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QUANDO L’AQUILA IMPERIALE |
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Fino alla metà dell’800, i Balcani erano in gran parte sotto la sovranità dell’Impero ottomano, costituendo la cosiddetta “Turchia d’Europa”. La storia della penisola balcanica fra gli anni 1870 ed il 1913 fu allora la storia del declino della potenza ottomana e quella dell’affermazione dei sentimenti nazionali dei popoli europei. Rivolte e guerre balcaniche: tanti avvenimenti che permisero prima l’autonomia e poi l’indipendenza della Serbia, della Romania, della Bulgaria, del Montenegro, della Grecia e dell’Albania.
Nel 1908, il governo austriaco decise, sic et simpliciter, l’annessione della Bosnia e dell’Erzegovina: questa decisione suscitò una relativa riprovazione internazionale (fig.3), ma non causò confronto né con i Russi né con gli Ottomani.
IL FRANCOBOLLO: ARMA DIPLOMATICA Si comprende bene quindi, che emettere francobolli in questo contesto diventava una questione politica piuttosto delicata. Nel 1879, anno che seguì l’attribuzione della Bosnia all’Austria-Ungheria durante il Congresso di Berlino, l’amministrazione postale viennese decise l’emissione di francobolli specifici: iniziativa ambigua perché significava “la Bosnia non è austriaca: i francobolli austriaci non sono valevoli”, ma nel contempo, sostituendo i francobolli ottomani con francobolli stampati a Vienna, il messaggio chiaro era, “chi emette francobolli… esercita la sovranità”. Il disegno scelto non fu l’imperiale viso di Francesco-Giuseppe, ma il più impersonale stemma austriaco, cioè l’aquila bicipite. Sola concessione formale, niente dicitura in tedesco! … addirittura nessuna altra dicitura! Neanche per il nome della provincia (si sarebbe dovuto scrivere Bosnien - Erzegowina), nemmeno per il valore facciale (era in corso la moneta austriaca: il Kreuzer). La prima serie si compone di nove valori (fig.4) che permettevano di scoprire le diverse possibilità tariffarie, rispettando i suggerimenti dell’Union Postale Universale, cioè riservare l’uso dei colori verde, rosso ed azzurro alle vignette che permettevano di affrancare stampa, cartolina e lettera per l’estero. Furono stampati prima in litografia successivamente, dal 1895, in tipografia per ragioni tecniche. Gli odierni collezionisti identificano dunque due serie diverse, ma gli utenti bosniaci della fine dell’800 non videro nessun vero cambiamento!
Tranne le numerose variazioni di dentellatura, che si ritrovano infatti anche per i francobolli austriaci di questa epoca, la fabbricazione di queste vignette postali non incontrò alcun problema particolare. Dobbiamo soltanto segnalare la grande prudenza dell’amministrazione asburgica: il colore originariamente scelto per il valore di 1 kreuzer era il lilagrau, cioè grigio-lilla… ma forte sorse il timore del poterlo confondere con il più alto valore della serie: il 25 kreuzer! Si decise allora di sospenderne la stampa e di cambiare il suo colore in grigio. Osservando i tre esemplari (fig.5) noi non crediamo che la confusione sarebbe stata possibile, però forse alla stamperia imperiale di Vienna valutarono la possibilità futura che, con il trascorrere degli anni, un grigio-lilla divenuto un po’ meno grigio ed un po’ più lilla avrebbe creato la confusione!
DILEMMA La prima modifica sostanziale avvenne dal 1° gennaio 1900 quando, nella parta austriaca dell’Impero, fu statuita un riforma monetaria: i vecchi kreuzer e gulden erano ormai sostituiti dai heller e krone. Essendo i francobolli bosniaci senza precisazione del nome della moneta per le ragioni che abbiamo illustrato, si decise semplicemente di spostare la cifra sul facciale dall’alto in basso! Il disegno rimaneva lo stesso (fig.6).
Noteremo infine altre due differenze: la serie completa era ormai costituita da 14 valori invece di 9; i tre facciali più elevati (1, 2 e 5 corone) beneficiavano di un disegno diverso e di un formato più grande (fig.7).
Nei mesi che seguirono l’inizio della diffusione di questi francobolli, si rese chiara l’evidenza che la scelta dei colori non era stata la migliore (fig.8): il 20 heller era rosso (rot) o rosso arancio (orangerot), mentre il 25 heller era rosa (rosa). Il 6 heller era bruno-ocra (ockerbraun) o bruno-grigio (graubraun), mentre il 30 heller era ocra-bruno (braunocker) o bruno chiaro (hellbraun). Nella penombra d’un ufficio postale poco illuminato si poteva in effetti fare confusione e vendere per 6 heller un facciale di 30, ma ancor peggio era poteva essere per il 40 heller arancio-giallastro (gelbl. orange), che si rischiava di vendere per 3 heller, essendo il colore di questo ultimo arancio scuro (dunkelorange)!
Mettere fuori corso i francobolli incriminati non era immaginabile: la loro tiratura realizzata nel 1899 era troppo importante. Si preferì allora utilizzare fino ad esaurimento i valori di 20, 30 e 40 heller senza ristamparli e di sostituirli con nuovi francobolli il più presto possibile. “Nuovi” per modo di dire, perché l’imperiale e regia Stamperia di Vienna non aveva affatto intenzione di fare spese particolari per questo modesto territorio! Il problema era la leggibilità della cifra del valore? Allora invece di una cifra bianca su fondo di colore, sarebbe stato sufficiente avere una cifra su fondo bianco proprio come lo vediamo su queste bozze preparatorie (fig.9).
E per essere certi di impedire una qualsiasi ulteriore confusione, la cifra sarebbe stata stampata in nero (fig.10), inconfondibile con gli altri valori della serie! Non era dunque necessario cambiare il disegno dei francobolli e nemmeno il loro colore: tutti elementi fondamentali che permettono un facile risparmio!
CONSERVATISMO… MA NON SEMPRE! Allorquando il collezionista di francobolli odierni, talvolta, davanti alla profusione delle emissioni filateliche si lamenta, non possiamo dire che gli utenti degli sportelli postali bosniaci ed i collezionisti dell’epoca, abbiano avuto lo stesso problema! Prendiamo, per un momento, il posto di chi voleva spedire una lettera nell’impero: la tariffa era di 5 kreuzer, poi dal 1° gennaio 1900, 10 heller. Recandosi all’ufficio delle poste avrebbe trovato francobolli chiaramente similari fra il 1879 ed il 1905 (fig.11)…
Si dovrà aspettare il 1906 (fig.12) per vedere una nuova serie di francobolli, la cui realizzazione fu affidata ad un artista maggiore, Koloman Moser, che i nostri lettori certamente ricordano ! (vedi >>>)
FontI BIBLIOGRAFICHE: FRANCOBOLLI: |
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