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ANTEPRIMA

Nel 1848 la maggior parte dell'Europa era attraversata da diversi moti rivoluzionari ed il popolo magiaro, approfittando dell'instabilità che regnava nel paese, tentò, a sua volta, di ottenere l’indipendenza, dalle autorità austriache.

Gli ungheresi desideravano, soprattutto, che la loro lingua, le leggi e le tradizioni avessero la preponderanza nazionale sulle minoranze croate, slovacche e rumene.
Nel luglio 1848, il governo imperiale inviò un forte esercito di 40.000 uomini al comando del “bano”, governatore militare della Croazia, il conte Josip Jelacic (1801-1859).
Questo fanatico colonnello antimagiaro detto “Illiryan”, l’undici settembre attraversò la Drava ed invase l'Ungheria.

Dichiarò la legge marziale e soffocò la sollevazione popolare nel sangue. Guidato dal leggendario generale, d’origine polacca, Jozseph Bem (Tarnów 1794 - Aleppo 1850), l'esercito degli indipendentisti, fu sconfitto e il valoroso condottiero dovette rifugiarsi in Turchia, ove si convertì all'Islam e assunse il nome di Amurat Pascià.
Lajos (Luigi) Kossuth, ministro delle finanze, presidente-governatore e poi reggente dell’Ungheria, aveva partecipato attivamente alla rivoluzione. Libertario e federalista, molto amato dal popolo (che lo aveva definito il “Mosè magiaro”), dovette riparare in esilio. Amareggiato e deluso dai francesi, si trasferì prima in Turchia, poi in Inghilterra, quindi negli USA e infine a Torino, ove morì il 20 marzo 1894.


IL FRANCOBOLLO

Un fatto storico dell’epoca ci interessa particolarmente.
Mór Than (Óbecse 1828 – Trieste 1899), un giovane ufficiale della “Honvédség” (forza per la difesa nazionale), il 3 luglio 1848 presentò, al dirigente del movimento nazionale d’indipendenza, un suo disegno o modello riguardante l'emissione del primo francobollo della repubblica.
Il soggetto proposto dal ventenne patriota (era un valente pittore) è visibile nel foglietto emesso dall’Ungheria nel 1979, Yvert n.142.
Il progetto rappresentava lo stemma ungherese sormontato dalla corona di Santo Stefano. Spighe di grano ornavano i pannelli laterali e in semi cerchio, la legenda “MAGYAR ÀLL ADAL MI POSTA” ed il valore facciale "EGI CRAJCZAR " ossia 1 kraicar.

I saggi furono stampati dalla Magyar Kereskedelmi Bank, di Budapest.
La repubblica d’Ungheria (Magyarország) avrebbe potuto possedere, due anni prima, un’emissione di valori postali mentre l'Austria, sua potenza tutelare, non ne disponeva ancora.
Putroppo il movimento autonomista fu schiacciato ed il primo francobollo ungherese, il “vágyálom” (= sogno) non visse neppure un giorno.
I magiari sottomessi utilizzarono, dal 1850, i francobolli ed i sigilli austriaci, imposti in tutto l'impero asburgico e, naturalmente, formulati in kreuzer.

Fu solamente dal primo maggio 1871 che il regno d’Ungheria (Magyar kir.) ottenne diritto di emettere ufficialmente i suoi francobolli, ossia i “bélyeg”.

Terminiamo queste note riguardanti un periodo molto travagliato della nazione magiara presentando tre prove, di non emessi, praticamente sconosciute alla maggior parte dei collezionisti d’Ungheria.