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Salerno e le sue rarità |
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di Aniello Veneri da L'Occhio di Arecchi (gennaio 2009) |
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Il 100 l. della Democratica, la prima serie del dopoguerra, realizzata per “rompere” con il vecchio regime, è sicuramente uno dei francobolli più affascinanti e studiati dell’intero scenario filatelico italiano del periodo repubblicano. La ragione di ciò la si ritrova in argomentazioni tecniche, ovvero tutti quei particolari che contribuisco a definire un francobollo come la dentellatura, la carta, le posizioni di filigrana, ed al suo utilizzo protratto nel tempo, dal luglio 1946 a tutto il 1952. In questi anni si sono succedute e alternate diverse tirature differenziabili per i diversi aspetti tecnici prima menzionati, distribuite sul territorio italiano in maniera del tutto casuale. Ricordo agli amici lettori che per gli operai del Poligrafico, sito in Piazza Verdi a Roma, utilizzare un perforatore piuttosto che un altro o una carta piuttosto che un’altra, erano aspetti del tutto normali di un lavoro molto accurato destinato alla produzione di carte valori postali; i collezionisti filatelici solo in tempi recenti hanno attribuito a questi particolari un’importanza notevole. La dentellatura invece indica semplicemente quanti forellini ci sono in 2 cm di larghezza, o altezza del francobollo. Pertanto in modo semplicistico possiamo dire che la dentellatura 13 ¼ sul lato orizzontale indica che ci sono 13 forellini e un quarto, mentre ce ne sono 14 su 2 cm del lato verticale. Si tratta di una tiratura molto rara per l’infrequenza del perforatore 13 ¼ sul lato orizzontale, molto più comune invece la dentellatura 14 x 13 ¼. La ragione di ciò risiede probabilmente nella limitata lunghezza del perforatore con passo 13 ¼ che rendeva difficile perforare il lato orizzontale del foglio intero, doppio rispetto a quello verticale. Molto più interessante è questa lettera da Eboli per Salerno inviata raccomandata espresso in data 9.9.1950
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