Lo scorso mese abbiamo presentato: LA TARIFFAZIONE DEL 1806
ED I BOLLI D’ENTRATA NELL’IMPERO FRANCESE utilizzati per identificare la provenienza delle lettere spedite dagli Stati italiani verso l’impero francese. Questi timbri erano la conseguenza concreta della nuova tariffa stabilita col decreto imperiale 19 settembre 1806: si poteva oramai essere sicuri della loro giusta tassazione nonché del loro ritorno in caso d’impossibile recapito.
Già, il 17 marzo 1803, era stata firmata una convenzione tra Parigi e Milano che permetteva di spedire corrispondenze fra i due Stati, Repubblica poi Impero francese e Repubblica poi Regno d’Italia, integralmente in porto assegnato o pagato fino a destinazione:
Per quanto riguarda la regolazione dei conti fra le due amministrazione, si utilizzava nel senso Francia > Italia un timbro indicante il raggio tariffario secondo la distanza percorsa sul territorio francese prima di arrivare al confine (L.R.1 a L.R.4) e nel senso Italia > Francia si precisava solo se le lettere fossero state impostate nella Repubblica poi Regno d’Italia (MILANO / L.I.) o se ci fossero transitate (L.T./MILANO).
Due giorni dopo la promulgazione della convenzione, la fabbricazione dei timbri L.R.1, 2, 3 e 4 fu decisa subito con la deliberazione del “Conseil des postes” in data 16 fiorile anno XI [6 maggio 1803]:
[Archives Nationales, F90/20033]
Lettera scritta a Torino ed indirizzata in porto assegnato a Milano che raggiunge il 21 novembre 1803: troviamo, in alto e a sinistra della soprascritta, il timbro indicante la provenienza dal 1° raggio di distanza francese L.R.1. Il destinatario deve pagare una tassa postale di 10 soldi.
Per quanto riguarda i timbri d’entrata, diciamolo subito, la deliberazione del Conseil des Postes ci ha piuttosto deluso: niente dettaglio, come nella deliberazione del 1806 per i timbri che permettono d’identificare le lettere da Roma, Napoli, ecc. ma soltanto la data dell’ordine di fabbricazione! Il testo recita: “L’Amministrazione ordina la fabbricazione di timbri per gli uffici dai quali entrano le corrispondenze di Germania, Olanda ed Italia, conformemente alla tabelle che sarà comunicata all’ufficio dei pezzi e magazzini”. Ma questa tabella, sicuramente l’elenco degli uffici di scambio postale, non è stata conservata e non ci è pervenuta…
[Archives nationales, 25 mars 1808]
Sono conosciuti e catalogati:
RAUME D’ITALIE / PAR / …
VERCEIL, TURIN, VOGHÈRE, GÊNES, PLAISANCE e PARME
[Carte de l’Empire français, J.B Poirson, 1811]
I cinque primi uffici erano in corrispondenza diretta con Milano, l’ultimo con Reggio.
Lettera scritta dal commissario delle guerre Barss a Pavia (1) il giorno 9 aprile 1810: instradata verso Milano (2) che appose il suo timbro L.I. (lettera italiana), è poi consegnata all’ufficio francese di scambio di Vercelli (3) che appose il timbro d’entrata idoneo. In arrivo a Casale (4), il destinatario deve una tassa di 5 décimes: 3 décimes della tariffa della convenzione per un entrata da Vercelli + 2 décimes per la distanza fino a Casale.
Illustrazioni:
Collezione dell’autore.
Laurent Veglio
12-04-2022 |