare l’Enciclopedia .... Questa è cultura. Gratis, senza sforzi mnemonici.
E non vi piacerebbe che vostro figlio vi chiedesse qualcosa di simile dalle figure viste da un suo francobollo?
Qualcosa di diverso della scuola dove tu devi imparare anche ciò che non desta la tua curiosità (male comune degli insegnanti che poi di conseguenza si lamentano della cattiva condotta dei loro allievi...).
Non so se le mie parole possano servire a convincere qualcuno. Se questo dovesse avvenire però preparati alle lamentele di chi vive con te che vorrà avere il piacere di lamentarsi del tuo hobby.

Giorgio Landmans
4 ott.2007

(1) tempo addietro, quando ancora gestivo il negozio di Bologna mi si presentò un
ragazzino mostrandomi un quaderno di scuola sul quale aveva applicato i suoi beni filatelici.
Erano in ordine di colore: una pagina di valori rossi, un’altra di valori blu e così via.Non
ebbi l’ardire di metterlo sull’avviso che gli altri collezionavano in moodo differente: questo
era il suo prodotto inteso come suo punto di vista, insomma il suo piacere. Perché dargli
torto?

pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori