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GIOCAVO CON I FRANCOBOLLI | ||||||||||||||||||||||||||||
di Gianni V. Settimo | ||||||||||||||||||||||||||||
Premetto che sono nato nel 1929 e da più di settantadue anni colleziono francobolli e presumo (con modestia) di essere, forse, un filatelista. Non mi ritengo un esperto: credo fermamente che nessuno lo sia e che tutti abbiano, io più degli altri, molto da imparare. Ho iniziato, quando frequentavo la prima elementare, grazie anche a mia madre, che mi aveva (quando avevo cinque anni), insegnato a leggere e a scrivere l’italiano e il piemontese. Con i francobolli mi sono sempre divertito e anche se ora la vista non è più quella giovanile, continuo a fare scoperte curiose. Ho appreso, per esempio, che tra gli appassionati ai francobolli sono reperibili tre tipi di individui: nel primo posto (quello più numeroso) esiste “il credulone” alias quello che raccoglie; nel secondo troviamo (abbastanza presente) “ il volpino” cioè il filatelico; nel terzo sopravvive (la minoranza) “il collezionista” ossia il filatelista. Da alcuni anni, anche se anziano, mi dedico ad un gioco nuovo. Quando mi trovo in qualche città del nord (ormai mi muovo poco), visito i commercianti locali facendo loro presente: “Gradirei acquistare un foglio dell’espresso Perugina”. A questa semplice domanda cambiano espressione e mi guardano in modo strano e all’improvviso divento telepatico. Percepisco il loro pensiero: “Questo è matto”, e s’affrettano ad aggiungere “Non è facile trovarlo”. Allora chiedo se possono fornirmi un foglio del Gronchi rosa. “Oh, sì, ma non l’ho in negozio, se crede può passare domani”. Rispondo che non posso perché sono solo di passaggio. Finito il gioco! Facciamo un passo indietro. Italia regno fine 1924 Non si conoscono le date
precise. Repubblica italiana 6 aprile 1961 Il Ministero delle PTT pose in liquidazione tramite un’offerta in asta le scorte dei francobolli, fuori corso, emessi dall’Italia negli anni precedenti. Tra i tanti era presente il blocco numero 147 (non esitato) composto dai pubblicitari seguenti:
A suo tempo, probabilmente, i negozianti ebbero modo di rifornirsi. Lo strano risultato dell’asta crea dei dubbi sull’incenerimento.
Dopo lo scherzo del primo gennaio 2006
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