Claude Monicault non è un personaggio sconosciuto per i collezionisti ed i cultori di storia postale italiana dell’epoca rivoluzionaria ed imperiale: la letteratura storico-postale, da E. Ohnmeiss a P. Vollmeier e P. Giribone, ha sempre sottolineato il suo ruolo nell'organizzazione delle strutture postali istituite nei cosiddetti “départements réunis”.
Finora non era mai stato possibile conoscere in modo certo il suo percorso personale e professionale. Uno studio [1], direcente pubblicato in Francia nel 2020-21, ci permette di scoprire nuove fonti d’archivio: siamo lieti, oggi, di condividere con i lettori di Il Postalista queste informazioni che ci permettono di precisare la sua biografia. Si tratta di un incartamento conservato presso le Archives Nationales de France, sotto la referenza LH/1905/65: i vari documenti compongono una pratica destinata a richiedere al re Luigi XVIII, nell’autunno 1816, il diritto di portare il titolo di Cavaliere, nonché di sfoggiare uno stemma nobiliare.
Fra i vari documenti esibiti dal Monicault, per noi il più interessante è quello dove ricostruisce la sua carriera professionale (v. immagine precedente) perchè ci permette di seguirne il suo percorso…
La tempesta rivoluzionaria…
Claude Monicault, nato il giorno 5 novembre 1767, era il figlio di Jean Louis Monicault: avvocato presso il Parlamento [2] di Grenoble (fig.2), Jean assumeva anche la funzione di Direttore della posta lettere di Valence, città delle provincia del Dauphiné e porto sul fiume Rodano. Il 1° dicembre 1786, Claude diventò Primo commesso nell’ufficio di suo padre per poi succedergli nel 1791.
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Fig. 2 – Il palazzo del Parlamento degli stati del Dauphiné a Grenoble. |
Ma già la Francia era stata trascinata nella tormenta rivoluzionaria: il 10 agosto 1792, il re Luigi XVI era stato arrestato con la sua famiglia ed il giorno 22 settembre fu proclamata la Repubblica.
I sostenitori della monarchia furono soggetti a misure repressive, con Robespierre al potere, nell’estate 1793 iniziò il periodo del “Terrore” (settembre 1793 – luglio 1794) ed i tribunali rivoluzionari (Fig. 3) condannarono migliaia di persone…
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Fig. 3 – Giudici ed assessori di un tribunale rivoluzionario. |
Servitore della monarchia, la famiglia Monicault, pur essendo parte della borghesia giudiziaria e non della nobiltà, dovette affrontare anch’essa la tempesta: padre e madre furono incarcerati ed il nostro Claude fu costretto all’esilio per salvarsi. Quando tornò in Francia, dopo il Terrore, riuscì a fare liberare i suoi parenti che poi furono reintegrati nell’Amministrazione postale.
Missioni di prima importanza!
Il 20 nevoso anno IX [9 gennaio 1797], Claude Monicault fu nominato Ispettore-generale delle Poste francesi civili e militari in Italia (Inspecteur-général des Postes françaises civiles et militaires en Italie): una mansione prestigiosa ma, soprattutto, strategica per l'Amministrazione postale francese che doveva organizzare l’inoltro della posta delle sue armate in Italia attraverso le Alpi (Fig. 4), nonché preparare l'organizzazione dei territori che avrebbero integrato i dipartimenti francesi.
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Fig.4 – Lettera [3] scritta da Claude Monicault, il 13 luglio 1801, a Milano. |
All'interno della lettera di figura 4, si può leggere: "Dans 5 ou 6 jours je serai à Gênes, et avant de partir j’établirai d’ici à cette ville un courrier de deux jours l’un qui coïncidera parfaitement avec l’arrivée de celui de France, de sorte que les lettres partant de Lyon le 2 arriveront ici le 6, repartiront le même jour à midy (sic) pour Gênes où l’on pourra donc les recevoir le 7 au soi".
“fra 5 o 6 giorni sarò a Genova, e prima di partire stabilirò fra qui e questa città un corriere che partirà ogni due giorni dopo l’arrivo del corriere dalla Francia. Le lettere che lasceranno Lione il 2 del mese arriveranno a Milano il giorno 6, poi proseguiranno fino a Genova dove saranno ricevute la sera del 7”.
La sua prima missione fu di soprintendere la riapertura dell’ufficio postale di Francia a Roma nel 1798… ma gli avvenimenti politici e bellici ne permisero il normale funzionamento soltanto dal 1801 (fig.5).
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Fig.5 – Lettera in porto assegnato affidata alla posta di Francia di Roma, nell’inverno 1801, e inoltrata dal corriere francese fino ad Aix-en-Provence. Per questa prima parte del tragitto, il destinatario doveva pagare 7 décimes, a cui si aggiungevano 2 décimes per il porto fra Aix e Marsiglia. Si noterà che la tariffa postale, da e per l’estero, è sempre quella stabilita dal tariffario del 1759, ma la tassa è oramai scritta in décimes invece degli antichi “sous” (9 décimes = 18 sous). |
Nel 1801, fu incaricato dell’organizzazione della “Poste aux Armées” durante la seconda campagna d’Italia di Bonaparte, poi nel 1801-1802 dell’integrazione postale del Piemonte alla Francia (fig.6), nonché della negoziazione di vari accordi postali con Genova, Parma e Milano!
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Fig.6 – Estratto dei decreti [4] di creazione della posta dipartimentale francese
nel Piemonte: il riferimento a Monicault è nel § 2. |
All’inizio del 1803, l’Amministrazione generale delle Poste di Parigi lo destinò a Napoli per soprintendere il servizio postale del Corpo d’osservazione francese… Una serie di missioni riuscite che gli procurarono una bella promozione: alla fine del 1803 fu nominato Direttore dell’ufficio delle poste di Lione, una delle principali città di Francia (fig.7).
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Fig. 7 – Lione, alla confluenza dei fiumi Rodano e Saône (stampa del 700) |
Non dovete però pensare che la sua carriera italiana sia finita a Lione: nel 1805, Napoleone decise di annettere la Repubblica della Liguria alla Francia. La missione politica fu affidata al ministro plenipotenziario di Francia a Genova, Saliceti, e il ministero delle Finanze parigino vi destinò proprio… Monicault perchè vi organizzasse il servizio postale sul modello francese!
giovedì 25 febbraio 2021
Note:
1. “L’intégration des départements réunis du Piémont à la France révolutionnaire”, studio in due parti pubblicato in Documents philatéliques, la rivista dell’Accademie francese di filatelia, n° 246 (ottobre 2020) e n° 247 (gennaio 2021).
2. Nella Francia d’Ancien Régime, i parlamenti provinciali erano corti di giustizia ed erano anche incaricati di registrare i regi decreti per renderli applicabili nelle provincie del Regno.
3. Documenti postali presentati in quest’articolo: collezione dell’autore.
4. Raccolta di leggi, decreti, proclami, manifesti (…), volume V, pagine 257 e segg.
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