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una "soprastampa discussa"

di Umberto Bocus
(da l’Informatore Filatelico per il tema religioso – Venezia - Luglio – agosto 1963)

Il 7 dicembre 1945 il Comando Alleato della città di Trento, su richiesta della Società Filatelica Trentina e del Comitato Diocesano per la Celebrazione del IV Centenario del Concilio di Trento, rilasciò una dichiarazione per l'emissione di una serie di francobolli per la commemorazione di tale ricorrenza.
II 12 dicembre dello stesso anno però l'autorizzazione fu revocata.
In tale periodo non venne allestita (né tantomeno si prepararono prove di stampa) e quindi non emessa alcuna serie per tale celebrazione.
Dopo alcuni mesi, “iniziativa privata” vennero soprastampati alcuni valori della serie ordinaria, espressi e posta aerea allora in corso. Tali valori sono quelli della serie detta “Democratica”, francobolli emessi in data I° ottobre 1945 e recanti i numeri Yvert. 481 - 482 - 484 - 486 - 487 - 488 - 469 - 490 - 491 - 493 . 517 ¬519 Es. 20-21.


Le soprastampe sono state apposte in due colori nero o rosso in modo da dare il risalto maggiore alle stesse, secondo i colori di fondo; assieme alle scritte che ora esamineremo è stato aggiunto in soprastampa un valore pari a quello facciale del francobollo in modo da raddoppiarlo. In tal modo appare chiaramente il carattere speculativo di tale emissione privata. Questa serie non ebbe mai validità postale, e quindi non venne mai venduta negli uffici delle poste, i valori usati vengono considerati come annullati di favore.
La tiratura venne definita di 500 serie complete, ma non si nega che sia stata molto maggiore date le numerose serie in circolazione.
La soprastampa reca in' sette righe la scritta “IV CENTENARIO DEL CONCILIO DI TRENTO 1545-1945” ed un elemento composito così ottenuto: una colonna nodata sormontata dall'aquila, stemma della città sede del Concilio.
La colonna nodata è un elemento architettonico caratteristico, risalente al due - trecento, epoca di costruzione del duomo di San Vigilio (Vaticano Yv. 128).


E’ una delle due colonne che sostengono un arco della porta di uscita del Duomo suddetto e precisamente la porta verso est cioè verso via Garibaldi. La colonna di sinistra è piuttosto comune in quanto frequentemente si ritrova in Chiese del Veneto di quell'epoca, costituita da un'esile colonnina avente come base un leone (vedi San Zeno - Verona). Quella di destra invece è molto interessante in quanto molto snella nell'aspetto ed ottenuta dall'apparente intersecarsi di quattro colonne sino a formare un nodo piano composto visibile da tutti e quattro i lati. La base anch'essa molto leggiadra è costituita da un corpo ottagonale appoggiato alla parete dell'edificio religioso, sormontata da piccole cariatidi reggenti il complesso, anch'esse una per lato. Un elegante capitello di tipo corinzio termina la graziosa architettura e dà inizio all'arco a centro pieno del complesso ricoprente l'ingresso che nel gergo artistico chiamano “protiro”.
Tutti questi particolari sono visibili nella soprastampa del francobollo però con l'au¬silio di una buona lente.
Ai finestroni laterali di stile lombardesco del Duomo, che danno sulla stessa via, troviamo motivi analoghi composti però da due colonnine intersecantesi a nodo piano semplice.

Per l'aquila di Trento ci riesce impossibile reperire da dove sia stata tratta in quanto il motivo è troppo piccolo e forse è sorto solo dalla fantasia dell'autore.



L'aquila (Italia Yv. 771) nella mitologia era l'uccello sacro a Giove e simboleggiava la forza e la potenza, essa è una delle più frequenti figure che appaiono in araldica, come simbolo della potenza e della vittoria, rappresentata con le ali spiegate in atto di attacco, con la testa voltata verso il fianco destro dello scudo, col rostro incurvato, con la lingua sporgente e le zampe e gli artigli aperti.

L'aquila fu simbolo cristiano della Resurrezione e simbolo di intrepidezza e coraggio (Svizzera Yv. 660 D).

In araldica, la sua figura negli stemmi è di origine romana. Da Roma infatti l'aquila passò alla cavalleria del medioevo e Carlo Magno la riadattò come simbolo del Sacro Romano Impero.
Questa infatti è l'origine dello stemma della nostra cara città di Trento, che quest'anno ospita un'imponente Mostra filatelica religiosa.

Addenda:


L’unico documento filatelico dell’epoca (a parte la serie del Vaticano) fu una cartolina stampata dalla Società Filatelica Trentina che celebrava in data 13 dicembre 1945 l’apertura del Concilio di Trento nel suo IV Centenario e che fu annullata con il timbro ordinario di Trento n. 1 – S. Marco – apposto in rosso anziché in nero.
Vi fu aggiunto un timbro in gomma celebrativo e venne numerata: Quella riprodotta reca il numero 189. V’è riportata un frase celebrativa di A. Galante per esaltare il ruolo del Concilio come “grande monumento legislativo della Chiesa”.


La cartolina all’epoca mi venne regalata dal cav. Eraldo Pollice, fondatore del movimento S. Gabriele in Italia (ricordato in un annullo speciale della Associazione Filatelica Scaligera di Verona in data 24 ottobre 2003). Egli fu socio proprio della Società Filatelica Trentina dalla quale venne poi addirittura espulso solo per essersi affiliato alla Sezione San Gabriele con Sede in Trento e quindi potenzialmente concorrente della Società che ne rivendicava l’incompatibilità.

 


Furono anni di battaglie aspre ma appassionanti in cui ciascuno esprimeva meglio di se’ senza infingimenti e ipocrisie.
Per la Chiusura del Concilio fu organizzata presso la Sala del Consiglio Provinciale di Trento una importante Mostra Internazionale di Filatelia Religiosa che non fu ricordata da alcun annullo speciale, in quanto era l’epoca del Ministro Spallino. In via di supplenza, con l’amico Bogoni, oggi Presidente dell’USFI, ci spedimmo due buste con l’annullo in gomma che pervennero regolarmente come attestato dall’annullo postale che all’epoca si apponeva anche in arrivo!



Venezia, 20 ottobre 2010.

Umberto Bocus
 

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