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la filatelia

le domande dei lettori

 

meglio un commemorativo isolato o con altri valori ?

Pongo un quesito di natura commerciale rivolto a meglio interpretare le varie descrizioni e prezzi che si leggono sui cataloghi dei venditori e delle case d'asta, riguarda il valore dei francobolli su busta (o delle buste affrancate?) e più precisamente:
- c'e' differenza di valore fra una busta affrancata con un commemorativo isolato (periodo ruota) ed una busta affrancata - in perfetta tariffa- con lo stesso valore accompagnato da altro/i valori?
 
cerco di spiegarmi con un esempio
 
1950 - radiodiffusione 55 lire (sass.624)
- isolato su lettera raccomandata chiusa corrispondenza sindaci
- accompagnato da 10 l democratica ( tot. 65 lire)su lettera raccomandata normale
 
ora nel primo caso quel documento postale puo' avere un maggior valore trattandosi di corrispondenza fra sindaci piu' rara della corrispondenza normale ma il valore del 55 lire e' il medesimo nei due casi o cambia?
e se ad accompagnare il 55 lire, invece del 10 lire democratica ci fossero due 5 lire della serie "tabacco" il valore di questi ultimi andrebbero sommati al valore del 55 lire?

Emilio Mancini

 

Alla domanda : c'è differenza di valore fra una busta affrancata con un commemortativo isolato (periodo ruota) (o di qualsiasi periodo - aggiunta di chi risponde) ed una busta affrancata in perfetta tariffa con lo stesso valore accompagnato da altri francobolli?

Rispondo: Si. Bisogna però distinguere.

In primo luogo è necessario stabilire se per  "valore" di un oggetto filatelico si intende esclusivamente un ammontare in numerario (denaro) o, per es, se l'oggetto contiene un significato documentario, storico o altro ancora di difficilmente quantificabile valore economico. Dato che supponiamo che nei casi più terreni come quello attuale si intenda semplicemente un "valore economico" e che nella maggior parte dei casi ogni desiderio di possesso si traduce sempre in denaro, la risposta è comunque "si", essendo tutti noi coscienti che, nel caso di un qualsiasi altro tipo di valore, qualsiasi "valore corrispondente" potrebbe andar bene, poichè dipende dall'ofelimità tra la domanda e l'offerta. Purtroppo o per fortuna, come in qualsiasi altra arte o mestiere, anche in filatelia e in storia postale il "valore economico" dipende dall'interesse e dal desiderio di possesso che ciascuno ha per questo o quell'oggetto e da quanto, in denaro o altro, è disposto a sacrificare pur di averlo. In questa ottica, ricordando che la filatelia rimane ancora oggi un'arte ed una passione libera, ciascun collezionsita è sovrano nelle proprie decisioni e può stabilire "da solo ed in proprio" quanto l'oggetto "vale" e, in barba ai commercianti, ad ogni altro  venditore e perfino ai cataloghi, decidere quanto può o vuole spendere.

Stabilito quindi che ogni oggetto del desiderio filatelico si può tradurre (quasi) sempre in moneta corrente e che il valore economico è un ammontare in denaro normalmente equilibrato tra rarità e presenza sul mercato, dobbiamo rispondere alla domanda nel senso più generale possibile e non nel caso in cui quel particolare oggetto, in qualsiasi forma si presenti, è particolarmente desiderato e non contenga altri significati reconditi, probabilmente diversi per ciascuno di noi.

Secondo le nostre conoscenze e gli insegnameti ricevuti da molti autorevoli collezionisti del passato (il futuro potrebbe esser diverso), poiché ogni francobollo nasce per servire e quasi sempre viene prodotto per coprire esattamente una tariffa postale, l'uso isolato su corrispondenza viaggiata assume sempre un'importanza ed un valore venale maggiore di qualsiasi altro uso spurio o misto con altri francobolli. Anche se esistono esemplari pensati, preparati e prodotti per una tariffa ma nati quando ormai la tariffa era già stata superata dall'inflazione o da altre evenienze, a nostro parere e salvo insolite eccezioni (vedi per esempio quando utilizzato in compagnia di un francobollo molto raro), l'uso isolato è sempre dominante su qualsiasi altro.

Nel caso in cui, non molti in verità, il francobollo non sia mai stato utilizzato da solo correttamente (per esempio isolato ma in eccesso di tariffa), l'interesse ed il valore economico maggiore è assunto in genere dall'uso postale nella data più vicina all'emissione quando assolto col minor numero di francobolli (sopratutto ordinari definitivi) che gli sono stati affiancati per raggiungere una qualsiasi giusta tariffa.

Aggiungiamo inoltre che al nostro personale modo di collezionare risulta difficile poter giustificare su una busta la presenza di uno o più francobolli diversi da quello che è l'oggetto delle nostre attenzioni quando si conosce o è possibile trovare, per esprimersi identicamente, un'altro oggetto postale che non contiene compagni di viaggio indesiderati. In altre parole, e salve sempre le eccezioni (rarità notevole, introvabilità o altro), una busta contenente il francobollo che ci interessa insieme ad altri francobolli che non hanno alcuna attinenza col racconto filatelico, per la nostra collezione risulta di scarto, di ripiego, di poco o di minor interesse e quindi, genericamente, di minor valore venale.     
Quindi ed in conclusione, al di la dei cataloghi, dei commercianti e dei filatelisti più avanzati che stabiliscono oculatamente (per le richieste ricevute, per le loro conoscenze o per le manovre occulte di mercato) il valore venale degli oggetti filatelici e, salvo il principio generale che vuole gli usi isolati in tariffa preferiti nelle collezioni dedicate ad un francobollo, ad una emissione o ad un periodo tariffario, ciascun collezionista può stabilire da solo se accettare o rifiutare un prezzo. La decisione dipende dai suoi personali interessi, dall'orientamento e dal taglio della sua collezione e dalle sue conoscenze filateliche.........

Giovanni Riggi di Numana


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