Il 7 dicembre 1945 il Comando Alleato della città di Trento, su richiesta
della Società Filatelica Trentina e del Comitato Diocesano per la Celebrazione
del IV Centenario del Concilio di Trento, rilasciò una dichiarazione per
l'emissione di una serie di francobolli per la commemorazione di tale
ricorrenza.
II 12 dicembre dello stesso anno però l'autorizzazione fu revocata.
In tale periodo non venne allestita (né tantomeno si prepararono prove di
stampa) e quindi non emessa alcuna serie per tale celebrazione.
Dopo alcuni mesi, “iniziativa privata” vennero soprastampati alcuni valori
della serie ordinaria, espressi e posta aerea allora in corso. Tali valori
sono quelli della serie detta “Democratica”, francobolli emessi in data I°
ottobre 1945 e recanti i numeri Yvert. 481 - 482 - 484 - 486 - 487 - 488 - 469
- 490 - 491 - 493 . 517 ¬519 Es. 20-21.
Le soprastampe sono state apposte in due colori nero o rosso in modo da dare
il risalto maggiore alle stesse, secondo i colori di fondo; assieme alle
scritte che ora esamineremo è stato aggiunto in soprastampa un valore pari a
quello facciale del francobollo in modo da raddoppiarlo. In tal modo appare
chiaramente il carattere speculativo di tale emissione privata. Questa serie
non ebbe mai validità postale, e quindi non venne mai venduta negli uffici
delle poste, i valori usati vengono considerati come annullati di favore.
La tiratura venne definita di 500 serie complete, ma non si nega che sia stata
molto maggiore date le numerose serie in circolazione.
La soprastampa reca in' sette righe la scritta “IV CENTENARIO DEL CONCILIO DI
TRENTO 1545-1945” ed un elemento composito così ottenuto: una colonna nodata
sormontata dall'aquila, stemma della città sede del Concilio.
La colonna nodata è un elemento architettonico caratteristico, risalente al
due - trecento, epoca di costruzione del duomo di San Vigilio (Vaticano Yv.
128).
E’ una delle due colonne che sostengono un arco della porta di uscita del
Duomo suddetto e precisamente la porta verso est cioè verso via Garibaldi. La
colonna di sinistra è piuttosto comune in quanto frequentemente si ritrova in
Chiese del Veneto di quell'epoca, costituita da un'esile colonnina avente come
base un leone (vedi San Zeno - Verona). Quella di destra invece è molto
interessante in quanto molto snella nell'aspetto ed ottenuta dall'apparente
intersecarsi di quattro colonne sino a formare un nodo piano composto visibile
da tutti e quattro i lati. La base anch'essa molto leggiadra è costituita da
un corpo ottagonale appoggiato alla parete dell'edificio religioso, sormontata
da piccole cariatidi reggenti il complesso, anch'esse una per lato. Un
elegante capitello di tipo corinzio termina la graziosa architettura e dà
inizio all'arco a centro pieno del complesso ricoprente l'ingresso che nel
gergo artistico chiamano “protiro”.
Tutti questi particolari sono visibili nella soprastampa del francobollo però
con l'au¬silio di una buona lente.
Ai finestroni laterali di stile lombardesco del Duomo, che danno sulla stessa
via, troviamo motivi analoghi composti però da due colonnine intersecantesi a
nodo piano semplice.
Per l'aquila di Trento ci riesce impossibile reperire da dove sia stata tratta
in quanto il motivo è troppo piccolo e forse è sorto solo dalla fantasia
dell'autore.
L'aquila (Italia Yv. 771) nella mitologia era l'uccello sacro a Giove e
simboleggiava la forza e la potenza, essa è una delle più frequenti figure che
appaiono in araldica, come simbolo della potenza e della vittoria,
rappresentata con le ali spiegate in atto di attacco, con la testa voltata
verso il fianco destro dello scudo, col rostro incurvato, con la lingua
sporgente e le zampe e gli artigli aperti.
L'aquila fu simbolo cristiano della Resurrezione e simbolo di intrepidezza e
coraggio (Svizzera Yv. 660 D).
In araldica, la sua figura negli stemmi è di origine romana. Da Roma infatti
l'aquila passò alla cavalleria del medioevo e Carlo Magno la riadattò come
simbolo del Sacro Romano Impero.
Questa infatti è l'origine dello stemma della nostra cara città di Trento, che
quest'anno ospita un'imponente Mostra filatelica religiosa.
Addenda:
L’unico documento filatelico dell’epoca (a parte la serie del Vaticano) fu una
cartolina stampata dalla Società Filatelica Trentina che celebrava in data 13
dicembre 1945 l’apertura del Concilio di Trento nel suo IV Centenario e che fu
annullata con il timbro ordinario di Trento n. 1 – S. Marco – apposto in rosso
anziché in nero.
Vi fu aggiunto un timbro in gomma celebrativo e venne numerata: Quella
riprodotta reca il numero 189. V’è riportata un frase celebrativa di A.
Galante per esaltare il ruolo del Concilio come “grande monumento legislativo
della Chiesa”.
La cartolina all’epoca mi venne regalata dal cav. Eraldo Pollice, fondatore
del movimento S. Gabriele in Italia (ricordato in un annullo speciale della
Associazione Filatelica Scaligera di Verona in data 24 ottobre 2003). Egli fu
socio proprio della Società Filatelica Trentina dalla quale venne poi
addirittura espulso solo per essersi affiliato alla Sezione San Gabriele con
Sede in Trento e quindi potenzialmente concorrente della Società che ne
rivendicava l’incompatibilità.
Furono anni di battaglie aspre ma appassionanti in cui ciascuno esprimeva
meglio di se’ senza infingimenti e ipocrisie.
Per la Chiusura del Concilio fu organizzata presso la Sala del Consiglio
Provinciale di Trento una importante Mostra Internazionale di Filatelia
Religiosa che non fu ricordata da alcun annullo speciale, in quanto era
l’epoca del Ministro Spallino. In via di supplenza, con l’amico Bogoni, oggi
Presidente dell’USFI, ci spedimmo due buste con l’annullo in gomma che
pervennero regolarmente come attestato dall’annullo postale che all’epoca si
apponeva anche in arrivo!
Venezia, 20 ottobre 2010.
Umberto Bocus
|